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Autore: _Ni    14/04/2014    1 recensioni
Un amore doloroso e infinito. [...]
Non potevano resistere lontani, il sentimento reciproco che provavano era per loro indispensabile per vivere.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Faceva male, si provocavano dolore a vicenda ma dalle loro bocche non usciva un lamento se non di piacere. Affondavano le unghie nella schiena dell'altro, e i denti nelle labbra. Erano al buio ma per il poco tempo in cui tenevano gli occhi aperti, vedevano come se la stanza fosse stata illuminata a giorno.
I vestiti erano semistrappati, sparsi sul pavimento lacerati per metà, come se chi avesse compiuto quel gesto avesse avuto troppa fretta, sia per preservare la loro integrità, sia per distruggerli del tutto. Si potrebbe quasi dire che il loro amore facesse male a a loro stessi quanto ai vestiti che indossavano: entrambi le cose venivano sfruttate e distrutte parzialmente, senza però alcun colpo di grazia finale, come a voler lasciare una dolceamara agonia che presagiva volta per volta un continuo, una ripresa successiva in un altro momento.
Un amore doloroso e infinito.
Era davvero amore? Il movimento dei loro corpi era dettato unicamente dalla più pura attrazione fisica e carnale, preceduta da un gioco di sguardi che creava una tensione a dir poco tangibile nell'ambiente in cui si trovavano, qualsiasi esso fosse.
Non potevano resistere lontani, il sentimento reciproco che provavano era per loro indispensabile per vivere.
Cedevano solitamente alla tentazione dopo pochi istanti, finivano per toccarsi e poi venivano trascinati dalla passione sino a volere l'altro, averlo e possederlo. Poco importava dove fossero, se su un letto, un tappeto, un tavolo, una lavatrice o un'auto: era più forte di loro. Durava poco, il tempo di raggiungere entrambi il picco più alto del piacere, ma alle loro menti sembrava una più che gradevole eternità senz'altra misura di tempo.
Poi la magia arrivava al termine, tornavano sconosciuti, estranei nudi, spettinati e imbarazzati sotto gli sguardi reciproci. Si giravano di spalle, e con la stesa rapidità con cui era successo tutto, si rivestivano tentando di nascondere al meglio le pieghe sgualcite e gli strappi dei capi d'abbigliamento, unici testimoni dell'accaduto. Scappavano, volendo fuggire dagli occhi delle genti che camminavano loro affianco, anche se ormai divisi dalla folla sul marciapiede di quella strada così trafficata, che a i due sembrava volessero indagare, seppur fossero distratti dalle mille luci di quella notte.
Finivano per prendere direzioni diverse, sino ad arrivare ognuno alla propria dimora, infilando le chiavi nella toppa ed entrando con la stesa continua speranza che nessuno leggesse i suoi occhi e scoprisse l'atto per cui stava provando un'insana vergogna e un profondo imbarazzo.




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