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Autore: KDSanders    17/07/2008    7 recensioni
< Passi nove mesi ad aiutarla, le procuri qualsiasi cibo di cui possa aver voglia a qualsiasi ora del giorno, le massaggi i piedi quando fanno male, continui a farle complimenti così che si ricordi che anche se non entra più nei suoi vestiti preferiti è bella come è sempre stata, e poi arriva questo momento in cui pensi che lei avrà bisogno di te più di tutti gli altri ed improvvisamente diventi…” “Completamente inutile,” >
Vivamente consigliata a tutti coloro che hanno recensito e/o messo fra i preferiti "Daddys aren't afraid of anything"...perché, se vi è piaciuta quella, non potrete non adorare questa!
(a tutti gli altri, la regia consiglia vivamente di leggerle entrambe! =)
Ron/Hermione è il pairing principale, gli altri, oltre a quelli stabiliti da mamma Row, sono: Percy/Penelope, George/Verity.
Buona lettura! =)
Genere: Generale, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Ron/Hermione
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Nuova pagina 1

Bando agli sproloqui, ecco qui una traduzione fresca fresca.
Gli uomini della famiglia Weasley parlano delle loro esperienze, mentre stavolta tocca a Ron... leggete e recensite!
(Ringraziamenti per 'Short but sweet' nel prossimo capitolo della raccolta!)

Utterly useless - Completamente inutile

Nel salotto della Tana, Ron fissava assente un punto fuori della finestra. Non aveva udito nulla dal piano di sopra dal momento in cui Fleur l’aveva mandato al piano di sotto per riposarsi. Ancora adesso rideva, ripensando alla parola. Come pretendevano che si riposasse in un momento del genere? Sentiva soltanto degli stralci della conversazione alle sue spalle, e decise di non prenderne parte. Non gli sembrava giusto che lui fosse lì con la sua famiglia, mentre Hermione stava facendo tutto il lavoro. Un paio di volte si era incamminato per tornare al piano di sopra, ma poi si era fermato. Dentro di sé sospettava che Fleur l’avesse mandato fuori perché non le infastidisse, e se era davvero così, era meglio che non stesse lì, per quanto volesse rendersi utile.

Proprio in quel momento un suono lo distrasse, mentre una nuvola di fumo verde riempì il camino ed una sorridente testa fulva fece il suo ingresso, tenendo in braccio un bambino.

“Ciao,” disse Ginny uscendo dal camino. “Siamo in ritardo?”

“No, cara,” rispose il signor Weasley, alzandosi per baciare sua figlia ed il bambino fra le sue braccia.  “Siete arrivati in tempo.” Arthur prese la borsa dei pannolini dalla spalla di Ginny e la poggiò sul divano, mentre arrivavano Harry ed il piccolo James, di tre anni.

“Nonno!” chiamò il giovanotto, raggiungendo Arthur. “Posso prendere il bambino in braccio?”

“Non ancora,” Arthur rise, prendendo in braccio il nipote ed andandosi a sedere su una vecchia sedia vicino al camino. Ai suoi piedi, un paio di bambine dai capelli color biondo argenteo giocavano con le bambole.

“Come se la sta cavando Hermione?” chiese Ginny.

“Jinnì, c’est toi?”  uno spiccato accento francese chiamò dal piano di sopra. “Jinnì, Hermione chiede di te.”

“Arrivo subito. Harry, prenderesti Albus?” Ginny porse il bambino a Harry e seguendo la voce di Fleur salì le scale.

Ron si imbronciò quando vide la sorella salire. I suoi sospetti erano confermati; Hermione non aveva chiesto di lui. Non ne aveva proprio bisogno.

“Come se la sta cavando?” chiese Harry, sedendosi e prendendo dalla borsa dei pannolini

 al suo fianco il biberon per dar da mangiare ad Albus.

Arthur rispose quando Ron non lo fece. “Sta bene,” disse posando James per terra così che giocasse con Victoire e Brigitte. “Molly e Fleur stanno badando a lei. Ron è sceso circa un’ora fa.” Lanciò un’occhiata al figlio. “Non ha detto molto.”

“Mi ricordo com’è stato la prima volta,” Harry rise, spostando lo sguardo da James a Ron. “Vorrei poterti dire che poi diventa più facile.”

“Io ci sono passato sette volte,” Arthur ridacchiò. “Se mai, peggiora. Passi nove mesi ad aiutarla, le procuri qualsiasi cibo di cui possa aver voglia a qualsiasi ora del giorno, le massaggi i piedi quando fanno male, continui a farle complimenti così che si ricordi che anche se non entra più nei suoi vestiti preferiti è bella come è sempre stata, e poi arriva questo momento in cui pensi che lei avrà bisogno di te più di tutti gli altri ed improvvisamente diventi…”

“Completamente inutile,” Bill interruppe, entrando dalla cucina con un vassoio di tè e biscotti.

