I Tokio Hotel non mi appartengono, è tutto frutto della mia fantasia, no scopo di lucro.

Quanto silenzio, quanta pace.

La tranquillità regna sovrana in un luogo sperduto come questo.

Scrivo parole invisibili su un foglio bianco. L’inchiostro non le colora. Sono dentro di me.

Sotto i miei piedi scorre acqua gelida, è veloce… è troppo veloce.

Vorrei urlare al flusso di fermarsi, ma non ho voce… Non ce l’ho più, non la riavrò mai più.

Perché il tempo deve essere così incessante?

Osservo ancora l’impetuoso cammino delle acque sotto di me portarsi via i miei sogni, i miei ricordi, come detriti qualsiasi.

Volti inespressivi di ragazze un tempo entusiaste affiorano tra le onde, poi una batteria, un basso, una chitarra…Tutto se ne sta andando via da me.

Vedo tre ragazzi provare a risalire la corrente, annaspano, non ce la fanno. Mi tendono la mano.

"Bill, senza di te i nostri sogni sono meno di cenere".

Tento di afferrarli, ma sono ormai troppo lontani.

Lacrime, lacrime e solo lacrime, non un filo di voce, non più.

Poso di nuovo lo sguardo sul foglio che ho in mano, non dice niente. Senza di lei, senza la mia voce nulla avrà più un significato.

Non importa se avrò parole dentro di me, se non potrò gridarle al mondo.

Il pontile sul quale sono seduto inizia a cedere, il mio mondo è già inondato, manco solo io.

Provo di nuovo ad emettere un suono qualsiasi, di nuovo silenzio. Un silenzio assordante.

Crolla tutto, anche l’ultima speranza ed io cado con lei.

Cado,si, sono pronto a seguire la corrente, a trovare i tre ragazzi che imploravano il mio aiuto.

Le acque però sono troppo gelide, io non ce la faccio a seguire il flusso, cado giù.

Non mi lascerò trasportare dagli eventi.

Io senza la musica, senza la mia voce, non sono nessuno.

Andrò a fondo.

Se la canzone del mio sogno finisce qui, se non ha più note da cantare, preferisco svanire insieme a lei, come una melodia.

Affondo sempre di più, il sangue si gela, il respiro si fa più debole.

Porto una mano alla gola, no, non ho più aria e sott’acqua non posso trovarla.

Basterebbe risalire Bill, basterebbe solo risalire in superficie, ma non posso. Non senza i miei sogni e loro ormai sono stati infranti.

Chiudo gli occhi… E’ finita.

Eppure riesco a sentire qualcosa, una melodia lieve e leggera entrare nelle mie orecchie. Apro gli occhi di nuovo.

E’ li, mi sorride. Una figura inumana che mi tende la mano.

Non parla, lei suona.

Non dice, emette note.

Non tocca, accarezza.

Eppure io riesco a capirla.

"Si tu puoi capirmi, sei un artista"

"Non più, non ho più la mia voce"

"Si, ti stanno aiutando a riaverla…"

"Chi?"

"Lo vedrai! Andiamo, hai ancora molto da regalarmi"

"Da regalarti?"

Non mi risponde più. Ha afferrato la mia mano e mi trascina con se, verso la superficie, verso la vita.

"Chi sei?"

"Lo capirai…"

Luce, solo tanta luce. Dei volti sopra di me. Uno lo riconosco subito. E’ uno dei tre che se ne stava andando con le acque.

"Bill!"

"Tom…"

Si l’ho detto, ho parlato!

Sul volto del mio gemello compare una lacrima di gioia e su quello dello sconosciuto accanto a lui, che indossa un lungo camice, appare una smorfia di soddisfazione.

"Vedo che l’operazione è riuscita benissimo… Adesso però si rilassi signor Kaulitz, si è appena risvegliato dall’anestesia e la sua voce deve riposare per un bel po’ prima di poter regalare nuove canzoni!"

E’ stata lei, sono sicuro, è stata lei.. ha detto che avevo ancora molto da regalarle ed ora so chi è.

La musica!

Ho da regalare ancora tanto alla musica e per questo mi ha salvato.

Ora sono pronto, pronto a prendere di nuovo in mano quel foglio bianco, pronto per riempirlo di parole, perché so che grazie alla mia voce anche il mondo le leggerà.

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