Anime & Manga > Kuroko no Basket
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Autore: Lavi Bookman    21/04/2014    2 recensioni
[Character Death!; Shounen-ai!]
[Kaga/Kuro - accenni Kuro/Ao]
[E' LA CONTINUAZIONE DELLA ONE-SHOT '20 minutes'. Perché sì, alla fine mi sono decisa. Leggibile anche da sola.]
"[...] Non gli era mai pesato. Aveva sempre pensato che fosse giusto così, che alla fine le cose si sarebbero sistemate. "tornerà quello di prima", si diceva.
Solo ora si rendeva conto che non era così. Non sarebbe mai potuto essere così.
Kuroko aveva visto troppo, e lui non era riuscito a mettergli le mani davanti agli occhi abbastanza in fretta. [...]"
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Daiki Aomine, Taiga Kagami, Tetsuya Kuroko
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo
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- Aomine's Basket.


Erano passati due anni. Kuroko rendendosene conto corrugò appena la fronte, asciugandosi il sudore che gli scendeva lungo le tempie.
Un altro tiro.
Un altro canestro.
Aveva deciso di specializzarsi nei lanci e non aveva tempo per ragionare su queste cose (Il tempo, ormai, aveva meno valore di quanto fosse disposto a dargliene).
«Tetsu, dovresti tornare in squadra, te lo dico sempre», proferì Kagami arrivandogli alle spalle. «Riko chied-»
«No.» e la risposta fu così decisa che non ci potevano essere repliche.
«Manchi a tutti...», ammise. "A me soprattutto", ma questo non lo disse.
Aveva il suono di una supplica mascherata. Di un'ovvietà che all'altro, evidentemente, non arrivava chiara. Sapeva che Kuroko non avrebbe risposto. Non gli aveva posto alcuna domanda, nessuno straccio di inizio di discorso. Lo vide tornare a canestro, palleggiando con una corsa non troppo veloce, fermarsi di colpo, posizionare le mani con un'eleganza che in realtà non era tale. Sembrava un movimento casuale, ma era studiato nei minimi dettagli. Kagami ne era certo. Si chiese se ci fosse qualcosa che non sapesse dell'altro. Si disse di no.
Più lo guardava più capiva che non era lì con lui. Non potevano essere insieme. I loro sguardi ora erano occhiate date per errore, e le nocche non cozzavano. Kuroko, semplicemente, aveva smesso. Di esistere, di pensare, di reagire. Muoveva mani, piedi e corpo senza accorgersene.
«Oi...»
Chiuse l'azione con un'ennesima riuscita, prima di voltarsi appena. La palla entrò nel canestro senza neanche sfiorare il cerchio metallico.
«Mh?»
«Aomine non tornerà, anche se insisterai a eliminare il mondo dalla tua vita.»
Disse la frase per poter vedere una qualche espressione sul volto dell'altro. Si sentì un insensibile a fare giochetti simili, ma era così stanco di vederlo sempre uguale.
Come risposta non ebbe risposta. Sentì i suoi occhi inchiodati in quelli azzurri del ragazzo che amava aveva di fronte, totalmente incapace di muoversi. Se possibile, stava guardando il buio personale di Kuroko. Ed era così terribilmente opprimente e pesante e viscido, che avrebbe preferito tornare indietro e zittirsi.
E nessuno dei due abbassava lo sguardo, non vi erano movimenti, i muscoli si erano irrigiditi e il sangue viaggiava più veloce.
«Torna a casa, Kagami-kun.» e sembrava un ordine degno di Akashi per come era stato pronunciato. In un altro momento, glielo avrebbe fatto notare con una punta di stupore.
Strinse le mani a pugno, rendendo l'espressione ferita e incazzata. Kuroko si chiese cosa fosse successo ai suoi occhi per renderli così esasperati. Si girò verso il canestro, e lanciò la palla. Una scrollata mentale di spalle.
Punto.
«Lo so che stai male, testa di cazzo, ma ti sembra il--»
«Non so di cosa parli.»
 
Kagami andò via.
Kuroko continuò a fare canestro.

Più ci pensava più si malediva. Era stato tutto inutile.
Aveva perso.
Aomine aveva vinto.
Senza portarglielo via, Aomine era comunque riuscito, anche da morto, a rendere Kuroko suo. E odiava vederlo tirare. Odiava i suoi canestri. Odiava non averlo più visto passare la palla a nessuno perché non c'era più nessuno a cui passarla. Neanche lui, anche se sperava sempre di sbagliarsi.
E lo sapeva il motivo per cui, in quei due anni, aveva deciso di dedicarsi esclusivamente al tiro a canestro. Era la dichiarazione più ovvia di amore, fedeltà, lealtà nei confronti della sua unica luce. Era un "non ho più nulla di lui, quindi mi avvicinerò come posso al suo stile di gioco per renderlo mio".
Si fermò vicino ad un muretto, sedendovisi sopra. Portò i gomiti sulle cosce e le mani a reggere il volto. Ricordava quando, ancora all'inizio, doveva stargli costantemente accanto. Quando aveva paura che lasciarlo da solo per più di venti minuti potesse essere un rischio troppo grande. Non gli era mai pesato. Aveva sempre pensato che fosse giusto così, che alla fine le cose si sarebbero sistemate. "Tornerà quello di prima", si diceva.
Solo ora si rendeva conto che non era così. Non sarebbe mai potuto essere così.
Kuroko aveva visto troppo, e lui non era riuscito a mettergli le mani davanti agli occhi abbastanza in fretta. Se lo chiese più volte: cosa avrebbe fatto se la sua di luce fosse scomparsa? La risposta era così ovvia che non poteva fare a meno di pensare a quanto fosse sciocco combattere contro un qualcosa a cui lui stesso non si sarebbe sottratto.
Avrebbe sempre seguito Kuroko, se fosse servito. Se solo fosse servito.
Non riusciva più a riconoscere il suo sorriso. I suoi occhi erano vuoti. E non poteva più considerarlo un'ombra. La sua assenza era sempre così dannatamente presente che il suo sguardo era sempre su di lui. Eppure, li separavano anni luce di distanza.
Strinse gli occhi, lasciando ciondolare il capo. Non era abbastanza importante. Ma lo accettava. Aveva quella insana idea che in mancanza di uno, l'altro avrebbe fatto per entrambi.
 
Kagami tornò.
Kuroko lo sapeva.



Spazio Autrice:
Mi consola sapere che su una cosa sono costante: non c'è un solo scritto che mi soddisfi.
Comunque poco importa, avevo promesso che avrei continuato '20 minutes'. Ci sarà solo un altro capitolo, credo. E più lungo sia di questo che della one-shot originale, in teoria.
Il titolo l'ho dato poiché può significare sia 'vicino' (com'è Kagami con Kuroko) sia 'chiuso' (Kuroko nei confronti di Kagami e di tutti gli altri).
Graditi commenti blablabla eccetera eccetera, chiudo qui, nh.
  
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