Storie originali > Fantasy
Ricorda la storia  |      
Autore: Shade Owl    23/04/2014    4 recensioni
Tornati dall'avventura nel Grande Vuoto, i membri della Squadra Diciassette sono ora alle prese con la loro quotidianità. Amalia Carrier, tuttavia, deve ancora leggere il rapporto del Capitano Shu "Steel" Tien, nel quale sono riportati fatti tra i più incredibili.
Genere: Fluff, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Questa, miei cari, è la prima di una lunga serie di one shot che trattano dei momenti immediatamente successivi a "The Hollow Game", approfondendo e completando le svariate sottotrame che ho lasciato in sospeso. Difficilmente ci saranno scazzottate o momenti di violenza pura e semplice come abbiamo visto in passato, ma solo stralci di vita (difatti tra i generi c'è "Slice of Life").
Buona lettura!

-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Amalia Carrier posò il rapporto con un sospiro, sfilandosi gli occhiali per sfregarsi gli occhi stanchi e arrossati: era ormai la sesta volta che leggeva quel fascicolo, in due giorni, e ogni volta sperava quasi che le parole stampate sui fogli fossero differenti. Insomma, non erano brutte notizie… a onor del vero erano ottime, le migliori possibili, assolutamente splendide. Tuttavia, era abbastanza vecchia da poter dire con certezza che quando una cosa era tanto bella, allora c’erano buonissime possibilità che fosse anche fasulla.
Due rapidi colpi alla porta le dissero che Steel era arrivato. Sistemandosi addosso allo schienale della poltrona, Amalia sospirò con stanchezza.
- Entra.-
Il Capitano della Diciassettesima entrò rapidamente, chiudendosi l’uscio alle spalle. Non si sedette, come di consueto, e rimase in piedi col petto di fuori e le braccia incrociate dietro la schiena.
- Voleva vedermi?- chiese.
- Sì. Togliti l’amido di dosso e siediti, tu e io dobbiamo parlare, Capitano.- sbottò lei, indicandogli le sedie davanti alla scrivania.
Steel non disse niente, ma ad Amalia non sfuggì il suo sguardo, interrogativo e guardingo al tempo stesso. In qualità di suo uomo più fidato, aveva da tempo imparato a interpretare i suoi atteggiamenti, e sicuramente si aspettava brutte notizie, una sfuriata o comunque un rimprovero di qualche tipo.
- Allora…- esordì lei, appoggiando i gomiti sulla scrivania - Siete tornati da quanto… tre giorni, giusto?-
- Quattro.- corresse lui.
- Giusto, quattro. E il tuo rapporto mi è arrivato ieri…-
- Ho avuto bisogno di molto tempo per compilarlo.- si giustificò prontamente Steel - Purtroppo, se già avrà avuto modo di leggerlo, saprà che non ero…-
- Sì, non eri “in condizioni di operare”.- sbuffò Amalia - E hai dovuto chiedere a tutti gli altri di raccontarti le loro esperienze per stilare un rapporto più esauriente. Mi sono letta fino alla nausea questa roba.- spiegò, sollevando un angolo del fascicolo e lasciandolo ricadere - Mio marito mi ha odiata a morte ieri notte, visto che ho spento la luce che era l’una passata per leggerlo una quinta volta. E, non contenta, l’ho riletto adesso. Sai perché?-
- Perché è assurdo, signora?-
- Sì, anche per quello.- annuì Amalia - Il punto è che il tuo amico, qui dentro…- e scosse di nuovo il rapporto - … non si limita a fare bella figura: Sid Bryant passa addirittura per eroe, come se fosse tutto merito suo se le cose si sono risolte per il meglio.-
Steel annuì lentamente, inarcando le sopracciglia.
- Beh… questo perché è stato tutto merito suo.- spiegò - Come ho scritto nel rapporto, la situazione era disperata: io ed altri eravamo caduti in battaglia tempo addietro, e il nostro comandante aveva perso la testa dopo che la sua famiglia era stata colpita. Stavano per morire tutti, compreso lo stesso Sid, che però ha avuto la lucidità di fare l’unica cosa in grado di risolvere la situazione.-
- Stringere un patto con Avart.- recitò a denti stretti Amalia.
Avart, il Demone del Patto, era una creatura subdola, potentissima e molto pericolosa, nonché il peggior nemico di Sidney Bryant. Il fatto che si ostinasse a stringere patti con lui, quindi, era qualcosa di inconcepibile per lei.
