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Autore: riki_ch    17/07/2008    4 recensioni
una storia che narra di un amore non approvato dai costumi dell'epoca in cui si svolge...tra uno schiavo e il suo padrone
Genere: Romantico, Suspence, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altro Personaggio, Axel, Demyx
Note: Alternate Universe (AU), Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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AMORE BLASFEMO

 

 GENERE : romantico, suspence, sentimentale

RATING :  giallo

PERSONAGGI : Axel, Demyx, altri personaggi

PARING: AkuDemyx

NOTE: shonen-ai, AU, OOC, cross-over

 

Nota legale: questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà della square-enix.  Mentre molti aspetti sono tratti dai libri di Valerio Evangelisti

 

Nota dell’autore: allora, eccomi con una fic nuova, questa volta non è una demenziale, bensì una yaoi! Già, una yaoi scritta da un ragazzo,  molto strano, vero, non so nemmeno io perché l’ho scritta, ma volevo provare a cambiare totalmente; inoltre una mia amica mi ha spinto a scriverla e una certa mia dea ha cercato di attuare un processo di yaoizzazione su di me, che ha avuto effetto ora. Ragazze, ditemi come è, e per favore siate sincere, tutte...o se ci sono dei ragazzi.. siate sinceri. Non limitatevi in nessun modo nelle critiche, vi dico già che io non sono molto convinto di questa storia.
Comunque, sorvoliamo e passiamo oltre, questa fiction l’ho ambientata in un epoca in cui l’amore “yaoi” non era permesso, nel 1300, ai tempi di inquisitori e simili. Per quello che riguarda il cross-over, mi sono ispirato all’inquisitore “Nicolas Eymerich”, già appare anche in questa fiction, è vero, è un personaggio storico ma io mi baso su Valerio Evangelisti per questo personaggio... e anche per l’epoca, l’ambientazione,... appare anche il nome del Justicia de corte : “ Jacme d’Urrea” per quello che riguarda lui, non ricordo se fosse il suo nome in questi romanzi, ergo non so se sia corretto... e non posso controllare perché il libro in cui viene citato lo ha mia sorella. Ho cercato anche su internet informazioni con questo nome, ma non ho trovato nulla. XD

Beh, leggete e ditemi come la trovate, commentando sinceramente! Ah, se trovate dei commenti che possono sembrare razzisti e discriminatori, perdonate. Li ho messi per rendere meglio l’idea di un certo disprezzo presente a quei tempi.  ^^

 Ah, un’altra cosa, ho adoperato un sistema orario sempre tratto da quei libri, penso che fosse anche quello utilizzato ai tempi,  per quello che ho capito funziona nel modo che elencherò,  in caso contrario, beh, è molto simile e capirete lo stesso.

 Mattutino: 12.00 p.m. – 3.00  a.m.   laudi: 3.00  a.m. –  6.00  a.m.

Ora prima: 6.00  a.m.                  ora terza:  9.00  a.m.

Ora sesta: 12.00  a.m.                 ora nona: 3.00 p.m.

Vespero: 6.00  p.m. – 9.00  p.m.  compieta: 9.00  p.m. – 12.00 p.m.

 Ok, se qualcuno dovesse conoscerlo in modo più preciso e corretto, me lo faccia sapere! E ora, via alla fiction!!

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CAPITOLO 1: “ SENSAZIONE DA NON PROVARE”

 

Quella, era una dolce serata autunnale, i festeggiamenti per Nostra signora del Pilar si avvicinavano e a Saragozza, in quel ottobre del 1360, si sentiva già la felicità per una festa tanto importante, seppure la sera restava tranquilla.
L’epidemia di peste era un incubo lontano oramai 10 anni o più, tuttavia in questa città catalana, dove la cultura cristiana e quella musulmana si mischiavano in apparente armonia, c’era chi ancora soffriva di quel morbo terrificante.

