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Autore: MagicRat    14/04/2014    3 recensioni
Will è sicuro della colpevolezza di Hannibal Lecter, anche se sono in pochi a credergli.
Per mettere fine a quella storia di sangue e morte, Will è disposto a ricorrere ad una soluzione estrema. L'unica soluzione.
Come sempre, però, il Dottor Lecter ha in mente un altro piano.
(Ambientata durante Yakimono - 2x07)
Genere: Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Hannibal Lecter, Will Graham
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Se sono lo Squartatore di Chesapeake e tu mi uccidi, chi risponderà alle tue domande? Non vuoi sapere come andrà a finire?
 
Buio.
Will non ricordava niente. Non sapeva neanche cosa  avrebbe dovuto ricordare.
Era disteso su una superficie dura e fredda. La tastò con le mani: era il pavimento. Con gesti molto lenti, sollevò le braccia per assicurarsi di non avere ostacoli sopra di lui poi, lentamente, si mise a sedere.
La testa gli faceva  molto male.
Allargò le braccia e le sue mani incontrarono qualcosa di morbido su entrambi i lati. Le ritrasse spaventato. Toccò nuovamente e capì: le pareti erano ricoperte da un’imbottitura.
Si alzò in piedi e si appoggiò alla parete con la schiena. Iniziò a camminare a piccoli passi finché le sue mani non toccarono un’altra imbottitura.
Iniziò a capire che la cella in cui si trovava era di forma rettangolare, il lato lungo percorribile in quattro lunghe falcate, quello corto gli consentiva a malapena di stendere le braccia. Non riusciva a toccare il soffitto.
Da qualche parte doveva essere entrato, però.
Iniziò a tastare uno dei due lati corti: era completamente ricoperto dall’imbottitura. Provò con l’altro e scoprì che una parte era libera. Sembrava metallo. Capì che si trattava di una fessura da cui si poteva far passare, ad esempio, un vassoio con il cibo. Come alla sua cella al Manicomio Criminale Statale di Baltimora.
Will, però, era sicuro di trovarsi in un posto diverso. Era stato liberato, Jack aveva finalmente capito che lui era realmente innocente, anche se non riusciva ancora a convincersi della colpevolezza di…
“Dottor Lecter?” la voce di Will produsse un rimbombo in quella cella.
Si chinò davanti alla fessura, ma non filtrava nemmeno un po’ di luce.
Fu in quel momento che iniziò. Un suono acuto, che perforò i timpani di Will.
Si gettò a terra, cercando inutilmente di tapparsi le orecchie con le mani.
“Basta! La smetta!”
Il buio fu squarciato da un lampo di luce intermittente.
“Basta!”
Will si rannicchiò in posizione fetale sul pavimento, premette le mani più forte che poté e serrò gli occhi.
Quel suono non voleva smettere.
 
Sei calmo, tranquillo.
Sono calmo, tranquillo.
 
Ti chiami Will Graham.
Mi chiamo Will Graham.
 
Da quanto tempo sei qui?
Da quanto… non lo so. Giorni?
 
Sei tu lo Squartatore di Chesapeake?
No.
 
Sai chi è lo Squartatore di Chesapeake?
Si.
 
Dimmi il suo nome.
Hannibal Lecter.
 
Chi è Hannibal Lecter?
Sei tu.
 
Sei calmo, tranquillo.
Sono calmo, tranquillo.
 
Ti chiami Will Graham.
Mi chiamo Will Graham.
 
Buio.
Will aprì gli occhi e capì di essere ancora nella cella.
Sentiva qualcosa di strano nell’incavo del braccio sinistro: un cerotto. Lo tolse e con le punte delle dita passò sopra un piccolo forellino. Qualcuno gli aveva fatto un’iniezione.
Si sforzò di ricordare chi era stato e nella sua mente vide Hannibal in piedi  nella cucina. Gli stava puntando una pistola alla testa. Allora si ricordò: era andato da lui per ucciderlo, ma alla fine il dottore era riuscito a fermarlo, sfruttando la sua curiosità, la sua voglia di capire.Appena si era voltato doveva averlo colpito alla testa.
E dopo si era risvegliato in quella cella. Era sicuro che fosse successo dell’altro ma non riusciva a ricordare nulla. Cercò di mettersi in piedi e andò a sbattere contro una delle pareti. Per quanto ci provasse non riusciva a mantenere l’equilibrio. Era come se tutto intorno a lui, nel buio, si muovesse.
Inoltre, la temperatura aveva iniziato a salire. In poco tempo la sua camicia fu fradicia di sudore. La tolse e la gettò per terra, si inginocchiò in un angolo e vomitò. Procedendo a carponi, si rannicchiò dall’altra parte della cella.
Ansimava e a causa del calore sempre maggiore il mal di testa era insopportabile.
Ad un tratto la luce si accese: era fissa e artificiale, di quelle che fanno male agli occhi.
Will alzò lo sguardo e calcolò che il soffitto doveva essere alto poco meno di tre metri. Oltre alla lampada c’erano altre rientranze ma non riuscì a capire a cosa servissero.
Chiuse gli occhi e perse i sensi.
Quando li riaprì la luce era ancora accesa. Provò ad alzarsi in piedi.
“Dottor Lecter?”
Cadde e perse nuovamente i sensi.
Si risvegliò a causa del freddo. Da forno, la cella si era trasformata in un frigo. La luce si era spenta.
Tastando il pavimento, Will ritrovò la sua camicia, la scosse e piccoli pezzetti di ghiaccio caddero a terra. Indossarla o no era esattamente la stessa cosa. Continuò a tremare rannicchiato in un angolo per un lasso di tempo incredibilmente lungo – o così sembrò a Will.
Poi la serratura scattò e la porta si aprì, lasciando entrare una luce gialla nella cella. Una sagoma nera occupava l’entrata.
“Salve, Will”
 
