Film > Il gobbo di Notre Dame
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Autore: Lady Atena    13/04/2014    0 recensioni
Gender Bender! di Esmeralda.
La gitana ridacchiò, saltellò sul posto e batté le mani tra loro con dei tintinnii metallici.
“Libertà è avere una canzone per ogni città che visiti, mio bel Saphir!” esclamò.
Saphir sorrise, guardò il cielo e addolcì lo sguardo, le iridi smeraldo brillarono.
“Vivrò qualsiasi storia Parigi vorrà raccontarmi”.
Genere: Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Clopin, Esmeralda
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Gender Bender
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Personaggi: Esmeraldo (Saphir), Altri.
Prompt: Parigi.
Lanciata da: La Morte Fidanzata.

Saphir ruotò su se stesso facendo ondeggiare le ciocche di capelli neri, la fascia viola strofinava contro la camicia bianco sporco. Poggiò le mani dalla pelle scura in terra, fece la ruota e atterrò in una spaccata facendo tintinnare i ciondoli color oro della sua cintura. Le donne radunate attorno a lui applaudirono, una lanciò delle monete e la capretta accanto al gitano saltò, facendo cadere gli oggetti nel tamburello che teneva in bocca. Saphir fece l'occhiolino piegando il capo di lato e sogghignò mettendosi in verticale; ruotò su se stesso sulle mani facendole strofinare sull'asfalto. Sentì il tintinnio di altre monete, balzò facendo un doppio salto in aria e atterrò in piedi, fece un inchino portando la mano al petto; dalla camicia aperta s'intravedevano i pettorali definiti. Alzò il capo, socchiuse gli occhi verdi che scintillarono vedendo le monete in terra. Osservò le persone allontanarsi, si chinò raccogliendo le monete in terra nella cintura viola. Si sentì sfiorare la mano, alzò il capo facendo oscillare le ciocche nere. La gitana davanti a lei sorrise, alzò il capo facendo tintinnare i campanelli del cappello da giullare e allargò le gambe piegando le ginocchia.
“Ce ne andiamo domani” sibilò.
Saphir arrotolò la cintura su se stessa, se la sfilò dai pantaloni di tela e la lanciò alla capretta al suo fianco; che l'afferrò con la bocca. Avanzò infilandola nel tamburello accanto ad alcune monete, lo prese in bocca e si voltò verso Saphir. Saphir si sistemò la fascia tra i capelli neri, incrociò le braccia al petto.
“Dove?” domandò.
La gitana saltellò sul posto facendo ondeggiare i campanelli del cappello da giullare, sorrise e si mise a testa in giù. Camminò sulle mani, balzò atterrando dietro Saphir e gli strinse le spalle. Allungò un braccio in avanti, mosse la mano aperta verso sinistra.
“Parigi. Ho già in mente degli splendidi spettacoli”.
Saphir arricciò il labbro, fece un passo avanti e si voltò inarcando un sopracciglio. La capretta gli si affiancò, piegò il muso in avanti facendo tintinnare il tamburello. Saphir lo prese, lo strinse.
“Hai già fatto canzone anche per Parigi?”.
La gitana ridacchiò, saltellò sul posto e batté le mani tra loro con dei tintinnii metallici.
“Libertà è avere una canzone per ogni città che visiti, mio bel Saphir!” esclamò.
Saphir sbuffò roteando gli occhi in contemporanea al suo animaletto, infilò il tamburello nella camicia bianco sporco e inarcò un sopracciglio.
“E questa di cosa parlerà?”.
La gitana sogghignò, socchiuse gli occhi neri e si sporse in avanti facendo ricadere le lunghe ciocche lunghe sulle pezze colorate del vestito.
“La storia di un uomo e di un mostro. Vuoi sentirla?”.
Saphir rise, ruotò su se stesso e sogghignò facendo l'occhiolino.
“Preferisco viverla!”.
La gitana saltellò in avanti, ghignò.
“Una storia di mostri?” chiese.
Saphir sorrise, guardò il cielo e addolcì lo sguardo, le iridi smeraldo brillarono.
“Vivrò qualsiasi storia Parigi voglia raccontarmi”. 
  
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