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Autore: Elisaherm    20/04/2014    7 recensioni
{Seconda classificata al contest "What if? Ragazzi Normali" indetto da YourLove_AllINeed sul Forum di EFP}
Nell'ultima classe alla fine del corridoio del secondo piano del liceo scientifico Ettore Majorana non c'era un'eccessiva confusione; non più di quanta ce ne fosse di solito, perlomeno. Ma per Hermione Granger, studentessa modello nonché rappresentante di classe e d'istituto, era comunque troppa.
«Ora basta! Dovete tacere!»
In un attimo, nella classe piombò il silenzio più assoluto.
Si sentì un mormorio sommesso provenire dagli ultimi banchi: «Quando fa così sembra la McGranit, mi mette i brividi!»
«Anche tu, Ronald!»
«Scusa Herm.»
Piccola One-shot comica che spero possiate gradire!
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley
Note: AU, Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Nome: Elisaherm (sia forum che EFP)
Titolo della storia: All together passionately 
Libri scelti: Harry Potter, Hunger Games, Shadowhunters
Eventuali morti resuscitati: Severus Piton, Finnick Odair, Hodge, Presidente Snow, Silente
Personaggi inventati (se ci sono): Emma
Note dell'autore: Primo contest a cui partecipo, perciò...speriamo bene! Questa storia, come dice il titolo, racconta di come i nostri personaggi preferiti, i nostri eroi, trascorrano una loro giornata tutti insieme...solo che non hanno assolutamente nessun potere! Ringrazio YourLove_AllINeed, che ha indetto questo contest, e niente, spero vi piaccia, lasciate qualche recensione please. 
Buona lettura (e buona Pasqua!) <3

Nell'ultima classe alla fine del corridoio del secondo piano del liceo scientifico Ettore Majorana non c'era un'eccessiva confusione; non più di quanta ce ne fosse di solito, perlomeno. Ma per Hermione Granger, studentessa modello nonché rappresentante di classe e d'istituto, era comunque troppa.
«Ora basta! Dovete tacere!»
In un attimo, nella classe piombò il silenzio più assoluto.
Si sentì un mormorio sommesso provenire dagli ultimi banchi: «Quando fa così sembra la McGranit, mi mette i brividi!»
«Anche tu, Ronald!»
«Scusa Herm.»
«Granger, si può sapere che succede? Perché Hodge non arriva?»
Capelli biondi, pelle abbronzata, denti bianchissimi, a parlare era stato nientemeno che Finnick Odair; affascinante come pochi e incredibilmente intelligente, la maggior parte delle ragazze cadeva ai suoi piedi, ma il suo cuore, come ripeteva spesso, apparteneva a una sola, di cui nessuno conosceva l'identità.
«Come vi avevo già detto ieri» rispose Hermione alzando gli occhi al cielo «questa settimana il professor Hodge sarà in gita con l'altra classe, perciò da un momento all'altro dovrebbe arrivare il supplente.»
«Già, non sia mai che abbiamo qualche ora di buco...» borbottò una ragazza alta e dai lunghi capelli mori che rispondeva al nome di Isabelle Lightwood, intenta nel frattempo a rifarsi il trucco.
«E quando ha intenzione di arrivare questo tipo?» chiese con voce annoiata il ragazzo seduto dietro di lei. I capelli biondo scuro erano tenuti dietro le orecchie, le braccia erano incrociate e la sedia su cui stava era inclinata all'indietro, in equilibrio. Sul viso era disegnato il suo solito sorrisetto ironico che faceva infuriare gran parte dei professori.
«Jace, la professoressa ti avrà detto mille volte di non stare così sulla sedia, se cadi all'indietro sbatti contro il muro e ti rompi la testa. E comunque, come ho appena detto, dovrebbe essere qui a momenti. Perché in questa classe non mi ascolta mai nessuno?» sospirò esausta Hermione.
«Forse perché sei pedante come pochi.»
Jace accompagnò l'insinuazione con un'alzata di sopracciglia.
Dall'altra parte della classe, Harry Potter e Ronald Weasley gli lanciarono un'occhiataccia. 
«Eddai Jace» fece la sua compagna di banco, una ragazza dai capelli mossi e rossi, rifilandogli una gomitata «Hermione sta facendo del suo meglio, non trattarla così!»
Jace avvicinò il viso al suo e mormorò:
«Hai ragione amore, scusa» per poi baciarla.
«Non è con me che ti devi scusare, idiota...» mormorò Clary prima di rispondere al bacio con passione.
«Ehm..sì, grazie, Clary» ringraziò Hermione, prima di distogliere lo sguardo imbarazzata dalla scena «A questo punto non ci resta che aspettare...»
Proprio in quel momento entrò il sostituto di Hodge e tutti tornarono al proprio posto velocemente: si sa che è meglio comportarsi bene con un professore che non si conosce, prima di scoprire i suoi limiti di permissività e pazienza.
Le due ore con il supplente si rivelarono pesantissime: l'uomo, di nome Severus Piton, aveva un grosso naso e capelli unti come l'olio, ma, soprattutto, sembrava odiarli tutti, dal primo all'ultimo. Spiegò un argomento estremamente difficile, che, in teoria, avrebbero dovuto imparare solo verso la fine dell'anno, e con un'occhiata gelida fece astenere chiunque dal fare domande.

