Anime & Manga > Kuroshitsuji/Black Butler
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Autore: Lylawantsacracker    23/04/2014    2 recensioni
Le emozioni e i pensieri di Joker, costretto ad assecondare il Barone Kelvin nei suoi orrendi spettacoli. Che decisione avrebbe preso se la sua strada non avesse incrociato quella di Ciel?
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri personaggi, Joker
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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Tom, he was a piper’s son,

He learnt to play when he was young,

And all the tune that he could play

Was “Over the hills and far away”…

 

 

Joker era appena rientrato nel modesto alloggio in cui viveva. Quel giorno la squadra non si era esibita, si era solamente allenata per lo spettacolo della settimana successiva. Per questo motivo era tornato a casa abbastanza presto.

Si ricordò improvvisamente che doveva andare alla villa del Barone Kelvin, per fargli gustare un altro degli orrendi spettacoli che amava tanto. Si incupì. Odiava doverlo fare, odiava essergli debitore. Ma era costretto a farlo, perché c’erano ancora tanti bambini sfortunati di cui prendersi cura. Sacrificare i bambini rapiti per il benessere dei piccoli orfani alla workhouse, in fondo, era un prezzo equo. Ma torturarli in quel modo no. Era una cosa raccapricciante.

Joker si chiedeva per quanto altro tempo ancora sarebbe riuscito a sopportare tutto quanto.

Decise di andare a cambiarsi i vestiti, e andò nella sua stanza. Sul comò c’era una foto dell'intera squadra. Accanto, una che raffigurava solo lui e Beast. Beast, che lo amava così tanto. Non gliel’aveva mai confessato, ma si intuiva. Si intuiva dai suoi gesti, dai suoi sguardi, dal suo rossore ogni volta che Joker le dava attenzioni, sebbene la timidezza non facesse parte del suo carattere.

Joker, però, non la amava. Non amava nessuno. Voleva bene ai suoi compagni, sì, ma l’amore era un sentimento che aveva dimenticato ormai da tempo. Si era costretto all’apatia per non impazzire. Inoltre, era talmente disgustato da se stesso da ritenere di non meritare l'amore di nessuno, né di avere il diritto di amare qualcuno.

Angosciato, indossò i suoi abiti migliori e si sistemò il trucco con estrema cura.

Poi uscì di casa, e prese una carrozza per villa Kelvin.

- Joker, ragazzo mio! - lo accolse il barone. - Quanto ci hai messo! Dài, sbrigati, muoio dalla voglia di assistere allo spettacolo.

- Certo, padre caro. - rispose il ragazzo, con un sorriso falso.

E lo spettacolo iniziò.

Joker preparò subito un nodo scorsoio, sotto il quale sistemò una sedia. - Benvenuti, signori e signore! - disse, sebbene ci fossero solo il Barone Kelvin e i bambini che lo servivano come automi. - Lo spettacolo di oggi sarà grandioso! Chi di voi vuole salire sul palco, e provare a sopravvivere a questa corda? La gloria che ne ricaverete sarà immensa.

Il Barone Kelvin si entusiasmò all’istante. - Prendi lei, prendi lei! - gridò, indicando una bambina con gli occhi verde smeraldo e i capelli ramati. 

La bambina salì sul palco, come in trance. Non c’era neanche il bisogno di prenderla con la forza.

Joker la prese in braccio con dolcezza, e la mise in piedi sulla sedia. Legò delicatamente la corda intorno al suo fragile collo, dopodichè strinse bruscamente il nodo. Poi le levò la sedia da sotto i piedi.

La scena fu penosa. Nonostante la bambina, come tutti gli altri sequestrati, fosse ormai priva di qualsiasi emozione e speranza, lottò con tutte le forze. L’istinto era istinto.

Le sue piccole gambe scalciavano furiose, mentre il Barone si lasciava andare alle risate.

Joker si sentì stringere il cuore. Era solo l’inizio.

La bambina morì così, in preda all’agonia. Il suo volto pallido assunse una tinta bluastra, che secondo il Barone le conferiva una bellezza che prima non aveva.

Quello che seguì dopo fu altrettanto terribile. Passarono al lancio dei coltelli, che causò un notevole spargimento di sangue. Poi Joker preparò la vasca con i Piranha, che si nutrirono delle carni di due bambini di otto anni. Infine, infilzò con la spada tre bambine vestite come il giorno della prima comunione. Il bianco dei vestiti che metteva in risalto il candore della loro pelle.

Secondo il Barone evidenziava la loro purezza ed innocenza, infranta dal colore rosso del sangue. Questo lo eccitava oltre ogni limite.

- Oh, Joker, vieni qui! - disse il Barone una volta finito tutto, facendogli segno di avvicinarsi. Poi gli baciò la fronte con affetto. - Lo spettacolo di oggi è stato eccezionale! Stai migliorando di volta in volta. Torna presto, mi raccomando.

Joker gli sorrise stancamente. - Arrivederci, nobile padre.

Tornò a casa. Si spogliò dei suoi abiti insanguinati, si sciolse i capelli e si tolse il trucco. Quello che rimaneva era un ragazzo angosciato, la cui stanchezza si intuiva dall’estremo pallore e dalle pesanti occhiaie.

Andò in bagno, e riempì la squallida vasca di legno con diverse secchiate d’acqua. Quando fu piena, ci si immerse.

L’acqua era gelida, ma non gli importava. Prese la lama da barbiere che aveva posato sul bordo, e la tenne sollevata un istante, come per riflettere.

Era stanco di quella vita. Era stanco di dover essere costretto a compiere quegli atti terribili per proteggere i bambini della workhouse. Ora il compito sarebbe toccato a qualcun altro. Sperò che quel qualcun altro non fosse Beast.
Era sicuro che in un’altra situazione, in un’altra vita, l’avrebbe amata come meritava. Ma non ora. Lui non provava più alcuna emozione. Non provava più nulla.

Appoggiò delicatamente la lama sul polso sinistro. Poi inspirò profondamente, e l’affondò nella carne. 

Forse sarebbe andato lontano, oltre le colline.

 

 



Tom, he was a piper’s son,

He learnt to play when he was young,

And all the tune that he could play

Was “Over the hills and far away”…






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Eccomi qui. Questa è la mia prima fanfiction su Kuroshitsuji, quindi boh, speriamo bene è.è

Accetto qualsiasi recensione, positiva o negativa che sia, visto che ho ricominciato a scrivere da poco, e ho ancora tanto tanto tanto (abbrevio, dico direttamente “tanto” alla decima) da imparare :)

  
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