Ron sollevò lo sguardo; le parole di suo fratello lo colsero nel segno.

“Esattamente,” disse Arthur mentre Bill gli porgeva una tazza di tè. “Sei lì e ti senti di troppo. La tocchi e lei grida e tu pensi che sia colpa tua.”

Harry fece un mesto sorriso, prendendo la propria tazza di tè. “Quando Ginny stava avendo James, ho provato a confortarla dicendole che se la stava cavando bene, e mi ha tirato in testa un bicchiere d’acqua.”

Ron prese una tazza di tè e si sedette accanto a Harry. Ora cominciava a pensare che fosse una benedizione che Fleur l’avesse mandato via.

“Devi essere contento che Molly abbia avuto abbastanza buonsenso da togliere in anticipo la bacchetta a Ginny. Quando Molly stava avendo Bill, sua madre si dimenticò di togliergliela. Mi colpì con una fattura Gambemolli per averla chiamata LollyMolly.” Suo fratello Gideon ha dovuto trascinarmi in salotto per eseguire il controincantesimo, mentre Fabian provava a toglierle la bacchetta dalle mani.”

 “Io sono stato fortunato,” aggiunse Bill. “Ero al lavoro quando Fleur è entrata in travaglio con Victoire. Nel tempo che hanno impiegato per trovarmi nei sotterranei della banca e che sono salito, era già nata. Con Brigitte, ho fatto in modo che non mi mandassero a lavorare nei sotterranei nelle ultime settimane. Quando ho ricevuto la chiamata, Fleur mi ha detto che ce l’aveva fatta così bene senza di me la prima volta che avrei potuto stare fuori dalla sala anche stavolta. Quando mamma mi ha chiamato dentro, Fleur aveva già riavuto indietro la sua bacchetta, si era rinfrescata ed aveva vestito Brigitte. Il suo savoir-faire a volte torna utile.”

“Non so,” disse Harry, girando Albus per fargli fare il ruttino. “Ammetto che avrei potuto farcela anche senza bicchieri d’acqua lanciati sulla mia testa, o minacce di fatture che avrei ricevuto se solo sua madre le avesse ridato la bacchetta, ma non avrei voluto lasciare sola Ginny per niente al mondo.”

Il corpo di Ron sembrò sprofondare nel divano sempre più.

“Harry ha ragione. Molly è stata irrequieta con ciascuno di voi, ma ho a cuore il ricordo delle vostre nascite. Non dimenticherò mai,” disse Arthur divertendosi egli stesso, “il giorno in cui ha avuto Fred e George. Fred era appena nato e lei si stava riposando. Poi lasciò uscire un urlo tremendo. Vostra nonna mi porse Fred e disse: ‘Ok, Molly cara, non abbiamo ancora finito, sembra che ne abbiamo un altro.’ Molly la guardò e chiese: ‘Un altro cosa ?’”

I tre uomini scoppiarono a ridere, e anche Ron non poté trattenere un leggero sbuffo.

“Cosa c’è di tanto divertente?” chiese George entrando dalla porta principale con in mano i bagagli e la borsa dei pannolini su una spalla.

“Il papà ci stava giusto dicendo come la mamma una volta ti ha chiamato uncosa’,” disse Bill, sempre ridacchiando.

“Una volta?” sua moglie Verity commentò, entrando con in braccio il suo bambino. “Il giorno del nostro matrimonio, Molly mi chiese se sapevo esattamente cosa stessi per sposare. Me lo sto chiedendo ancora oggi.”

In quel momento, fra le risate generali, una coppia fece cauta il suo ingresso nel salotto.

“Hugo, Evelyn,” disse Arthur, alzandosi per salutare il signor e la signora Granger. “Che bello vedervi, benvenuti alla Tana. Spero che abbiate fatto un buon viaggio.”

“Il paesaggio sul treno era davvero grazioso,” Evelyn commentò, “abbiamo vissuto in città davvero troppo a lungo. Dov’è Hermione?” sua madre chiese, impaziente.

Ron si rizzò in piedi, vedendola come un’opportunità per raggiungere la moglie.

“È al piano di sopra,” rispose Bill, “se mi seguite, vi porto da lei.”

Ron si risedette scomposto ad un cenno del fratello, mentre Bill accompagnò la signora Granger al piano di sopra e George e Verity si diressero in cucina a preparare il pranzo.

