AMORE
BLASFEMO
RATING : giallo
PERSONAGGI : Axel, Demyx, altri personaggi
PARING: AkuDemyx
NOTE: shonen-ai, AU, OOC, cross-over
Nota legale: questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà della square-enix. Mentre molti aspetti sono tratti dai libri di Valerio Evangelisti
Nota dell’autore: allora,
eccomi con una fic nuova, questa
volta non è una demenziale, bensì una yaoi!
Già, una yaoi scritta da un
ragazzo, molto
strano, vero, non so
nemmeno io perché l’ho scritta, ma volevo provare
a cambiare totalmente;
inoltre una mia amica mi ha spinto a scriverla e una certa mia dea ha
cercato
di attuare un processo di yaoizzazione su di me, che ha avuto effetto
ora.
Ragazze, ditemi come è, e per favore siate sincere,
tutte...o se ci sono dei
ragazzi.. siate sinceri. Non limitatevi in nessun modo nelle critiche,
vi dico
già che io non sono molto convinto di questa storia.
Comunque, sorvoliamo e passiamo oltre, questa fiction l’ho
ambientata in un epoca in cui l’amore
“yaoi” non era permesso, nel 1300, ai
tempi di inquisitori e simili. Per quello che riguarda il cross-over,
mi sono
ispirato all’inquisitore “Nicolas
Eymerich”, già appare anche in questa
fiction, è vero, è un personaggio storico ma io
mi baso su Valerio Evangelisti
per questo personaggio... e anche per l’epoca,
l’ambientazione,... appare anche
il nome del Justicia de
corte : “ Jacme d’Urrea” per
quello
che riguarda lui, non ricordo se fosse il suo nome in questi romanzi,
ergo non
so se sia corretto... e non posso controllare perché il
libro in cui viene
citato lo ha mia sorella. Ho cercato anche su internet informazioni con
questo
nome, ma non ho trovato nulla. XD
Beh, leggete e ditemi come la trovate, commentando sinceramente! Ah, se trovate dei commenti che possono sembrare razzisti e discriminatori, perdonate. Li ho messi per rendere meglio l’idea di un certo disprezzo presente a quei tempi. ^^
Ora prima: 6.00 a.m. ora terza: 9.00 a.m.
Ora sesta: 12.00 a.m. ora nona: 3.00 p.m.
Vespero: 6.00 p.m. – 9.00 p.m. compieta: 9.00 p.m. – 12.00 p.m.
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CAPITOLO 1:
“
SENSAZIONE DA NON PROVARE”
Quella, era una dolce serata
autunnale, i festeggiamenti per
Nostra signora del Pilar si avvicinavano e a Saragozza, in quel ottobre
del
1360, si sentiva già la felicità per una festa
tanto importante, seppure la
sera restava tranquilla.
L’epidemia di peste era un incubo lontano oramai 10 anni o
più, tuttavia in questa città catalana, dove la
cultura cristiana e quella
musulmana si mischiavano in apparente armonia, c’era chi
ancora soffriva di
quel morbo terrificante.
Egli indossava dei tipici pantaloni di tessuto verde, come
lo erano i suoi occhi allegri, una camicia di cotone bianca decorata da
filamenti aurei gli copriva il busto scolpito e i suoi calzari, seppur
leggermente logori, continuavano a mostrare la loro superba
nobiltà. I capelli
biondi erano come sempre in quella posa eccentrica, che, a causa del
fatto che
nessuno sapeva come facesse a tenerli tali, gli costarono delle denunce
alla
santa inquisizione –
residente in città
nel castello dell’Aljaferia
– mai
prese in considerazione, e il vociferare
indignato da parte del popolo.
Lui non aveva mai rivelato questo segreto, se non ad Axel
che ora giaceva supino sul letto mentre Demyx gli stringeva la mano:
Axel era
un servo, o meglio, uno schiavo appartenente alla famiglia del giovane.
