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Autore: parveth    12/04/2014    1 recensioni
Rachel,' una giovane giornalista freelance che scrive su riviste giovanili occupandosi principalmente di bullismo si trasferisce al 221b di Baker street proprio sopra all'appartamento del piu' noto detective privato della citta' e del mondo intero, cosa succedera?
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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The boss is back Erano passati ormai due anni da quel terribile giorno e a John non sembrava vero di riavere il suo migliore amico di nuovo accanto a lui: certo, ormai viveva con Mary ma non pensava che questo potesse costituire un ostacolo per loro due.

Appena usciti dalla metropolitana Sherlock disse: "vado a casa ora, buonanotte."

"Lo sai da chi devi andare vero?" replico' lui afferrandolo per un braccio.

Sherlock lo guardo' senza capire.

"Per l'amor del cielo Sherlock! E' una ragazza di ventidue anni! E poi prima o poi lo scoprira' no? Credi che sarebbe piu' facile per lei se ti ritrovasse a casa come se nulla fosse? Dopo tutto quello che ha passato il minimo che dovresti fare e' parlarle"  disse il medico esasperato.

Il detective lo guardava con un misto di stupore e di sconcerto cosi' l'altro si ritrovo' a raccontare di quei terribili due mesi: Rachel non riusciva a dormire dallo shock e scendeva da lui per un the', dopodiche' aveva cominciato a darle un leggero calmante...quante volte erano rimasti li a parlare fino ad addormentarsi sul divano, dopo un po' lei stette addirittura una settimana dai suoi per potersi riprendere: ogni cosa in quella casa le ricordava lui.

"Deve averlo fatto per un motivo serio e non intendo quello che dicevano i giornali"  dichiaro' lei dopo che si fu ripresa un po'  "come ti e' sembrato mentre ci parlavi?"

"Beh un po' strano ma d'altronde stava per buttarsi...non so...era come se stesse trattenendo le lacrime".

La ragazza ci penso' su e disse: "L'hanno costretto!"

"Che vuoi dire?"


"Ascolta: e se l'avessero minacciato di far del male a qualcuno? A me o a te per esempio, e lui piuttosto che permetterlo... Questo prova che non era un impostore, se lo fosse stato l'avrebbe fatto molto prima non ti pare?"


"Forse...ma che differenza puo' fare ora?"  diceva lui sconsolato.

Sherlock era sconvolto da quelle parole anche se cercava di non darlo a vedere: gia' lo scoprire che John teneva a lui sul treno era stato uno shock figuriamoci Rachel...

"Va bene ci vado"


"Vengo anche io" dichiaro' John: conoscendo la sua amica e ricordando la reazione che ebbe con Mycroft temeva che se li avesse lasciati soli come minimo sarebbe dovuto andarlo a trovare al pronto soccorso il giorno dopo.

Gli racconto' che anche se ormai si era trasferito si sentivano e si vedevano di tanto in tanto, aveva conosciuto Mary ed approvava in pieno il loro rapporto.

"Rachel?  Sono John"  disse dopo aver suonato.

"Si, dimmi...."  si puo' immaginare la sua faccia nel ritrovarsi davanti il detective, per un attimo John temette che gli svenisse li davanti agli occhi.

"Ciao Rachel"  furono le parole di Sherlock.

Pochi secondi dopo un fortissimo schiaffo lo colpi' alla guancia sinistra lasciando l'impronta delle dita sulla sua pelle di un biancore perlaceo e prima che potesse replicare, la ragazza l'aveva afferrato per la sciarpa trascinandolo dentro casa.

"Io..."  disse quando si fu divincolato lasciandole in mano la sciarpa.

"Due anni...."

"Era per una buona ragione..."

"Neanche un messaggio..."

"Non ho potuto..."

"Oh certo! Perche' tu NON sai come mandare messaggi senza farti scoprire..."  era cosi' furiosa che parlava a scatti.

"Era impossibile farlo..."

"SONO VENUTA AL TUO FUNERALE!!!"  urlo' prima di avventarglisi contro come una belva e ricominciare a colpirlo mentre John cercava di fermarla.

Col senno del poi quella scena sarebbe sembrata parecchio comica visto che tra i due c'erano almeno venti centimetri di differenza ma purtroppo per Sherlock la ragazza in quegli anni aveva seguito parecchi corsi di autodifesa.

"TIENIMI JOHN! TIENIMI O LO MORDO!!!"  urlava mentre il medico cercava di trattenerla.

"Venivo al cimitero. E ti parlavo!"

"Lo so....ti ho sentito"

Ovviamente era la cosa piu' sbagliata che potesse dire in quel momento e mentre, sgusciata via dalla stretta di John gli si avvicinava nuovamente minacciosa le porse un mazzo di foglietti.

I biglietti che lei gli aveva lasciato sulla tomba.

Una volta tornato aveva mantenuto la sua promessa e pagato il pranzo al senzatetto che glieli aveva conservati.

Lei li guardava incredula: erano molto stropicciati e in alcuni punti c'erano delle piccole macchie rotonde molto somiglianti a...

"Lacrime" mormoro' Rachel mentre Sherlock la guardava.

Quando aveva trovato il primo non poteva crederci e le lacrime erano scese prima ancora che potesse provare a trattenerle, cosi' era stato per tutti gli altri.

Poso' i bigliettini sul tavolino del salotto e ando' lentamente verso di lui guardandolo con severita'.

"Mi sei mancato tanto!"  disse scoppiando in lacrime ed abbracciandolo sotto il cappotto aperto.