«Ma perché cavolo insegna in una scuola uno così? Si vede lontano un miglio che detesta i ragazzi!» fu il commento di Isabelle alla fine della lezione, quando Piton se ne fu andato.
La campanella aveva suonato proprio in quel momento, era ricreazione.
«Vai a capire. Comunque ragazzi, che ne dite di uscire tutti insieme oggi pomeriggio? Magari possiamo invitare anche quelli dell'altra classe.» propose suo fratello Alec. Se i capelli corvini e gli occhi azzurri erano gli stessi della sorella, Alec si differenziava da Isabelle per il carattere: aveva infatti un temperamento calmo e riflessivo, e per la sua età era già molto saggio, diplomatico e razionale.
«Credevo che oggi pomeriggio ti saresti rinchiuso in casa come tuo solito a studiare.» fece Isabelle.
«In effetti, è piuttosto strano che sia tu a proporre un'uscita..» si unì Jace.
«Chi devi incontrare?» chiese Isabelle ammiccando maliziosamente.
Alec si sentì arrossire «Ma nessuno...che vi viene in mente? Volevo solo fare una passeggiata..»
«E allora perché sei completamente rosso?» si unì alla conversazione Joanna, che aveva ascoltato la conversazione dal suo banco e ora si stava avvicinando con Finnick.
«Non è che ti devi vedere con Magnus?» s'illuminò Isabelle.
A salvarlo da quella situazione fu Harry, che proprio in quel momento si avvicinò a Alec e lo trascinò via chiedendogli di rispiegare la lezione di matematica appena svolta da Piton.

«Ehi Peeta! Peeta!»
«Ehi ragazzi! Oggi non avevate la prima lezione con il supplente di mate? Com'è andata?»
«Stendiamo un velo pietoso. Piuttosto, dov'è Katniss? Le volevo restituire il libro che mi ha prestato l'altro giorno» chiese Clary.
«Non so, non è venuta a scuola oggi.»
«Come non lo sai? Sei tu il suo fidanzato!»
«Non..non siamo fidanzati...siamo solo amici..»
«Ah sì? E allora perché state sempre insieme e tu le prepari tutti i giorni il pane e glielo dai a ricreazione?»
«Oddio ragazzi, arriva il preside!» sussurrò concitatamente Ron.

«Buongiorno, preside Snow.»
Il preside rivolse loro un'occhiata arcigna.
«Buongiorno.»
E se ne andò.
«Quell'uomo mi mette i brividi!» mormorò Harry una volta che si fu allontanato «Preferivo mille volte Silente. Non riesco a credere che l'abbiano trasferito nell'altra sede!»
«Ci credo che preferivi Silente, Harry, eri il suo beniamino!- gli rispose Isabelle scocciata. -Scommetto che Snow e Piton diventeranno ottimi amici, sono entrambi sadici e crudeli.»
«Probabile. Comunque, Peeta, pensavamo di uscire oggi pomeriggio, tu e Katniss siete dei nostri?» chiese Hermione.
«Per me va bene, più tardi chiamo Kat per sentire se viene anche lei. Posso invitare anche Emma e Gale?»
«Certo! Voglio proprio conoscerla meglio questa Emma, quelli della vostra classe non fanno altro che parlarne!»

Quel pomeriggio, Hermione, Harry, Ron, Clary, Jace, Isabelle e Alec erano di fronte al bar in cui di solito si incontravano tutti insieme ad aspettare il resto del gruppo.
«Ma che fine hanno fatto? Dovevano essere qui 10 minuti fa!» si lamentò Isabelle, mentre si rimirava nella vetrina di un negozio.
Proprio in quel momento, Finnick e Joanna girarono l'angolo salutandoli da lontano e Hermione ricevette una chiamata da Katniss.
«Hanno detto che stanno arrivando, tra due minuti saranno qui» annunciò.

