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Autore: sweetlove    16/07/2008    5 recensioni
Finalmente, per Bulma e Vegeta arriva il momento della luna di miele... ma sarà una vacanza molto particolare, poichè trascorsa dopo quindici anni di convivenza e due figli di dodici e un anno... Se la caveranno?
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bra, Bulma, Trunks, Vegeta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La casa sulla spiaggia
Capitolo 7°



***


La sera che precedeva il funerale dell'amatissimo proprietario della Capsule Corporation, al quale avrebbero partecipato centinaia di persone, la figlia, Bulma Briefs, girovagava per casa senza meta.
Il suo viso era coperto d'un pallore allicinante, gli occhi erano cerchiati, profondamente, e la nausea che l'aveva colta pochi minuti prima, dopo l'essersi congedati Chichi e Goku, le aveva reso la gola un incendio, oltre al sapore acido che le era rimasto in bocca.
Se ne stava in salotto, appoggiata alla finestra e avvolta nella sua vestaglia estiva, anche se sentiva più freddo di quello che immaginava.
Pensava a suo padre, quell'uomo sempre buffo e presente, che su quel letto era sembrato ancora più vecchio ed esile.
Adesso lo rivedeva accompagnarla a scuola, il primo giorno, tanti anni prima. Alto e bello, e soprattutto giovane. Era stato sempre un amore di padre, quello che tutte le persone vorrebbero... era stata fortunata anche in questo, Bulma. E se ne rendeva conto...
Adesso se ne stava lì, con la testa appoggiata al vetro, ad osservare le luci della città dormiente. Era ormai mezzanotte passata, aveva messo a letto Bra da ormai più di due ore e per tutto quel tempo era stata sola, a pensare e a farsi male. Non aveva più pianto, dacchè era rientrata a casa nel tardo pomeriggio, quando, dopo essersi ripresa dal malore, aveva insistito per andare ancora una volta accanto a sua madre. Poi era tornata in casa e come se fosse stato un giorno qualunque aveva preparato la cena, più per distrarsi che per necessità. Vegeta faceva finta di niente, almeno così sembrava, e non disse nulla nemmeno quando lei, versandogli dell'acqua, lasciò, senza volerlo, che l'orlo del bicchiere venisse scavalcato e che il liquido andasse a infradiciare tutta la tovaglia. Poi come al solito si era alzato, aveva fatto una doccia e si era chiuso in camera.
Evidentemente, pensò adesso Bulma, sarà già addormentato.
Inutile andare a dormire, ritrovandosi come sempre da sola.
Inutile importunare Vegeta. LUI stava dormendo, era stanco. Perchè svegliarlo... E soprattutto perchè mai avrebbe dovuto rimanere sveglio e aspettarla... non era successo niente, assolutamente niente di grave.
Lei aveva perso suo padre, e non era grave...
Non aveva bisogno di essere stretta, consolata, baciata. Niente di tutto questo.
O almeno cercava di convincersi che fosse così.
Meglio restare a distruggersi lì, accanto alla finestra, al buio, illuminata solo dalla luce dei lampioni del giardino.
Non si accorse in quel momento, che dietro di lei qualcuno stava avanzando lentamente, quasi in modo furtivo, a piedi nudi e con addosso solo un paio di pantaloni di una vecchia tuta.
La persona emise un lieve respiro, come per annunciare la sua presenza, e ci riuscì, poichè la donna, anche senza muovere un muscolo, riuscì a capire di chi si trattasse.
"Torna a letto, Vegeta..." Disse, senza muoversi di un millimetro. Non era necessario che lui stesse lì. Lei era forte, stava solo... pensando.
Non si udì nessuna risposta, nessun movimento, nessuna camminata verso il corridoio.
L'uomo rimase lì, a fissare il collo bianco della moglie, senza fare niente.
Trascorse qualche secondo dacchè Vegeta la fece rabbrividire, grazie all'improvviso contatto. Le cinse la vita e la costrinse ad appoggiare la schiena al suo petto vigoroso, in un movimento lento ma deciso.
Fù Bulma, stavolta, a respirare. E lo fece profondamente, senza preoccuparsi di lui, che la teneva come se avesse avuto paura di lasciarla cadere. E così sarebbe stato, poichè solo adesso Bulma  stava lasciandosi andare, dopo il breve sfogo avuto con lui della mattinata.