Lui non sapeva cosa fare, anche se non lo dava a vedere era terrorizzato: non tanto dalla sua reazione quanto dall'ulteriore scoperta di quanto lei ci tenesse a lui, gia' i bigliettini l'avevano lasciato stranito ma tutto il resto...

Dopo qualche minuto Rachel lo lascio' e salutandolo torno' nel suo appartamento facendo i gradini a quattro a quattro dalla contentezza.


Circa un'ora dopo si senti' chiamare: "dimmi"

"Credo che mrs Hudson abbia fatto un po' troppa spesa per me solo...ti andrebbe di mangiare con me?"  le chiese in tono cosi' serio che la commosse: per troppo tempo era stato solo, poi c'era stato John ma ora le cose dovevano essere molto piu' difficili considerato che ovunque fosse stato non era certo per una vacanza.

Scese in pigiama e mentre cenavano lui le racconto' in maniera piu' particolareggiata di quei due anni pur pentendosene quando le cito' le torture che aveva subito visto che dalla sua faccia era piuttosto probabile che gli tirasse dietro le stoviglie come minimo.

Dopo cena Rachel ando' in bagno e Sherlock in camera sua, quando lei usci' passo' davanti alla sua camera lo vide sdraiato supino con gli occhi socchiusi.

Gli si sedette a fianco e gli passo' lentamente un dito lungo il fianco facendolo sobbalzare.

"Non farlo mai piu'" le disse.

"Soffri il solletico Sherlock?"  chiese lei con aria innocente.

"Assolutamente no, ho il controllo completo del mio corpo" le rispose voltandole le spalle.

Allora Rachel comincio' a pizzicargli gentilmente costole e fianchi, "smettila Rachel, smettila immediatamenthahahahahaaahahah",  che bella risata aveva! Tenera e molto contagiosa, la ragazza continuo' arrivandogli anche alle ascelle pur di non farlo smettere gia' era stupendo riaverlo, farlo ridere poi...

Quanto a Sherlock rideva cosi tanto che quasi non riusciva a pensare anche se in fondo le era grato: in quei due anni il suo corpo era stato talmente maltrattato che quei tocchi per quanto fastidiosi erano come un balsamo.

Poco dopo riusci' a mettersi seduto e afferrandola alla vita comincio' a ricambiarla punzecchiandole la vita " no, Sherlock io nohahahahaahahah" Rachel comincio' a divincolarsi ma non troppo per non fargli male, e si ritrovo' sdraiata con le lacrime agli occhi dal gran ridere,

"No, stai ferma, stai ferma hahahahaah" disse lui mentre la ragazza ricominciava a torturargli i fianchi e per farla smettere la strinse a se',  "ferma!"

"Sono ferma Sherlock"  disse lei mentre il detective abbassava gli occhi: la stava abbracciando ed affondava una mano nei suoi lunghi capelli biondi e ricci.

"Perche' mi abbracci? Io non sono uno da abbracciare, sono freddo, scostante..."

"Strano, io non sento alcuna freddezza, anzi..."

Rimasero per un po' in quella posizione fino a quando Rachel lo guardo' negli occhi e gli disse: "ti voglio bene Sherlock".

Il detective non ebbe il coraggio di ribattere finche' la ragazza non si alzo' e baciandolo sulla guancia gli disse "Buonanotte",   "anche a te" rispose mentre lei se ne andava nella ex camera di John e lui s'infilava sotto le coperte.

Verso le due di notte gli venne sete ed ando' in cucina per bere un po' d'acqua ma prima di ritornare in camera sua passo' accanto a quella dove dormiva la ragazza, un sonno sereno a quanto pareva ben diverso da quello quasi inesistente del periodo immediatamente successivo alla sua "morte".

Le si sedette accanto e le sussurro' "ti voglio bene anche io" in un orecchio per poi baciarla in fronte.

Il pomeriggio del giorno seguente Rachel (che nel frattempo era tornata a casa sua) stava uscendo e passando vicino all'appartamento di Sherlock senti' la voce di Mycroft, in effetti si era chiesta se fosse al corrente di qualcosa oppure no, conoscendo il suo vicino la seconda ipotesi era molto probabile.

Solo che sentendoli parlare capi' che non era cosi'.


S'intrufolo' dentro attraverso la porta socchiusa ed entrando senza salutare nessuno vide che i due fratelli stavano giocando all'Allegro Chirurgo.

Oh quanto le sarebbe piaciuto giocarci con Mycroft ma sul serio! Con tanto di accetta, bisturi e coltello e lui immobile sul tavolo operatorio.

L'uomo la guardo' con la sua solita aria altera e disse: "Spero capira' signorina che tutto quello che abbiamo fatto e' stato non solo per il bene di mio fratello ma anche dell'intero Paese".

Certo, Rachel capiva ma se il tutto fosse stato preceduto da un "mi scusi se non gliel'ho detto" sarebbe stato meglio.

Guardandolo dritto negli occhi lo colpi' con una ginocchiata secca nelle parti intime che gli fece uscire gli occhi dalle orbite e chinarsi in avanti, dopodiche' andandogli dietro gli sferro' un gran calcio nel sedere che lo fece stramazzare al suolo senza fiato e purtroppo per lui indossava anche gli stivali a punta.

Poi sempre senza salutare nessuno dei due usci' sbattendo la porta mentre il piu' giovane lottava con tutto se' stesso per non scoppiare a ridere in faccia all'altro.


angolo autrice: il pigiama di Rachel quando dorme da Sherlock  http://www.dolcecasabiancheria.it/immagini/prodotti/img_minXm3iB4DIBEN%20MAXIMAGLIA%20GABRIELLA.jpg

per lui invece il solito blu ^^
  
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