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Autore: Light Clary    19/04/2014    3 recensioni
Questo non è alto che un movieverse del secondo film della saga, di quello che pensa Luke mentre i quattro protagonisti sono in viaggio.
E la protagonista di questi pensieri è Annabeth
Genere: Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Luke Castellan
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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Un flashback lampo mi attraversa la testa.
Annabeth … sul tetto dell’Empire State Building  … insieme a Percy Jackson e sua madre … dopo che ho sfidato Jackson per riuscire ad ottenere la folgore olimpica, ho intravisto nei suoi occhi … ansia. E non sembrava indirizzata alla mia sorte. Perfino un’idiota capirebbe che sperava ne uscisse Percy trionfatore. Un’idiota che consoce appena! Come poteva provare qualcosa per uno sconosciuto di quattro giorni  che per il suo migliore amico? Voglio dire … chi è stato a salvarla dalla strada quando aveva sette anni? Io o Percy?
Sapevo che aveva cambiato in cinque minuti opinione sul mio conto quando ha scoperto quali erano le mie intenzioni ma … speravo che capisse. Non ero l’unico a non essere stato accettato dal padre. Anche lei era cresciuta senza un padre. Comprendeva perfettamente il mio dolore. Invece i miei emissari al campo Mezzosangue, come Chris Rodriguez e Silena Beauregard, mi avevano riferito che Annabeth, insieme a Jackson, a quel satiro fannullone e ad un estraneo comparso da poco al campo, nonostante la consapevolezza di non aver ricevuto un’impresa, stavano partendo alla ricerca del Vello D’oro. Annabeth non infrangerebbe mai le regole del signor D, ma la conoscevo troppo bene per non sapere che andava matta per le imprese. Quando un’avventura le appariva di fronte, niente la fermava.
Probabilmente aveva già capito che ero stato io ad avvelenare l’albero di Talia, per distruggere la barriera e far invadere il campo.
Ma lei … doveva capire! Avevo intenzione di risparmiarla e cercare di farla unire alle mie truppe, mentre i fedeli a Zeus avrebbero pagato per essere stati adulteri al potente Re Crono.
Mi affacciai dal mio yacht ancora posteggiato al porto. I miei scagnozzi si avvicinarono. Chris in mano teneva il mio potente globo trasportatore, che mi permetteva di viaggiare da una parte all’altra con una semplice stretta. Mi risvegliai dai miei pensieri e li guardai:
“Luke” disse Chris “stiamo andando a prendere un satiro. Così poi potremo partire alla ricerca del vello” e fece per usare il globo.
Lo fermai: “Aspettate. Cambio di programma”
Mi fissarono con uno sguardo confuso: “Cosa vuoi dire?”
“Andrete a prendere il satiro” dissi “ma non dal campo mezzosangue” e spiegai nei minimi dettagli il mio nuovo piano “come sapete, anche il figlio di Poseidone è alla ricerca del vello. Questo per noi significa sia un vantaggio che un intralcio”
“Vieni al dunque” mi esortò Chris.
“Dovrete raggiungerli” conclusi “ e portarmi il loro satiro più la ragazza”
“Intendi …” capì Chris “Grover Underwood? Ma quello è un buono a nulla”
“E’ un satiro” m’irritai “e se vogliamo conquistare i vello il satiro è fondamentale. Tuttavia ho scelto lui perché in questo modo ostacoleremo Jackson”
“D’accordo” disse Chris “prenderemo Grover ma … la ragazza … Annabeth … lei cosa centra?”
“Centra” sbraitai “non sarà fondamentale per la conquista del vello. Ma lo sarà per me. Devo parlarle! Andate, e catturateli entrambi! Subito”
“Sissignore” detto questo i ragazzi si strinsero intorno a Chris, che congiunse il globulo e in un attimo sparirono in una fiammata verde.
Non mi restò altro da fare che attendere l’arrivo di Annabeth e Grover. Avrei parlato con lei, spiegato le mie ragioni e cercato di farla passare dalla mia parte. Non potevo più negarlo. L’unica cosa che desideravo era averla al mio fianco. Volevo lo sguardo che rivolgeva a Percy, su di me. La volevo con me. La volevo.
Passarono venti minuti, che trascorsi contemplando il sarcofago di Re Crono. E quando sentii alle mie spalle un grido di protesta, scattai in piedi e mi girai con il sorriso sul volto. Ma ciò che vidi, me lo tolse all’istante.
Chris e i ragazzi, tenevano saldamente bloccato Grover Underwood, che si dimenava imprecando contro di loro, che ribattevano a loro volta.
Infastidito da tanto trambusto gridai: “SILENZIO!” e tutti si zittirono.
“Luke” esclamò Grover smettendo di opporre resistenza alle braccia che lo cingevano saldamente.
Lo ignorai rivolgendomi ai miei scagnozzi: “Allora?” domandai “Dov’è?”
“Chi?” domandò uno di loro rosso in viso.
“Annabeth, razza di idioti” ringhiai assumendo un colorito rossastro.
“Senti Luke” mi raccontò Chris “ho provato ad agguantarla, mentre cercava di correre in suo aiuto” indicò Grover che aveva ripreso a dimenarsi “ma mi ha dato un violento calcio alla caviglia e … stavano accorrendo anche Jackson e quel loro amico capellone così sono … sono stato costretto a sbatterla per terra”
“Che cosa?” gridai “Ma come hai osato? Sbaglio o non vi avevo raccomandato altro? Lei è essenziale”
“Non è essenziale per la ricerca del vello Luke” mi rimbeccò Chris “questa è la cosa importante!”
Questa non gliela perdonai. Mi avvicinai e gli sferrai un pugno sulla mascella. Conoscendo la forza che ci distingueva, non osò contraddire.
