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Autore: Letterenascoste    24/04/2014    2 recensioni
"Ma se tredici volte buongiorno mi dirai, tu sgarbato non sarai. Un buongiorno mi dirai e una lumachina avrai"
"Non le dirò tredici volte buongiorno e non voglio quella stramaledettissima lumachina... cioè, voglio dire, lumaca cornuta"
"Se una lumaca non vorrai... tu da solo rimarrai"
Così Severus Piton ancora confuso da quel gioco di parole, guardò la nuova docente girargli le spalle e andarsene con il suo cestino pieno di lumache, mezza sporca di muco... un po' ovunque.
"Buongiorno!" le urlò da lontano.
"Un Buongiorno tu mi hai detto" gli urlò contro Johanna "Te ne mancano dodici, bel culetto!"
Genere: Comico, Commedia, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Albus Silente, Minerva McGranitt, Neville Paciock, Nuovo personaggio, Severus Piton
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da V libro alternativo
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Cuor di burro (VIII)
Cuor di Burro.

Epilogo:


Arrivata in Sala Grande Jo potè notare che il tavolo dei professori era stato prolungato di qualche posto per far accomodare i pochi alunni rimasti: praticamente c'erano solo Potter e Paciock con i rispettivi tutori.
Gli unici posti rimasti liberi erano infondo alla tavolata, dove si sedettero lei e l'uomo immediatamente dietro.
"E' un piacere averla difronte" disse Sirius con un sorriso.
Jo lo guardò titubante, sorrise e non rispose.
Severus lanciò uno sguardo disgustato all'uomo di fronte a sé, che accorgendosene gli lanciò un sorriso di sfida.
Del cibo comparve nei piatti di tutti i commensali.
Johanna assaporò ogni elemento nel piatto, aveva una fame esagerata,, ma cercò comunque di darsi un contegno.
Continuò a mangiare con gusto tutto, fino al dolce: una torta di cioccolato doppio strato con una velatura di cacao in polvere.
"Questo si che è si può chiamare dolce" affermò la donna affondando la forchetta nella torta e portandosela alla bocca "Mmm" si lasciò scappare lei assaporando il dolce.
Harry sorrise e lo stesso fece Sirius.
"E' un piacere vederla mangiare con così tanto gusto" disse Sirius assaggiando anche lui lo torta.
Johanna stava per dire qualcosa, ma Severus l'anticipò "Oggi vedo che ti compiaci per molto poco Black"
"Oggi ti vedo molto nervoso Moccy, problemi?" disse Sirius finendo quel poco di vino che rimaneva nel bicchiere.
Jo li guardò entrambi, poi spostò lo sguardo su un Paciock che sembrava in trepida attesa di qualcosa.
Quel ragazzo era davvero stupido, si ritrovò a pensare.
Se Severus si fosse tradito in quel momento tutti i professori sarebero venuti a conoscenza del loro segreto.
Johanna allora abbassò lo sguardo e vide che la tovaglia ricadeva abbondante da entrambi i lati, così, capendo che nessuno l'avrebbe vista, allungò una mano e la posò dolce sulla gamba di Severus. Sentì i muscoli in tensione per il nervoso leggermente rilassarsi.
Severus stava per ribattere, ma infine decise che era meglio evitare.
"Abbiamo un Severus Piton particolarmente poco loquace questa sera" disse sarcastico Sirius.
"Taci cane!" gli intimò Severus prendendo una forchettata di dolce.

