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Autore: Beeble    23/04/2014    2 recensioni
(SPOILER ALLEGIANT:Missing moment sul finale di ALLEGIANT)
Il dolore di Quattro e la sua occasione per ricominciare.
Un'occasione che include il suo unico amore.
Nessuno risuscita dai morti, ma forse ci sono altri modi per andare avanti.
E a volte l'amore riesce a passare recinzioni più alte di quella fra Chicago e il mondo esterno.
... io sono stata con te ogni istante, ho raccolto ogni tua lacrima, ho passato con te ogni notte insonne e ho vegliato su di te quando riuscivi ad addormentarti. E continuerà ad essere così.
Genere: Drammatico, Fluff, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Four/Quattro (Tobias), Tris
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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L’occasione di Tobias

 

Tobias

 

 

Sono giorni, settimane, anni, forse decenni che dormo appena. Ma di certo sono passati svariati secoli dall’ultima volta che ho sognato.

 

Mi alzo molto presto e inizio a correre, a correre verso casa.

Casa è dove c’è lei, dove posso ancora sentire la sua presenza.

 

Corro fuori dal dipartimento, corro, corro.

Corro lungo i binari, corro, corro, cado stremato.

 

Qualcuno mi chiede se voglio un passaggio.

 

Corro, corro.

 

Vedo la recinzione.

 

Corro, corro.

 

Corro e cado ancora.

 

Cammino.

Corro.

Cado di nuovo.

Cammino.

Cado un’altra volta.

 

Sui pantaloni si sono aperti due tagli.

Le mani sanguinano, ma io non sento nulla.

 

Nulla tranne la totale assenza di lei.

Tranne il dolore più acuto e penetrante.

Niente tranne... niente.

 

È questo ciò che mi spaventa, ciò che mi ha sempre spaventato.

 

Niente.

 

Corro. Ricado e corro. Non so da quanto corro.

So che il sole scende.

So che una volta lo chiamavo tramonto.

So che ora lo chiamo INCUBO.

Perché non c’è più alcun suono distrarmi.

 

Paura di dimenticare.

Paura che lei sparisca.

Lei con il suo sacrificio.

Sacrificio che ha salvato tutti.

Tutti tranne lei.

 

“Perchè!? Perché non potevano morire tutti Tris!? Perché non li hai lasciati morire?! Perché?! “

 

Piango.

Avrei preferito la morte dell’intero genere umano alla sua.

L’avrei pesino scambiata, se avessi potuto.

 

Avrei scambiato la sua vita con la morte di tutti, questo perché sono egoista, sono un GD, è questo che sono Tris.

 

Mi rannicchio a terra e ti cerco. Muoio ogni istante con te. Muoio milioni di volte, una per ogni mio respiro.

 

Spero che nessuno mi trovi, spero di morire, spero di raggiungerti.

 

Ti amo lo sai?

 

 

 

 

 

 

 

 

“Ti amo anch’io”

 

“Tris... come puoi essere viva...?”

 

“Non lo sono”

 

“Allora sono morto” c’è quasi un moto di speranza nella mia voce. Ma rimango rannicchiato.

 

“Nemmeno” mi risponde con la sua voce più dolce.

 

“Quindi è un sogno?”

 

“No, Quattro – e il modo in cui pronuncia il mio nome mi fa tremare da capo a piedi – è un’occasione.”

 

 

“Un’occasione?”

 

“É un’occasione che c è stata concessa”

 

Mi metto carponi.

Non posso rialzarmi, non da solo.

 

Lei mi tende una mano.

Ho paura, paura che si dissolva.

 

Lei lo capisce e mi sfiora appena.

Non so se è calda o fredda: so solo che è Tris.

 

Mi alzo e la stringo singhiozzando.

Respiro il suo odore, il profumo della sua pelle, ho paura di staccarmi, di parlare, ho paura che sia solo la mia follia, ma non mi importerebbe, se questa follia durasse anche solo così immobile fino alla fine dei miei giorni.

 

Dopo quelli che sono alcuni minuti o forse ore, si scosta appena da me anche se continuo a trattenerla per i fianchi.

 

Sorride.

 

“Quattro mi dispiace... hai capito il messaggio che ti ho lasciato, non è così?”

“L’ho capito” annuisco.

Poi prende la sua mano e la posa sul mio cuore.

Come nella simulazione, quando si era stretta a me per farmi calmare mentre le mura si stringevano attorno a noi.

 

Un senso di pace mi pervade.

 

“Non riuscirò a sopravvivere senza di te” ammetto.

Qualunque cosa sia questa occasione provo ad usarla al meglio.

