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Autore: La Mutaforma    16/04/2014    0 recensioni
Se fosse stato una stella, Nageki lo sapeva, non sarebbe stato di quelle che degenerano in modo così glorioso.
Si sarebbe spento, da qualche parte nel cielo, prima ad intermittenza, fievolmente, e nessuno se ne sarebbe accorto.
Genere: Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Hitori Uzune, Nageki Fujishiro
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era notte fonda. Hitori aveva finito di lavare i piatti e mettere in ordine la cucina, quando andò a bussare alla sua cameretta.
La luce notturna a forma di fantasmino attaccata alla spina elettrica in un angolo della stanza illuminava il lettino vuoto, e la porta del balcone aperta.
“Nageki?”
Era lì, sotto la luce della luna. Il riflesso bianco era quasi spettrale nei suoi occhi, leggermente scavati dalla malattia. Sulla pelle di Hitori invece era più misericordiosa. E questo lo lessero entrambi, nello sguardo dell’altro.
“Cosa ci fai qui? C’è vento, potresti ammalarti!”
Nageki rivolse lentamente lo sguardo al cielo. “Volevo vederla. Avevo calcolato i giorni che avrebbe impiegato a compiere la rotazione. Come mi aspettavo, oggi è plenilunio”
Hitori nella sfericità della luna avrebbe potuto calcolare l’angolo al centro e alla corda, seno e coseno. Non vedeva null’altro che una potenziale circonferenza goniometrica. Tacque, conoscendo la scarsa natura poetica dei suoi pensieri. Abbassò la zip della felpa e se la sfilò per mettergliela sulle spalle. 
Era troppo grande per il suo corpo smagrito.
Non reagì nemmeno.
Era come vestire un pupazzo di neve.
“Ti piacciono le stelle, vero? Ti comprerò un libro di astronomia prima che tu parta”
“Allora dovrai farlo presto” disse, e non si rese quasi conto della crudeltà della sua voce “Dici che potrò vederle dalla mia stanza?”
Hitori lo guardò, senza osare avvicinarsi. “Chiederò specificamente una stanza con una finestra per te”
 
“Hitori… credi che le stelle muoiano? Forse siamo così lontani che non ce ne accorgiamo” il suo tono di voce svolazzò tra loro, debolmente.
“Ho studiato geografia astronomica per un esame, tempo fa. Le stelle hanno un ciclo vitale esattamente come noi, solo che dura molto più a lungo. Nascono, crescono, finché la loro energia si estingue”
“E…cosa diventano? Si spengono?”
“Diventano delle stelle più piccole, le chiamano stelle degeneri”
“Solo questo?”
Nageki sapeva cosa voleva sentire.
“Le stelle più grandi diventano buchi neri”
Non servì nemmeno che spiegasse.
Si lasciano solo il vuoto alle spalle, e anche la luce li rifugge. Non c’è nulla intorno a loro, e loro stessi sono nulla. Come fantasmi, sembra che ci siano, e in realtà non c’è niente che conservi il loro ricordo.  
 
 
Se fosse stato una stella, Nageki lo sapeva, non sarebbe stato di quelle che degenerano in modo così glorioso.
Si sarebbe spento, da qualche parte nel cielo, prima ad intermittenza, fievolmente, e nessuno se ne sarebbe accorto.
Quella notte sul treno, in viaggio verso l’ospedale, aveva finito il libro di astronomia che gli aveva regalato Hitori, senza leggere nulla che prima non sapesse.
Guardò il finestrino, e si chiese se fosse un caso che la luna ci segua, in qualche modo, ovunque andiamo. 
   
 
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