Accanto ad un letto, modesto e di legno di cipresso, era inginocchiato Demyx d’Urrea, figlio di Mariano e nipote di Jacme d’Urrea: il  justicia de corte.
Egli indossava dei tipici pantaloni di tessuto verde, come lo erano i suoi occhi allegri, una camicia di cotone bianca decorata da filamenti aurei gli copriva il busto scolpito e i suoi calzari, seppur leggermente logori, continuavano a mostrare la loro superba nobiltà. I capelli biondi erano come sempre in quella posa eccentrica, che, a causa del fatto che nessuno sapeva come facesse a tenerli tali, gli costarono delle denunce alla santa inquisizione  – residente in città nel castello dell’Aljaferia  mai prese in considerazione, e il vociferare indignato da parte del popolo.
Lui non aveva mai rivelato questo segreto, se non ad Axel che ora giaceva supino sul letto mentre Demyx gli stringeva la mano: Axel era un servo, o meglio, uno schiavo appartenente alla famiglia del giovane. Fu comprato da suo padre nel regno di Granada, durante una spedizione dell’esercito aragonese 10 anni prima, quando Dem aveva 7 anni e l’altro 10, Mariano lo diede a Demyx come servo da compagnia. Nel  tempo passato insieme, il rampollo lo aveva sempre disprezzato per il fatto che suo padre pensasse che ne avesse bisogno, ma anche per il modo di fare che Axel aveva ogni tanto; ma quando 11 mesi prima si ammalò di peste, Demyx capì di averne bisogno e di non poterne più vivere senza, da quel momento se ne prese meticolosamente cura.
Da qualche tempo la situazione dello schiavo era migliorata: le pustole erano scomparse, la carne non marciva più, insomma era guarito – era raro che succedesse ma capitava – doveva solo riposarsi e riprendere ogni forza. Ora si riuscivano a vedere di nuovo i suoi tratti soavi e a scorgere la vita nei suoi occhi di smeraldo, e i suoi capelli di fuoco risplendevano lucenti e vigorosi.
- Demyx, ti ho detto più volte di non toccarmi, non ricordi che tua sorella è morta nello stesso
  Modo? Toccando un appestato!-. Axel lo disse con tono duro ma assente, come se fosse stanco di ripeterlo.
-  Ma Axel, lei toccò un appestato nel pieno della malattia, anzi, ne venne toccata, invece per  
  
te... le pustole non ci sono più, il sangue nemmeno, il rischio è... -
-  Non mi interessa – lo interruppe brusco Axel. – È tardi, và a dormire!- gli ordinò.
Demyx sorrise e poi replicò scherzosamente: - Axel, sono io a dare gli ordini, non tu! Vabbè, ti accosto le tende e vado... mi devi dire, però, come fai a sopportare questo terribile odore, da me si sente... ma visto che sono dall’altra parte del palazzo, si affievolisce un po’, vivere ai confini della moreria  non è per niente piacevole! –
Demyx viveva in una zona di Saragozza in cui pochi volevano abitare, si trovava ai confini con la moreria, il quartiere abitato da quelli che chiamavano mudejares  - i mori, o arabi –  .
-  devo convincere mio padre ad andare a vivere insieme allo zio, nel suo palazzo, dovremo   licenziare molti servi, e liberare degli schiavi, ma almeno vivremo bene! - .
-  ma Demyx, questa zona della città non è male, io mi ci trovo bene!- disse Axel.
- No, questa zona è un caos, come tutta la città, ma qui è il peggio del peggio!! A contatto           praticamente diretto con quei cani infedeli che seguono quel guardiano di porci del loro profeta! Loro hanno portato la peste, con le loro false scritture!! E se ciò succede è solo colpa di quell’imbecille di Re Pietro IV, che pensa solo al suo commercio e ai suoi interessi, senza salvaguardare  la vera fede: il nostro cristianesimo, è da scomunicare all’istante!-
tuonò Demyx facendo rabbrividire Axel.  Demyx aveva un carattere molto duro e non riusciva assolutamente a sopportare coloro che non condividessero ciò in cui credeva. Axel non gradiva questa sua parte, ma sapeva quanto sapesse essere buono e gentile  con gli altri.
- Dem,  parli come un inquisitore, anzi, parli come quel Nicolas Eymerich, l’inquisitore generale del regno-. Osservò il servo.
- sarà, ma il fatto che l’inquisizione pensi ciò che penso io, mi da la conferma delle mie parole-. Aggiunse Demyx soddisfatto.
Demyx se ne andò dalla stanza fissando Axel, che, al contrario del padrone, si accorse della maliziosità che celavano quegli occhi verdini... o almeno se Demyx si accorse di quello che dava a vedere il suo sguardo, non lo diede a notare.
Mentre marciava nella direzione del suo “cubile” soggiunse Mariano con un sorriso smagliante stampato su quel viso paffuto, segnato a vita da una cicatrice procurata durante la spedizione ad Alghero 6 anni prima, suo padre aveva del prestigio non tanto per il suo grado di nobiltà, il quale non era eccelso, ma quanto per il fatto che fosse un generale nell’esercito del Cerimonioso, re Pietro IV.
-  Demyx, figliolo, ho buonissime notizie per te! - disse pieno di concitazione. - Ti ho cercato ovunque, ma dove eri finito? Ancora da quel servo? Devi passarci meno tempo, se vai avanti così, lo sbatterò fuori dalla nostra famiglia! - .
- Ma padre, non puoi! Io mi ci sono affezionato, e poi ora sta male! - replicò Demyx con una nota rabbiosa. Ma Mariano gli rispose: - Sì, ma oramai hai 17 anni, sei abbastanza grande per sposarti! Non ti serve più un servo da compagnia! E io ho trovato per te una moglie perfetta! - . le parole “sposarti” e “moglie” gli portarono uno stato di angoscia, non ne sapeva il motivo, doveva esserne felice, sposandosi avrebbe acquisito prestigio, ma allora perché questo? cominciava a percepire una sensazione da non provare... si stava spaventando. Il padre continuò dicendo: - la moglie che ti ho trovato è Larxene de luna! La figlia di en Pere de Luna! La conosci? -. Demyx, se prima era angosciato, ora era letteralmente shockato e impallidito: - La- Larxene? S-sì, la conosco... è un mostro sanguinario! Forse più del braccio secolare! Non posso sposarla se tieni alla mia vita! - .
- ma cosa stai dicendo!? Per favore, taci! Tu la sposerai e basta... inoltre questo matrimonio ti servirà, ti aiuterà a inserirti nell’alta società in modo ancor migliore!- detto ciò, Mariano si avviò  nella direzione da cui era arrivato, lasciando Demyx attonito per un paio di minuti, finché non si decise a muovere, con passi lenti e morti, verso la sua stanza.