Will era nella sala da pranzo di Hannibal Lecter.
Il dottore stava trafficando con dei piatti appoggiati su un carrello.
 “Credo… credo di avere… la febbre” disse Will. Parlare gli costava una fatica estrema, e non riusciva a smettere di ansimare.
“Trentotto gradi, per la precisione” Hannibal versò dell’acqua in un bicchiere, fresca e trasparente. Will la bevve subito. Si era cambiato i vestiti – una maglietta e delle braghe di tuta, niente scarpe né calze. E non si era potuto lavare.
“Devi avere molta fame, oltre che sete” Hannibal lo disse mentre toglieva un coperchio da una pentola, sprigionando un odore delizioso.
“Si. Si, molta fame” Will abbassò lo sguardo sul piatto che il dottore gli posò davanti. Era carne, con una salsa scura. Nient’altro. Hannibal si sedette al suo fianco senza servirsi da mangiare.
“Non posso mangiare… questo”
“È scortese rifiutare il cibo che ci viene offerto, Will”
“Io non… lo voglio mangiare!”
“Will…”
“Fottiti! Io. Non mangio. Persone!” Will scattò in piedi e rovesciò il piatto sul completo di Hannibal. Cercò di colpirlo ma era troppo debole. Il dottore lo afferrò e lo trascinò fuori dalla stanza. Will continuava a dimenarsi e iniziò ad urlare appena capì dove lo stava portando Hannibal.
“No! No! Non ancora là dentro! Non voglio, basta!”
Hannibal aprì la porta e lo gettò dentro senza dire una parola.
“Hannibal! Hannibal! Apri…”
Buio e silenzio furono interrotti dalla luce intermittente e dal suono costante e acuto.
Will si rannicchiò a terra continuando ad urlare.
 
Sei calmo, tranquillo.
Sono calmo, tranquillo.
 
Ti chiami Will Graham.
Mi chiamo Will Graham.
 
Sei lo Squartatore di Chesapeake.
Sono… no.
 
Sei lo Squartatore di Chesapeake.
No.
 
Chi è lo Squartatore di Chesapeake?
Tu.
 
Chi sono io?
Hannibal Lecter.
 
Cosa sono io?
Lo Squartatore di Chesapeake.
 
Chi sei tu?
Will Graham.

Cosa sei tu?

 
Cosa sei tu?

 
Cosa sei tu?
Non… non…
 
Sei calmo, tranquillo.
Sono calmo, tranquillo.
 
Ti chiami Will Graham.
Mi chiamo Will Graham.
 
 
Will si risvegliò nella cella. Era tutto buio e silenzioso, come sempre.
Eppure… eppure qualcosa era diverso. Si ritrasse in un angolo con tutti i sensi all’erta. Era uno scricchiolio, quello? Era sicuro di aver avvertito un movimento, nel buio. E adesso, non riusciva ad avvertire qualcuno respirare?
“Chi… Chi sei?”
Il battito cardiaco iniziò ad accelerare. La temperatura della stanza era rimasta invariata, ma sentì il sudore colargli ugualmente lungo la schiena. Chiuse gli occhi e cercò di ragionare, di ricordare qualsiasi cosa.
Hannibal gli aveva offerto da mangiare. Aveva accettato? No. Però aveva bevuto. Si toccò le braccia e non sentì altri forellini. Hannibal doveva aver messo qualche droga nell’acqua.
Will non riusciva a capire se c’era davvero qualcuno nella cella insieme a lui o se si trattava solo di un’illusione causata dall’allucinogeno.
“C’è qualcuno? Chi sei?”
Restò in ascolto: adesso ne era sicuro. Qualcosa o qualcuno aveva prodotto uno scricchiolio. Si alzò in piedi e incespicando raggiunse la porta. Non poteva trattarsi di una persona, non c’era abbastanza spazio. Sentì la paura crescergli dentro. Batté il pugno sulla parte di metallo scoperto.
“Hannibal! Hannibal! Fammi uscire!”
Continuò a battere finché il dolore non fu insopportabile.
“Apri. Questa. Porta!”
Prese a pugni l’imbottitura e cercò di toglierla, provocando qualche strappo.
“Maledetto psicopatico! Apri! Bastardo schifoso!” Will continuò ad insultare Hannibal urlando. La paura si era trasformata in una furia rabbiosa e adesso stava scemando nella disperazione.
“Ti prego” Will si accasciò davanti alla porta “Hannibal, ti prego, apri. Non voglio stare qui. Per favore, per favore. Ho… ho paura”
 
