Serie TV > Glee
Segui la storia  |       
Autore: Backyard Bottomslash    22/04/2014    5 recensioni
Percorsi di vita che si intrecciano sulle rotaie di una metropolitana.
Dal testo: "Quinn Fabray aveva scelto di dedicare la sua intera vita al lavoro.
Non aveva avuto figli, non si era sposata, non aveva mai provato l'amore.
Una sorte piuttosto triste e paradossale per chi l'amore lo scriveva."
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Quinn Fabray, Rachel Berry | Coppie: Quinn/Rachel
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
A penny for your thoughts
Capitolo 5



Rachel Berry aveva passato così tanto tempo ad aspettare il vero amore, ad attendere le farfalle nello stomaco e il fiato rotto dalla passione, che, dopo averne testato una scialba riproduzione, aveva iniziato a credere che avrebbe semplicemente bussato alla sua porta e lei non si sarebbe dovuta preoccupare se non di aprire in tempo con uno sguardo abbastanza carico di emozione.

Alla fine la sua faccia era finita sui cartelloni pubblicitari di tutta New York.

Alla fine il volto di Rachel Berry era diventato il volto di Fanny Brice.

Niente più via vai... Beh, perlomeno niente più mezzi pubblici.

Le avevano messo a disposizione un autista. Non si trattava di una limousine, di “un'auto di lusso” piuttosto, ci teneva a precisarlo.

Non amava ammetterlo, ma le piaceva da matti essere una privilegiata. Se, però, avesse dovuto trovare un aspetto negativo, l'altra faccia della medaglia, quella faccia avrebbe avuto i lineamenti delicati, gli occhi di un colore indefinibile e un sopracciglio davvero, davvero impertinente.

Se ne era scoperta ossessionata.

E si sentiva ridicola quando, ogni volta che il sipario si alzava, sfidava la luce dei riflettori, pretendendo una risposta alle domande che si insinuavano in lei ogni qualvolta abbassava le difese che si ergevano intorno alla sua mente.

L'aveva vista su quei cartelloni?

Si era ricordata di quella donna che aveva giudicato estremamente insolente? Non era sicura che avesse usato quella parola, ma era certa che l'avesse perlomeno pensata.

Era più salita su quella metro? E se sì, si era mai guardata intorno alla ricerca di una figura, di un volto, di lei?

A dirla tutta, non si era nemmeno mai riuscita a spiegare cosa avesse scatenato la sua indole invadente, quel giorno. Ne aveva attribuito la colpa a due labbra troppo rosa per passare inosservate e ad un profumo di camomilla che le era entrato dentro e non era uscito più.

Nemmeno dopo giorni.

Nemmeno dopo settimane.

Nemmeno quando aveva smesso di tormentare la sua coscienza e aveva iniziato ad attribuire la responsabilità di quel breve, stringato, confuso, strano, ma magnifico dialogo allo stesso destino che Quinn aveva menzionato.

D'altra parte, non aveva smesso di cercare.

Non aveva smesso di sperare di essere ricordata.

Non aveva smesso di sperare di essere trovata.

Perché come si può togliere la speranza a qualcuno che ha lottato per i suoi sogni ancor prima di iniziare a parlare?

Sì, Rachel Berry era egocentrica, petulante, talvolta egoista e spesso sgradevole, ma era armata di fede e caparbietà e già troppe volte aveva vinto le sue battaglie per fallire proprio in quel caso.

Se c'era una cosa che non le era mai mancata, era uno scopo.

E amava quell'agrodolce sapore di sfida.

Amava la sensazione dell'adrenalina che le pervadeva il corpo.

Amava prepararsi per quel nuovo viaggio, per quella nuova, instabile meta.

Aveva la valigia pronta da così tanto tempo che aveva persino dimenticato cosa ci fosse dentro.

E quell'incertezza le piaceva.

E quell'incertezza la logorava.

Ma non la uccideva.

Perché come si può togliere la vita a qualcuno che l'ha appena abbracciata?

Terminò di struccarsi e si guardò allo specchio, lasciandosi andare ad un sospiro. Stanco, eppure felice, eppure vivo.

Si chiuse la porta del camerino alle spalle e si strinse nel lungo cappotto mentre percorreva il corridoio che l'avrebbe nuovamente sputata nel caos di quelle strade grigie.

Non aveva programmato di scontrarsi con del verde... e con dell'oro... e con quella tonalità di rosa troppo particolare per passare inosservata.

Aveva programmato di sentire il rumore di nocche che bussavano alla sua porta, aveva programmato di aprire con il migliore dei suoi sorrisi, uno di quelli che a Lima avevano lasciato interdetta più di una persona.

Ciò che non si aspettava era di dover attraversare la soglia di quella porta, uscire, e con davvero poca grazia capitolare tra le braccia di quell'amore che la guardava con un sopracciglio alzato ed un ghigno pronto ad esplodere in un'armoniosa risatina di scherno.

«Credo che tu mi debba un penny, Miss Berry.»


___________________________________________

Note:
Anche se dopo un secolo e mezzo, ecco a voi il capitolo conclusivo di questa mini, mini, ma veramente mini long.
Come il secondo capitolo era strettamente legato al primo da analogie e contrasti, anche questo lo è con il capitolo precedente, ma se qualcosa vi ha lasciati perplessi, vi ha fatto storcere il naso o semplicemente non vi è piaciuta, vi invito a farmelo sapere: ogni commento, che si tratti di una critica o di un complimento, è ben accetto.
Alla prossima!

- BB

   
 
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Glee / Vai alla pagina dell'autore: Backyard Bottomslash