Guardavano insieme il panorama adesso, senza dirsi nulla. Lui più che mai cosciente che solo di questo aveva bisogno la sua donna.
"Vegeta?" Disse poi, lievemente, lei, con un leggero movimento del capo.
Lui non disse nulla, lei già sapeva che con quel silenzio voleva lasciarla continuare.
Bulma fece per parlare, per dire qualcosa, ma si bloccò all'istante, forse ripensandoci, e cambiò la domanda.
"Voglio... voglio andare a letto, ora..." E si divincolò dal suo abbraccio, lasciandolo quasi dispiaciuto. Ma lui sospirò ancora e la seguì in corridoio, fino in camera da letto, dove in un attimo lei si coricò nella sua parte del letto e si fece talmente piccola che avrebbe rischiato di cadere giù nel sonno, se si fosse voltata.
Era come se non volesse toccarlo, come se volesse evitarlo.
Ma per Vegeta, adesso, era quasi una questione d'orgoglio, non d'affetto, e fù per questo che l'afferrò per il braccio e la trascinò verso di sè.
"Che cosa fai?!" Protestò Bulma, ritrovandosi intrappolata tra le due braccia di suo marito, che la fissava, adesso, sospettoso.
"Perchè mi eviti?" Le chiese fermo.
"Non ti evito affatto..." Rispose lei, scivolando dalla sua presa e dandogli di nuovo le spalle. Cosa che lo irritò non poco.
"Se questo non lo chiami evitare... voglio solo sapere che diavolo ti sta succedendo, Bulma!"
"Vuoi sapere cosa mi sta succedendo?!" Con uno scatto si tirò a sedere sul letto, guardandolo scioccata "Mio padre è morto e mi chiedi cosa mi sta succedendo?!".
Non si accorse di aver parlato a voce troppo alta. Nella stanza accanto Bra si rigirò nel lettino, avvinghiandosi al suo orso di pezza, e nella stanza ancora accanto Trunks si svegliò, accese la luce sul comodino e, girandosi su un fianco, si accoccolò al cuscino, forse pronto a sentire l'ennesima litigata tra i suoi genitori.
"Come puoi dire una cosa simile?! Te ne sei sbattuto altamente per tutto il giorno! Adesso vieni a dirmi che se mio padre è morto non è di certo colpa tua?! Sei un mostro!"
"Cosa vuoi che ti dica, allora! Di certo non gliel'ho fatto venire io l'infarto, ero lontano da casa quanto te! Se hai bisogno di litigare trovati qualcun'altro, non me! Chiaro?!"
Adesso stavano urlando.
Trunks si alzò dal letto, mogio e stanco. Non per andare dai genitori, sapeva che avrebbe fatto arrabbiare ancor di più suo padre, ma entrò nella stanza della sorellina, che adesso si agitava tra le lenzuola a quadri rosa pronta a lamentarsi per il risveglio improvviso.
Il ragazzino la prese in braccio, prima che potesse farsi udire dai genitori, e lentamente, mentre già lei si calmava, la portò in camera sua, chiudendosi la porta alle spalle e sentendo le voci affievolirsi. Mise Bra nel suo letto e si coricò accanto a lei.
Si addormentarono subito, ignari che nella camera da letto Bulma e Vegeta si erano già calmati. O meglio lui si era calmato, lei faceva solo finta. Il primo era disteso ora supino, con un braccio dietro la nuca a fissare il soffitto. L'altra era quasi sull'orlo del letto, guardava il pavimento e si teneva stretta al lenzuolo. Si sentiva sola come mai in vita sua... e anche meschina, per il suo comportamento nei confronti di Vegeta, che a modo suo, in fondo, stava cercando di aiutarla. Era scivolata via dal suo abbraccio, del quale aveva tremendamente bisogno. Il motivo nemmeno lo sapeva... Sapeva solo che era vero, lo stava evitando, forse per capriccio. Ma era un capriccio più che stupido, poichè aveva tremendamente bisogno di lui, adesso, anche se lo aveva respinto. L'aveva abbracciata! Senza che nessuno gliel'avesse chiesto! E lei era stata buona solo a urlargli contro... Forse per tutto il dolore che serbava dentro di sè.
E all'improvviso scoppiò a piangere. Non un pianto silenzioso e nascosto. Pianse singhiozzando e nascondendo il viso sul cuscino. Pianse senza sperare in un suo ennesimo abbraccio, che infatti non arrivò. E fù lei alla fine a cercarlo, smettendo per un momento di singhiozzare e strisciando verso di lui, nascondendo il volto sul suo petto e cingendogli la vita con un braccio, così come fece lui poco dopo. Si addormentarono entrambi dopo appena cinque minuti.


