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Autore: hilarymalik93    20/04/2014    6 recensioni
Lei ama i boxer,lui i reggicalze.
Nicole è una ragazza ventenne che è dedita al suo lavoro di scrittrice di articoli, per il quotidiano della sua città: molto precisa e perfettina.
Zayn, non è proprio il tipo di Nicole,infatti inizialmente non saranno amici,anzi avranno molto da discutere avendo caratteri diversi.
Ma un giorno, come se il destino non fosse dalla loro parte,punisce i loro caratteri scontrosi e si ritroveranno a convivere con il corpo diverso dell'altro.
Nicole sarà Zayn e Zayn sarà Nicole...ma questa "maledizione" fino a quando durerà?
Questa è "Different Bodies".
Genere: Fantasy, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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18. Profumo di mamma e ritorno a Rosewood.







Stentavo ancora a crederci per chi mi trovavo di fronte.
Avvertii i miei occhi umidirsi, ma pur resistendo, le lacrime scesero rigandomi il volto. 
Ho sempre voluto cercare i miei veri genitori, ma non c'era nessuna fonte che potessero riportarmi a loro.

Un vortice di emozioni si era scatenato dentro il mio stomaco: rabbia, sorpresa, disagio e un pizzico di felicità, perchè dopo tutto
lì, dietro quella scrivania, c'era la persona che mi aveva visto nascere.

Lasciai un sospiro per far calmare i miei singhiozzi e diedi voce ai miei pensieri.

"Perchè non mi hai cercato per tutti questi anni?" Chiesi amareggiata, intanto Itan mi aveva fatto un cenno
col capo per informarmi che mi avrebbe aspettato fuori.

"Io non avevo un soldo Nicole...non avevamo niente per farti crescere.
Un mio caro amico ha aiutato me e tua mamma economicamente. Ci ha trovato una casa, un lavoro, infatti ero il suo braccio destro in affari.
 Lui lavorava qui, come capo di quest'impresa prestigiosa.
Purtroppo è morto da qualche anno e il suo posto l'ha lasciato a me."

Alzò gli occhi al cielo per far trattenere nei suoi occhi grigi e freddi le lacrime.

"Una volta andai nell'orfanotrofio di Boston per avere tue notizie; ma la suora che si era presa cura di te l'avevano trasferita in un
convento italiano e c'erano pochissime probabilità di rintracciarla.
La suora che parlò con me, inevece, disse che ricordava ben poco di te, ma riuscii a ricordare che all'età di dieci anni ti adottò una famiglia giapponese".

Annuii e asciugai l'ultima goccia caduta dritto sul mio collo.
Dopo tutto, si era interessato a me, anche se in ritardo.
Si avvicinò alla mia piccola figura scossa ancora da quella situazione e solo dopo poco realizzai che stava sfiorando
con la sua mano ruvida la mia guancia.

"Avevo perso le speranze, ma almeno sapevo che qualcuno si stava prendendo cura di te".

Puntò il suo sguardo nel mio e lessi tanta tristezza, che aveva consumato il colore delle sue iridi cristalline:
forse, in quei specchi era celata anche la frustazione e lo stress di un uomo che ne aveva passate tante.

"Nicole, ora che mi hai trovato non lasciarmi mai più".
Non mi lasciò replicare che mi accolse nelle sue braccia possenti e sicure.
Quell'abbraccio mi sciolse completamente: apparentemente si era dimostrato così distaccato e scortese ma quello  che stava
accadendo, riuscii a farmi capire quanto amore e affetto può offrire questo grande capo d'affari di tutti gli Stati Uniti.

"Papà...Io ti voglio bene".  Aumentò la presa intorno al mio corpo.

"Mi sento così felice, piccolina. Non vedo l'ora di farti conoscere la mamma; è identica a te".

"Mamma". Cosa si provava nel proferire qualla parola?
Io che non ho mai provato a pronunciarla, mi faceva uno strano effetto.
Anch'io non stavo più nella pelle di vedere chi mi aveva messo al mondo.

