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Autore: angyp    16/04/2014    7 recensioni
-Dora! Dora! -un rumore di passi veloci, una porta aperta con forza -c'è Harry! E' venuto a conoscere il suo figlioccio!
-Finalmente! -esclamò la donna -ancora un po' di tempo e Teddy se lo poteva scegliere da solo il padrino.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Potter, Teddy Lupin | Coppie: Remus/Ninfadora
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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-Dora, Dora! –un rumore di passi veloci, una porta aperta con forza –C’è Harry! E’ venuto a conoscere il suo figlioccio.
-Finalmente! –esclamò la donna –ancora un po’ di tempo e Teddy se lo poteva scegliere da solo il padrino …
Harry rise mentre saliva le scale a passo lento. Era la prima volta che metteva piede in quel luogo, osservando con attenzione tutte le stranezze che potevano trovarsi solo in una casa in cui abitavano due maghi.
-Entra pure, Harry!
Il ragazzo aprì con entusiasmo la porta, un sorriso stampato sulla faccia ancora con qualche lieve graffio, le risate di Remus e Tonks che echeggiavano nelle orecchie … Gli bastò un solo secondo e un magone prese a soffocargli il petto, impedendogli di respirare. Tutto quel vociare era solo nella sua testa: di fronte vedeva il buio, rovinato solo dalla luce fioca che entrava dalla finestra leggermente aperta, e silenzio, troppo silenzio.
Sospirò: davvero era stato così sciocco da credere di aver sentito le voci di Remus e Tonks? Come potevano loro parlare, ridere, o anche solo essere presenti in quella stanza se non c’erano più? Come, se poche ore prima una luce verde era stata così violenta, inaspettata, crudele, da strapparli via?
Il petto di Harry faceva male, molto male. Diverse volte aveva pensato di aver toccato l’apice del dolore, diverse volte si era dovuto ricredere.
Lo aveva creduto quando era un bambino e il mondo Magico era così falso così come lo era Babbo Natale. Soffriva quando vedeva dei bambini giocare a palla con il proprio papà, desiderando di averne uno; oppure quando aveva febbre e necessitava di avere delle coccole, doveva accontentarsi delle meccaniche carezze di zia Petunia, che con professionalità gli tastava la testa e con parole secche e dirette gli pregava di guarire. La morte di Sirius prima, e quella di Silente, dopo, lo avevano devastato, facendogli capire quanto facesse male la “non presenza” di una persona che amavi, quanto ti mancasse, quanto sarebbe stato tagliente non poter sentire più la sua voce nemmeno per un istante.
La Scuola e la Guerra però avevano riempito le sue giornate, evitandogli così di impazzire per il dolore. Ma adesso la Guerra era finita, la sua mente era libera, libera di fare i conti con quello che effettivamente essa aveva causato in tutti quegli anni e libera di mostrargli tutta la sua debolezza. Si chiese se non avesse fatto meglio a prendere l’altro treno, a King Cross, per evitare tanta sofferenza.
Tornò in quella stanza, soffermandosi sul motivo per cui era entrato lì dentro.
Faceva male quel silenzio, male come delle lame, perché Remus e Tonks mai più sarebbero entrati in quella stanza, mai più avrebbero parlato con lui o con nessun altro, mai.
-Lumos!
Con timore, il ragazzo si avvicinò alla culla situata accanto al lettone, per scorgere il piccolo addormentato. La coperta bianca si alzava e abbassava insieme al suo respiro, ma Harry istintivamente gliela scostò, rabbrividendo al pensiero di quando aveva visto Madama Chips coprire con un lenzuolo altrettanto bianco i corpi dei genitori del piccolo, i lineamenti dei loro visi ancora evidenti. Finalmente riuscì a vederlo bene: aveva lo stesso ciuffo turchese che aveva visto in fotografia, le mani piccolissime dentro dei guantini azzurri e una tutina gialla che lo vestiva fino a i piedi. Il viso era molto piccolo e rossastro, ma con gli occhi chiusi Harry non riusciva a capire a chi somigliasse di più.  Il ragazzo provò una stretta al cuore, sentendosi incredibilmente tranquillo e sereno: senza una logica sentiva già di amare Teddy moltissimo, forse perché era così piccolo, forse perché era davvero un bambino bellissimo, non sapeva, ma più lo guardava, più il suo stomaco si contorceva per la felicità. Avvicinò di più la bacchetta, ma con la luce causò fastidio al bambino, che si svegliò di colpo, virando il colore dei capelli dal turchese al rosso, e cominciò a piangere agitandosi tutto.