La tavola fu sparecchiata velocemente e le animosità sembrarono placarsi.
"Professoressa" disse Harry rivolto a Johanna che era intenta a battere la McGranitt a carte.
"Dimmi Harry"
"Hermione mi ha detto che farà un corso supplementare di pozioni"
"Si, si è vero"
"E le iscrizioni per il corso sono aperte?"
"La lezione è disponibile per tutti coloro che ne hanno bisogno" disse Jo, poi spostando lo sguardo verso Neville "Soprattutto per coloro che hanno preso una T negli ultimi tre compiti"
Neville sorrise "Allora mi sa che mi dovrò iscrivere"
"No, ti ho già iscritto Paciock, la tua presenza sarà fondamentale, e non solo per le ore del quinto ma per tutte a partire dal primo anno fino al tuo anno" disse poi Jo segnando il punto di vittoria in quella partita a carte.
"Lei è stramaledettamente fortunata" affermò Sirius che aveva seguito la partita.
"Fortunata nel gioco, sfortunata in amore" disse Johanna come era suo solito quando vinceva.
A quelle parole Severus voltò fulmineo lo sguardo verso di lei.
Jo si sentì raggelare, poteva sentire lo sguardo furente di Severus addosso.
"Questo" disse Jo cercando di andare a parare da qualche parte "E' quello che si dice, ma ovviamente n-non è sempre così... insomma può darsi che si è fortunati al gioco e in amore, oppure che prima si era fortunati e dopo meno o al contrario o q-qualche altra cosa" 
"Davvero?" disse Sirius avvicinandosi e porgendole una tazza di caffè "E lei è fortunata in amore?"
Jo si sentì tremendamente in imbarazzo "Io non saprei insomma" disse lenta la professoressa e subito si risentì lo sguardo fisso di Severus "Ma si si, sono fortunatissima, soprattutto in quest'ultimo periodo" disse sorseggiando il caffè.

Circa due ore dopo Johanna si trovò a vagare per la parte più remota del giardino innevato.
"Tanto così e ti lasciavi sfuggire tutto" disse Jo all'uomo che le camminava a fianco, braccia dietro la schiena.
"Io non mi stavo facendo sfuggire niente" rispose secco Severus.
Arrivarono alle vicinanze del lago, ora ghiacciato.
Jo cominciò a saltellare sul ghiaccio.
"Vedi che così si rompe e cadi giù" la ammonì Severus che la guardava da lontano.
"Si, ma se cado tu mi salvi... non è vero?" chiese continuando a saltellare un po' qua e un po' la.
"Perché diamine continui a saltare?! Il giacchio si romperà sotto di te" disse apprensivo Severus.
"Appunto, io voglio che tu mi venga a salvare" disse Jo "Quindi cerco di proprosito di romperlo"
Severus sbuffò leggermente. "Se vengo la smetti?"
"Può darsi"
"O si o no"
"Può essere di si, può essere di no"
Severus cominciò a camminare verso la donna. "Giuro che se mi fai precipitare nell'acqua ghiacciata te ne pentirai"
Johanna smise di saltellare e rise leggermente.
Si sentiva come una bambina che aveva ottenuto, dopo tante storie e tanti capricci, l'orsacchiotto più grande del negozio.
Severus le si accostò e le porse un braccio
"Ora andiamo"
"Signor sì, signore" disse prima di alzarsi sulle punte e dargli un casto bacio. 
Lei sorrise, fece un passo e il piede destro le sprofondò nell'acqua gelida. Stava per perdere l'equilibrio ma Severus l'acchiappò stringendola a sé.
"Hai visto che mi hai salvato?" affermò Jo sorridendo.
Severus stava per dire qualcosa ma il giaccio sotto di loro non li sorresse oltre ed entrambi precipitarono nell'acqua gelida.
Fu tutto un attimo e Jo si ritrovava sott'acqua, non poteva ben vedere dove fosse Severus perchè l'acqua ghiacciata le procuparava un insopportabile dolore agli occhi.
Cercò la bacchetta, ma si ricordò di averla lasciata in camera da letto.
Lasciò andare l'ultima boccata di ossigeno e stava per abbandonarsi per sempre a quel freddo così intenso che ormai la penetrava sin dentro gli organi.
La testa cominciò a girarle quando sentì un braccio cingerle la vita... e un attimo dopo i suoi polmoni respirarono di nuovo aria.
Johanna era tremante e ghiacciata, il suo colorito era paragonabile a quella di un pezzo di ghiaccio.
"C-c-c-c-c-come s-s-s-stai?" le chiese Severus accanto a lei, battendo i denti per il forte freddo.
Jo non ebbe la forza di rispondere e abbassò leggermente il capo.
Severus stringendole il braccio, si materializzò con lei direttamente in infermeria.
Johanna ebbe il tempo di vedere il volto estrefatto di Madama Chips, per poi cadere tra le braccia di Severus svenuta.