Ero sul punto di tirargliene un altro, ma stessa valanga di pensieri che mi aveva persuaso mezz’ora prima, tornò. Improvvisamente mi calmai.
Lanciai uno sguardo ai miei scagnozzi: “Lasciate stare” dissi e mi rivolsi a Silena, entrata in quel momento “accendi il motore” le ordinai “partiamo verso l’isola di Circe”
“Luke” disse Chris con sguardo mortificato “ascolta se vuoi … possiamo tornare a prenderla. La coglieremo di sorpresa come abbiamo fatto con lui” Grover s’irrigidì.
“Alzate un solo dito su Annabeth e io …” gli minacciò mostrando i denti.
Il modo in cui la difendeva nonostante la considerasse solo un’amica, m’innervosì parecchio: “Stai zitto, satiro” gli dissi guardandolo negli occhi “eri meno irritante da bambino” e con una stretta al cuore ricordai il giorno in cui Talia si era sacrificata per salvare la vita mia, di Annabeth e Grover. Lo distolsi quando lo yacht iniziò la sua traversata.
In breve ci ritrovammo lontani dal porto e mi venne un’idea: “Chris” dissi “raduna alcuni della casa di Apollo e dì loro di prepararsi”
“Per cosa?” domandò Chris.
“Per il Mare dei Mostri” risposi “possono iniziare a raggiungere Polifemo e a prendere il vello. Noi vi raggiungeremo a breve”
“Cosa faremo nel frattempo?” chiese Silena.
“Aspetteremo l’arrivo di Jackson” ghignai “sono sicuro che non è così insensibile da dimenticarsi in breve del suo amichetto” Grover digrignò i denti “e quando arriverà saremo pronti ad accoglierlo” indicai la manticora che sonnecchiava tranquilla sul ponte “ora lasciatemi solo”
“Se Talia sapesse quello che hai fatto” disse il satiro mentre veniva ammanettato per evitare altre ribellioni “cosa pensi farebbe Luke?”
Lo guardai con sopracciglia inarcate: “Dubito che lo saprà mio giovane amico. L’unica cosa a cui deve pensare ora sono le sue radici che lentamente stanno morendo” e lo ignorai mentre veniva trascinato via, continuando a nominare Talia.
Rimasi da solo con i miei pensieri.
Alla fine non avevano preso Annabeth, ma sapevo che l’attesa non sarebbe stata ancora lunga.
Il sole tramontò sul mare e decisi di farmi due passi sul ponte.
Il gommone con a bordo i ragazzi di Apollo e Grover, si stava allontanando sempre di più, diretto al Mare dei Mostri. Ma non era lì che stavo rivolgendo lo sguardo.
Al molo dov’era rimasta l’Andromeda per parecchio tempo, riuscii a scorgere una sagoma lunga e maestosa spuntare dalle acque.
Presi il binocolo per osservare meglio la situazione e ciò che vidi mi lasciò paralizzato: un gigantesco ippocampo dalla criniera arcobaleno e le scaglie splendenti, stava nuotando verso di noi. Sulla groppa portava tre persone. Un ragazzo con i capelli un po’ lunghi e pettinati a mo giamaicano, una ragazza dalle trecce bionde e … Jackson?
Un momento … quella ragazza … quegli occhi?
Non ci credevo! Era Annabeth! L’ultima volta che l’avevo vista aveva i capelli lunghi e mori. Così come li aveva sempre avuti.
Invece ora me la ritrovai più bionda di Afrodite e … affascinante!
Mi fermai ad osservarla avvicinarsi. Era a pochi metri da me! Svegliai in tutta fretta la Manticora e la mandai di guardia a tutte le entrate posteriori dalle quali potevano accedere all’interno dello yacht.
Ritornai a fissare Annabeth ma … mi cadde il binocolo dalle mani.
Lei e Jackson si erano appena guardai e nei loro occhi, scorgevo felicità e amore. Tanto amore. Tantissimo amore. Provai a riguardare pensando di essermi sbagliato e invece no! Tra tutti gli sguardi che quei due si erano dati … fu quello a spezzarmi il cuore. Diedi un calcio al binocolo e rientrai.
Ormai ne ero certo! Annabeth non mi apparteneva. Poggiai le mani sul sarcofago di Crono dicendomi di quanto fossi stato codardo a non avergliene parlato prima che conoscesse Jackson. Purtroppo solo ora avevo capito quanto fosse importante per me.
Lacrime di rabbia bagnarono il sarcofago ma finirono rapidamente.
Più tardi, entrò Chris a darmi l’annuncio che li avevano catturati. Ed ecco che quei tre si presentarono al mio cospetto con sguardi disgustati.
“Guarda chi c’è” commentai nascondendo la tristezza, ormai scomparsa “i miei due cugini preferiti”
E dopo un breve discorso che passammo discutendo sui miei piani, ordinai ai miei ragazzi di rinchiuderli nella prigione. Allora Annabeth cercò di trattenersi nella stanza gridando: “Talia era tua amica, ha sacrificato la sua vita per te” era la seconda persona quel giorno che faceva riferimento a Talia e questo fece aumentare la mia furia.
“Osi farmi la predica per Talia e te ne vai in giro con quello?” indicai il suo amico ciclope. Non sapevo cos’altro inventarmi per non darle ragione. Poi, con un nodo alla gola, ebbi il coraggio di dire: “Tu mi hai deluso più di tutti” ma non mi riferivo al fatto che avesse come amico un parente dell’assassino di Talia. Mi riferivo al fatto che dopo tutto quello che avevamo passato insieme … in quei sette anni … lei preferisse lui a me.
 

  
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