"Se vuoi ci andiamo subito". Si staccò dall'abbraccio per rivolgermi un sorriso sincero e amorevole.
Non ci pensai più di due volte che annuii prontamente.

"Aspetta due minuti: poso queste pratiche e andiamo a casa".
Annuii ancora senza parlare: ero ancora assorta nei miei pensieri.
Poi, mi ricordai di Itan e mi catapultai fuori per avvisarlo.

"Itan!"

"Nick?! Stai bene?"

"Si. Sto andando con mio padre a casa; sai vuole farmi conoscere la mamma".
Lo dissi con molta euforia. Il mio collega e migliore amico, sembrò dapprima sconcentrato ma alla fine vidi
farsi largo sul suo viso un sorriso a trentadue denti e mi abbracciò volontariamente.

"Sono così contento per te. Io andrò in albergo e ti aspetterò fino a questa sera; non fare tardi".

"Grazie Itan, ti voglio bene".
Vidi la porta dell'ufficio di mio padre aprirsi e lo raggiunsi per recarci all'ascensore che ci avrebbe portato al piano terra.
Itan  lo salutò educatamente e finalmente ci recammo all'uscita di quell'enorme edificio.

Il tragitto in macchina fu affrontato in maniera silenziosa e questo non mi faceva stare affatto tranquilla:
avrei voluto che mi parlasse e che mi dasse qualche particolare che riguardasse mia madre...
Purtroppo, non andò così.
Sotto un certo aspetto potevo comprenderlo: era la prima volta che facesse una cosa del genere: specialmente se trattava
padre-figlia.

Senza accorgemene eravamo arrivati dinanzi ad una grandissima villa imponente di color bianco: mio padre parcheggiò l'auto
nel grande giardino e mi fece segno di seguirlo.
Aprì la massiccia porta in legno scuro e si rivelò una casa bellissima e trattata con cura.
Sembrava la Casa Bianca di Washington.

"James, caro. Sei già di ritorno?" Una donna fece capolino nello spazioso atrio e non potei
notare che  mi somigliasse tremendamente.
Lei, sicuramente sorpresa della mia presenza si accigliò e guardò suo marito, che nel frattempo aveva messo un braccio intorno alla mia vita.
Mi fece uno strano effetto: di solito lo lasciavo fare solo a Zayn, perchè se permettevo di farlo fare ad altri metteva il muso.
 Mi manca il mio choko.

"Tesoro, lei è Nicole".
La donna si portò una mano alla bocca per come soffocare un grido di...felictà? Credo di si.

"Tu sei la mia bambina?" Chiese per avere conferma mentre delle lacrime solcavano copiose sul suo viso.

"S-si, mamma".
Corse e mi abbracciò calorosamente. Dio, che senso di tranquillità provai in quelle braccia.

"Ma guardati...Sei così bella!"
Mi strinsi al fianco della mamma...ed ancora sentii i suoi bei capelli-come l'ala di un angelo- pensai, e fui davvero felice!

L'amore, l'attaccamento, la dolcezza, le premure di una mamma, hanno il potere di risvegliare in un figlio i più lieti ricordi dell'infanzia. È fantastico rivivere da adulto le ingenue emozioni di un bimbo.

"Grazie mamma". Le dissi guardandola in quei occhi così simili ai miei. 

"Non dirlo neanche amore della mamma: sono io che devo ringraziarti per avermi reso felice dopo tanti anni".
Vidi mio padre porgerle un fazzoletto e lei subitò l'accettò.

"Scusami, ma vorrei sapere il tuo nome". Dissi timorosa, era strano chiedere il nome alla propria madre.

"Mi chiamo Helen Rose. Ovviamente Rose è il mio secondo nome". Ridemmo e ci abbracciammo nuovamente-

"Siete meravigliose". Si complimentò mio padre con una velatura di rosso sulle sue gote. Certamente, questa era una cosa
che accadeva raramente ad un uomo così composto come lui.

