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Autore: _ayachan_    17/07/2008    31 recensioni
Sono passati vent'anni da che i nostri eroi hanno indossato il coprifronte la prima volta, e suo malgrado qualcuno si trova a fare da insegnante alle nuove leve. Bisticci tra ragazzini, adulti infantili e tante, troppe cose da nascondere, il tutto sull'orlo di una guerra che sembra inevitabile...
Eppure non si smette di sorridere.
SPOILER!
Genere: Commedia, Azione, Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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- Questa storia fa parte della serie 'L'eroe della profezia'
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Naruto2-Omake

Omake 



- Extra -







Mi muovo silenziosa nella boscaglia.
Come un serpente.
No. I serpenti non mi piacciono.
Come uno scoiattolo.
Col cavolo che quello è silenzioso.

Mi muovo silenziosa nella boscaglia come sabbia.
Ecco, così potrebbe andar bene.
No. La sabbia fruscia.

E che diamine.

Mi muovo silenziosa nella boscaglia.
So dove mettere i piedi, so esattamente cosa fare.
Ho una missione.
Il mio compito.
E lo porterò a termine.
Sono brava, lo dicono tutti.
Cioè, non proprio tutti.
Ma quelli che contano (per me). Ed è abbastanza.
Nella destra tengo stretto un kunai freddo, i miei sensi sono all’erta dal primo all’ultimo...
...Diamine. Ragnatela.
Me ne libero.
Sono di nuovo silenziosa.
Efficiente.
Letale.
Come un embolo al cervello.
...
...Dovrei lasciar perdere i paragoni.

Proseguo.
La meta è tutto, l’obiettivo è tutto, la missione è tutto.
Così mi hanno insegnato (tralasciando di aggiungere che c’è un altro bel po’ di cose al mondo), e io ho imparato bene gli insegnamenti.
Forse non ero la migliore nelle ore di Poesia Ispirata, ma a muovermi silenziosa me la cavavo benissimo.

CRACK

Stupido rametto.

STHUD

Ahia!




«Ehi, hai preso qualcosa»
Nella piccola radura, due ragazzi erano fermi in posizione di difesa. Tutt’attorno a loro, conficcati nel terreno e nei tronchi degli alberi, kunai e shuriken, insieme a tracce di tecniche andate a vuoto.
Quello che aveva parlato, il più piccolo, aveva capelli tendenti al grigio e occhi blu, e non dimostrava più di dieci anni. L’altro, alto e moro, ne aveva sicuramente qualcuno in più, ma sembrava anche più malridotto.
«...Eh?» ansimò, senza capire.
«Là» spiegò il ragazzino, indicando un punto alle sue spalle, sulla destra. «Quando mi hai lanciato quel kunai e mi hai mancato di venti centimetri, hai preso qualcosa nel bosco»
Il moro sbatté le palpebre sugli occhi azzurri, slavati.
«Ah... ma certo!» esclamò all’improvviso. «Lo sapevo. Sicuro. Avevo sentito un rumore, e ti ho mancato apposta»
Il ragazzino più giovane gli lanciò un’occhiata piatta. «Interrompiamo la sfida e andiamo a vedere?» propose.
«Ho vinto io?»
«Ti concedo al massimo un pareggio»
«Accidentaccio... va bene. Solo perché sei piccolo»
Insieme si avvicinarono cautamente alla boscaglia. Poco prima avevano sentito un rametto spezzarsi, poi c’era stato il kunai, e più nulla. Di qualunque cosa si fosse trattato, o era stata colpita, o se ne era andata molto in fretta.
«E’ un cinghiale, vedrai» se ne uscì il moro con aria convinta. «Enorme. Li so riconoscere io»
Scostarono le fronde di un cespuglio e si liberarono di una ragnatela, e, scavalcando radici e sassi, avanzarono ancora un po’... Finché il luccichio di un kunai tra le foglie non attirò la loro attenzione.
Si fermarono.
«Un cinghiale, eh» commentò il ragazzino, piatto.
«Ehm...» si schiarì la voce quello più grande, arrossendo. «...Più o meno»
Faccia a terra, sul terriccio scuro, c’era una sagoma indubbiamente umana, circondata da una massa di folti capelli rossi sparsi sulla schiena e tutt’attorno al capo. A una prima occhiata sembrava sprovvista di zanne, peli o coda.
«Mi sa che l’hai anche colpito con il retro del kunai» commentò il più piccolo, raccogliendo l’arma del delitto. «Non sai nemmeno lanciare come si deve, razza di Stupido»
«Ehi, almeno io me ne ero accorto!» protestò l’altro, indignato.
«Comunque, controlliamo se è vivo»
Con poca delicatezza, i due si posizionarono ai lati del loro cinghiale e lo voltarono sulla schiena.
La prima cosa che scoprirono fu che era davvero stato colpito con il retro del kunai, a giudicare dal bernoccolo sulla tempia sinistra. La seconda, che era femmina.
Il ragazzino posò due dita sul suo collo, alla ricerca di battito cardiaco, e lo individuò subito.
«Viva» decretò con calma. «Non sai nemmeno uccidere con un colpo solo»
«Potrei imparare in fretta» bofonchiò il moro tra i denti.
«Che ne facciamo?»
«Non possiamo portarla a Konoha, guarda il coprifronte»
«Già. Allora proviamo a svegliarla»
Non aveva nemmeno finito di proporlo, che la sua piccola e tenera mano aveva già colpito con uno schiaffo secco.

