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Autore: Sami_    22/04/2014    1 recensioni
E se la Strega Bianca avesse avuto una figlia?
E se questa figlia fosse sotto un incantesimo? Beh, solo uno può spezzare l'incantesimo.. Chi?
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Edmund x ...
Peter x Susan (NO INCEST!) Leggete e saprete! ;)
Genere: Romantico, Sentimentale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Edmund Pevensie, Peter Pevensie, Susan Pevensie
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Edmund guardò Sun, dubbioso sul da farsi:
 
 - Dici che basta il calore?
 - Dipende, di sicuro non il fuoco, ci hanno provato tutti per migliaia di anni.
 - Scusa ma.. Non hai detto che sono l'unico che vede la catena?

Edmund fulminò Sun che gelò sul posto, lei aveva la coscienza pulita.. ma perchè Ed avrebbe dovuto fidarsi di una sconosciuta legata da una catena, che dice di avere migliaia di anni e che per puro caso si trova nel castello che il popolo di Ed stava attaccando?!

 - Beh, tecnicamente sì, ma non pensi che ho provato a farmi liberare già innumerevoli volte?
 - Mh.. Hai ragione. E.. allora come faccio?
 - Se lo avessi saputo non sarei qui, che ne pensi?
 - Mh.. Hai ragione, di nuovo. Allora.. Cosa batte ghiaccio? Fuoco. perchè fuoco è.. Calore. Il calore viene prodotto anche dal..? Sole.. socialmente inutile, visto che è  notte.. Il calore è..? Energia termica. E come si trasmette..? Attraverso.. Due corpi che.. OHHH! Avrei dovuto dar retta a Susan ed ascoltare la lezione di scienze.

Shine stava pregando che Edmund la smettesse di parlare da solo e giungesse presto ad una conclusione e mentre lui continuava a ragionare freneticamente, a lei sembrava di poter vedere la paura e la preoccupazione di Ed nel rischiare di non riuscirla a salvare.
Era bello vedere che, per la prima volta in vita sua, c'era qualcuno che si preoccupasse veramente per lei, non come tutti quelli che nell'arco del tempo avevano invaso Narnia che l'avevano considerata niente più che un impiccio da tenere in casa.

 - Contatto. Ma certo! Quando due corpi di diversa temperatura vengono a contatto.

Edmund guardò negli occhi Sun, sembrava stesse cercando qualcosa.. Coraggio.
Dopo quelll'occhiata Ed era imperturbabile, e nonostante dei brivid gli percossero la schiena, andò dritto verso la catena e si chinò.
Se c'era una cosa che Ed non aveva mai ammesso nè a se stesso nè agli altri era quanto lo attraesse il ghiaccio.
Puro, statico, freddo.
Era sempre stato la cosa più affascinante che Ed avesse mai voluto.. Possedere.
Aveva ancora vividamente impresse nella sua mente le immagini e gli attimi in cui aveva conosciuto la Strega Bianca.
Tutti dicevano che era cattiva; ma come poteva una creatura così bella, che per giunta produceva qualcosa di così ammaliante come la neve - in tutto il suo candore - ed il ghiaccio - con tutti i suoi riflessi - .. essere cattiva?
Edmund, colmo della sua ingenuità di bambino, si rifiutava di credere alle parole che gli venivano dette.
Come se non bastasse, a favore della Strega, c'era il fatto che l'avrebbe fatto diventare un Re!
E fu quello, il momento in cui si fidò di quello a cui maggiormente aspirava. 
E fu in quell'esatto momento.. che tradì. 
Tradì chi veramente lo aveva amato e coloro che per Edmund erano di vitale importanza.
Perchè? Si chiedeva Ed..
Perchè anche stavolta avrebbe dovuto fidarsi di qualcuna che sembrava essere perfetta, che aveva a che fare col ghiaccio - anzi, che sembrava esserlo lei stessa - e che lo attraeva così fortemente? 
Pensò che di sicuro c'era qualcuno lassù che si stava divertendo parecchio a giocare con lui.
Ecco come si sentiva Ed, una pedina.
Una pedina negativa appartenente a qualcuno che si stava burlando dei rimorsi, dei sensi di colpa e ancora delle emozioni contrastanti che gli attanagliavano lo stomaco, impedendogli di ragionare a mente fredda. Lui era la pedina negativa e Sun quella positiva.

