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Autore: FRANZ99    14/04/2014    1 recensioni
...spero che questa storia vi piaccia. narra di jack che con ingegno, destrezza, anche tristezza, tenterà di salvare il polo nord dal disgelo totale...
Genere: Avventura, Mistero, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il clima, quel giorno, era freddo. Nevicava, o meglio, era in corso una bufera. Venti gradi sotto zero. Jack si affrettava a tornare a casa, dopo una giornata passata a raccogliere legna. Scoccava la frusta e gridava contro i suoi sei cani da slitta, per farli correre più velocemente. Erano le tre del pomeriggio. La luce stava già calando. La slitta, ad una curva, cadde. Si schiantò sul tronco di un grande abete. Jack si slogò la caviglia e iniziava a perdere sangue dal braccio sinistro. Furono invece i cani ad avere la peggio: Uno morì sul colpo, quattro si ferirono alle zampe, Smhit, il preferito di Jack, invece rimase illeso. Jack si alzò con fatica e diede uno sguardo al suo mezzo di trasporto. A stento, riuscì a prendere l’accetta e la usò per tagliare le corde. Lupèn, uno dei cani più feriti, chiuse gli occhi doloranti, per non aprirli mai più. Jack fasciò il più possibile le zampe lacerate dei poveri tre cani, mentre Smith tentava di addentare qualche cosa che avrebbe potuto essere utile per il suo padrone. L’uomo, da quel cumulo di oggetti, prese una cartina. Accese la lanterna e orientò la mappa. Mancavano cinque miglia per Snowere un paesello che avrebbe certamente offerto aiuto ad un forestiero. Jack preparò uno zainetto col minimo indispensabile. A metà del percorso, Flik, il cane meno robusto, si accasciò a terra. Il freddo era aumentato. La bufera, invece, si alleviò. Dopo altri dieci minuti di marcia, Smith ululò. C’era una luce, in lontananza, che lo rallegrava. Jack, a questo punto, aumentò a fatica il passo. Il piccolo centro abitato era quasi davanti a lui. D’ un tratto, si sognò a casa, seduto sulla poltrona davanti alla stufa accesa, bevendo una gran tazza di cioccolata calda. Intanto che faceva questi bei pensieri, Tim ormai stremato dallo sforzo gemette e cadde sulla fredda neve colorata di rosso. Jack scostò la manica del caldo e confortevole giubbotto, e lesse l’ora. Erano le sei di sera. Alzò lo sguardo. Aveva smesso di nevicare. La nebbia si diradò. Davanti a lui, un cartello con scritto “CITTÀ DI SNOWERE (ALASKA)”, che lo tirò un po’ su con il morale. Fece qualche passo. Era stremato. Alla prima porta che si trovò di fronte, bussò. La porta si aprì, ma di poco. Una signorina, squadrò da cima a fondo jack, poi lo fece entrare. I due cani, Kite e Smith, lo seguirono. Kite corse a cercare la fonte di calore di quella casa. Trovata la stufa, si addormentò davanti ad essa.
- Hai bisogno di cure. Come ti chiami?- Chiese lei.
- Jack. La mia slitta è a cinque miglia da qui. Ho avuto un incidente e quattro cani sono morti per la strada.
- Sei fortunato ad essere qui. È difficile affrontare una bufera simile. Non ne ho mai vista una così da quando sono nata. Se vuoi ti aiuto a fasciarti.
- Non c è bisogno, grazie.
Dopo essersi curato la ferita al braccio, zoppicando chiamò la padrona di casa.
- Mi scusi, non mi ha ancora detto qual è il suo nome.
- Mi chiamo Jane. Ti ho preparato un po’ da mangiare.
- Grazie.
Andando verso la cucina, osservò meglio il salotto. Era arredato stupendamente. Smith gli si avvicinò. Mugolava. Camminava verso Kite continuando a fare quel verso, sembrava un lamento, un pianto. Jack si chinò, allungò la mano verso il collo del cane che pareva dormire. Si rese conto che non stava dormendo. Se n’era andato subito dopo esser arrivato alla salvezza. Jack si rattristò più di quanto non lo fosse già.
- Dai che è pronto.
- Arrivo.- Rispose Jack quasi piangendo. Non avrebbe mai pensato che una giornata così bella sarebbe finita con un incidente di tale gravità.
Finito di cenare, Jane si alzò da tavola e preparò il divano, così da offrire un posto comodo per il povero signore.
- Non mi sembri del posto.- Osservò Jack.
- Vero. Sono venuta qui per riparare un rilevatore di temperatura. Faccio parte di un gruppo scientifico-meteorologico e abbiamo rinvenuto un guasto.
- Come mai si è guastato?
- Il termometro, prima di guastarsi, ha rilevato una temperatura anomala superiore al livello medio invernale.
- Quando andrai ad aggiustarlo?
- Non lo so.
- Perché?
- Perché pure il localizzatore ha smesso di dare segnali.
- Se vuoi posso aiutarti. Sono un’ ottima guida e, in più, mi devo sdebitare della tua accoglienza e del fatto che mi hai salvato la vita.
Smith abbaiò. Ora stava molto meglio e faceva le feste al suo padrone, il quale lo accarezzò e lo coccolò.
Alle otto di sera, le luci si spensero. Jack non dormiva. Il suo sesto senso gli diceva che quello al rilevatore non poteva essere un semplice guasto. C’ era in ballo qualcosa di losco. Camminava attorno al divano tormentato da qualche confusa teoria. Ad un certo punto, un rumore all’ esterno. Fuori, passi pesanti cadevano sulla neve, comprimendola. La porta venne sforzata, e si aprì. Jack andò a nascondersi sotto il divano. La figura si avvicinò al divano. I passi erano sempre più vicini. Poi, si fermò. Aprì un cassetto del comodino e prese un pezzo di carta. Lo osservò lentamente prima di metterlo in tasca. Dopodichè, a passi svelti, andò verso la porta, la aprì, e scappò via. Jack non ebbe la forza di uscire. Così si sdraiò sul divano e, tormentato dagli incubi, si addormentò.
  
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