- Esattamente.- annuì Steel - Sid è stato disposto a sacrificare se stesso pur di aiutare il suo amico a riavere i suoi cari e ricondurlo alla ragione. Ha compiuto un gesto eroico, che si è accentuato quando Avart, di sua iniziativa, ha sfruttato il patto per riportare tutti noi in vita, compreso me. Quindi, per essere onesti, anche lui è stato alquanto eroico.-
- Certo…- sospirò seccata lei - Il punto è che il Sidney Bryant che descrivi qui è un uomo del tutto diverso da quello che conosco io.-
- Anche da quello che conosco io.- replicò Steel, senza sorridere - Il Sidney Bryant che conoscevo io faceva esplodere i mutanti, le cui interiora mi schizzavano addosso, litigava con Heat fin quasi ad arrivare alle mani, detestava con tutto se stesso i propri genitori e si credeva migliore di chiunque altro avesse intorno. L’uomo che mi ha accompagnato nel Grande Vuoto si è preso cura di tutti, ha cooperato con i propri nemici e si è messo da parte per il bene di altri, comprese quelle persone che non considerava come amici.-
- Cosa mi stai dicendo, Capitano?-
- Che è una persona migliore, adesso.- spiegò lui - Un vero Esper di Alba.-
Amalia sbuffò una risata incredula, ma non replicò.
- Beh, quindi è successo davvero.- disse - Ha dato ad Avart il permesso di ucciderlo per il bene di tutti.-
- Non proprio il permesso di ucciderlo… di sfidarlo, semmai.- replicò Steel - Tuttavia, sì… è quello che è successo, e posso giurarlo su quello che vuole.-
Amalia Carrier tornò a massaggiarsi le palpebre, affondandosi nella poltrona, e gemette in modo prolungato e sfinito.
- Sapevo che riammetterlo in città mi avrebbe causato problemi a dir poco enormi.- disse - Ma perché… perché devo essere proprio io il vostro supervisore?-
- L’ha deciso lei stessa, otto anni fa.- le ricordò educatamente Steel - Voleva essere lei il nostro supervisore dopo i fatti che coinvolsero Sid e Avart, e lo stesso valeva per il Capitano Bloodhunter.-
- Già, non ricordarmelo…-
- Comunque, suppongo di avere io la soluzione adatta per alleviare il suo stress.-
Amalia Carrier si raddrizzò rapidamente, aggrottando la fronte incuriosita.
- Davvero?- chiese, speranzosa - Sentiamo, cos’hai in mente?-
- Dirotti il problema a un nuovo supervisore. Assegni la Squadra Diciassette a qualcuno.-
- Nessuno vuole prendersi la responsabilità della nostra squadra migliore.- sbuffò Amalia, delusa - A maggior ragione adesso che Sid è rientrato in possesso del Terzo Livello.-
- Io la accetterei.- corresse Steel.
Amalia lo guardò sorpresa per qualche minuto, zittita dallo stupore. Steel sostenne la sua occhiata senza battere ciglio, come a voler dimostrare la propria serietà.
- Tu stai… suggerendo di promuoverti?- chiese, tanto per essere chiara.
- Ho fatto domanda due mesi fa.- osservò Steel - Ma, dopo i recenti avvenimenti, non ci avevo più pensato. Sa bene che ho tutte le qualifiche richieste. Se assegnerà a me la Squadra Diciassette, sarò io a dovermi occupare di loro, compreso Sid. Le toglierei un grosso peso, dico bene?-
La donna annuì lentamente, senza guardarlo, la mente rivolta a intense riflessioni: i pro superavano i contro, in quella soluzione, ma c’era ancora un dettaglio da valutare. Sì, perché se Steel lasciava la squadra per diventare supervisore… a chi sarebbe andato il comando?
- Dovremo nominare un nuovo Capitano, però.- disse - Web e Heat sono esperti, ma sinceramente non credo che siano dotati del giusto carisma. Personalmente, credo che le più adatte siano Basilisk e Spirit. A te la scelta.-
Ma Steel scosse la testa.