"Vieni andiamo in salone, così ti preparo una cioccolata calda. Ti piace?" Chiese mia mamma mentre accarezzava i miei lunghi capelli.

"Adoro la cioccolata".
Sorrise rivelando una fila di denti bianchissimi e dritti; quel gesto, illuminò la stanza.
Proseguimmo verso il salone- molto moderno tra l'altro- e mi accomodai sul vistoso divano in pelle nera.
Dalla mia borsa, provenne la suoneria del mio cellulare e mi affrettai a rispondere.

"Scusate, devo rispondere".
Annuirono e uscii dalla porta-finestra che portava nel giardino all'esterno.

"Pronto?"

"Fiorellino come stai? Non ho avuto più tue notizie...Com'è lì il tempo?
Hai finito l'intervista? Puoi parlare con me? Mi manchi!"
Risi rumorosamente e non potei fare a meno di pensare quanto fosse bello sentire la sua voce e di quanto
fosse preoccupato.

"Amore, sto bene. Fa bel tempo e ho finito l'intervista e sì, posso parlare con te".

"Ah, meno male! Dove sei ora?"
Caspita, che faccio racconto tutto?

"Sono a casa dei miei genitori".

"Cosa?! E perchè non me lo hai detto prima?" Sentii in sottofondo il rumore delle chiavi: sicuramente
stava già raggiungendo l'auto per venire da me.

"No Zayn, hai capito male. Sono ancora a Boston e ricordi l'uomo che dovevo intervistare?
Beh, lui è mio padre. Si lo so che può essere assurdo come fatto, ma è così.
Ho conosciuto la mia vera mamma e sono qui a casa loro per conoscerli meglio".
Risposi tutto d'un fiato.

"Oh...ehm, wow".

"E' tutto quello che sai dire, Zayn?" Risi leggermente: l'avevo colto di sopresa.

"No amore...è che sono abbastanza sorpreso. Insomma, chi se lo sarebbe aspettato?"

"Già, non lo dire a me. Comunque, tu come te la spassi?"

"Uhm, mi manchi da morire! Non c'è vitalità senza te...e poi odio parlare al telefono,
voglio vedere i tuoi bellissimi occhi, baciarti e stare sotto le lenzuola tutta la notte".
A quelle parole diventai paonazza: anche se lui non era realmente con me lo sentivo così vicino.
La sua voce poi, era più bassa del solito e questo scatenò in me una voglia matta di lui e instintivamente mi morsi il labbro inferiore.

"Scometto che stai mordendo il labbro". Disse sghignazzando.

"Come fai a saperlo?!"

"Lo fai tutte le volte che dico di volerti fare mia".
Santissimi numi, voleva farmi impazzire?!
Adoro quando mi sussurra parole dolci ma allo stesso tempo così scottanti: avevo dimenticato che fosse più esperto di me
e che prima della sottoscritta, aveva avuto ragazze più "sapienti". Ma sentivo che con me era diverso, lui mi voleva perchè mi amava
e avrebbe preferito una notte d'amore a una con solo sesso e poi niente più.
Zayn mi riempiva del suo amore e faceva di tutto per dimostrarlo anche in momenti intimi.

"Quando torno sarai tutto per me".

"Non vedo l'ora".

"Devo andare, ti chiamo stasera per la buonanotte. Ciao choko!"

"Non così in fretta fiorellino! Io non ancora detto "ti amo"!

"L'hai detto ora!"

"Giusto...ahaha, a dopo amore, ti amo".

"Ti amo anch'io."
Chiudemmo la telefonata e tornai dentro felice come una Pasqua. Ecco cos'era Zayn per me: una medicina.
Ed era anche la mia forza, mi feceva sentira completa come nessun altro.

"Pensavo ti fossi persa nel giardino". Mi riprese mia madre ridendo si sottecchi. Era solare, proprio come me.

"No, stavo  solo parlando-"

"Con il tuo ragazzo". Finii la frase per me e ripresi ad essere rosso come un pomodoro ambulante in volto.
Non parlavamo mai della mia vita sentimentale con Jenny e Chen: ero sempre in imbarazzo e balbettavo.