Fu
comprato da suo padre nel regno di Granada, durante una spedizione
dell’esercito aragonese 10 anni prima, quando Dem aveva 7
anni e l’altro 10,
Mariano lo diede a Demyx come servo da compagnia. Nel
tempo passato insieme, il rampollo lo aveva
sempre disprezzato per il fatto che suo padre pensasse che ne avesse
bisogno,
ma anche per il modo di fare che Axel aveva ogni tanto; ma quando 11
mesi prima
si ammalò di peste, Demyx capì di averne bisogno
e di non poterne più vivere
senza, da quel momento se ne prese meticolosamente cura.
Da qualche tempo la situazione dello schiavo era migliorata:
le pustole erano scomparse, la carne non marciva più,
insomma era guarito – era
raro che succedesse ma capitava – doveva solo riposarsi e
riprendere ogni
forza. Ora si riuscivano a vedere di nuovo i suoi tratti soavi e a
scorgere la
vita nei suoi occhi di smeraldo, e i suoi capelli di fuoco
risplendevano
lucenti e vigorosi.
- Demyx, ti ho detto più volte di
non toccarmi, non ricordi che tua sorella è morta nello
stesso
Modo? Toccando un
appestato!-. Axel lo disse con tono duro ma assente,
come se fosse stanco di ripeterlo.
-
Ma
Axel, lei toccò un appestato nel pieno
della malattia, anzi, ne venne toccata, invece per
te... le pustole
non ci sono più, il sangue nemmeno, il rischio
è... -
- Non mi interessa
–
lo interruppe brusco Axel. – È tardi,
và a dormire!- gli ordinò.
Demyx sorrise e poi replicò scherzosamente: - Axel, sono io
a dare gli ordini, non tu! Vabbè, ti accosto le tende e
vado... mi devi dire,
però, come fai a sopportare questo terribile odore, da me si
sente... ma visto
che sono dall’altra parte del palazzo, si affievolisce un
po’, vivere ai
confini della moreria non è per niente
piacevole! –
Demyx viveva in una zona di Saragozza in cui pochi volevano
abitare, si trovava ai confini con la moreria,
il quartiere abitato da quelli che chiamavano mudejares
- i mori,
o arabi
– .
-
devo
convincere mio padre ad andare a vivere
insieme allo zio, nel suo palazzo, dovremo licenziare
molti servi, e liberare degli
schiavi, ma almeno vivremo bene! - .
-
ma
Demyx, questa zona della città non è male,
io mi ci trovo bene!- disse Axel.
- No, questa zona
è un caos, come tutta la città,
ma qui è il peggio del peggio!! A contatto
praticamente diretto con quei cani
infedeli che seguono quel guardiano di porci del loro profeta! Loro
hanno
portato la peste, con le loro false scritture!! E se ciò
succede è solo colpa
di quell’imbecille di Re Pietro IV, che pensa solo al suo
commercio e ai suoi interessi,
senza salvaguardare la
vera fede: il
nostro cristianesimo, è da scomunicare
all’istante!-
tuonò Demyx facendo rabbrividire
Axel. Demyx aveva
un carattere molto
duro e non riusciva assolutamente a sopportare coloro che non
condividessero
ciò in cui credeva. Axel non gradiva questa sua parte, ma
sapeva quanto sapesse
essere buono e gentile con
gli altri.
- Dem, parli come
un inquisitore, anzi, parli come
quel Nicolas Eymerich, l’inquisitore generale del regno-.
Osservò il servo.
- sarà, ma il fatto che
l’inquisizione pensi ciò che penso io, mi da la
conferma delle mie parole-.
Aggiunse Demyx soddisfatto.
Demyx se ne andò dalla stanza
fissando Axel, che, al contrario del padrone, si accorse della
maliziosità che
celavano quegli occhi verdini... o almeno se Demyx si accorse di quello
che
dava a vedere il suo sguardo, non lo diede a notare.