Ahia!
Non ci va leggero il marmocchio!
Ma col cavolo che apro gli occhi, non sono mica scema.
In questi casi la mossa migliore è fingersi morti.
Io queste cose le so.

Il ragazzino fissò il volto addormentato, che sul lato destro si stava colorendo di rosso.
Ritentò.
«Ahia, e che cavolo!» sbottò allora il cinghiale, scattando a sedere con una mano alla guancia. «Basta, però!»
«Fatto» commentò il ragazzino tutto tranquillo. «Va bene, ora dicci chi sei e cosa vuoi»
La kunoichi dai capelli rossi assottigliò gli occhi castani, studiando i due che si trovava davanti.
Carini, fu il suo primo pensiero. Nemici, fu il secondo.
«Dalla mia bocca non uscirà una parola!» esclamò spavalda.
«Prego?» chiese il ragazzino, serafico, e la lama del kunai andò a solleticare la gola di lei.
«Oh, ehm, beh... se proprio insistete... insomma, in fondo è scortese non presentarsi» ritrattò la rossa stiracchiando un sorriso. «Chiamatemi Kuro. Vengo dal Villaggio del Sushi»
Il ragazzo più alto scoppiò a ridere. «Da dove?»
«Villaggio del Sushi» bofonchiò lei, arrossendo. «Non si vede dal coprifronte?»
«Ah, è sushi quello? Credevo fosse una ciabatta»
«Senti, se esiste il Villaggio del Tè non vedo perché non dovrebbe esserci anche quello del Sushi!»
«E perché sei qui?» intervenne il più piccolo, prima che scattasse la rissa.
«No, dai, questo non posso proprio dirvelo!»
«Devo torturarti?»
Kuro sbiancò. «Lo faresti davvero?»
«Ma sei una ninja o no?»
«Certo che sì. Ho anche gli shuriken»
Silenzio.
«Okay, lasciatelo dire. Mi fai pena» se ne uscì il ragazzino dopo qualche istante.
«Se non vuoi torturarla possiamo legarla e portarla al villaggio»propose l’altro, con un sorrisino allegro. «Sarebbe divertente vederla fare l’idiota con i veri ninja»
«Voi non siete veri ninja?» chiese lei, illuminandosi all’improvviso.
«Ver...» iniziò l’altro, ma non ebbe il tempo di finire.
In un attimo sia lui che il compagno si trovarono bloccati da uno shuriken conficcato nel terreno attraverso la stoffa dei loro pantaloni, e con profondo stupore si resero conto che alla stelletta erano avvolte carta bombe... rosa leopardate?
Esplosero quasi subito, dando a malapena il tempo a Kuro di balzare indietro, e sollevarono una nube di polvere e foglie secche.
La kunoichi, appollaiata su un ramo, rise piano, con l’aria del serial killer professionista.
Hn. Mai mettersi contro una vera ninja” pensò, inspirando a fondo.

CRACK

Il ramo si spezzò.
Kuro perse l’equilibrio.
La sua testa andò a cozzare contro il tronco.
Svenne.
Di nuovo.
Ricadde a terra, dieci centimetri più in là di dove era stata stesa poco prima, e i due ragazzi che l’avevano trovata, tossendo, dissiparono le ultime spire di fumo con la mano, e la guardarono.
«Io mi vergogno a portarla al villaggio» commentò il più piccolo, osservandola desolato.
«Già. Senti, lasciamola qua e facciamo finta di niente» approvò l’altro.
«E se riesce a trovare la strada per Konoha?»
«Ci penserà qualcun altro a ucciderla»
«Ma no, poverina. La condanniamo a morte, così, e invece dovremmo averne compassione»
«Allora cosa ne facciamo?»
Il ragazzino si prese qualche istante per riflettere.
«Beh...» disse poi, esitante. «Secondo me se la appoggiamo contro un albero, girata dalla parte opposta rispetto a Konoha, non ci arriva mai più»
«Dici che funziona?»
«Tanto vale provare»



Funzionò?
Forse.
Ma probabilmente non ne sapremo di più.







Continua...?
(Spero vivamente di NO)



* * *

Spazio autore

Io l'ho detto che era una scemenza. U_U
Se non altro, è una scemenza che renderà la separazione meno dolorosa!
Se vi avessi lasciati con un drammatico capitolone intriso di morti, sarebbe stato molto più triste, no?

Nota: Kuro è una persona realmente esistente.
Ahimé.



Arrivederci a settembre!
(oppure, arrivederci sul forum, dove troverete il Prologo di Piume nella Cenere!)



Aya
  
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