Harry si fece prendere dal panico: e adesso? Non aveva il coraggio di chiamare Andromeda, non senza nemmeno lasciarle un momento di pace per elaborare quel lutto impossibile. Non poteva, sarebbe stato patetico, e se l’avesse trovata a piangere? Avrebbe retto ad una tale visione? Avrebbe dovuto dire qualcosa? Non c’erano parole adatte per consolare qualcuno che aveva subito una perdita atroce. Qualsiasi parola sarebbe stata scomoda, odiosa. No, doveva calmare il bambino.
-Teddy, su, calmati piccolo. –provò agitando la culla, forse troppo forte.
Ma Teddy si contorceva, alzando la testa, e continuava a strillare, scoprendo le gengive rosse. Harry capì allora che doveva prenderlo in braccio, ma aveva paura di fargli del male, per cui con la bacchetta avvicinò la culla il più possibile vicino al letto e, con molta cautela, prese il bambino, facendo attenzione alla testa, e si sedette sul letto. Non aveva mai avuto a che fare con un neonato in maniera così ravvicinata e solo adesso si rendeva conto di quanto fossero piccoli e delicati. Harry gli tolse i guanti dalle mani, scoprendo le dita minuscole, e Teddy pian piano si calmò, ciucciandosi un pugnetto, con la chioma di un biondo dorato. Il ragazzo finalmente riusciva a capire tutte quelle donne che mettevano la testa nelle carrozzine delle loro amiche, con acuti di gioia e congratulazioni che si sentivano per tutto il quartiere di Private Drive: il fagottino che aveva tra le braccia era irresistibile! Così irresistibile da far perdere la testa. Anche Remus era stordito dalla felicità, quando gli aveva annunciato la nascita del suo bambino …
-Ciao, piccolino, io sono Harry. –disse con voce tremante quando Teddy prese a guardarlo con i suoi occhioni blu. –io sono il tuo padrino. Sei contento?
Teddy continuava ad osservarlo cucciandosi il pugnetto ormai pieno di saliva. Harry in quel  momento si sentì strano, come se qualcuno lo stesse abbracciando, poi osservò il letto su cui era poggiato, il letto matrimoniale di Remus e Tonks. Era come se il loro odore fosse ancora lì, poteva percepire il calore dell’ultima notte che loro avevano passato tra quelle lenzuola, le forme delle loro teste ancora sui cuscini. Il dolore, che aveva lasciato posto per un po’ alla gioia di aver appena conosciuto il bimbo, ritornò violento: Remus e Tonks non avrebbero mai più dormito in quella stanza, non avrebbero più visto il loro bambino, lui non li avrebbe mai conosciuti …
Mai.
Quando finisce un “mai”?
-Teddy, la tua mamma e il tuo papà non ci sono più … e io sono triste,  mi mancano.
Finalmente lacrime silenziose riuscirono ad uscire da i suoi occhi. Adesso era solo, nessuno avrebbe visto il Prescelto piangere, anche se, in fondo, lui era solo un ragazzo.
Non avere pietà per i morti, Harry, abbi pietà per i vivi.
Le parole di Albus Silente gli tornarono nella mente. Davvero avrebbe preferito morire per non soffrire?
Se non fosse tornato indietro, se non avesse ucciso Lord Voldemort, se il suo corpo fosse stato coperto da un lenzuolo bianco … non avrebbe mai conosciuto il suo figlioccio, e il piccolo sarebbe stato ancora più solo di quanto già non lo fosse.
-Sono triste, Teddy, ma sono felice perché adesso ci sei tu. Mancheranno anche a te i tuoi genitori, lo so, ma quando sarai triste verrai da me, e io ti racconterò di loro, e sarà come averli sempre accanto. Li senti? Ci stanno abbracciando, adesso.
Harry si perse nella sensazione di calore che gli sembrava di percepire. Il piccolo staccò la mano bagnata dalla bocca e gli afferrò un dito. Le lacrime lasciarono il posto ad un sorriso.
 
Ciao. Dovevo continuare una commedia, in realtà, ma sarà la pioggia, sarà che sono matta, ma ho scritto il mio primo incontro tra padrino e figlioccio e la sofferenza di Harry. No, perché mica si può archiviare così la morte di Remus e Tonks, eh?
Però non sono convinta di aver fatto bene, insomme il punto di vista di Harry è difficilotto ...
Comunque grazie a chi passerà!
  
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