“Del tè, Hugo?” chiese Arthur, offrendo una tazza al signor Granger.

“Sì,” rispose, sedendosi sul divano a fianco di Harry. “Grazie. Ron, ragazzo mio, come ti senti?”

Ron fece spallucce, incapace di stabilire un contatto visivo.

“Credo che si senta un po’ escluso,” disse Harry, sapendo che Ron preferirebbe che cambiassero discorso.

“Ah,” Hugo annuì comprensivo, “e tu come stai, Harry?”

“Io sto bene,” rispose Harry, “indaffarato come probabilmente vedi,” disse indicando il bimbo addormentato sulla sua spalla.

“Oh, vedo,” Hugo sorrise. “Hermione mi ha detto che tu e Ginny avete avuto un secondo figlio. Come si chiama?”

“Lui è Albus.”

“Ah,” disse, accarezzando il mento del neonato, “hai un nome davvero nobile, Albus! Devi essere emozionato, Arthur, tutti questi nipoti così vicini tutti insieme. Con questo quanti sono?”

“Beh,” disse Arthur, preparandosi per la lunga lista, “le bambine di Bill e Fleur, Victoire e Brigitte, sono le più grandi.” Indicò le due bambine che giocavano tranquille ai suoi piedi. “Poi c’è Petra, la bambina di nostro figlio Percy e di sua moglie Penelope. Poi il figlio di Harry e Ginny, James; il figlio di George e Verity, Fred; poi Albus, e ora quello di Ron e Hermione.”

“Percy e la sua famiglia non sono riusciti a venire?”

“Percy aveva da lavorare,” disse Arthur, “Penelope ci ha contattati prima per dirci che saranno qui non appena Percy tornerà a casa.”

“E l’altro tuo figlio?”

Arthur annuì. “Charlie, si sposta continuamente a causa del lavoro, e non so proprio se abbia intenzione di sistemarsi.”

“Ti dirò, Arthur, sono geloso,” disse il signor Granger, mentre Bill ritornava e prendeva posto sul pavimento con le sue figlie. “Hai una famiglia incredibile.”

“Grazie. Molly e io siamo stati davvero benedetti.” Arthur bevve un sorso di tè. “Avete mai pensato di avere altri bambini?”

“Evelyn ed io ne abbiamo parlato, ma non è mai successo. Hermione era una bambina davvero esigente. Sembrava che non ci potessimo distrarre un attimo che accadeva qualche cosa; è stato solo più tardi che ne abbiamo capito il motivo. Evelyn è tornata a lavorare quando Hermione ha cominciato la scuola, e poi abbiamo continuato a rimandare. Ogni compleanno Hermione diceva che avrebbe voluto una sorellina, ma poi quando ha compiuto tredici anni ha smesso di chiedere.”

“Si è arresa?” chiese Arthur.

“No,” il signor Granger scosse la testa, “ha incontrato Ginny. Non sai quanto l’amicizia di tua figlia abbia fatto per lei.”

“Non sai tu quanto tua figlia abbia fatto per Ron. Non avrei mai potuto immaginarlo più felice.”

Ron arrossì.

Hugo si sistemò meglio sul divano, sorridendo per il complimento. Guardò nella stanza le bambine giocare e i due neonati che ora dormivano della grossa.

“Non posso crederci,” sospirò. “Non posso credere che la mia bambina stia per diventare mamma. Mi sembra come se fosse nata soltanto ieri. Ho portato Evelyn all’ospedale più o meno alle quattro della mattina. L’infermiera l’ha fatta sedere su una sedia a rotelle e l’ha portata in una stanza per visitarla. Dopo un po’ il medico – Hermione mi ha detto che li chiamate Guaritori. Il medico è entrato per controllare che Evelyn stesse bene e che tutto fosse a posto. Le ha chiesto se volesse qualcosa per alleviare il dolore.”

“Come una pozione?” domandò Bill, interessato.

“Una specie,” asserì Hugo, cercando di pensare ad un modo per spiegarlo. “Solo che non si beve. Prendono questo cilindro con l’ago e lo riempiono con il farmaco.” Fece una pausa, non avendo in mente un modo migliore per esprimersi, “E poi infilano l’ago nella sua schiena e fanno entrare la medicina.”

Arthur fece una smorfia. “Sembra doloroso. Io piuttosto preferirei una pozione.”

