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Autore: Lost on Mars    18/04/2014    3 recensioni
“Regulus, nonostante sappia di star per compiere un atto coraggioso, eroico avrebbero potuto azzardare alcuni, si considera un codardo. Codardo per averla abbandonata nel cuore della notte, senza averle mai detto che l’ama veramente e che sarebbe disposto a morire per lei.
E non è forse quello che sto facendo?
[Mary/Regulus]
Genere: Angst, Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mary MacDonald, Regulus Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Where the story ends

 

Fa paura. Fa così paura da impazzire, chiunque potrebbe morire qui, all’entrata di questa grotta le cui pareti rocciose sono costantemente colpite dalle onde violente del mare, che ruggisce minaccioso a pochi metri da lui. Regulus stringe la bacchetta nella mano destra e lancia una rapida occhiata a Kreacher, alla sua sinistra. Deve farlo. Sente il dovere ricadergli sulle spalle e sul cuore. Deve farlo non solo per la speranza in un futuro migliore, deve farlo per le persone che ama, perché non vivano più quello che sono state costrette a vivere fino a questo momento. Deve farlo per Mary, anche se sa che non lo perdonerà mai per essere andato via in quel modo così silenzioso. È scappato come un ladro insieme al vento della notte.
Per la prima volta in vita sua, Regulus desidera piangere e chiedere scusa per tutto quello che ha fatto, vorrebbe gridare fino a perdere la voce e il fiato, vorrebbe distruggere tutto quello che si trova sulla sua strada, ma non lo fa. Si controlla. Respira regolarmente. La paura necessita e comporta calma. Il panico porta a fare pazzie, perchè sai di non potere fare più niente, ma la paura è un’altra cosa. La paura immobilizza, necessita lucidità perché la lucidità è l’unica arma che può sconfiggerla. Si fa strada sulle rocce scivolose, Regulus, poi entra nella caverna, seguito dall’elfo, e tutto si fa buio.
Non sarebbe più facile tornare indietro e gettarsi in acqua?
Non sarebbe più facile mollare e lasciarsi cadere su questo pavimento di pietra?
No. Deve portare a termine la sua missione. Tanti volti gli vorticano nella testa: suo fratello, prima di tutto, anche se sa che l’odio di Sirius nei suoi confronti non muterà mai. Mary, la sua Mary. Mary che gli era passata accanto per cinque lunghi anni senza vederlo veramente. Mary che è un anno più grande di lui, ma che tra le sue braccia sembra una bambina. Mary che piangeva, quando Regulus le ha raccontato la verità sul suo conto, e sempre Mary che lo ha abbracciato, dicendogli che non è un marchio a dimostrare quello che è veramente.
Si sbaglia.
Regulus, nonostante sappia di star per compiere un atto coraggioso, eroico avrebbero potuto azzardare alcuni, si considera un codardo. Codardo per averla abbandonata nel cuore della notte, senza averle mai detto che l’ama veramente e che sarebbe disposto a morire per lei.
E non è forse quello che sto facendo?
Il sangue scorre sulla parete. Sa come entrare, Kreacher gliel’ha spiegato nei minimi dettagli. Sull’uscire ha provato ad escogitare un piano, ma dopo un po’ ha lasciato perdere. Anche se riuscisse a scappare, qualcuno scoprirebbe cosa ha fatto e lo ucciderebbe seduta stante. L’interno della grotta è ancora più buio, c’è silenzio e Regulus si morde il labbro fino a farlo sanguinare per non impazzire. Il silenzio è irritante e letale. Sa che non uscirà vivo da questo posto, il medaglione finto nella tasca del mantello brucia come un carbone ardente, eppure, tutto questo silenzio gli da ai nervi. Kreacher non parla, Regulus non vuole sentire niente se non i loro respiri silenziosi.
L’acqua è nera e Regulus non riesce a vedere il fondo. Continua a respirare. Come previsto, una barca emerge dall’acqua e Regulus sale, con la bacchetta impugnata saldamente nella mano destra. Ogni respiro è un secondo in meno alla sua morte, questo Regulus lo sa. Chiude gli occhi e cerca di non pensare alla barca che si muove da sola. Si immagina ad Hogwarts, nel suo dormitorio.
È notte fonda, tutti i suoi compagni dormono. Lui si infila le scarpe e afferra il mantello, esce in corridoio e Mary è proprio lì, nascosta nell’ombra dei Sotterranei. È strano vederla lì, lo è sempre stato. Un angelo in un covo di diavoli, avrebbe detto Regulus. Con Mary tutto ha un sapore diverso, persino la notte sembra una cosa bella e non una scappatoia per passare inosservati, semplicemente perché lei ha questo modo di fare che la spinge sempre a guardare le cose buone delle persone, a dimenticarne i difetti. Regulus vorrebbe essere capace di farlo, soprattutto con se stesso, ma non riesce a togliersi via quella sensazione di... sporco, di sbagliato che sente addosso ogni giorno che passa.
È quello che sente anche adesso, quando la barca si è fermata contro una sorta di scoglio al centro della distesa d’acqua nera. Deglutisce e scende dalla barca con un balzo, avvertendo di nuovo la roccia spigolosa sotto i piedi.
Pensa a Mary non appena si sveglierà, dopo questa notte. Da sola, in una stanza troppo fredda per lei. Avvertirà che non è come quando si è addormentata, con le dita sepolte nei capelli scuri di lui e il suo respiro sulla fronte. Qualcuno si appoggerà alla porta e abbasserà lo sguardo a terra. Glielo dirà, le diranno che Regulus ormai è morto. E se non sanno l’informazione precisa, le diranno che è scomparso nel nulla. In entrambi i casi, lei non gli perdonerà mai la disonestà della notte precedente.
Sono nato codardo, ma morirò da eroe. Lo farò per te, Mary.
Pensa a quando tutto era facile, a quando c’era solo la paura. A quando tutto si risolveva con un bacio. Un bacio che sapeva di proibito, e di conseguenza un bacio ancor più bello degli altri. Perché Mary e Regulus sono diversi. Però lui l’ama, è consapevole di quello che sente e si chiede se anche lei lo ami allo stesso modo. Sì. Sicuramente sì. Mary non è una ragazza che gioca con le persone, lei decide di fidarsi solo se quello che sente è vero. Mary si è fidata di lui.
Scusami, perdonami se puoi.
Hanno conosciuto la distanza, ma il loro legame non ha fatto altro che consolidarsi e diventare ogni giorno più forte. E adesso? Adesso ne rimarrà solo cenere? Adesso saranno solo pezzi di ricordi portati via dal vento?
Il briciolo di calma e lucidità che possedeva appena entrato, comincia a scomparire del tutto quando Kreacher gli da il primo sorso di pozione. Lo ingoia con fatica. Al secondo sorso, la mente gli si annebbia. Al terzo, gli si presenta davanti Sirius. Sono tra i corridoi di Hogwarts, qualche anno prima. È l’anno in cui Sirius è scappato di casa, litigano, li osservano tutti. Parte un pugno, poi vengono separati. Al quarto sorso, realizza che quella è stata l’ultima volta che ha guardato negli occhi suo fratello. Il bacile della pozione è a metà, Regulus vede la cerimonia in cui è diventato un Mangiamorte. Sente il Marchio bruciare sulla pelle. Altri due sorsi, Mary che piange tra le sue braccia. È quasi finita, adesso Regulus vede cose che non ricorda, ma che non sa se sono successe o meno, non sa se stanno succedento o se succederanno in futuro: ancora Mary, per terra. Gli occhi semi aperti, circondata da cadaveri. È sporca di sangue ed è pallida. Regulus sente una voce come fosse un eco lontano, non sa a chi appartiene e non è sicuro di volerlo sapere, poi vede un lampo di luce verde e gli occhi di Mary si sono chiusi per sempre. Non può fare niente, è uno spettatore esterno.
Comincia ad urlare, vuole morire. Se lei è morta tutto questo non ha più senso. Kreacher cerca di rassicurarlo, gli dice che manca poco. Solo altri tre sorsi. Si abbandona ai voleri dell’elfo e beve quello che rimane. Kreacher scambia i medaglioni e Regulus si accascia sulle rocce. Ordina a Kreacher di andarsene, se ci riesce troverà un modo per uscire.
L’elfo gli rivolge uno sguardo pieno di malinconia, schiocca le dita e sparisce. Adesso Regulus è solo. Si pente di non aver detto niente a Mary, di non averle lasciato nemmeno un biglietto. Sa che lo odierà e poi si rimprovererà per averlo pensato, ma non può fare niente ormai. Sta finendo?
L’acqua comincia a muoversi. Qualcosa afferra la gamba di Regulus e lo trascina giù. Rabbrividisce a contatto con l’acqua gelata e chiude gli occhi.
Sì. È qui che la storia finisce.
Quando anche la sua testa è immersa sott’acqua, Regulus ripensa a Mary. Ha deciso che sarà lei il suo ultimo pensiero, l’ultima cosa che vedrà prima del buio. Pensa che forse ha fatto bene ad andarsene e basta, perché altrimenti l’avrebbe svegliata e l’avrebbe baciata fino a non sentire più la differenza tra le loro labbra. E sa bene che Mary odia i baci d’addio, come odia gli addii in generale.
Soffocare è doloroso, pensa Regulus, i polmoni si contraggono in cerca d’aria, ma non trovano niente. Tra poco il dolore scomparirà del tutto, non ci sarà più niente tra pochi minuti. Le sue labbra s’incurvano in un cupo sorriso.
La sua storia è finita, ma lì fuori è tutto da vedere. Lì fuori la storia è appena cominciata.