"S-si ecco".

"Ohw amore! Non vedo l'ora di vedere chi è questo giovanotto".

"Spero che sia un tipo apposto". Aggiunse mio padre con tono piatto. Ecco che torna nei suoi panni di uomo di potere.
Apprezzai comunque il suo interessamento, ci teneva a me.

"Tranquilli, mi rende felice".

La sera arrivò subito e io dopo una lunga chiacchierata con i miei- soprattutto mia madre che è una gran chiacchierona- presi il taxi e
andai in albergo da Itan che troppo stanco, evitò di farmi domande.
                                                                    *    *   *
Passarono due giorni e dopo aver stampato delle copie dell'intervista fatta a mio padre prendemmo le nostre valige e
avviarci in aereoporto.
Con i miei genitori ero rimasta in contatto e a breve verranno a trovarmi a Rosewood.
La voce metallica annunciò la partenza del nostro volo e dopo il check-in prendemmo posto.

"Ma questa non può prendere un cuscino invece di dormire sulla mia spalla? Che cazzo!"
Sbottò Itan indicando una grassa signora, -sicuramente messicana dato i suoi visibili baffetti neri- mentre dormiva
beatamente con la bava sul mio amico.
Risi e mi beccai un'occhiataccia dal biondo.

"Mi dispiace". Dissi mentre cercavo di trattenere le risate.

"A me sembra che non te infischia una minchia".

"Quanto sei volgare".

"Sbagliato, sono diversamente fine. E non venirmi a fare la ramanzina sul galateo perchè sono abbastanza
girato di palle per risponderti in modo adeguato". Alzai le mani in segno di resa.
Lo disse in maniera così poco etera che finii per ridere come una forsennata e tutti nell'aereo si girarono.

"Ma dico, sei normale? Cos'hai da ridere così tanto?" Mi chiese Itan irritato.

"Dovresti vedere la tua faccia! Ahahaha!"

"Che ha la mia faccia?! Lasciamo stare, dormi cogliona".
Annuii e finalmente le risate si placarono.
Misi sul mio Ipod la canzone di Bruno Mars "Talking to the moon" e su quelle noti così dolci mi addormentai.
                                          
                                                         *    *   *

"Amore sveglia, ci sono le gocciole!"

"Ah ah, davvero divertente Itan".

"Senti non fare l'acida con me appena sveglia o ti faccio rimanere su questo fottuto aereo e ti mando in Timboctù con le scimmie".

"Eh? Siamo arrivati?" Chiesi alzandomi ancora intondita. Ma quanto avevo dormito? Santo cielo, mi sentivo così spaesata.

"Buongiorno principessa". Rispose sarcastico Itan.
Scendemmo dall'aereo e dopo aver ricevuto le valigie andammo verso l'uscita, dove venni inondata da qualcosa. O meglio, qualcuno.

"Sei tornata!"

"Zayn? Che ci fai qui?"

"Itan mi ha chiamato e sono venuto a prendervi. Contenta??"
Mi disse con un sorriso che iniziava da un orecchio e finiva d un altro. Era bellissimo come sempre.
Aveva tagliato la barba e sembrava ringiovanito.

"Altro chè!"
Mi buttai fra le sue braccia e inizia a baciarlo con foga, togliendogli il respiro.
Il suo profumo fruttato inebriò le mie narici e subito mi sentii a casa: era quello il mio posto; fra le sue braccia.

"Se avete finito di procreare possiamo andare".
Ecco Itan simpatico come un calcio negli stinchi.
D'un tratto il suono di un clarcson ci fece voltare rivelandoci Harry in tutta la sua bellezza.

"Allora venite o no?"
Senza afarcelo ripetere due volte andammo  nella sua macchina e giurdai per un attimo Zayn confusa.

"Ho chiesto ad Harry di darci un passaggio perchè la mia auto è dal meccanico".

"Okay, andiamo, Ho una fame da lupi!"