Mentre marciava nella direzione
del suo “cubile” soggiunse Mariano con un sorriso
smagliante stampato su quel
viso paffuto, segnato a vita da una cicatrice procurata durante la
spedizione
ad Alghero 6 anni prima, suo padre aveva del prestigio non tanto per il
suo
grado di nobiltà, il quale non era eccelso, ma quanto per il
fatto che fosse un
generale nell’esercito del Cerimonioso, re Pietro IV.
-
Demyx, figliolo, ho buonissime notizie per te! - disse
pieno di
concitazione. - Ti ho cercato ovunque, ma dove eri finito? Ancora da
quel
servo? Devi passarci meno tempo, se vai avanti così, lo
sbatterò fuori dalla
nostra famiglia! - .
- Ma padre, non puoi! Io mi ci
sono affezionato, e poi ora sta male! - replicò Demyx con
una nota rabbiosa. Ma
Mariano gli rispose: - Sì, ma oramai hai 17 anni, sei
abbastanza grande per
sposarti! Non ti serve più un servo da compagnia! E io ho
trovato per te una
moglie perfetta! - . le parole “sposarti” e
“moglie” gli portarono uno stato di
angoscia, non ne sapeva il motivo, doveva esserne felice, sposandosi
avrebbe
acquisito prestigio, ma allora perché questo? cominciava a
percepire una
sensazione da non provare... si stava spaventando. Il padre
continuò dicendo: -
la moglie che ti ho trovato è Larxene de luna! La figlia di
en Pere de Luna! La
conosci? -. Demyx, se prima era angosciato, ora era letteralmente
shockato e
impallidito: - La- Larxene? S-sì, la conosco... è
un mostro sanguinario! Forse
più del braccio secolare! Non posso sposarla se tieni alla
mia vita! - .
- ma cosa stai dicendo!? Per
favore, taci! Tu la sposerai e basta... inoltre questo matrimonio ti
servirà,
ti aiuterà a inserirti nell’alta
società in modo ancor migliore!- detto ciò,
Mariano si avviò nella
direzione da cui
era arrivato, lasciando Demyx attonito per un paio di minuti,
finché non si
decise a muovere, con passi lenti e morti, verso la sua stanza.
Oramai erano le laudi, decise di
alzarsi e andare a pregare nella
piccola
cappelletta, che era presente nel palazzo, all’esterno, vi si
accedeva
attraversando l’ala dove vi erano le cellette dei dipendenti
della famiglia,
sperando che un intercessione con il suo Dio lo aiutasse a superare
tutto e a
tornare sulla retta via. Ma quando vi accedette trovò Axel
curvo in un inchino
profondo, tipico dei servi, quella sua posizione lo fece arrossire e si
impalò
un attimo, poi scacciò quei pensieri immorali e si diresse
celere verso il
Rosso, ammonendolo: - che cosa ci fai qui!? Lo sai benissimo che i
servi non
possono uscire dalle loro celle oltre compieta! Quindi dimmi subito
perché sei
qui!!-. Axel rispose con una scusa che sapeva avrebbe intenerito Demyx:
- ma,
era da tanto che non venivo a pregare da solo, e visto che non riuscivo
a
dormire, ho deciso di recarmi qui... e poi oggi hai detto che ero tuo
amico,
adesso sono di nuovo un tuo servo? - Demyx si sentì afflitto
e si pentì di aver
trattato Axel in quel modo, tuttavia non si accorse che le parole del
servo
fossero una scusa, e piene di ipocrisia. - scusa, non volevo, e vabbeh,
puoi
restare...ma non disturbarmi durante la mia orazione! - . Demyx si mise in ginocchio
seguito poi da
Axel, e pregò, mentre lo schiavo fece finta di seguire la
sua azione. Axel era
andato là solo per stare solo in un posto che non fosse
quella camera... non
pensava che Demyx potesse soggiungere.
Qualche minuto dopo notò che
Demyx si era addormentato, allora distese le gambe e lo
portò con la testa su
di esse e lo accarezzò. Demyx sembrò un
po’ turbato nel suo sonno, forse non
solo a causa della nuova posa, ma anche per la ruvidità
della toga di Axel.
