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Autore: Polaris_Nicole    21/04/2014    3 recensioni
E se Artemide avesse infranto il voto di castità? E se avesse avuto un figlio maschio?
Jonah Nighthief, figlio di un naturalista inglese, presto scoprirà di essere un mezzosangue e di essere anche il frutto del tradimento della dea della Luna.
Genere: Fantasy, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Gli Dèi, Nico di Angelo, Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Artemide camminava avanti e indietro per una delle stanze del palazzo di Zeus, era preoccupata, e ciò era pienamente visibile.
Continuava a guardare fuori dall’ampia finestra decorata con tende d’argento, eppure non riusciva a trovare con lo sguardo l’oggetto dell’ansia che l’aveva colpita.
Volse riluttante uno sguardo alla stanza, determinata a non voltarsi, era una stanza rettangolare decorata con colonne bianche caratterizzate da capitelli finemente decorati, alle pareti, vi erano mosaici rappresentanti figure di animali: cervi, orsi, lupi … Ma ciò che colpiva in quel mosaico, era la lucentezza della luna.
Era stato lo stesso Zeus a realizzare quel mosaico, in realtà, era stato lui stesso a realizzare l’intera stanza e a dedicarla a lei, Artemide.
Stando in quella stanza, si sentiva ancora più in colpa per l’atto disonorevole da lei commesso, ma restava comunque uno dei pochi luoghi in cui nessuno sarebbe venuto a disturbarla.
Era spaventata, spaventata per ciò che suo padre, Zeus, avrebbe potuto pensare, per ciò che avrebbero potuto pensare i suoi fratelli e le sue sorelle! Ma aveva bisogno di confidarsi con qualcuno, qualcuno che non l’avrebbe giudicata, … se magari fosse stata anche una persona puntuale non sarebbe stato male.
Finalmente, dopo tante peripezie, una luce accecante colpì gli occhi dalla tonalità argentea della dea, obbligandola a coprirsi il viso con entrambe le mani.
Quando la luce abbagliante non minacciò più di accecarla, si tolse le mani dagli occhi e si ritrovò davanti un ragazzo che indossava una toga greca bianca con decorazioni dorate, dimostrava circa vent’anni, aveva i capelli biondi e splendenti, un sorriso capace di illuminare una notte priva di stelle e degli occhi azzurri capaci di far sciogliere anche il più freddo dei cuori di ghiaccio.
“dove sei stato? Sono secoli che ti aspetto!” esplose all’improvviso la dea in un impeto d’ira.
“Calma sorellina! Ad ogni modo, di cosa volevi parlarmi? Se riguarda le tue Cacciatrici, sappi che questa settimana non ho importunato nessuna di loro! Se ti hanno detto il contrario sappi che …”
“MA TU NON RIESCI A PENSARE AD ALTRO SE NON ALLE MIE CACCIATRICI?!” esclamò con maggior rabbia Artemide, come poteva aver anche solo considerato suo fratello come una persona degna di fiducia per custodire il suo immenso segreto? Rivolse uno sguardo a suo fratello, erano così simili esteriormente, il loro carattere però era opposto, funzionava così per i gemelli, no? La dea non l’avrebbe mai ammesso, eppure se avesse dovuto affidare la sua vita a qualcuno, quello era Apollo.
“Artemide, conosco quello sguardo, cos’è successo? Afrodite ti ha offeso di nuovo? Se vuoi la mia opinione, non dovresti prendertela, sai com’è fatta quella dea …”
“Lei non c’entra” disse lapidaria Artemide voltando le spalle al dio e incrociando le braccia.
“no? Eppure ero quasi sicuro che si trattasse di … facciamo così, perché non me lo dici e basta?” disse infine con un sorriso rassicurante rivolto alla sorella.
La dea si voltò per incontrare lo sguardo di Apollo, ma non riuscì a sostenerlo a lungo, e dai suoi occhi cominciarono a scendere le prime lacrime fino a quando non scoppiò in un pianto disperato e incontrollabile.
Apollo fece pochi passi verso di lei e l’abbracciò facendole poggiare il viso sulla sua spalla larga e forte e prese ad accarezzare i capelli ramati della dea.
“Sta calma, sorellina, qualunque cosa ti turbi andrà tutto bene, perché ti disperi tanto?
Gira per il mondo
Se ti disperi
Sempre poi ti perdi
“Sai che detesto gli haiku, specialmente i tuoi” disse singhiozzando Artemide stringendosi nell’abbraccio del dio del sole.
“vuoi dirmi che succede allora?” insisté Apollo, la dea si incupì nuovamente.
Come per rispondere alla domanda del fratello, si avvicinò alla fontana che occupava il centro della stanza, Artemide passò una mano sulla superficie dell’acqua che di increspò al solo tocco creando una nuvola di vapore. Apollo la osservò confuso.
“Iride mi deve un favore” si giustificò con rivolgendogli un sorriso amaro, poi, si rivolse alla fontana.
“mostrami Jonah Nighthief” disse con un filo di voce.
Il vapore non si mosse per qualche secondo, poi cominciò ad assumere colore, fino a mostrare un ragazzino dormiente, doveva avere tra gli otto e i nove anni, aveva i capelli ramati e il viso di una lieve tonalità rosata e sorrideva, a quella vista, anche Artemide non poté fare a meno di sorridere.
“non è bellissimo?” disse rivolta ad Apollo indossando uno dei suoi sorrisi più puri e sinceri.
“Artemide, non sarà mica …” Apollo si immobilizzò, non avrebbe mai pensato neanche lontanamente ad un evento del genere, eppure era reale, cercò gli occhi di sua sorella, che invece si perdevano nella visione di quell’esile figura dormiente.
“Thomas Hugo Nighthief, un naturalista ed esploratore esperto, l’ho amato dal primo momento che l’ho visto e lui ha amato me, avevamo tanto in comune e Jonah … è stato un errore, ne sono consapevole, ma non ho potuto evitarlo” un’altra lacrima solcò il suo viso andando ad infrangere la superficie dell’acqua, fece per parlare, ma Apollo fu più rapido di lei “manterrò il tuo segreto, ma tra cinque anni sarai costretta a riconoscerlo come tuo figlio, come farai?” chiese il dio accarezzando i capelli di Artemide.
“ho cinque anni per pensarci” ribatté lei con tono rassegnato.
“pensaci bene, sorella mia, noi siamo immortali, per noi gli anni passano come secondi” rispose lui passando una mano sul fresco getto d’acqua cristallina della fontana.
“Spendere tempo per pensare, caro fratello, è sempre meglio che prendere decisioni affrettate, anche se si tratta solo di pochi secondi”.
Nessuno parlò, anzi, Apollo si appostò accanto ad Artemide ad osservare insieme a lei Jonah che si svegliava nel cuore della notte e riconobbe subito gli occhi d’argento della sorella.
Lui era il figlio della Luna.
 
Note d’Autore: mi ero ripromessa di finire “Ice and Fire” prima di passare a qualsiasi a qualsiasi altra storia, ma si sa, l’ispirazione arriva sempre quando meno te lo aspetti! In questo primo capitolo ho voluto sottolineare il rapporto di fratellanza tra Artemide ed Apollo, vorrei dilungarmi con le spiegazioni, ma sto guardando Hugo Cabret, quindi … al prossimo capitolo!
Polaris_Nicole 
  
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