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Autore: jaseylover    24/04/2014    0 recensioni
Corradino di Svevia è passato alla storia come l' ultimo erede della casata degli Hohenstaufen, lo sfortunato nipote di Federico II, giustiziato a soli 16 anni per mano di Carlo D' Angiò. Ma Konradin fu forse molto di più che un povero giovane sacrificato sull' altare del potere: un principe che ebbe il coraggio di tentare un' impresa immane, di lottare per riconquistare un regno ormai finito. L'amico sino alla morte per Friedrich von Baden, l' amore di una vita per Cara von Ulraden.
Una preda inerme negli artigli di Charles d' Anjou.
Genere: Guerra, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Medioevo
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12 Marzo 1252.
“Maestà...”
Elizabeth si volse, stremata, verso la porta. Frau Herrensbach, la sua dama di corte, era ancora incerta sulla soglia, e sembrava aspettare un cenno di assenso per porgerle il neonato che aveva tra le braccia, avvolto in un drappo rosso.
“Portatemelo qui, per favore.” Elizabeth protese le braccia verso suo figlio, e lasciò che la cortigiana glielo adagiasse sulla camicia da notte ancora madida di sudore. Il bambino aveva gli occhi chiusi, le palpebre gonfie e rosse per lo sforzo. Lo sforzo di venire al mondo, pensò la madre, mentre gli accarezzava, titubante, il capo. Il sole non era ancora tramontato, e l’ odore dei campi bavaresi in fiore aveva pervaso la stanza. Quel pomeriggio di marzo, credeva Elizabeth, la sua esistenza aveva finalmente trovato il suo compimento. Un cerchio finalmente chiuso, una freccia scoccata. Una sofferenza dovuta, un compito assolto.
“Maestà, il Re arriverà domattina a Wolfstein. E’ a poche ore di cavallo da qui. Chiede di riferirvi che domani si terrà la cerimonia di consacrazione dell’ Erbe Prinz...”
“Helene...” Elizabeth si schiarì la gola, visibilmente infastidita. La stanchezza per il parto le era scivolata via di dosso, lasciandola svuotata, con solo un vago sapore di amarezza sulle labbra. “Questo bambino ha visto la luce solo stamattina. Il Re forse non sa che nascere è faticoso anche per i principi ereditari.”
La cortigiana guardò la sovrana per alcuni istanti, prima di chinare il capo. Prese a fissare i complicati arabeschi che la luce pulviscolare del sole, filtrando dalle tende del baldacchino, disegnava sul letto della regina, e cercò di trovarvi un’ impronta, un segno del favore divino. Ma tutto ciò che vedeva era una giovane donna, stanca di millenni, che cullava un bambino innocente suo malgrado.
“Domani si dirà chr ho partorito l’ erede degli Hohenstaufen di Svevia, il principe del Sacro Romano Impero. Ma per oggi, Helene... per oggi io dico che ho dato alla luce solo l’ erede di un mondo che si sta cadendo addosso da solo. Il Re crede forse che togliere a Manfred la Sicilia sarà facile, indolore... ma non finirà lì. Una madre sa quando temere per il proprio bambino... e io ho paura.”
 
  
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