- Nessuna delle due. Basilisk ha paura dello scettro, mentre Spirit non lo vuole affatto. Le conosco molto bene, una volta ne abbiamo parlato: no, categoricamente.-
- Quindi, dovremo scegliere un esterno alla squadra.- sospirò Amalia - Immagino che tu voglia Stewart Olinger, no? È alla prima esperienza, ma possiede tra le altre cose l’invidiabile talento di farsi ascoltare da Sid.-
Steel sorrise appena, scuotendo la testa.
- Stu ha già scelto la giovane diplomanda Joy Montgomery come futura Scout della sua nuova squadra, la Ventotto. Che, tra parentesi, le chiedo di assegnarmi come supervisore, assieme alla Diciassette. Nemmeno lui vorrebbe l’incarico. No, io credo che l’uomo giusto lei non lo abbia nemmeno preso in considerazione, pur essendo stato al centro della nostra conversazione fino a questo momento.-
Amalia Carrier sentì una goccia di sudore freddo scivolarle lungo la fronte.
 
Sid sbirciò oltre il tronco dell’albero che lo nascondeva per non perdere d’occhio la ragazza dai capelli neri che, dopo alcuni chilometri, aveva interrotto la propria corsa per bere e riprendere fiato, nei pressi della fontanella pubblica del parco.
Lory indossava una maglia attillata color cielo e un paio di calzoncini neri, e un velo di sudore le copriva la pelle, incollandole la frangia alla fronte. I capelli erano stretti dietro la testa in una coda. Onestamente, vederla così gli faceva uno strano effetto: di solito, davanti a lui era sempre in abiti normali, non gli era mai capitato di trovarsela davanti in tenuta d a jogging. E, ora che ci pensava (qui ebbe un brivido), neanche in abito da sera.
Nonostante fosse tornato ormai da giorni, non si erano ancora parlati. Lei era passata da casa sua, il giorno dopo che era rientrato, ma per una pura coincidenza in quel momento era andato a trovare Stu, passando la giornata a giurare ad Alyson che durante l’ultima missione il suo fidanzato non si era ferito, non era morto (a differenza di molti altri) né aveva rischiato seriamente la vita, a eccezione di quando Timmi e Gaeliath avevano dato di matto. Finita la discussione con lei, poi, si era ritrovato invitato a cena, e subito dopo, Stu aveva insistito perché gli facesse da testimone al matrimonio, quando si fossero sposati. A quel punto era rimasto per bere qualcosa, e quando era rincasato la mezzanotte era passata da un pezzo.
Quando poi aveva saputo che lei lo aveva cercato… ecco, si era come bloccato. Non era riuscito a cercarla, né a farsi trovare. Questo fino a quella mattina, quando finalmente si era deciso a presentarsi da lei, scoprendo che stava uscendo in quel momento per correre. L’aveva seguita per chilometri, fino a quella dannata fontanella.
Non posso evitarla in eterno. Pensò. E poi, perché la dovrei evitare? Non ho fatto niente, no?
Non riusciva a spiegarselo, ma c’era qualcosa che gli impediva di parlarle.
- Vuoi farti avanti o rimarrai lì nascosto tutto il giorno?-
Sid si tirò di scatto indietro, trattenendo a stento un gemito.
- Sid, esci, avanti!- sbottò Lory - Forza, tanto ti ho già visto! Da quanto mi stai seguendo?-
Sid sospirò, appoggiando la nuca al tronco alle sue spalle.
- Da quando sei uscita di casa.- rispose.
- Cosa?- esclamò Lory - Ma sono… sono fuori da quasi due ore! Mi sei venuto dietro anche in caffetteria?-
- Sì.-
- E… Dio, non dirmi che mi hai seguita anche al bagno!-
- Oh, finiscila!- sbuffò lui, comprendendo che lo stava prendendo in giro.
- Okay…- ridacchiò malignamente Lory - Ma sei tu lo stalker, qui. Ora, vuoi uscire da lì o…-
- Io… preferirei rimanere qui. E preferirei che tu restassi dove sei.- ammise Sid.
Lory rimase in silenzio per qualche istante, come se fosse sorprese dalle sue parole.
- Stai scherzando?- chiese - Devo parlarti da dietro un albero?-
- Ehm… sì.- borbottò lui - Proprio così.-
La sentì sospirare.
- Allora, perché mi stai seguendo? E perché mi hai evitata, fino ad ora?- chiese Lory.
Sid sorrise tra sé.
- Non lo so.- rispose - Io… forse c’entra il patto che ho… stretto con Avart.-
Lory trattenne bruscamente il respiro.