“Da ciò che Evelyn ha raccontato dell’esperienza, sono sicuro che sarebbe stata d’accordo con te, ma per noi questo è meglio di niente. Ci è voluto un po’, ma finalmente il farmaco ha cominciato a fare  effetto, e poi il dottore ha detto che era arrivato il momento di spingere. Prima che mi rendessi davvero conto di cosa stesse succedendo, avevo in braccio Hermione.”

“Beh,” Arthur disse con uno sguardo pensieroso, “ci sono delle differenze, ma alla fine, è essenzialmente lo stesso.”

“Che tipo di differenze?”

“Beh, molte streghe partoriscono in casa o, meglio, in casa della famiglia. Prendi Hermione, per esempio. Quando è giunto il momento, lei e Ron hanno usato la Metropolvere per venire qui; la Smaterializzazione non è sicura per le donne incinte. Quando è arrivata, Molly l’ha fatta sistemare di sopra e io ho contattato tutti. Se il dolore è troppo, a Hermione verrà data una pozione che è sicura per il bambino. Anche se, da quello che mi ha detto Ginny, se la sta cavando bene anche senza.”

“Quindi tutti i tuoi nipoti sono nati qui?”

“Sì,” Arthur annuì. “Anche i gemelli, Ron e Ginny sono nati qui. Dopo Percy, era più facile far venire qui il resto della famiglia che provare a portare tutti i bambini dai genitori di Molly.”

“Che succede se ci sono delle difficoltà, o se la mamma o il bambino sono malati?”

“In quel caso, verrebbe chiamato un Guaritore che risponderebbe immediatamente.”

Hugo annuì. “Risponde immediatamente?” chiese. “Ne siete sicuri?”

“Completamente sicuri,” Arthur lo rassicurò. “Abbiamo dovuto chiamare un Guaritore quando è arrivato Percy. È nato circa un mese in anticipo. Era piccolissimo e non piangeva. La madre di Molly era una strega molto capace, ma era preoccupata che le sue conoscenze non fossero abbastanza. Dopo pochi istanti che l’avevamo chiamato, c’era un Guaritore nella stanza, con qualsiasi genere di pozione e strumento. Dopo circa cinque minuti, Percy era roseo e urlava; il Guaritore ha fatto un inchino e se n’è andato. Sono persone molto efficienti.”

Solo allora Ron tirò un profondo sospiro, catturando l’attenzione di tutti.

“Ron?”

“Cosa?” Ron sollevò lo sguardo e si accorse che tutti lo stavano fissando. “Scusatemi. È che-” Fece una pausa. “È sempre così?”

“Sì!” tutti gli uomini dissero all’unisono, George gridando la sua risposta dalla cucina.

“Ma come fate? Se continua ancora, credo proprio che sverrò. Non so come Hermione se la stia cavando. Quando me ne sono andato non avrebbe preso nessuna delle pozioni della mamma. Ha detto che voleva farcela da sola.”

“La madre di Molly gliel’ha fatta prendere. Le ha detto che non aveva senso soffrire quando avrebbe potuto evitare il dolore.”

“Beh, io l’ho evitato,” disse Verity, portando dalla cucina un piatto di panini e posandolo sul tavolo davanti a Ron. “Appena Molly mi ha fatto sistemare, mi ha offerto una pozione. Ne ho prese tre boccette prima che Fred fosse nato, e non ho mai sofferto un momento.”

“Spero che hermione ne abbia presa un po’,” asserì Ron, prendendo un panino. “Ne dubito, comunque. La mamma ha continuato ad offrirgliene, ma lei continua a rifiutare.”

“Mia figlia è molto testarda, Ron,” ridacchiò Hugo. “Tu dovresti saperlo meglio di tutti. Se si mette in testa che ce la farà senza pozione, allora ci riuscirà.”

“Lo so,” disse sporgendo il piatto ai bambini, dato che Victoire, Brigitte e James cominciarono a chiedere i panini. “Ho sempre saputo che fosse più forte di me,” sospirò. “Solo che non ho mai immaginato quanto più forte.”

“Stai andando alla grande, figliolo,” disse Arthur, mettendo una mano sulla spalla di Ron. “È dura quando vuoi così tanto essere utile ma non c’è niente che tu possa fare.”

“Mi sento come se non avesse neanche bisogno di me.” Ron emise un gran sospiro, prendendosi la testa fra le mani.

Finalmente, Ron udì Fleur che lo chiamava. “Ron, vieni qui, Hermione ha bisogno di toi”

Senza una parola, Ron scattò su per le scale.

I minuti passarono in un silenzio angoscioso, tutti rimasero con lo sguardo fisso sul pianerottolo finché Ron non riapparve, gli occhi luccicanti ed un sorriso sul volto.

“Ho una figlia.”

  
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