Quando riaprì gli occhi si ritrovò ancora in infermeria. Questa volta però era completamente asciutta e con una coperta calda che la copriva.
"Finalmente si è svegliata professoressa! Ci ha fatto prendere un brutto colpo" disse la professoressa Sprite vedendo la donna che riprendeva i sensi.
"Dov'è Severus... ehm... cioè il professor Piton?" chiese immediatamente Jo.
"Lui sta benissimo, è di la con tutti gli altri" disse la professoressa Sprite "Non appena si sente bene, Madama Chips deve comunicarle una cosa, mi ha detto di informarla immediatamente"
"E cos'è questa cosa che mi deve dire?" chiese Jo curiosa.
"Non lo so, ha solo guardato le sue analisi e poi mi ha detto di dirle che le doveva parlare"

Non appena Johanna si sentì in grado di rialzarsi si recò nella stanza adiacente dove i pochi rimasti stavano attendendo.
"Finalmente Jo" affermò Silente avvicinandola "Eravamo in pensiero"
Jo sorrise, ma il suo sguardo si spostò su Severus che notò era in ottima forma, solo un po' più pallido.
Severus le lanciò uno sguardo ammonitore.
"Il professor Piton" disse Silente "Ci ha riferito che l'ha vista in difficoltà ed è intervenuto, cadendo però anche lui"
"Si sa che Moccy non è un granché nelle attività fisiche" sottolineò Sirius.
"Si ma se non ci fosse stato lui, io ora sarei un cubetto di ghiaccio" notò la donna zittendo l'uomo barbuto.
Severus sogghignò.
"Ma " continuò Jo "Dov'è Madama Chips?! Mi hanno detto che doveva parlarmi"
"Eccomi" disse l'infermiera entrando nella stanza. "Vedo che sta meglio" disse poi riferendosi a Jo e porgendogli dei fogli "Queste sono le sue analisi"
Jo guardò i fogli ma non li lesse
"Sono malata?" chiese subito.
"No" rispose l'infermiera.
"Allora" disse Jo e gli occhi le si riempirono di lacrime "Sto morendo?"
"Assolutamente no" disse ancora l'infermiera "Legga  quello che c'è scritto e capirà"
"Allora" disse Jo prendendo i fogli e cominciando a leggere "La paziente non ha riportato alcun trauma, ne ustioni da ghiaccio. Il feto non ha risentito dell'accaduto" Severus si sentì ghiacciare molto di più ora rispetto a qualche attimo prima.
Johanna, ancora non capendo, alzò lo sguardo "Quindi sto bene, non ho riportato ustioni ne traumi e il..."
Tutto d'un tratto capì e sbarrò gli occhi.
"Per feto cosa si intende?" chiese con un filo di voce.
"Lei" disse l'infermiera "E' in stato interessante"
Johanna aprì la bocca e la richiuse
"Cosa intende esattamente, per stato interessante?"
"Oh per Merlino!" disse la professoressa McGranitt "Lei è incinta e presto partorirà un bambino: un piccolo dono della vita da portare con lei"
"Un piccolo dono della vita?" chiese Jo con un filo di voce, poi spostò veloce lo sguardo verso Severus che sembrava una statua, non batteva ciglio.
Jo chiuse la bocca.
"Allora" disse Silente " Chi è il fortunato?"
"Fortunato?" chiese Jo sarcastica e nervosa.
"Il padre del bambino, insomma"
"Oh no lui" disse Jo "E' praticamente morto"
"MORTO?" Chiesero all'unisono... e Severus indietreggiò.
"Ancora no, ma lo sarà tra poco"

Cinque minuti dopo nella stanza della professoressa di pozioni...

"Tu" disse puntando l'indice contro il petto di Severus
"Io non ne sapevo niente, credevo prendessi qualcosa per evitare la gravidanza"
"E' logico che prendo qualcosa, ma evidentemente non ha funzionato"
"Usi" disse Severus "O meglio, usavi la pozione non è vero?"
"Si, si"
"Quindi se malaguratamente ti fosse caduto del trifoglio nella pozione... l'effetto sarebbe stato nullo"
Jo lanciò uno stridulo lamento e si appoggiò al muro.
Severus si sentiva tremendamente inadeguato per quella situazione.
"Questo significa che noi aspettiamo..." disse Severus non riuscendo a finire la frase...
"No, non noi" disse Jo avvicinandosi all'uomo "IO: io lo dovrò portare in grembo, io avrò un pancione enorme e IO lo dovrò partorire"
"Io ti potrei aiutare" propose Severus frastornato in un tono che non riconobbe il suo.
"Ok, se lo partorisci tu va bene Severus"
"Non in quel senso" disse lui avvicinandosi alla donna che ora teneva il broncio, le passò una mano intorno alla vita e le baciò la fronte.
"Mostro" disse lei facendosi abbracciare.

