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Autore: lumieredujour    15/04/2014    0 recensioni
Prima classificata al contest "Ad ognuno il suo... Cantante!" di PhoenixQuill
Perchè George non è l'unico ad aver perso la sua figura di riferimento.
Una lettera scritta da Fred Weasley per lui, per tutto coloro che ha lasciato indietro.
Svegliarmi qui, scoprire che la mia vita era finita di botto, che ero esploso proprio come uno di quei fuochi d’artificio che ci piaceva tanto ideare, è stato incredibile. A ben pensarci, morire è stato così immediato che non ho avuto nemmeno il tempo di salutare te, la mamma e tutti un’ultima volta.
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Fred Weasley, George e Fred Weasley, George Weasley, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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La migliore delle empatie

Caro George,
è stranissimo scrivere il tuo nome senza il mio accanto, non credi? E’ strano anche scrivere una lettera dall’aldilà, sapendo benissimo che non potrai riceverla mai, ma avevo bisogno di te.
Il bisogno di te, quello che non vorrei. Non prendertela fratello, capiscimi. Teoricamente, o almeno così mi è stato spiegato, sono in una sorta di limbo da cui devo andarmene, superare tutto questo ed andare avanti, avanti verso l’ignoto. Ho i brividi solo a parlarne. Però posso dirti che in questo limbo si sta benino: il tempo è caldo e solare come mai nella nostra amata Inghilterra, la gente qui ama ridere e scherzare e qui ho conosciuto una ragazza molto cariamo di nome Louise; manca una sola cosa che potrebbe spingermi ad andarmene e quella sei tu.
Svegliarmi qui, scoprire che la mia vita era finita di botto, che ero esploso proprio come uno di quei fuochi d’artificio che ci piaceva tanto ideare, è stato incredibile. A ben pensarci, morire è stato così immediato che non ho avuto nemmeno il tempo di salutare te, la mamma e tutti un’ultima volta. Più va avanti questa permanenza nel limbo, più capisco una cosa.
Siamo sempre stati legati, vivevamo in simbiosi, una sola anima racchiusa in due corpi distinti, avevamo le stesse idee. Siamo sempre stati un “noi” ed ora che siamo divisi, la tua mancanza la sento. La sento quando rido di uno scherzo e automaticamente mi volto verso il nulla oppure quando, prima di finire una frase, aspetto la tua voce, completamente identica alla mia, che finisca di parlare al posto mio.
Mi sento perso perché non ho nessun punto fisso in questa oasi in mezzo al nulla, non ho nessuna vecchia conoscenza a cui affidarmi per non provare così tanto dolore. E allora mi aggrappo a qualche ricordo. Ricordo le nostre serate passate a studiare, ricordo i soldi vinti e persi durante le nostre scommesse e ricordo le mille volte in cui mamma ci sgridava sempre con una nota di felice esasperazione nella voce. Chissà se sorride ancora.
Chissà se tutti voi sorridete ancora dopo questa guerra che ha lasciato soltanto sopravvissuti e non vincitori.
Io davvero vorrei essere abbastanza forte per potermi slegare da te, da mamma e da tutte le persone che ho lasciato sulla terra, ma sono un debole. Debole perché, semplicemente, ho metà della mia vera essenza. Debole perché invece di andare avanti, riesco solamente a crogiolarmi nella malinconia, ma non posso farci niente, fratello mio, mi manchi.
Forse questa lettera è diventata troppo seria per i tuoi gusti? Allora vedi di rimanere su quella Terra il più tempo possibile, devi raccontare a tutto il mondo i nostri scherzi. Sono passati molti anni dalla fine della guerra, anche se qui il tempo non esiste, ma sappi che ho seguito tutti voi da qua. Ho visto com’è morto Voldemort, ho visto con quanta fatica siete riusciti a ricomporre i pezzi della vostra vita, trascinandovi dietro le memorie mutilate dalle varie morti che si sono succedute, compresa la mia.
Ho notato che tu non riesci più ad evocare un Patronus e, diamine, vorrei tanto dirti che io non me ne sono andato, che ti sto più accanto di prima e che puoi sempre rimirarmi allo specchio, ma capisco i tuoi sentimenti. Capisco perché, non so se l’hai mai notato, siamo legati dalla migliore delle empatie.
Ho visto anche il matrimonio di Ginny, quello di Ron ed anche il tuo. E, lo ammetto, ho pianto nel sentirti comunicare alla mamma il nome del tuo primogenito, il mio nome. Potessi tornare indietro,  non cambierei nulla. Rifarei tutto pur di poter vederti un’altra volta, sorriderti ancora.
Spero che questa lettera ti arrivi, sono ben conscio che questa cosa sia impossibile, ma ritenevo impossibile anche una vita dopo la morte, eppure eccomi qui.
Ti voglio bene come solo una parte di te stesso potrebbe volertene.
Il tuo fratello gemello preferito,
Fred Weasley
 
**
George stava facendo dondolare il piccolo Fred sulle ginocchia, sorridendo a quel bambino che gli ricordava tanto se stesso, che gli ricordava tanto il suo omonimo. Ad un certo punto Fred si rabbuiò, costringendolo a fermarsi.
-Che c’è Fred?- chiese l’uomo guardandolo negli occhi
-Papà, tu cosa fai quando ti manca lo zio Fred?- chiese il bimbo, mostrandogli una bocca leggermente aperta.
Ci pensava mai a suo fratello gemello? Ogni giorno.
-Vuoi sapere cosa faccio quando sento il bisogno forte forte di parlargli?- chiese il padre, prendendo in braccio il bambino che, appoggiandosi alla sua schiena, fece sì con la testa.
-Prendo una pergamena e una piuma, la intingo nel calamaio e gli scrivo una lettera. Spero che la riceva, in un modo o nell’altro. Spero che mi senta mentre lo penso- iniziò a fare il solletico al bambino – e poi vengo da te e ti coccolo-
Si sorrisero l’uno all’altro, ma negli occhi del padre si vedevano luccicare lacrime amare, lacrime destinate a scendere. Lacrime di malinconia, lacrime che non erano le prime e che non sarebbero state le ultime, lacrime per Fred, la parte mancante della sua anima.
 


*momento della pazza* oddio penso d'essere fissata con le lettere! Prima Tate, poi Sirius ed infine Fred! Poverino, la sua è forse la morte più dolorosa dell'ultimo libro a mio avviso. Cosa ne pensate? I commenti e le recensioni sonon ben accetti, i pomodori se li dovete lanciare, mirate bene.
See you soon
Em
  
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