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Autore: marty_ohba    18/04/2014    2 recensioni
In un AU, Mello e Near non si conoscono e non esiste Kira. Una festa smuoverà la situazione, ma riuscirà Mello a ricordare ciò che è successo con Near dopo la sbornia?
[MxN]
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Matt, Un po' tutti | Coppie: Mello/Near
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Salllllve…
Io boh, mi sa che se c’è ancora qualcuno che segue questa

fic dovranno farlo martire o qualcosa del genere!
Quanto ritardo c’è stato stavolta? È assolutamente scandaloso!
Purtroppo sono stata davvero impegnatissima con la scuola e gli esami,
in questo periodo poi dovrò anche fare il test di ammissione all’università,
quindi non oso immaginare il macello che avrò da fare!
Fortunatamente (?) quest’estate, a partire da metà luglio – se tutto va bene –
dovrei aggiornare con più frequenza e spero di riuscire a finire questa
e Unexpected il prima possibile!
Per ora vi lascio al capitolo, sapendo che comunque non vi
ripagherà della vostra lunga e crudele attesa.
Susy

 

 

 

Chapter 6~

 

Nei giorni successivi, Mihael stette alla larga da Nate, il quale, d’altro canto, non tentò più di avvicinarglisi, standosene composto per conto suo, senza parlare con nessuno. In realtà, ciò che i due non sapevano era che si stavano studiando a vicenda.
Alla luce delle recenti scoperte infatti, Mello aveva cercato di capire cosa fosse cambiato in lui, ripensando alla festa dell’alloggio di Matt (per quanto riuscisse a ricordare) e al bacio con Mail.
Cos’avevano in comune? Uno era il suo rivale, l’altro il migliore amico, i loro caratteri erano totalmente opposti, i gusti completamente differenti.
Pensa, Mihael, pensa… concentrati”
Ma anche dopo un’altra settimana non riuscì a venirne a capo. Che fare dunqeu? Doveva provare a parlarne con Nate? E per dirgli cosa? “Senti, sto cercando di capire perché ho quasi fatto sesso con te, non è che tu ne sai qualcosa?”. No, meglio tacere finché non avrebbe chiarito almeno in parte i propri dubbi.

 

Una mattina, reduce dallo studio intensio per l’esame di quel giorno, si ritrovò ad essere irrimediabilmente in ritardo. Non sapeva proprio cosa l’avesse fatto saltare giù dal letto come una molla, afferrare chiavi della moto e cioccolato e scaraventarsi fuori di casa. Con un ruggito atto ad autospronarsi, balzò in sella alla sua Yamaha, inserì la chiave nel quadro, la girò, diede gas e… la moto singhiozzò, spegnendosi con un rumore preoccupante ed uno scoppio di fumo scuro che uscì in forma di nuvoletta dal tubo di scarico.
Merda, ci mancava solo questa!”

Estrasse nervosamente il cellulare, gettando uno sguardo truce al display sul quale campeggiava un bel 9:47. L’esame era alle dieci e mezza ed in moto ci volevano dieci minuti. Forse, se cominciava a correre…
E va bene, non ho altra scelta…”
Prese un profondo respiro e maledicando qualsiasi cosa gli venisse in mente, cominciò ad allungare il passo verso l’università, imprecando contro i pantaloni di pelle che gli rendevano difficoltosi i movimenti.
Giunse a destinazione una decina di minuti prima della death line, fermandosi davanti alle gradinate per riprendere fiato prima di venire sottoposto alla prova e schiarirsi le idee. Non era fuori allenamento, anzi, ma percorrere quasi sette chilometri con pantaloni di pelle, borsa appresso e sgomitando tra il viavai di persone non facilitava l’impresa. Chinato in avanti, teneva le mani sulle cosce per sostenersi mentre prendeva profondi respiri ed il suo battito cardiaco tornava normale.
Dio”, pensò, “nemmeno dopo una bella scopata ti manca il fiato cos-…”
Interruppe immediatamente il filo dei propri pensieri, sgranando gli occhi turchesi mentre la risposta cominciava a galleggiare verso di lui, sempre più grande e leggibile. Aveva capito. Non si era eccitato per il bacio con Matt, ma dopo, quando l’amico si era fermato a riprendere fiato; allo stesso modo, più Nate quella sera gli resisteva, più lui perdeva il controllo; con l’alcool complice poi, la cosa diventava davvero banale.
“Tutto qui? Basta un po’ di reticenza a mandarmi su di giri?” si interrogò mentre raggiungeva l’aula dell’esame. “Beh, Misa è molto più stuzzicante quando mi chiede di fermarmi…” provò ad obiettare. “Ma alla fine quello è solo uno stupido giochetto che fanno le donne orgogliose…”
Si massaggiò le tempie, bussando. Poco dopo sentì una risposta ed entrò in aula, prendendo posto, con la mente ancora affollata e confusa.

