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Autore: Gol D Nali    17/04/2014    2 recensioni
Cosa accadrebbe se un capitano di una piccola nave riuscisse a diventare il re dei pirati?
E se il capitano dovesse morire?
Questa song fic parla dei pensieri di un membro della ciurma alla morte del proprio capitano.
Genere: Song-fic, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mugiwara | Coppie: Rufy/Nami
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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O Capitano! Mio Capitano!


O capitano! Mio capitano!
Il nostro viaggio ormai è terminato.
La nave ha superato ogni tempesta, ogni scontro, ogni difficoltà.
La prima volta che ti vidi non l’avrei mai detto che saresti riuscito ad arrivare fin qui.
Che saremmo riusciti ad arrivare fin qui.
Mi sembravi un po’ idiota a pensare di diventare il re dei pirati.
Come sarebbe potuto riuscirci un ragazzino?
Mi chiedevo come ce l’avresti fatta, capitano.
Oh! Capitano, mio Capitano, il tremendo viaggio è compiuto,
La nostra nave ha rotto tutte le tempeste:   
                                                                                                    abbiamo conseguito il premio desiderato.
 

Non l’avrei mai detto, ma ce l’hai fatta!
Ce l’abbiamo fatta!
Ci siamo riusciti grazie a te, capitano.
Tu, re dei pirati; Zoro, il migliore spadaccino; Usopp è finalmente un valoroso pirata; Sanji ha trovato l’all blue; Chopper ha trovato una cura per tutti i mali; Robin ha scoperto cos’è successo nei 100 anni di vuoto; Franky ha costruito una nave in grado di circumnavigare il mondo; Brook ha ritrovato Loovon; io ho disegnato la cartina del mondo.
Tutto questo grazie a te. Grazie, capitano.
Il porto è prossimo; odo le campane, il popolo tutto esulta.
Mentre gli occhi seguono la salda carena,
La nave severa ed ardita
.

Senti queste grida? Sono quelle della gente che gioisce.
Loro non possono capire, tu hai rivoluzionato il mondo.
L’avevo già capito da tempo.
L’ho capito da quando sconfiggesti Arlong ad Arlong Park.
Ti sono grata per quella volta.
Tutti i membri della ciurma ti sono grati per qualcosa.
In un modo o nell’altro tu hai salvato tutti noi, facendo sì che i nostri sogni si realizzassero.
Io ho aspettato per anni che la marina facesse qualcosa, ma solo tu hai accettato di salvarmi. Tu, un pirata.
In passato odiavo i pirati, perché non avevo ancora conosciuto te.
Grazie. Grazie, capitano.
Ma o cuore, cuore, cuore,
O stillanti gocce rosse
Dove sul ponte giace il mio Capitano.
Caduto freddo e morto.

Capitano, perché capitano?
Giaci immobile sul ponte della Sunny.
Il sangue di quel colore vermiglio, che odio tanto, ti circonda;
Dipinge l’erba di quel colore maledetto.
Ti sei ridotto così per salvarci, capitano.
Perché non ti sei fermato, capitano?
Tu hai ridotto la tua vita per salvare noi.
Sei morto, capitano?
O Capitano, mio Capitano, levati e ascolta le campane.
Levati, per te la bandiera sventola, squilla per te la tromba;
Per te mazzi e corone e nastri; per te le sponde si affollano;
Te acclamano le folle ondeggianti, volgendo i cupidi volti.

O capitano, ti prego alzati.
Vorrei che questo fosse un sogno e tu ti alzassi, ma non lo è.
Vorrei che questo fosse uno scherzo, che tu ti alzassi mettendoti a ridere per averci preso in giro, ma non lo è.
Vorrei tornate in dietro e cambiare tutto, ma so di non poterlo fare.
Vorrei averti fermato in tempo.
Vorrei cambiare tutto.
Sarò un po’ egoista, ma vorrei avertelo detto prima, capitano.
Qui Capitano, caro padre,
Questo mio braccio sotto la tua testa;
È un sogno che qui sopra il ponte
Tu giaccia freddo e morto.

Tutte le nostre avventure vissute e ancora da vivere scompariranno in questo modo, capitano?
Non te ne andare già!
 Non voglio, capitano!
Abbiamo ancora tante avventure da vivere insieme!
Come faremo a viaggiare senza di te, capitano?
Non sarà più la stessa cosa viaggiare senza di te, capitano!
La ciurma si scioglierà? Chi lo sa! So solo che rivoglio te, capitano!
Il mio Capitano tace: le sue labbra sono pallide e serrate;
Il mio padre non sente il mio braccio,
Non ha polso, nè volontà;
La nave è ancorata sicura e ferma ed il ciclo del viaggio è compiuto.

Mi avvicino piano a te, ti chiamo, ma non mi rispondi. Non mi senti.
Dentro di me spero ancora che tu sia vivo, continuo a chiamarti.
Inutile illudermi, ormai è chiaro.
Sono triste e non ci sei neanche tu a consolarmi.
Ormai non ho più il mio migliore amico a consolarmi.
Non te ne andare così, capitano.
Capitano, già mi manchi.
Mi manca il tuo russare la mattina presto, che si sentiva fino al dormitorio delle ragazze.
Mi mancano già le tue richieste ad ogni essere strano di unirsi alla ciurma.
Mi mancano già tutte le tue domande idiote e tutti gli spaventi che mi facevi prendere.
Mi mancano già tutte le tue richieste di approdare sulle isole più strane.
Mi mancano già tutte le tue urla nei giorni “tranquilli” a bordo della Sunny.
Mi mancano già tutte le volte che ti picchiavo, solo per stare più vicino a te.
Mi manchi tu, capitano.
Dal tremendo viaggio la nave vincitrice arriva col compito esaurito,
Esultino le sponde e suonino le campane!
Ma io con passo dolorante
Passeggio sul ponte, ove giace il mio Capitano caduto freddo e morto.

Capitano, mi avvicino sempre di più a te e ti prendo tra le braccia.
So che ormai è tardi, ma lo faccio lo stesso.
Avvicino le mie labbra alle tue orecchie, mentre le mie lacrime ti bagnano il viso e lo sussurro, finalmente.
Le mie parole, che si mescolano con il suono del vento, delle campane e del mare, te le avrei volute dire già da molto tempo.
Dalla prima volta che ti ho conosciuto.

“Ti amo, capitano.”

 
 
  
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