"Ho un'altra sopresa per te a casa mia". Ammiccò e lasciai correre, tanto non me lo avrebbe detto nemmeno sotto tortura.
Io e Zayn ci mettemmo dietro abbracciati mentre Itan avanti al fianco di Harry.

"Bentornata Nick! Ci sei mancata!" Disse Harry guardandomi dallo specchietto retrovisore. Anche lui era rimasto
bello come sempre: i soliti ricci ribelli, gli occhi limpidi e un sorriso mozzafiato.

"Anche voi. Prometto di uscire più spesso".

"Nick, non mi avevi detto che avevi amici così carini come lui".
Proruppe Itan guardando maliziosamente il riccio: quest'ultimo, sentendosi osservato, girò di poco la testa
per vedere Itan spogliarlo con gli occhi...Una scena davvero raccapricciante.

"Ti avviso fin da subito che amo le donne e sono felicemente fidanzato".

"Tranquillo ricciolo, non sono geloso".

"Tranquillo un corno, io ti butto fuori dalla macchina!"

"Va bene, okay, ricevuto." Disse Itan rassegandosi.

"Itan sei fidanzato anche tu per la cronaca". Aggiunsi risoluta. Lui mi guardò em poi fece spallucce.
Zayn ed io passammo il tempo a darci baci e farci carezze mentre Itan ed Harry discutevano su quale canzone
dovessero ascoltare.
In poco tempo fummo davanti casa del mio ragazzo e dopo aver salutato quei due pazzi entrammo.

Tolsi la giacca di pelle e andando in cucina trovai una torta a tre piani con panna e fragole e delle candele accese
facendo profumare l'intera stanza.

"Ti piace?"
Mi chiese Zayn cinghiando i fianchi con le sue braccia mentre lasciava una scia di baci umidi sul mio collo;
quando trovò il mio punto debole gemetti.

"S-si mi piace, molto".
Mi girò nella sua stretta e cominciò a baciami in modo davvero poco casto: le nostre lingue danzavano
per conto loro, come se non ci fosse un domani e le nostre mani che scorrevano fra i nostri corpi caldi e vogliosi
di un contatto più ravvicinato. In men che non si sica, fummo senza vestiti.
Sentii la sua erezione battermi sulla coscia nuda e questo alimentò in me un gran senso di euforia.
Morsi il lobo e ricevetti un suono così grutturale da farmi eccitare di più.

"Nick, ti voglio così tanto...Non farmi aspettare, ti prego".

"Come siamo impazienti Malik...ma accetto, non ce la faccio neanche io".
In gesto fulmineo, mi tirò a sè facendo allacciare le mie gambe al suo bacino.
Zayn ci portò sul divano e in un colpo secco entrò in me, con spinte dapprima lente e poi più veloci portandoci
all'apice del piacere.

"Mi sei mancata così tanto, ti amo".
Per la seconda volta, ci portò al culmine e alla fine, stanco, si appoggiò sul mio petto che faceva su e giù.
Portai la mia mano nei suoi capelli corvini e morbidi e iniziai a massaggiargli le cute.

"E' stato così bello...Ti amo Zayn".
Lo baciai sulla fronte e troppo stanca, mi abbandonai tra le braccia di Morfeo.

 


I'm here baby!
Innanzitutto scusate per questo enorme ritardo...ma gurdate il lato postivo: vi ho fatto un piccolo regalo per Pasqua xD
Sapete, non è statp facile aggiornare presto, perchè la scuola mi toglie un sacco tempo
ma rimedierò in queste due settimane di vacanze :D
Spero di non avervi perse! :(
Recensite, recensite,recensite piccole bimbe carine trallallerotrallallà(?) xD
Sapete che è imèportante la vostra opinione, è un modo per mogliorare.
A proposito, avete visto il video di YOU & I???

Io ho pianto Y.Y e poi c'è da dire che il regista è un genio e loro sono per-fect come sempre xD
Alla prossima bellissime,
grazie di tutto.
Hilary xx.





 











da PensieriParole


  
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