"Trunks, sbrigati, faremo tardi!"
Bulma stava giusto mettendo nella borsa un ciuccio e il proprio telefono cellulare, quando Trunks, ancora abbastanza assonnato, scese le scale con il suo zainetto sulle spalle. Non sembrava molto entusiasta di quell'uscita estremamente mattiniera.
"Qualche problema tesoro?" Gli domandò Bulma, appena si accorse del broncio dipinto sul volto del ragazzino, non fermandosi, però, dal suo lavoro del momento, ovvero riempire la borsa del passeggino con qualche pannolino, una tazza antigoccia per l'acqua e qualche giocattolo.
"Non voglio tornare a scuola, mamma..." Si lamentò Trunks, mettendo in borsa il suo pranzo e richiudendo la cerniera velocemente.
"Lo so, amore, che queste vacanze non sono state delle migliori... ci rifaremo a Natale, vedrai!" Gli strizzò un occhio, carezzando i capelli lilla del figlio e pensando un momento che la sua vocina stava cambiando e che stava proprio diventando la voce di un ragazzo, non più di un bambino. Stava crescendo, il suo Trunks.
"Andiamo..." Gli disse poi, dopo aver assicurato Bra nel suo passeggino e aver aperto la porta.
Tempo cinque minuti e furono già in strada. Il tempo era bello, quella mattina. Si respirava ancora l'aria dell'estate, anche se loro, da due mesi a quella parte, le vacanze non se le erano godute alla meglio.
Cinquantasette erano i giorni dacchè il povero signor Briefs era stato sepolto. Cinquantasette i giorni trascorsi come risalendo una grande e ripida scala, aggrappandosi ad ogni gradino per farsi forza.
Cinquantasette i giorni per sentire la prima parolaccia di Bra. Cinquantasette giorni per sospettare ancora una volta di essere incinta ma non litigare più con Vegeta.
Cinquantasette era ora il numero civico che avevano davanti.
La scuola media di Trunks, dove avrebbe ricominciato un nuovo anno scolastico, era davanti a loro, la campanella stava già suonando e decine di ragazzini si avviavano all'ingresso senza eccessiva premura.
"Ci vediamo oggi mamma!" Disse Trunks, voltando le spalle alle due donne di casa.
"Ciao! Divertiti!" si sentì dire dietro, prima che infilasse la porta d'ingresso.
"Divettiti! Tao Tao!" Fece eco Bra, ma questo il ragazzino non potè sentirlo.
Bulma ridacchiò divertita, facendo manovra con la carrozzina e girando l'angolo a destra, imboccando la strada principale e benedicendo l'idea avuta, ovvero quella di andare a piedi al lavoro, nella sede principale della Capsule Corporation. La coda formata dalle auto era lunga svariati chilometri.
"Coraggio piccola mia..." Disse più per sè che per Bra "Ci aspetta una bella passeggiata!".
Camminò cinque minuti a passo svelto, oltrepassando vetrine e negozi, ma fù costretta a soffermarsi solo quando si trovò accanto a una grande recinsione di ferro battuto nero, che circondava una grande distesa di erba che quasi sarebbe sembrato un bel parco giochi, se non fosse stato per i vari monumenti in pietra che si intravedevano all'interno. Lapidi...
Bulma sospirò, osservando il grande ingresso aperto. Vide uscire una madre, giovane ma vestita di stracci, con una bambina molto piccola in braccio. Poteva avere si e no l'età di Bra. La donna aveva ancora le lacrime agli occhi.
'Deve aver perso il marito...' Pensò, osservandola svoltare l'angolo e immergersi nella strada che conduceva al grande quartiere popolare della città.
Bulma si riscosse un momento, tornando a guardare verso l'interno del cimitero.
"Che ne dici, Bra... facciamo un salutino al nonno?" Le chiese, entrando già e percorrendo quel ben curato luogo di riposo, fino ad arrivare nella zona ovest. Sorgeva lì una lapide, non ancora rovinata dalle pioggie invernali ma già ormai poco distinta dalle altre, se non per la qualità della pietra e del marmo.
Bulma tolse dal passeggino Bra, per poter salire sulla zona erbosa e raggiungere la lapide, e la tenne per mano mentre assieme camminavano lentamente verso la tomba del signor Briefs.
Quando furono lì davanti, Bulma si chinò e sistemò il vaso di fiori leggermente rovesciato dal vento che aveva soffiato quella notte, poi cinse la piccola vita di Bra con un braccio, nonostante la piccola non capisse dove fosse e perchè si trovasse lì.
"Sto andando al lavoro, papà..." Mormorò poi la donna, sorridendo lievemente.
"Verrò presto a portarti dei fiori, promesso... ci vediamo presto!"
Tornò a sollevarsi, stringendo a sè Bra per sederla su un suo braccio e raggiungere più in fretta la carrozzina sul vialetto. Ripresero il loro cammino fino all'ufficio.
Ma prima Bulma si fermò in un negozio...