Inutile dire che quando più tardi arrivarono Katniss, Peeta, Gale e Emma, con un ritardo di 40 minuti, si beccarono una bella strigliata dal resto del gruppo.
«Scusate ragazzi, abbiamo avuto un lieve...imprevisto» 
«Lieve? Nel senso che siete caduti in un pozzo e non sapevate come uscirne?» chiese Jace ironicamente.
«Nel senso che venendo qui abbiamo incontrato quella strega della professoressa di fisica e l'abbiamo dovuta aiutare a portare le buste della spesa. Io boh.»
«Wow, che sfruttatrice!»
«Ah, ragazzi, lei è Emma. Emma, questa combriccola di pazzi sono i nostri amici» li presentò Peeta.
«È un piacere conoscervi! Katniss, Peeta e Gale mi hanno parlato molto di voi.»
«Piacere nostro!»
«Ragazzi, dove vi va di andare?» chiese Finnick.
«Io ho fame, andiamo a mettere qualcosa sotto i denti.» disse Joanna.
«Che ne dite di andare in quella gelateria che hanno appena aperto in centro?»
«Perchè proprio lì, Alec? Per caso hai appuntamento con qualcuno?»
Mentre Isabelle ricominciava ad assillare suo fratello, Jace esclamò: «Perchè no? Anche a me va un gelato, andiamo!»

«Cosa significa che non vendete gelati al mango?!»
«Mi spiace...»
«È inammissibile!»
«Jace, falla finita.» lo rimproverò Clary.
«Già» si unì Isabelle «sei l'unico al mondo che mangia una schifezza come il gelato al gusto di mango, quindi non farla tanto lunga!»
«Non sono l'unico al mondo! E non è una schifezza!»
Erano in una piccola gelateria aperta da poco nel centro storico della città, che si diceva facesse un gelato artigianale di ottima qualità, e la giovane gelataia li stava guardando perplessa dall'altra parte del bancone.
«Se vuoi lo abbiamo al limone...oppure..»
«Certo, come se il mango e il limone siano la stessa cosa» sbuffò Jace.
Clary lo guardò male; a volte le sembrava di stare con un bambino capriccioso. Decise di prendere in mano la situazione: «Jace, al mango non c'è, fattene una ragione. Lo scusi» si rivolse poi alla ragazza che cominciava a spazientirsi «Per me un gelato vaniglia e cioccolato, grazie. Voi che prendete ragazzi?»

Quando furono tutti fuori si sedettero intorno a uno dei tavolini esterni della gelateria, prendendo le sedie dagli altri tavoli vuoti. Mentre mangiavano, Emma iniziò a spiegare che era nata e cresciuta a Londra, ma a per motivi familiari si era dovuta trasferire quell'anno iniziando a studiare nella loro scuola. Hermione la osservò a lungo. Era magra, poco più alta di lei, con capelli biondi e bellissimi occhi celesti. Il suo viso, acqua e sapone, e soprattutto il suo sorriso, ispiravano subito simpatia, e il suo gesticolare mentre parlava la rendeva quasi buffa. Continuando a osservarla, Hermione si accorse di un particolare: una delle sue mani era intrecciata con quella di Gale. Si guardò intorno chiedendosi se qualcun altro lo avesse notato, ma poi, dato che non era impicciona né civettuola, lasciò perdere e si unì alla conversazione.

Dopo un paio d'ore in cui avevano continuato a passeggiare per il centro, Alec era misteriosamente sparito, probabilmente per incontrare Magnus, come predetto da Isabelle, quest'ultima era entrata in un enorme negozio di vestiti dove probabilmente avrebbe passato la notte, Jace e Clary si erano appartati chissà dove e Harry e Ron, come da copione, si erano fermati in qualche negozio di videogiochi.
I rimanenti continuarono invece a gironzolare, fermandosi ogni tanto davanti a una vetrina e chiacchierando del più e del meno, con Emma che ogni tanto tirava fuori qualche aneddoto su Londra.
Katniss stava giusto raccontando che aveva intenzione di imparare a tirare con l'arco, dato che come sport le era sempre piaciuto, quando si accorsero di quanto fosse tardi.
La serata era finita, il gruppetto si salutò e si diede appuntamento per il giorno dopo, dopodiché ognuno prese la sua strada e tornò a casa.
  
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