'' Gli opposti si attraggono ''

Gli disse un giorno Peter, e le sue parole continuavano a rimbombare nella testa di Edmund fino a fare eco nel suo cuore.
Sentiva di potersi fidare.. di doversi fidare.
E così lo fece, evitando palesemente lo sguardò di Shine che ne ignorava il motivo, infondo la stava salvando, no?
Shine non era più nella pelle, finalmente.
Finalmente avrebbe potuto essere libera: libera di correre nei prati, libera di nuotare, libera di sdraiarsi al sole e.. perchè no? Di stare con Ed.
Infondo era già scritto che avrebbero dovuto stare insieme no?
Glielo diceva il suo istinto, quello che nei libri erano volgarmente soliti attribuire agli animali. '' Istinto animale ''.
Chissà perchè, poi, quest'ultimo l'aveva sempre vinta sulla ragione.
Abbiamo tutti dei momenti di riflessione, ma si finisce sempre per dare ascolto all'inconscio o a quello che, appunto, consideriamo un impeto primordiale.
Sentiva come una carica positiva fare leva sul suo cuore, per uscire quando tutto sarebbe finito. 
Libera. 

Continuava a ripeterselo, forse per convincersene, o forse perchè ci credeva davvero.

L'istinto di Ed, invece, gli diceva di scappare, e raccogliendo quanta più forza era in grado di trattenere, il Re toccò la catena..
Bianco.
Fu attraversato da un'intenso fascio di luce bianca, poi.. 
Nero.
Un violento colpo alla testa.
Freddo.
Tutto quello che Edmund riusciva a percepire era il buio attorno a lui, e il freddo al suo interno.
Freddo e buio.
                                                                                          

                                                                                              
 ♦♦≈♦♦
 
 
Caro Will,
Si, Will perchè ho deciso di chiamrti cosìstupida sottospecie di quaderno che sopporterà i miei umori per le prossime trecento pagine.
Sempre se non muoio prima. Ho capito. Ricomincio daccapo.


Caro diario,
ho deciso di chiamarti Will.

Caro Will, sono passati due giorni.
Odio.
Odio è tutto quello che trapela dai suoi occhi color del cielo.
Sì, mi ricordano esattamente il cielo, in tutta la sua sconfinatezza perchè è così che è lui.
Serenissima variabile invece, è il tempo che fa.
Non che tu ci abbia capito qualcosa Will, ne sono consapevole, ma mi vedo costretto a farti un riassunto particolarmente sintetico della complessa situazione che sto vivendo e che mi ha indotto a scriverti, Will.
Mi piace. 
O forse dovrei dire che lo amo? Non sono esattamente abituato a scrivere certe cose.. E va bene. Ti accontenterò.
Lo amo.
E questa segnatela, perchè ci ho messo due lunghi giorni a capirlo, ad ammetterlo e a scriverlo.
Adesso tanto andrò a cancellarlo. 
Oh Will, Dovresti vederlo!
Con i suoi capelli color dell'oro, gli occhi azzurri color del cielo e quelle labbra carnose!
Ma non vorrei che tu pensassi che mi baso solo sull'aspetto fisico.. oh no! E' così..
- Egoista
Cialtrone
Pieno di sè
Ha cattiveria da vendere
- Dolce con le sorelle? ( Solo con le sorelle )
Ooh taci Will, non ho voglia di sentire la tua verità versione dei fatti.
Ora devo andare, prometto che appena potrò ti scriverò.

