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Autore: HoldFastFilm    14/04/2014    8 recensioni
[TUTTI I FILM]
Ciao!!
Ho raccolto i TITOLI di alcuni film ed ecco il risultato: una storia completamente composta utilizzando TITOLI DI FILM (italiani e stranieri nella loro versione tradotta).
Genere: Avventura, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Due sconosciuti, un destino”.

 

 

Caro diario,

Lei, Philomena, una donna in carriera, ha intrapreso il suo viaggio della speranza.

Penso a lei ieri, oggi, domani

 

Così la conobbi: era un gelido inverno ed eravamo tra le nuvole, volo United 93.

Poco prima di imbarcarci su quell’aereo a Chicago, ognuno di noi, aveva la propria vita.

Un uomo, una donna, una fuga di mezzanotte verso Atlantic City, USA.

Io, un eroe borghese, lei, la bella addormentata, un brivido biondo

Si sa: gli uomini preferiscono le bionde.

Le chiavi di casa nell’impermeabile, il profumo di donna, la mia donna, sul bavero della camicia e l’immagine della stanza del figlio davanti agli occhi, tanto desiderato e tanto amato.

 

Nel momento preciso che la vidi, però, il verdetto era già stato dato: la strada di casa, memento della mia vita, dimenticata; la migliore offerta, invece, sotto gli occhi. 

Un vortice di emozioni, un complesso di colpa, mi aveva trasformato nell’uomo senza passato. Effetto notte, effetto aeroporto, effetto viaggio.

Mi dissi: “Non pensarci”. Non ci riuscii. Volai con le ali della libertà, segreti e bugie passate, dimenticate. 

Via col vento delle emozioni, mi lasciai trasportare. 

Il più bel giorno della mia vita era arrivato.

Dovevo conoscerla. Era imperativo; sarebbe bastato superare quella sottile linea rossa del check-in e poi avrei dovuto parlarle.

“Io non ho paura- io non ho paura- io non ho paura” mi continuai a ripetere percorrendo il miglio verde fino alla carlinga dell’aereo.

Otto e 1/2 di sera, posti vicini: il 7 e l’8.

Mi sedetti.

Allacciate le cinture, signori passeggeri e benvenuti a bordo”, avvertì il Captain Phillips dalla cabina del velivolo.

Al momento giusto ruppi il ghiaccio parlandole de “la leggenda del pianista sull’oceano”, un film meraviglioso. Non sembrò interessata. 

Ero senza freni, un toro scatenato, dissi allora di esser nato il 4 luglio, cercando argomenti.

Passò un tempo infinito, pensai quasi 127 ore, prima che mi rispondesse e mi facesse un sorriso:

Philomena, piacere”.

“Piacere mio, Marley, ma può chiamarmi Ben Hur!”. Risposi.

“Ahah. Sì eh?! I suoi erano appassionati di musica e lei è ebreo? Oppure mi sfugge qualcosa?”

“Sì, signorina, lo erano ed avevano buon gusto, io invece non sono ebreo. Il mio soprannome viene dalla mia professione ”.

“Eh sentiamo, che lavoro fa?”

“Sono un pilota, madame. Ho corso la 24h di Le Mans, ma è stato niente in confronto alla corsa più pazza d’America: Indianapolis, pista infernale, sa?”

“Immagino. E lei ci corre guidando una biga?”  

“Ahaha, no signorina, no. Ho solo vinto contro chi cercava di mettermi i bastoni tra le ruote in quell’anello infernale.”

“Capisco, Signor Bob Marley. Allora vive d’adrenalina”.

“Più che altro, my fair lady, amo il sapore della vittoria, ogni maledetta domenica”.

 

Ancora avverto il tormento e l’estasi di quella situazione, vivevo un paradiso amaro: a casa, mio figlio e mia moglie, qui, in aereo, una bellezza da urlo che mi aveva sconvolto la vita.

Lo squalo che è in me però, continuò la caccia per tutta la notte, maledetta sindrome, maledetta “arte di vincere”. Quella notte volli vincere e ce la misi tutta: momenti di gloria sentendomi però bastardo dentro. Una questione di cuore che s’era trasformata in una perfida battaglia nel cielo tra angeli e demoni, i miei. La mia coscienza sporca e il mio istinto di cacciatore.

Che ne sarà di noi, dopo questo volo?” pensai; due vite per caso, s’intrecciano dal tramonto all’alba. Maledetta femme fatale! Maledetto il giorno che t’ho incontrata. E’ complicato….mio dio… Marley fa’ la cosa giusta oppure fa’ la cosa sbagliata! Fai qualcosa. 

 

 

Dopo un volo interminabile, la conoscenza dell’uno e dell’altra era molto approfondita. Sbarcammo, recuperammo i bagagli e ci dirigemmo a un café. Prendemmo da bere e parlammo  tutta la notte. 

Dopo quella notte era nato qualcosa: due vite per caso erano diventate Una.

 

Oggi, però a distanza di due anni sono qui a scrivere perché non conosco più la mia storia, troppe vite ho vissuto in una sola esistenza.

Lei è partita, di nuovo, e ha preso un altro aereo. Dice di voler vivere la propria vita, partita per oltreoceano, verso il mediterraneo, e da lì partirà con una nuova vita, sperando, finalmente di viverla appieno.

Già solo per aver vissuto tale vita io sono grato, onorato e sereno.

 

 

Amen, anzi:

Arrivederci amore, ciao. Chissà.

Alla fine, la vita è bella.




Fine. 







*ANGOLO GIARDEL*

 In corsivo trovate i titoli dei film utilizzati.


Non esistate a commentare, criticare o correggere la storia! 
Grazie,
g.

   
 
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