Alla fine aveva compreso che mancava una tessera a quel puz-… che il suo ragionamento era incompleto. Meglio evitare tale metafora da quel momento in poi. Era comunque la prima volta che andava fuori di testa: anche in passato si era ritrovato tra uomini nudi, dal momento che le ore di educazione fisica non risparmiavano nessuno, tuttavia si era sempre sentito a proprio agio.
Dunque, qual era il punto?

 

Quella sera Matt l’aveva invitato per una maratona ai videogame per festeggiare il termine della prima sessione di esami, senza contare che doveva ufficialmente inaugurare la sua nuova serie di sparatutto che Mello si era tanto gentilmente offerto di regalargli. Eppure, il biondo si era rifiutato di darglieli fino al termine della serata, perfettamente consapevole che in caso contrario si sarebbe fatto talmente prendere che non gli avrebbe rivolto la parola per il resto della settimana, e a lui serviva concentrato. Personalmente, a Mello pareva solo una scusa per chiedergli di passare un po’ di tempo insieme, ma comunque aveva accettato, quindi avevano finito per inserire nella console un gioco a caso e, rifornitisi di schifezze, presero posto sul divano del rosso.
«La prossima volta dimmi semplicemente che mi vuoi vedere, cretino» scherzò il biondo, infilandosi in bocca una mezza dozzina di popcorn mentre sterzava per accumulare punti derapata.
Mail accanto a lui, frenò andano in testacosa e facendo girare l’auto su sé stessa, avvolta in una nube di fumo grigiastro, i goggles incastrati tra le ciocche scarlatte.
«No, io volevo davvero festeggiare! Pensi che terrei i Bacardi così, per niente, nel frigobar?» domandò, per poi esultare vedendo che era passato in testa.
«Ehm… sì?» replicò Mihael, tamponando la Lancer dell’amico e mandandola fuori pista.
GAME OVER! MELLO WINS!
«Argh, sempre tu devi avere ragione, vero?» borbottò amareggiato, cominciando a stiracchiarsi ed alzandosi dal divano per andare in bagno.
“Sì” rifletté Miahel, “vincere è senza dubbio meglio che perdere”
Alla fine non importava come, importava farlo. Sapeva che qualcuno di più moralista di lui avrebbe avuto da ridire e che prima o poi tutti i nodi vengono al pettine, ma lui aveva sempre preferito rischiare. Da che ricordava, l’ultima parola era sempre stata sua.
Poco dopo Matt ritornò, svaccandosi sul divano ed affondando le dita tra le Pringles.
«Ah, com’è andato poi l’esame?» gli fece il rosso mentre, afferrato il joystick, cambiava circuito e riverniciava la Camaro di un indefinito colore cangiante, attendendo che anche l’amico selezionasse la vettura.
«Direi molto bene, stavolta di sicuro sarò in cima alla graduatoria!» replicò il biondo, confermando la scelta della sua 3000GT e scrocchiandosi le dita.
«Lo spero per te, amico!» fece Mail, cominciando a dare gas mentre attendeva l’accensione della luce verde dopo le rosse. «Sai che smacco se Near dovesse batterti ancora?» lo stuzzicò, rilasciando il freno e facendo scattare la Camaro in avanti con un ruggito, staccando immediatamente l’avversario che, sorpreso e profondamente irritato, aveva fatto ingolfare il motore della Mitsubishi, facendo esultare Matt per la vittoria.
«Ma certo… » bisbigliò Mello, guardando vacuo un punto indefinito sotto lo schermo del televisore.
«Andiamo Mel, un po’ di brio! Ho vinto!» esclamò il rosso, ma l’altro continuò ad ignorarlo. «Certo che sei una lagna eh, per una volta che perdi-… Mel?» gli sventolò una mano sotto il naso. «Ci sei?»
«Quella volta ho battuto Near… » rifletté «lui era mio succube, non perché cercava di resistermi, ma perché l’avevo sottomesso!»
«Ci stavi ancora pensando?» chiese, senza sperare di ottenere una risposta e sorprendendosi quando il biondo si voltò a guardarlo.
«Sì! Anche con te, Matt, avevo sopraffatto la tua volontà, perché non volevi baciarmi-»
«Ma ci mancherebbe altro!»
Mello rise. «Che situazione del cavolo… solo per questo! Mi basterà batterlo definitivamente e la cosa si risolverà»
«Se ne sei convinto… » bofonchiò Mail perplesso. «Ora però possiamo finire il torneo?»

   
 
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