Qualche istante dopo, anche il rosso si addormentò.
Quando
Demyx aprì gli occhi, era
l’ora prima, lo capì perché le campane
di tutta Saragozza lo stavano
annunciando. Dopo aver notato il posto in cui aveva dormito e quale
fosse stato
il suo cuscino, si mise di scatto in ginocchio e svegliò
Axel con dei colpetti
marcati.
- Axel! Ti rendi conto di dove
abbiamo dormito?? E in che modo??-
- sì, e ammetto che non avevo mai
dormito così bene!- disse il giovane con un ghigno.
- ma che stai dicendo!? Alziamoci
che è meglio! Prima che mio padre ci venga a cercare!!-
replicò quasi allarmato
Demyx.
Il ragazzo più grande si alzò,
seguito poi dall’altro che, sbadatamente, o almeno era quello
che fece pensare,
inciampò, cadendo e facendo cadere Axel, a quel punto si
ritrovarono uno sopra
l’altro, con i bacini che coincidevano, visto che erano alti
uguali; Axel cercò
di tirarsi indietro, ma allo stesso tempo non voleva. Fissò
Demyx con uno
sguardo confuso e insicuro, l’altro, invece, lo osservava
divertito e ogni
tanto faceva qualche gesto o azzardava qualche mossa nel tentativo di
provare a
sedurlo. Sembrava che Axel stesse per alzarsi e spostarlo quando Demyx
sentì una
pulsione, che non proveniva da lui, bensì era Axel, che ora
aveva avuto un moto
“eccitatorio”. Il fatto che la toga non fosse per
nulla aderente, e sotto di
essa non portasse nulla - come era consono all’epoca - non
dava il minimo freno
alla sua erezione che di secondo in secondo aumentava la sua pressione,
Demyx
avvertì una sensazione di fastidio in questo, ciò
gli diede un non so chè di
felicità, perché così trovava una
risposta a tutti i suoi complessi: per Axel
provava solo amicizia. Però, d’un tratto, quel
fastidio era svanito e adesso
provava grande piacere e voleva di più,
nel momento che sentì tutto ciò, si
eccitò e anche lui si ritrovò come
Axel, se non fosse che i suoi pantaloni aderenti contenessero non poco
quell’azione, oramai era riuscito a rassegnarsi il suo era
amore, anche se
blasfemo non poteva respingerlo e soffrire... Se precedentemente gli
occhi di
Demyx erano maliziosi, ora bruciavano di una focosa passione che
avrebbe potuto
abbattere qualsiasi esercito con una sola mossa. Il biondo torse il
collo verso
Axel, Axel, verso il biondo, facendo toccare le loro labbra, che si
dischiusero
lentamente mentre le loro lingue cercavano di entrare una nella bocca
dell’altro e i loro occhi si chiudevano, per gustare meglio
quel bacio
passionale. Intanto Demyx gli aveva messo le mani nei capelli
accarezzandoglieli. Axel gli stava
praticamente strappando la camicia dalle braghe, per andare a compiere
la
stessa azione di Demyx, ma in modo più sensuale, sulla sua
schiena,
trasmettendogli il suo confortevole calore. Demyx si spinse un
po’ verso
sinistra, imitato da Axel, si ritrovarono sdraiati su un fianco a
baciarsi, ma
qualche secondo dopo le posizioni e i gesti si invertirono
completamente,
facendo sentire Demyx posseduto da Axel, capendo così che
era quello che avesse
sempre sognato.
I due non si accorsero però che
qualche istante prima era entrato il generale d’Urrea,
probabilmente alla
ricerca del figlio, con la moglie Sofia - ora il lacrime e singhiozzi
-, mentre
lui era diventato cieco dalla rabbia......
FINE DEL CAPITOLO PRIMO. Bene, ditemi che ne pensate, per il secondo accetto consigli e accenni di idee.... commentate sinceramente... anche con qualche critica, che sarà molto gradita!
P.S.: lo so che è molto corto.... però ricordate che è il primo...spero che gli altri siamo più lunghi!!