La mattina seguente Jo, quando aprì gli occhi, si ritrovò avvolta dalle lunghe braccia di Severus e la cosa la incuriosì molto.
Erano rare le volte che il professore rimaneva nel suo letto, normalmente se la svignava non appena lei si addormentava.
Ora invece poteva sentire il nasone soffiare pesante sul suo collo, non che la cosa le desse particolarmente fastidio, ma aveva un senso di nausea imminente e la cosa la preoccupava.
"Severuuuuuuus" disse piano voltando leggermente il volto e cercando di trattenersi.
Del professore nessuna risposta.
"Ha il sonno più pesante del mondo quest'uomo" disse poi Jo dandogli lieve gomitate a livello addominale.
"Svegliati" disse poi in tono normale.
Ancora nessuna risposta.
Poi le venne un'idea: gli avrebbe soffiato in un orecchio.
Si girò e si ritrovò naso a naso con Severus, ma il conato di vomito fu sempre più imminente.
Non si potè più trattenere, allungò le braccia e strattonò Severus a terra, facendolo cadere dal letto e soprattutto svegliandolo; lei scappò nell'immediato in bagno, testa china sul gabinetto.
Severus si ritrovò a terra.
"Cosa diamine succede?" chiese poi alzandosi e massaggiandosi la schiena e il sedere che avevano ammortizzato la caduta.
Johanna uscì dal bagno e si sedette su una sedia, spossata e con una cera terribile.
Severus, in boxer, si sedette vicino la donna. "E' il... il..." poi si fermò, non era ancora riuscito a dire la parola bambino in 24 ore, quindi si limitò ad indicare il ventre della donna.
Jo lo guardò furente "E' TUO figlio che mi fa stare male"
"Ma... fino a ieri non era solo tuo?"
"No, ho detto che IO dovrò patirne le sofferenze"
Severus si passò una mano tra i capelli ancora incredulo "E... di quanti mesi è il... cioè nostro... lui insomma?"
Jo prese il foglio delle analisi "Qui dice tre mesi"
"Quindi è stata la prima volta che noi..."
Jo prese un peluche e glielo lanciò contro "Colpa tua, dovevi fare cilecca quella volta"
"Ti informo che io non ho fatto mai cilecca in vita mia, e mai lo farò" disse poi fiero della propria virilità.
Johanna nel frattempo si era alzata a riprendere il peluche caduto a terra "Ah poi ti voglio vedere a ottant'anni" disse la donna dandogli un'occhiata ghignante "Tutto moscio, rugoso, la pelle che pende, poi voglio vedere come fai cilecca caro mio. E quel giorno" disse poi Jo puntandogli un dito contro "Io sarò li e ti dirò: Muahahaahahaha"
Severus nel frattempo si era alzato e si diregeva a passi lenti verso la donna.
"E poi " continuò Jo trattenendosi dal ridere, ora che era naso a naso con Severus "Ti ballerò intorno canticchiando:' te l'avevo detto, te l'avevo detto'. E poi..." continuò ora la donna ridacchiando. Severus nel frattempo le aveva preso il polsi. "E poi ti chiamerò pisello moscio"
"A si?" chiese Severus minaccioso.
Jo scoppiò in una risata chiassosa.
"E allora ti faccio vedere io" disse poi Severus ritrascinandola verso il letto.
"Oh Merlino" fece Jo fingendo "Un altro conato di vomito" disse portandosi una mano alla bocca e creandosi un lieve spasmo allo stomaco.
Severus le lasciò il polso e la donna sorrise.
"Tanto non mi prendi" disse poi uscendo la lingua.
Severus fu scioccato, si era appena fatto gabbare in quel modo puerile.
"Ora vedrai" disse inseguendola per la stanza e poi per i corridoi.
Jo si bloccò di colpo vedendo Neville Paciock in compagnia di Colin Canon.
Severus neanche due secondi dopo era accanto a lei.
"GUARDA GUARDA" urlò Neville all'amico indicando i professori paonazzi.
Colin fece veloce una foto.
"Sono ricco" urlò Neville.
"NO PACIOCK, SEI MORTO" esclamò Severus puntandogli un indice minaccioso contro.
"E tu sei in mutande" disse Jo sottovoce al compagno accanto.