- Tu… cos’hai fatto?- esclamò, con voce spaventosamente acuta.
- Ferma!- esclamò, sentendole muovere dei passi - Era necessario.- si giustificò subito dopo - Stavamo… ecco… le cose stavano andando molto male. Molti miei amici erano morti, e presto sarebbe successo lo stesso anche a quelli di noi che erano ancora in grado di combattere. Avart aveva il potere di risolvere le cose, ma senza una contropartita non avrebbe potuto fare nulla. Io… io ero l’unico che potesse offrirgli qualcosa.-
- E… cosa diavolo gli avresti offerto, razza di stupido idiota? Cosa?- esclamò Lory - I tuoi poteri?-
- No! Per chi mi hai preso?- protestò Sid, indignato - Gli ho dato la possibilità di affrontarmi di nuovo.-
Lory rimase in silenzio per qualche minuto, poi Sid la sentì sospirare.
- E ora cosa farai?- chiese dopo un po’ lei, in tono preoccupato.
- Beh, immagino che lo affronterò.- rispose Sid - Non posso rimangiarmi la parola data, ne va della vita di… tanti amici.-
La sua mente andò subito a tutti quelli che in un primo momento non ce l’avevano fatta, al sacrificio di Steel per proteggere Basilisk, a Serpiade che aveva affrontato da solo un’armata di nemici, a Raven che era stata colpita a tradimento, a Shirley che era stata violentata e torturata alla follia, ma soprattutto alla famiglia di Timmi, uccisa solo per il gusto di vedergli perdere il controllo e sterminare chiunque fosse rimasto in vita…
Aveva dovuto fare qualcosa. Se poi questo qualcosa si fosse tradotto in un suo sacrificio, tanto peggio.
Sentì all’improvviso la mano di Lory sulla spalla: si era avvicinata mentre era perso nella propria mente, e adesso lo guardava negli occhi. Rimasero in silenzio per un momento e poi si abbracciarono forte.
- Idiota...- mormorò Lory - Stupido, maledetto, grandissimo... idiota...-
Lui non replicò, limitandosi a tenerla stretta. Il silenzio calò su di loro, e rimasero in quella posizione senza parlare, fino a quando il cellulare di Sid non squillò all'improvviso.
- Nnnnh…- gemette Sid, infilando la mano in tasca - Scusa… non lo avevo spento…-
Guardò il display e vide che era Steel.
- Mi dispiace… devo rispondere per forza.- disse, separandosi da lei.
Lory scosse la testa, come per dire che non importava. Lui le lanciò un ultimo sguardo di scuse e portò il telefono all’orecchio.
- Capitano, che vuoi? Sono un filino impegnato, adesso.- brontolò scocciato.
- Perdonami, ma è urgente.- rispose Steel - Esco adesso dall’ufficio di Amalia Carrier. Ho delle notizie importanti.-
 
Sid rimase in ascolto molto a lungo, senza mai parlare. Accennò un paio di volte qualche parola, ma dopo appena la prima sillaba finiva sempre col bloccarsi e, alla fine, smise del tutto di intervenire, tranne quando provò a dire qualcosa tipo “la Carrier non…”, frase che comunque venne troncata quasi sul nascere. Lory guardò il suo volto impallidire ogni minuto di più, fino a quando non si accorse che stava sudando, cominciando a preoccuparsi sul serio. Alla fine Sid salutò e mise via il telefono, abbandonandosi contro l’albero, lo sguardo fisso nel vuoto.
- Sid! Cos’hai?- esclamò Lory, prendendolo per un braccio - Cos’è successo? È Avart? Sta attaccando?-
Lui scosse lentamente la testa, senza guardarla.
- No… è Steel.- rispose - Lui… lui è stato… promosso. Ora è… è un supervisore, la Carrier gli ha affidato la Squadra Diciassette e la Ventotto, quella che Stu sta formando per sé…-
- Ma è una notizia magnifica!- sorrise lei, saltellando - Dobbiamo festeggiare! Aspetta…- disse poi - Ma allora la tua squadra è senza Capitano, giusto? Ve ne serve uno nuovo.-
Sid fece nuovamente segno di diniego.
- Hanno già deciso.- disse - La… la Carrier ha… acconsentito. Sarò io il nuovo Capitano della Squadra Diciassette.-
   
 
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: Shade Owl