 


NdA: Salve a tutti! Uhm, credo che questa sia la prima Mary/Regulus di EFP, ma non ne sono sicura xD So solo che fino a ieri sera credevo che solo io li shippassi, poi ho scoperto che sono abbastanza conosciuti (almeno nel fandom inglese ;__;) da avere un nome tutto loro: Marlus. E io ho cominciato a saltellare per casa e mi sono chiesta: "Perché non scriverne una?" dato che io scrivo qualsiasi cosa mi passi per la testa...
Quindi eccomi qui a pubblicare questa storia che... sì, è per forza angst perché io senza angst non ci so stare. È una mia idea della missione di Regulus, dei suoi ultimi attimi. Il titolo è una canzone dei The Fray, bellissima canzone, credo che comincerò ad associarla a loro e a piangere ogni volta che la sento. È la prima cosa su di loro che scrivo, e spero non sia l'ultima, perché li adoro davvero troppo (fondamentalmente, sono una ship senza capo né coda, uscita fuori solo dalla mia mente malata e dal fatto che frequentano Hogwarts nello stesso periodo, però shhh)  ;__;
Smetto di rompere i boccini e spero vi sia piaciuta. Fatemelo sapere con una recensione :3
Baci,
Marianne


 
                                        
 
 
 
 
 
 
 
 
 
   
 
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