 

“Certo che no, è così ovvio” ride lei.

So che mi sta prendendo in giro. Ma non del tutto. Lo intuisco.

E mentre ride sento il mio cuore perdere un battito. È così viva.

 

“Allora come faro, come farò ora che mi hai lasciato?”

 

“Quattro – posa una mano sul mio volto – non abbiamo mai capito niente... qui c’è un altro confine, un’altra recinzione, un altro mondo ancora, più grande... e qui non si soffre più... ci sono mia madre, mio padre, ho visto Uriah, Al... ma sai un’altra cosa? Nessuno di noi abbandona veramente la terra... Quattro tu non mi puoi vedere ma io sono stata con te ogni istante, ho raccolto ogni tua lacrima, ho passato con te ogni notte insonne e ho vegliato su di te quando riuscivi ad addormentarti. E continuerà ad essere così. Sarò lì quando sorriderai di nuovo, sarò lì quando riprenderai a parlare, quando riconoscerai l’alba per quello che è. Sarò comunque nei tuoi gesti, nelle tue parole perché mi ha amato così tanto... - sembra quasi che anche la sua voce si faccia per un istante rotta, ma poi sorride e prosegue – e io ti ho amato così profondamente che non siamo due persone distinte ormai, io sono anche un po’ di te e tu sei anche un po’ di me. Sarò con te come sulla ruota panoramica sarò lì come nelle simulazioni, sarò con te come all’alba del mio ultimo giorno lì, addormentati sul divano.”

 

Tris prende un respiro anche se sembra un tempo infinito.

 

“Se quel giorno fossimo scappati, o se avessi lasciato andare Caleb a morire al posto mio, allora sì che mi avresti persa. Ma così no, non mi hai persa.”

 

“Puoi tornare Tris?” chiedo con un tono quasi infantile.

 

Scuote appena la testa. “Sono sempre con te, ricorda”.

 

“Altre occasioni?”

 

Alza le spalle sorridendo come a dire ‘chissà’.

 

“Posso baciarti Tris?”

“Ma certo che puoi”

 

E la bacio, la bacio così per sempre.

E lei è più viva che mai, il suo cuore che batte sul mio, il suo respiro corto sul mio, le sue mani fra i miei capelli.

La bacio per sempre.

 

 

 

 

Poi mi sveglio.

Mi sveglio mille volte in mille luoghi diversi.

 

Apro gli occhi mille volte prima che sia mattina.

La luna si muove.

Una stella resta immobile.

 

Sei la mia stella polare Tris... dove devo andare?

 

Vedo il sole sorgere.

Dal punto più alto della ruota panoramica.

Mi guardo intorno e sento il vento, sento il sole e non ho paura.

Quel posto è così pregno di lei che non posso averne. So che non ci sarei mai salito senza di lei.

 

Ricordo, questo sorgere del sole lo chiamavo ALBA.

Quando la notte se ne va e il giorno ricomincia.

 

Sento qualcosa sulle labbra.

Ricordo, un tempo lo chiamavo SORRISO.

 

Sento un pensiero: ‘Sorge il sole, è un’alba nuova, sono morta ma ti resto accanto per sempre, vivi appieno, vivi con forza, vivi con amore, perché nella vita non mi è mancato nulla, è stato tutto così intendo e intriso d’amore, grazie’.

 

Ricordo...

So che non sentirò più la voce di quel pensiero.

 

Ricordo...

So che tutto era reale quanto lo sono io.

 

Ricordo...

Lei non è sparita e io forse non voglio più morire.

 

Ricordo, la SPERANZA io la chiamo TRIS.

 

 

 

Scendo dalla ruota panoramica.

Trovo un passaggio.

 

 

 

 

 

Tento di non sopravvivere... ma di vivere, di vivere forte.

 

Perché l’amore ci riguarda comunque. Sempre e comunque.

 

L’amore è uno stile di vita.

 

E impone di vivere, sorridere, sperare, amare e cercare dopo ogni notte l’alba.

 

Tris mi ha sempre dato quest’occasione – questa vita – e so che me la darà sempre.






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Ho finito il libro ieri pomeriggio.
Ieri sera ho scritto questa fanfiction.
E oggi l'ho ricopiata per voi.
É il mio punto di vista, sono le cose in  cui credo, sono le mie personali idee e fantasie.

Spero che sia almeno sufficiente e possa valere come tributo ad un romanzo che si posiziona secondo nella mia personale classifica.

Grazie a chi legge e soprattutto a chi lascia anche solo due parole di commento.
Fabiola

 

  
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