"Ciao tesoro..." Rientrò a casa a ora di pranzo e fù compiaciuta di trovare Vegeta sul divano davanti alla televisione e non a massacrarsi nella camera gravitazionale.
"Tutto bene?" Domandò al marito taciturno, che rispose con un piccolo cenno del capo.
"Ho una bella sorpresa..." Disse ancora Bulma, mettendo giù la figlia e sedendosi accanto al marito.
"Sarebbe?"
Vegeta la guardò estrarre dalla borsa una busta bianca, con estrema calma.
"Qui dentro c'è la nostra estate prossima..." Affermò semplicemente la donna, aprendola e estraendo due biglietti azzurri.
Il Saiyan guardò prima i due pezzi di carta, poi la moglie, sospettoso.
"Cosa?"
"Una bella vacanza sul mare, senza figli e senza una casa da mandare avanti..."


Fine



N.D.A.
E' una conclusione pressochè stupida e insensata, ma essendo io dell'umore poco adatto a continuare una storia divenuta abbastanza triste e non essendo un amante dell' Inconclusa ho deciso di terminarla così.
Ma non temete, mi sto già riprendendo e sto già studiando una fan fiction tutta nuova da scrivere... datemi qualche giorno, o qualche settimana, e vi prometto che ne scriverò un altra molto migliore di questa!
Grazie ancora a tutti coloro che hanno recensito questi capitoli, a coloro che hanno avuto pazienza per la lunga attesa nell'aggiornamento e coloro che leggeranno le mie prossime storie!
Vi adoro!


Sara







   
 
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