♦♦≈♦♦
 Odio. 
Oh, si.
Odio. 
Come Peter amava definirsi a Londra '' Un Gran Bel Pezzo di Re'' ebbene, ora che era a narnia, diventava '' Un Gran Bel Pezzo di Re Colmo d'Odio''.
Se mi fosse concessa parola, dissentirei dal pensiero di Peter.
Lui credeva di odiare.
Lui voleva odiare.
Ma com'è possibile? Può un Re valoroso, bello, coraggioso, che mille ed altre mille volte ha portato un esercito alla vittoria e un ex-bambino-prodigio da tutti ammirato, voler essere una persone come siamo soliti udire.. cattiva?
Può veramente una persona buona prendere coscienza di ciò che è sbagliato e avere la volontà di peccare?
L'odio è un sentimento sbagliato, negativo, viscerale; non si può voler odiare.
Troppe volte a Londra, la loro nonna era andata a fargli visita, e tante uguali le volte in cui le aveva sentito pronunciare le parole:

'' Al cuor non si comanda'' 

Era forse giusto prendere questo insegnamento e coglierne il vero senso solo nel caso in cui si tratti di sentimenti buoni?
Di amore? 
Peter in cuor suo, sapeva la verità.
Eppure era conveniente.
Gli conveniva dire che semplicemente odiava Caspian come persona, e amava Susan esattamente come Edmund e Lucy.
Ma Peter era così stanco.
Così stufo.
Così esasperato dalle emozioni e dai sentimenti che sapeva e quelle che non sapeva controllare. 
Era così esausto da questa situazione che finì per prendersela con sè stesso.

'' Peter, tuo fratello è nel castello di Tellmar, di cui l'esercito ha appena sterminato i Narniani, e tu che hai fatto?
  Te la sei presa con Caspian. Oh, si. Certo. Era sicuramente quello che avresti dovuto fare. E perchè no!? Aggiungiamoci anche la gelosia nei confronti di Sue. ''

Cominciò a dirsi da solo, pregando che non spuntasse fuori una specie da lui sconosciuta che sapesse leggere nel pensiero.
Ok, stava degenerando. 
Continuò dritto il suo percorso a testa bassa, quando incrociò la faccina preoccupata di Lucy:

- Allora? Com'è andata? -

Solitamente l'avrebbe guardata, avrebbe inarcato le sopracciglia deluso, per poi chiudere gli occhi e fare un cenno di dissenso, ma quella volta fu diverso.
Non ne aveva abbastanza. Non era corso abbastanza sangue. Non c'era stato abbastanza sferragliare di spade.

- Chiedilo a lui. -

Sputò a terra per far arrivare maggiormente il senso di disprezzo che provava. In quelle parole ci mise quanta più rabbia riuscisse a tirare fuori. 

 '' L'acqua nel vaso oscilla violentemente, si agita in tumulti eccessivi.''

Lo sputò arrivò dritto dritto un centimetro prima dalle scarpe di Caspian. Lucy pianta i suoi occhi sul tellmarino.

- A me? - 

Disse Caspian allibito e davvero sorpreso dalle parole di Peter. Cominciarono a battibeccare, e le parole dei due andarono a morire quando Peter, preso da un impeto violento, estrasse la sua leggendaria spada - sulla quale erano incise le frasi che ai narniani, dall'Età dell'Oro, ricordavano la grandezza di Aslan - puntandola dritta alla gola di Caspian. Egli, da ottimo combattente quale era, e degno del sangue che gli scorreva nelle vene, rispose prontamente al gesto del Re Supremo, come a paragonarsi in grandezza e magnificenza a Peter il Magnifico, attentando alla vita di lui. Di fatti, la spada di Caspian culminava dove lo stomaco di Peter aveva inizio.

