Draco piangeva.
Con quelle piccole lacrime pagava la sua colpa: quel piacere tutto dispettoso dei bambini, che provano nel disobbedire ai genitori. Come prova, un ginocchio sbucciato e qualche macchia di fango sul vestitino nuovo.
Narcissa lo guardò con un misto fra l’apprensivo e il rimprovero, ma, incapace di negargli un sorriso indulgente, prese fra le braccia il suo piccolo fagotto biondo per coccolarlo un po’.
“Draco, Draco, vedi che significa non dar retta alla mamma, che vuole solo il tuo bene? Prometti che non lo fai più..”
Disse, accompagnando alla sua voce dolce qualche tenera carezza sul capo del figlio. Il piccolino alzò i suoi occhietti acquosi sull’affascinante viso della donna, annuendo timidamente, per poi sfregare il nasino sulla candida camicia della madre, il cui sorriso si allargò nell’immaginare il prossimo danno che quella piccola peste avrebbe combinato.

Draco continuava a piangere.
Si rifugiò fra quelle calde braccia che lo accoglievano protettive. Si sentiva stanco. Stanco di avere il respiro mozzato dai repentini singhiozzi, stanco di bruciarsi le guance con quel sale che gli bagnava le labbra, che gli faceva venire sete. Draco aveva sete d’amore, da quando il padre l’aveva strappato alle soffici cure materne per avvolgerlo in gelide spire di malvagità e pressioni psicologiche.
E lui.. beh, lui non si era mai opposto, aveva obbedito ciecamente ad ogni sua imposizione, ondeggiava in un limbo d’insicurezza e paura, e ora pagava la sua colpa – il non opporsi alle catene – con copiose lacrime bollenti.
Ma qualcuno le asciugava ancora una volta, e lo scaldava con il proprio amore. Un amore sbagliato.. no. Un amore improbabile, quasi impossibile da credere, forse, ma sbagliato.. no, quello no. Harry era la cosa più.. giusta che potesse capitargli, la sua unica ancora di salvezza nell’inferno in cui stava affogando.
“Draco, Draco.. quando capirai che devi fidarti di me? Non posso proteggerti se tu continua a sfuggirmi, se continui a dar retta a.. quell’uomo.. capisci? Coraggio, promettimi che non lo fai più..”
E Draco prometteva ancora una volta, ad una persona che amava, con gli stessi occhietti acquosi di bambino, e quell’infantile gesto di rifugiarsi nel petto di Harry, il suo Harry.
Ma entrambi sapevano che il piccolo Draco sarebbe caduto ancora, si sarebbe sbucciato nuovamente le ginocchia e macchiato il vestitino di fango. Ma Harry l’avrebbe aiutato a rialzarsi, e dopo averlo rimproverato bonariamente l’avrebbe coccolato una volta di più, senza risparmiarsi qualche parola sdolcinata che avrebbe fatto storcere il naso tutto aristocratico del capriccioso Serpeverde.

Draco piangeva anche quel giorno. Ma insieme rideva, un riso limpido, umido di felicità.
Guardava Harry, che stavolta non aveva nulla da rimproverargli, perché ora il suo Draco era un ometto, e stava lì in piedi tutto tronfio, come a dire “Hey, hai visto come sono bravo? Sei fiero di me?”. E Harry lo era eccome, fiero, e innamorato pazzo di quell’angelo delle emozioni liquide, come i suoi occhi, oceano dove il Bambino Sopravvissuto non desiderava altro che nuotare per l’eternità.
E questo, fu più o meno quello che scrisse nella sua promessa di matrimonio, e questa volta gli rubò molto più che qualche smorfia e un bacio un po’ recalcitrante. Gli rubò il cuore, ma in maniera così delicata, che Draco avrebbe voluto che lo facesse tutti i giorni, sorprendendolo in mille maniere diverse, come in quel momento.
E forse fu per quello che fra lacrime e sorrisi, su quell’altare Draco disse di sì.

Draco non piangeva più. Bimbo diventato uomo lottando, aveva finalmente ottenuto la serenità, aveva ottenuto la vita. E quella vita lui, l’avrebbe divisa con Harry. Per sempre.