 La sua nottata proseguì in modo straziante, con quella notizia e sapere che avrebbe dovuto abbandonare Axel, non riusciva a dormire per l’agitazione e la collera. Ma soprattutto era spaventato, sapeva che prima o poi Axel se ne sarebbe andato dalla sua vita, ma ora più che mai non voleva che succedesse, ciò che sentiva non era solo amicizia... era altro, ma non riusciva, anzi non  voleva identificarlo; lui era un cattolico credente e convinto, non poteva cadere in quello che pensava fosse quella sensazione, era Blasfemo!
Oramai erano le laudi, decise di alzarsi e andare a pregare  nella piccola cappelletta, che era presente nel palazzo, all’esterno, vi si accedeva attraversando l’ala dove vi erano le cellette dei dipendenti della famiglia, sperando che un intercessione con il suo Dio lo aiutasse a superare tutto e a tornare sulla retta via. Ma quando vi accedette trovò Axel curvo in un inchino profondo, tipico dei servi, quella sua posizione lo fece arrossire e si impalò un attimo, poi scacciò quei pensieri immorali e si diresse celere verso il Rosso, ammonendolo: - che cosa ci fai qui!? Lo sai benissimo che i servi non possono uscire dalle loro celle oltre compieta! Quindi dimmi subito perché sei qui!!-. Axel rispose con una scusa che sapeva avrebbe intenerito Demyx: - ma, era da tanto che non venivo a pregare da solo, e visto che non riuscivo a dormire, ho deciso di recarmi qui... e poi oggi hai detto che ero tuo amico, adesso sono di nuovo un tuo servo? - Demyx si sentì afflitto e si pentì di aver trattato Axel in quel modo, tuttavia non si accorse che le parole del servo fossero una scusa, e piene di ipocrisia. - scusa, non volevo, e vabbeh, puoi restare...ma non disturbarmi durante la mia orazione! - .  Demyx si mise in ginocchio seguito poi da Axel, e pregò, mentre lo schiavo fece finta di seguire la sua azione. Axel era andato là solo per stare solo in un posto che non fosse quella camera... non pensava che Demyx potesse soggiungere.
Qualche minuto dopo notò che Demyx si era addormentato, allora distese le gambe e lo portò con la testa su di esse e lo accarezzò. Demyx sembrò un po’ turbato nel suo sonno, forse non solo a causa della nuova posa, ma anche per la ruvidità della toga di Axel. Qualche istante dopo, anche il rosso si addormentò.