 '' Ed eccola, è caduta, la goccia che fa straboccare il vaso '' 

Il combattimento ebbe inizio. 
Mentre il rumore del ferro che si scontra produceva un senso di delusione quando giungeva alle orecchie della piccola Lucy, dentro Susan un moto di rabbia andava diffondendosi. Caspian voleva arrendersi, ad occhio nudo era percettibile la sua prossima resa, ma a Peter non importava, lui ne aveva bisogno, e continuava imperterrito.
Ogni volta che le loro spade si scontravano, Peter vi infondeva tutto l'odio che regnava sovrano nel suo corpo, e che era capace di esternare.
Tutto l'odio per sè stesso faceva finta di provarlo per Caspian, mentre lo guardava quanto più intensamente riusciva a fare.
Susan nel frattempo guardava lui, leggendogli quasi nel pensiero, con occhi tristi, compassionevoli e canzonatori al tempo stesso.
Pensava di capire cosa stava succedendo dentro di lui, e invece non lo sapeva, si limitava a conoscere gli aspetti più evidenti, e solo per quelli c'era da averne compassione. Sue sapeva perfettamente che Peter provava risentimenti per se stesso di continuo e non riusciva mai a capire perchè, ma più di stargli vicino - entrambi lo sapevano bene- non avrebbe mai potuto fare nulla.

La polvere entrava nel naso ostacolando la respirazione di Peter e andava nei suoi occhi chiari, arrossendoli. 
Meglio così, almeno avrebbe avuto una scusa quando non sarebbe più riuscito a tenersi in piedi e sarebbe crollato a piangere.
Se non fosse stato per l'arrivo del povero CPA svenuto, era sicuro che sarebbe successo.
Il combattimento s'interruppe.

Lucy corse a dare una goccia del suo famoso rimedio - donatogli l'estate precedente da babbo natale - al piccolo Trumpkin.
Susan invece, corse da Peter.

- Edmund? - 

'' Eccolo qui, un altro motivo per odiarsi e farsi odiare.''  Pensò Peter.
'' Ed eccole qui anche queste. Le lacrime che a quanto pare non vedono l'ora di cadere giù, copiose. '' Continuò a riflettere.
Peter tentò di calmarsi, alzò gli occhi al cielo respirando lentamente per poi deglutire.
Ed eccolo lì, nel cielo, qualcosa che gli veniva incontro.
Un grifone, con qualcuno sopra.
No, sono in due. 

Susan era sempre più indispettita dall'ambiguo comportamento di Peter, gonfiò il petto, arricciò le labbra e mise le braccia conserte in attesa.

- Peter! Mi risponderesti prima che faccia notte di nuovo, di grazia?

Peter d'un tratto rilassò il viso, senti il cuore che si era fatto piccolo allargarsi di un immenso sollievo, i muscoli allentarsi.
E' Edmund. 
Sorride. 
Peter ritorna in sè, abbassa la testa fino a guardare Susan con gli occhi più penetranti che sa fare, storce lentamente la bocca in modo da attirare l'attenzione di Sue sulle sue labbra e tranquillamente le dice:

- Voltati, Sue.  

Abbracciò Susan da dietro, e lei non capì perchè non riusciva a smettere di sorridere, nè perchè stava arrivando Ed e Peter abbracciava lei.
Poi la lasciò, fece un sospiro di sollievo e uno per incoraggiarsi. Doveva delle scuse a qualcuno.
 '' Forse non devo odiarmi così tanto. ''
Sorrise a Susie e le porse la mano.
 '' E' tornato il Peter di sempre. ''
 Sorrise a peter di rimando, prendendogli la mano e dirigendosi verso Ed, insieme.

- E' una ragazza, quella?


≈≈ authoress' corner ≈≈
Alorss, sono qui, di nuovo a rompervi un po', di nuovo in ritardo, CHIEDO IMMENSAMENTE PERDONO ma il mio computer è stato in riparazione e capirete bene che scrivere il capitolo dal mio mini cellulare era impossibile.. MA ORA SONO QUI e mi rendereste IMMENSAMENTE felice se mi direste che ne pensate..
Vi voglio bene, Sami_

 
  
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