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Autore: ThePrettyParawhore    19/04/2014    1 recensioni
"Ah Jackie, chi era la ragazza che stava con te prima?" chiese Alex. "Ti avevo detto che i miei avrebbero preso una bambina in affidamento, no?" L'altro annuì. "Beh, lei è la bambina." continuò Jack. "Per quella bambina potrei diventare pedofilo." esclamò Rian, appoggiato al suo armadietto. "Hei! Guarda che è di mia sorella che stai parlando!" rispose indignato il moro. Rian fece spallucce. "Comunque dovreste conoscerla, vi piacerebbe. Ascolta la nostra musica."
[TAYLEX] no jalex. ATL ft. Tay Jardine
Genere: Fluff, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alex Gaskarth, Altri, Jack Barakat, Rian Dawson, Zack Merrick
Note: AU, Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno
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Ed eccola, di nuovo. Posò il bagaglio a terra e guardò dritto davanti a sé. Una casetta bianca, col tetto marrone e uno steccato in legno ne divideva il piccolo giardino da quello delle altre villette a schiera. Ecco, quella sarebbe stata la sua futura nuova casa. Sarà stata forse la centesima volta che cambiava famiglia adottiva, e nonostante tutto le gambe le tremavano ancora. Sperò che almeno questa gente non l’avrebbe picchiata. Sospirò, e sentì due mani calde stringerle le spalle. Si voltò verso la suora di colore che ora la guardava con gli occhi lucidi. “Hei, Tay..” la sua voce era dolce e apprensiva. La ragazzina sembrò riscuotersi un attimo, mentre la suora le aggiustava i capelli marroni e le lisciava la t-shirt troppo larga per lei. “Andrà tutto bene vedrai, sento che questa sarà la famiglia giusta per te.” Gli occhi di Tay si bagnarono li lacrime “Suor Teresa…” sussurrò, stretta nell’abbraccio della donna. Si presero per mano e si avviarono verso la casa. Quando la porta si aprì, la ragazza chiuse un secondo gli occhi, immaginando in mille modi diversi le persone che avrebbe visto. Batté due o tre volte le ciglia prima di mettere a fuoco la sua nuova famiglia. Una donna di mezza età, dalla pelle chiara e lunghi capelli castani che le ricadevano morbidi sulle spalle la osservava commossa. Un uomo di pelle scura, ma più chiara di quella di suor Teresa, le cingeva le spalle con un braccio. Tay notò subito i suoi occhi grandi e scuri. “Benvenuta a casa, Taylor!” disse la donna riservandole un sorriso, che rivelava due graziose fossette sulle guance. La ragazza rispose con un timido “salve” appena udibile. In quel momento una figura alta e magra stava scendendo la gradinata che collegava i due piani della casa. “Oh…hei!” esclamò leggermente sorpreso, notando Tay ancora ferma sull’uscio. Si avvicinò a lei con nonchalance. “Non sapevo arrivassi oggi, piacere, io sono Jack.” Le porse la mano. Lei lo fissò qualche secondo senza rispondere al saluto. Rimase folgorata dagli stessi occhioni caldi e scuri dell’uomo, da quel sorriso sicuro e disarmante. Il ragazzo era alto e secco, delle evidenti ciocche bionde spiccavano tra i capelli scuri e in disordine. A Taylor ricordava leggermente un lampione. Un lampione davvero carino, pensò. “..E tu saresti?” Lei sussultò. “Ah…mi chiamo Taylor… Taylor Jardine.” E gli strinse debolmente la mano. Jack aggrottò la fronte, confuso. Si girò verso i genitori. “Perché ha un cognome? Se l’abbiamo adottata non dovrebbe prendere il nostro?” Tay si accigliò per il modo in cui stava parlando di lei, non era mica un cucciolo di cane! La madre aprì la bocca per rispondere, ma suor Teresa la precedette. “Non l’avete adottata, ma solo presa in affidamento. I genitori di Taylor…”Si fermò un attimo per soppesare bene le parole “sono scomparsi…quando lei era piccola. L’unica parente che le era rimasta era sua nonna in fin di vita, che morì pochi giorni dopo averci portato la bambina e fornito i suoi dati.” Jack restò un secondo a bocca aperta, poi la spiegazione della suora sembrò soddisfarlo. “Bene Taylor, allora benvenuta a casa! Ti porto la valigia in camera.” E così dicendo le prese il bagaglio dalle mani e si avviò al piano di sopra. “Segui Jack, Tay, e vai a vedere se la tua nuova stanza è di tuo gradimento!” la incoraggiò l’uomo indicando il figlio che stava salendo. “Subito, signor Barakat.” Lui la guardò con una punta di delusione nello sguardo. Non si aspettava mica che lo avrebbe chiamato papà, vero?
Entrò in quella che sarebbe dovuta essere la sua camera, e trovò Jack che aveva posato la sua valigia sul letto, l’aveva aperta e ora ne stava esaminando il contenuto. “Ma che cazzo fai?” chiese lei, turbata. Lui ignorò totalmente la domanda. “Hai pochissima roba.” Tay si vergognò un po’, in effetti il suo guardaroba non era dei migliori, ma in orfanotrofio non potevano permettersi granché. Il moro prese un reggiseno dalla valigia e lo indossò sui suoi vestiti. “Come mi sta?” chiese, con una serietà preoccupante. Tay non sapeva se ridere o incazzarsi con quel tizio. Alla fine gli strappò il reggiseno di dosso e chiuse il suo bagaglio. “Smettila, dai.” Disse soltanto. Si dedicò poi a osservare la stanza. Le pareti erano di un colore crema neutro, tappezzate di poster di band. I mobili erano di un legno chiaro, anche e il colore dell’armadio era poco visibile sotto altri poster e adesivi dei Ravens. Sulla scrivania c’era un vecchio computer ancora funzionante, in un angolo giaceva una chitarra acustica e un piccolo amplificatore. Lei si soffermò a guardare i poster sulle pareti. Jack lo notò e pensando che ne fosse turbata, si affrettò a scusarsi “Ehm, scusa per il casino sulle pareti, prima questa era camera mia e avevo appeso roba delle mie band preferite. Poi giuro che tolgo tutto io!” lei si girò verso di lui con sguardo indignato. “Scherzi vero? Non provare a toccare uno solo di questi poster!” Il ragazzo si trovò, per la seconda volta in dieci minuti, a bocca aperta. “Conosci i Blink- 182?” chiese in un soffio. “Se li conosco? Io li amo.” Rise lei. “E anche” proseguì salendo in ginocchio su letto per indicare un poster in alto “Anche i Fall Out Boy sono tra i miei gruppi preferiti… e i New Found Glory, e in pratica tutte le band che vedo qui.” Jack era piacevolmente soddisfatto, non si aspettava di trovare una ragazza con i suoi stessi gusti. “Mi insegnerai a suonare la chitarra?” chiese lei guardando Jack, speranzosa. Il ragazzo annuì. Sarebbero andati d’accordo quei due. 


Questa è la prima storia het che scrivo. Ho scritto molte storie che poi ho lasciato perdere perché non ho ricevuto molte recensioni :c spero che vi piaccia, e dico subito che se questa Taylex non otterrà successo non scriverò più nulla. *Si alza grido di gioia dalla platea*
  
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