Erano ormai passati quattro mesi dalla scoperta della gravidanza e ancora Johanna andava in giro per Hogwarts a fare lezione, con totale dissenzo di Severus.
Ogni volta che si guardava allo specchio si vedeva sempre più grossa.
"Guarda, guarda sono enorme" disse Jo a Severus che stava scrivendo su un foglio di pergamena.
"E' il normale ciclo della vita! E poi, Albus chiede se possiamo andare il più presto possibile da lui"
"Sono una balenottera" disse lamentandosi verso Severus che si alzò e l'abbracciò da dietro mettendo una mano sul pancione e baciandole il collo.
"Non tutti gli effetti della gravidanza sono negativi"
"A no?" chiese Jo "E dimmi quali sono i pregi?"
"Hai il seno più grosso" disse quasi sorridendo Severus.
"Cretino" 

Severus e Jo si recarono da Silente il prima possibile.
Quando furono arrivati, si sedettero di fronte al vecchio mago.
"Vedo che oggi non hai mal di schiena" esclamò Albus.
"No, oggi ho i piedi gonfi in effetti" rispose secca Jo.
"Allora..." iniziò Albus schiarendosi la voce "Credo che tu non sia più in grado di fare lezione, cara Jo"
Jo lo guardò sconvolta
"Guarda che non devo mica trasportare carichi di pietra sulle spalle sai? Devo stare seduta, spiegare e interrogare"
Albus la guardò divertito.
"Ormai sei agli sgoccioli e dovresti pensare a sistemare tutto"
"Tu mi stai licenziando perché potrei partorire su una cattedra?"
"Perché in quest'ultimo periodo è importante stare tranquilli e non assillati dai conti finali"
"Tu sei un mostro"
Albus la guardò interdetto "Severus prova tu"
"Io non ho voce in capitolo" disse con voce rassegnata Severus.
"Non è vero" disse Jo.
"Ok, allora secondo la mia opinione dovevi stare a casa già due mesi fa"
Jo lo guardò sconvolta e poi spostò le braccia come per abbracciare il pancione "Mostro, sei un...un..."
"Mostro?" le suggerì Albus.
"Si, si quello." poi Jo ragionò "Ok me ne vado, ma che si sappia che mi avete costretta!" disse poi con le lacrime agli occhi.

La stessa sera Albus annunciò che la professoressa si sarebbe ritirata dall'insegnamento.
"Prego Jo, vuoi dire qualche parola ai tuoi alunni?"
Jo si alzò tremante e si avvicinò al preside.
"Io... Voi... Insomma mi mancherete" disse poi lasciandosi scappare due lacrime e gli studenti si alzarono ad applaudire. "Vi porterò nel cuore. E... non sto piangendo per l'emozione, ma sono gli ormoni che mi fanno questo effetto" disse poi andandosi a sedere.
Gli studenti cominciarono a mangiare.


Finita la cena Jo prese le due valigie e andò a salutare tutti i professori, persino Gazza.
"Io" disse Jo "Non gliel'ho mai detto, ma ho sempre apprezzato il suo lavoro" disse poi dando la mano al bidello che sorrideva giocondo.
"Grazie"
"E mi dispiace" disse poi in lacrime "Quando da piccola le mettevo le caccabombe nei gabinetti ancora sporchi facendo scoppiare tutto in aria"
"Allora eri tu la piccola delinquentella" disse Gazza con uno strano tic ad un occhio.
"Lei insulta una donna incinta" disse Jo mortificata "Lei è... lei è..."
"Un mostro?" le suggerì di nuovo Albus
"Si" disse Jo.
Poi si voltò verso Severus e gli porse la mano, lui alzò un sopracciglio.
"E' stato un piacere conoscerti. Fatti sentire ogni tanto, sai una cartolina per Natale o per Pasqua"
"Cosa-stai-dicendo?" chiese Severus
"Ti sto salutando"
"Aspetti nostro figlio"
"Perchè lo vorrai conoscere?"
"Io lo voglio crescere" disse Severus.
"Tu vorresti crescere tuo figlio?" chiese Jo "Sei... sei..."
"Un mostro?" le suggerì ancora una volta Albus ora terribilmente divertito dalla situazione.
"No" disse Jo sorridendo "Dolce"
Severus alzò di nuovo sopracciglio.
"E' meglio avviarci" disse poi prendendo le valigie.
I due si allontanarono dai professori.
Stavano quasi per uscire dall'enorme porta di Hogwarts quando Jo bloccò Severus
"Aspetta, prima devo fare una cosa" dsse poi lasciandolo solo e correndo di nuovo per i corridoi.
"Non correre" le urlò dietro Severus.