Quando Demyx aprì gli occhi, era l’ora prima, lo capì perché le campane di tutta Saragozza lo stavano annunciando. Dopo aver notato il posto in cui aveva dormito e quale fosse stato il suo cuscino, si mise di scatto in ginocchio e svegliò Axel con dei colpetti marcati.
- Axel! Ti rendi conto di dove abbiamo dormito?? E in che modo??-
- sì, e ammetto che non avevo mai dormito così bene!- disse il giovane con un ghigno.
- ma che stai dicendo!? Alziamoci che è meglio! Prima che mio padre ci venga a cercare!!- replicò quasi allarmato Demyx.
Il ragazzo più grande si alzò, seguito poi dall’altro che, sbadatamente, o almeno era quello che fece pensare, inciampò, cadendo e facendo cadere Axel, a quel punto si ritrovarono uno sopra l’altro, con i bacini che coincidevano, visto che erano alti uguali; Axel cercò di tirarsi indietro, ma allo stesso tempo non voleva. Fissò Demyx con uno sguardo confuso e insicuro, l’altro, invece, lo osservava divertito e ogni tanto faceva qualche gesto o azzardava qualche mossa nel tentativo di provare a sedurlo. Sembrava che Axel stesse per alzarsi e spostarlo quando Demyx sentì una pulsione, che non proveniva da lui, bensì era Axel, che ora aveva avuto un moto “eccitatorio”. Il fatto che la toga non fosse per nulla aderente, e sotto di essa non portasse nulla - come era consono all’epoca - non dava il minimo freno alla sua erezione che di secondo in secondo aumentava la sua pressione, Demyx avvertì una sensazione di fastidio in questo, ciò gli diede un non so chè di felicità, perché così trovava una risposta a tutti i suoi complessi: per Axel provava solo amicizia. Però, d’un tratto, quel fastidio era svanito e adesso provava grande piacere e voleva di più,  nel momento che sentì tutto ciò, si eccitò e anche lui si ritrovò come Axel, se non fosse che i suoi pantaloni aderenti contenessero non poco quell’azione, oramai era riuscito a rassegnarsi il suo era amore, anche se blasfemo non poteva respingerlo e soffrire... Se precedentemente gli occhi di Demyx erano maliziosi, ora bruciavano di una focosa passione che avrebbe potuto abbattere qualsiasi esercito con una sola mossa. Il biondo torse il collo verso Axel, Axel, verso il biondo, facendo toccare le loro labbra, che si dischiusero lentamente mentre le loro lingue cercavano di entrare una nella bocca dell’altro e i loro occhi si chiudevano, per gustare meglio quel bacio passionale. Intanto Demyx gli aveva messo le mani nei capelli accarezzandoglieli. Axel gli  stava praticamente strappando la camicia dalle braghe, per andare a compiere la stessa azione di Demyx, ma in modo più sensuale, sulla sua schiena, trasmettendogli il suo confortevole calore. Demyx si spinse un po’ verso sinistra, imitato da Axel, si ritrovarono sdraiati su un fianco a baciarsi, ma qualche secondo dopo le posizioni e i gesti si invertirono completamente, facendo sentire Demyx posseduto da Axel, capendo così che era quello che avesse sempre sognato.
I due non si accorsero però che qualche istante prima era entrato il generale d’Urrea, probabilmente alla ricerca del figlio, con la moglie Sofia - ora il lacrime e singhiozzi -, mentre lui era diventato cieco dalla rabbia......

 

FINE DEL CAPITOLO PRIMO. Bene, ditemi che ne pensate, per il secondo accetto consigli e accenni di idee.... commentate sinceramente... anche con qualche critica, che sarà molto gradita!

 

P.S.: lo so che è molto corto.... però ricordate che è il primo...spero che gli altri siamo più lunghi!!

 

  
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