Hannibal era seduto ad una scrivania elegante, anche se più piccola di quella posizionata nel suo studio.
Poteva osservare Will su un monitor, grazie alla telecamera installata nella cella.
Vicino al monitor, una serie di comandi gli permettevano di accendere e spegnere la luce, far partire il suono acuto e regolare la temperatura.
Guardò il ragazzo implorare di lasciarlo libero e le sue labbra si incurvarono in un sorriso quando lo sentì dire di avere paura. Era solo nella cella, si stava immaginandoo tutto.
Fece partire ancora una volta la luce intermittente e il suono acuto. Sullo schermo, Will ricadde all’indietro tappandosi le orecchie.
Spense tutto dopo circa cinque minuti e si alzò aggiustandosi la giacca.
Ormai era quasi pronto.
 
Sei calmo, tranquillo.
Sono calmo, tranquillo.
 
Ti chiami Will Graham.
Mi chiamo Will Graham.
 
Sei lo Squartatore di Chesapeake.
No…
 
Chi sei tu?
Sono… sono…
 
Sei tu lo Squartatore di Chesapeake?
No…
 
Chi è lo Squartatore di Chesapeake?
Non…
 
Chi sono io?
Hannibal… Hannibal Lecter.
 
Sono io lo Squartatore di Chesapeake?

 
Chi è lo Squartatore di Chesapeake?

 
Sei tu lo Squartatore di Chesapeake?
No…
 
Cosa sei tu?
Non… non lo so.
 
Sei calmo, tranquillo.
Sono…sono…
 
Era seduto di nuovo al tavolo nella sala da pranzo di Hannibal. Will non aveva idea di come avesse fatto ad arrivare lì. Si sentiva prosciugato e affamato, ma cercava ugualmente di restare concentrato su quello che stava succedendo. Il suo cervello era un agglomerato incongruo di parole, urla, lampi e suoni.
“Quando mi ucciderai?”
Hannibal alzò lo sguardo che stava preparando. “Dai per scontato che ti ucciderò?”
Will annuì.
“Non dare mai niente per scontato”
“Devo… dovrò tornare là dentro?”
Il dottore gli mise un piatto davanti. Conteneva alcune fette d’arrosto dall’aspetto estremamente invitante.
“Dipende da come ti comporterai” Hannibal si sedette a tavola, questa volta anche lui si era servito da
mangiare.
Will deglutì.
“Sai cos’è, Will?”
“So cos’è. Non so chi è”
Hannibal sorrise compiaciuto “Nessuno di tua conoscenza”
Il ragazzo annuì “Bene”
“Buon appetito, Will”
“Buon appetito, Dottor Lecter” tagliò un pezzo di carne e lo mise in bocca. Lo masticò lentamente e
inghiottì.
“È buono”
“Mi fa piacere che ti piaccia”
Continuarono a mangiare in silenzio, fino a quando non sentirono bussare insistentemente alla porta dellacucina.
“Non pensi sia scortese interrompere così un pasto? Ed è anche passato sul retro…” Hannibal arricciò lelabbra infastidito.
“Si. Molto scortese” Will appoggiò le posate sul piatto.
“Sai cosa devi fare, Will?”
Will annuì e prese il coltello che Hannibal aveva posizionato sul tavolo. Andò ad aprire e il vendito ambulante non riuscì a dire niente, perché gli squarciò il collo con un colpo netto. Il corpo cadde a terra e Will lo accoltellò ancora, ricoprendo la maglietta bianca e la faccia di schizzi rossi.
Hannibal lo osservava deliziato dalla soglia.
“Will”
Il ragazzo si fermò e restò in piedi ad aspettare. “Sei calmo, tranquillo”
“Sono calmo, tranquillo”
“Ti chiami Will Graham”
“Mi chiamo Will Graham”
“Sai chi è lo Squartatore di Chesapeake?”
“Si”
“Sai chi sei tu?”
“Si”
“Chi sei tu?”
“Sono lo Squartatore di Chesapeake” Will sorrise debolmente, come se fosse in cerca di una definitiva conferma e Hannibal sorrise di rimando.
“Molto bene, Will”
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Ho scritto questa fanfiction di getto (per far passare il tempo durante la lezione di fisica), quindi non so se ha molto senso. Non credo.
Non so neanche se il genere che ho scelto è quello più adatto. Se ho sbagliato e se ho fatto errori ditemelo pure.
Spero di non avervi annoiato troppo.
  
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