Johanna corse fino al quadro della Signora Grassa. "La prego mi chiami Neville Paciock"
"Vuole sentire qualcosa che potrei cantarle?"
"No per la miseria, non voglio partorire qui"
"Donna sgarbata" disse la Signora Grassa scomparendo dal dipinto.
"Professoressa" disse Neville uscendo da dietro il quadro. Aveva un pigiamino con gli orsetti "E' successo qualcosa?"
Jo sorrise e lo attirò a sé abbracciandolo. "Mi mancherai piccolo troll"
Neville diventò paonazzo "Anche lei mi mancherà prof"
"Mi raccomando studia, soprattutto pozioni" disse poi Jo baciandogli la fronte. "Arrivederci" disse poi allontanandosi e il ragazzo rientrò oltre il quadro.

Jo ritornò con calma dove aveva lasciato Severus con le valigie in mano. Prima però si asciugò due lacrimucce.
"Che hai fatto?"
"Niente"
Severus la guardò apprensivo e poi si smeterializzarono per ricomparire in una periferia di Londra.
"Questa non è casa mia" disse Jo indicando la casa verso cui si stava dirigendo Severus. Era su due piani, non doveva essere molto grande.
"No infatti" disse Severus aprendo la porta ed entrando "E' la mia"
Jo lo guardò stranita. "Mi stai appena chiedendo di vivere con te?"
"No" disse Severus lasciando le valigie a terra e accendendo il fuoco "Tecnicamente non te lo sto chiedendo."
"Allora" disse Jo "Questo è un rapimento"
Severus alzò un sopracciglio.
"Qui c'è la cucina e questo è il salotto. Al piano di sopra ci sono tre camere di cui una da letto e un bagno indipendente. In più c'è il bagno comune."
"Ma io a casa mia avevo tutte le mie cose" protestò Jo.
"Le trovi nell'armadio. Per quanto riguarda gli immobili erano in affitto quindi l'ho trovato inutile trasportarli. Mentre gli ornamenti, quadri, soprammobili li trovi nello scatolone lì all'angolo"
"Vedo che hai già fatto tutto"
"Vieni ti faccio vedere di sopra"
Jo seguì Severus su per le scale.
Le fece vedere il bagno, la camera da letto con bagno indipendente, e una delle stanzette.
"Questo è tutto"
"No, non è tutto"
"A no?"
"No" disse Jo indicando la seconda cameretta " Manca quella"
"E' uguale all'altra" disse Severus voltando le spalle
"Ma io la voglio vedere" disse poi Jo aprendo la porta e meravigliandosi nel vederla arredata così da ospitare un bebè. Poi raggiunse l'uomo ora al piano di sotto, seduto sulla poltrona a leggere un libro.
Stava per dire qualcosa.
"Non parlare" disse Severus "Se non ti piace la puoi cambiare a tuo piacimento, ho solo dato un punto d'inizio"
Jo sorrise e si sedette sopra di lui. "E' bella" disse poi.
Severus la guardò incerto.
"Davvero" disse poi Jo mettendosi una mano sul cuore "Sei stato..."
"Non voglio sentirlo" disse Severus
"Ok non te lo dico"
"Meno male" disse Severus tirando un sospiro di sollievo.
"Non ti dirò mai che il tuo è stato un gesto dolcissimo"
"Avevo detto di non volerlo sentire" disse poi abbracciandola e mettendole una mano sul pancione.
"Hai sentito?" disse Jo mettendo la sua mano su quella dell'uomo.
"Si, si è mosso" disse Severus con un filo di voce.
"E' felice di essere a casa"

The end.



Angolo dell'autrice
: Ciao a tutti. Eccoci finalmente alla fine di questa fanfiction.
Spero che vi sia piaciuta e che vi abbia tenuto compagnia (:
Ringrazio tutti coloro che hanno letto e che hanno dovuto sopportare il mio estremo ritardo nel postare i capitoli!

Un abbraccio e a presto (:

   
 
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