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Autore: Jeade__    25/04/2014    8 recensioni
“L'amore non ha senso. E' soltanto una botta di culo. Se arriva ti ritrovi tra rose e fiori, altrimenti è soltanto una pugnalata dritta nel petto. Tutto quello che ti costruisci per arrivare a raggiungerlo, te lo vedi bruciare come carta davanti agli occhi.
Fanculo."
[III capitolo, Scarlett.]
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La storia, di come il destino possa sorprenderci ogni volta. Di come spesso le persone non ne prendono atto, perdendo così "la retta via".
Perdiamo noi stessi, ritrovandoci a vicenda.
Un gico di intrecci di diversi destini, ed è proprio di questo che voglio parlarvi, mie lettrici.
La vità di ognuno non è che un gomitolo. Esso si intreccia ad altri, si divide, si spezza.
___
"Alcuni dicono che il nostro destino è legato alla Terra, e che essa fa parte di noi quanto noi di essa.
Altri dicono che il destino è intrecciato come un tessuto, cosicché il nostro destino ne incrocia molti altri.
E' la cosa che tutti cerchiamo di cambiare o lottiamo per cambiare.
Alcuni non lo trovano mai.
Ma ci sono quelli che vi sono guidati!"
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Se vi ho incuriosita, passate. Aspetto un vostro commento :)
A presto!
Genere: Drammatico, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo
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Prologue

-Gotta go my own way-

-Devo andare per la mia strada-
 

“ Alcuni dicono che il nostro destino è legato alla Terra, e che essa fa parte di noi quanto noi di essa.
Altri dicono che il destino è intrecciato come un tessuto, cosicché il nostro destino ne incrocia molti altri.

E' la cosa che tutti cerchiamo di cambiare o lottiamo per cambiare.
Alcuni non lo trovano mai.
Ma ci sono quelli che vi sono guidati! ”


 

Non voleva restare nemmeno un secondo di più in quella piccola città.
Se lo sentiva. Lo sapeva per certo. Il destino ci aveva messo lo zampino. In qualche modo era riuscita a completare gli studi.

 

Non era quel genere di persona a cui piaceva stare seduta ore ed ore a studiare.
Una delle poche cose che la faceva andare avanti, era sapere che alla fine della maturità se ne sarebbe andata via, letteralmente.

 

-So che mi avete accudita e seguita sin da quando io ne ho memoria. Siete stata come una madre per me, Rose. E ve ne ringrazio. - disse all'assistente sociale.- Ma qui,mi sento prigioniera. Succube del mio passato.-
 

La signora Rose Cheltenham, donna affidabile e pacata, sorrise a quelle parole indirizzando lo sguardo all'esile figura, che sedeva di fronte a lei.
Il suo piccolo ufficio, dalle pareti di un verdino alquanto triste era oramai un luogo conosciuto da Ysabel.

Rose, fece una completa radiografia della ragazza, prima di proferire parola.

Quel viso ovale, accoglieva due splendidi occhi da felino, di un marrone nocciola intenso. La carnagione olivastra metteva in risalto le sue piccole labbra rosate, mentre una cascata di capelli mori ricopriva la spalla destra, scendendo fino all'altezza del seno.
 

La donna abbassò lo sguardo, sospirando. Un ricordo felice si fece spazio nella sua mente.
Ricordò i tempi in cui, Ysabel scorrazzava per i corridoi dell'orfanotrofio. Quelle notti insonni, in cui la piccola bambina dai capelli mori, si rivolgeva ad ella dopo un brutto sogno, o durante una notte tempestosa, in cui i tuoni e i lampi incutevano timore e solitudine.



Sedici anni.

Eppure, sembrava essere passato così poco tempo.

 

-Cara, sono io che ringrazio te. La tua felicità è anche la mia. Lo sai.-

Rose, rivolse lo sguardo alla bambina, oramai donna, che le si proponeva davanti. Notò un velo di tristezza, mischiato a della speranza... forse anche a della felicità, negli occhi della giovine. Troppe emozioni per soli due occhi. Eppure, Ysabel in quel momento proponeva emozioni impossibili da poter esprimere uno alla volta.

-Sei stata come una figlia per me.- ammise la donna.

 

La signora Cheltenham, sentì i propri occhi inumidirsi, quando un sorriso comparve sulle piccole labbra a forma di cuore della ragazza.

-Comprendo pienamente, che tu voglia andartene.- continuò cercando di non far notare la piccola lacrima, che le stava scorrendo sulla guancia e che tolse immediatamente con il suo fazzolettino ricamato a mano. -Hai tutto il diritto di scoprire la tua storia. Ora che hai finito gli studi potrai andare via da Dublino, e andare a Londra. Giusto?-

-Si.- affermò con un tono di voce al quanto emozionato. -E' li che troverò mio fratello, Jawaad.-

-Oh, il piccolo Jawaad.- disse la donna ricordando i tempi in cui anche il fratello, faceva parte di quell'orfanotrofio.

Purtroppo il destino volle che i due fratelli presero strade differenti. Il piccolo Jawaad, lottò con tutte le sue forze -benché avesse solamente tre anni in più di lei ,capì la situazione immediatamente. Perchè lo stavano portando via dall'unica sua famiglia?

 Da lì, i due fratelli non si videro mai più. Presero strade diverse. Lui, andò ad abitare a Londra e non si seppero più sue notizie.


 

Sono passati sedici anni da allora.
E a quanto pare il destino della giovane Ysabel (ormai diciottenne), ha voluto condurla -finalmente- a conoscere il suo passato.

-Dopo dieci anni, ora che ho la completa responsabilità delle mie azioni, ho deciso di partire. Voglio scoprire perché sono finita qui.
Perché mi hanno divisa da mio fratello. E sapere chi erano i miei genitori.- la ragazza mora, sospirò.

Era da troppo che aspettava questo momento. Ed era più entusiasta che mai.

-Vedo che l'ambizione e il coraggio non molleranno mai la tua anima.- disse Rose alzandosi dalla sedia raggiungendo la ragazza. -Hai faticato tanto e sofferto troppo, ed ora potrai realizzare ciò per cui sei prediletta.-
 

Ysabel si alzò, avvicinandosi a quella donna che oramai era centro della sua vita. Un punto di riferimento.
L'unica amica. L'unica persona a cui teneva più della sua anima.

 

Improvvisamente gli occhi di entrambe le donne si inumidirono, e contemporaneamente le braccia dell'una e dell'altra si intrecciarono in un affettuoso e materno abbraccio.

-Sapevo che questo giorno sarebbe giunto presto. Pensavo di essere pronta mentalmente e fisicamente a dire addio all'unica creatura che abbia mai considerato come una vera e propria figlia...- disse Rose, con un nodo alla gola. Il bene che voleva a quella ragazza era troppo da descrivere. -non dimenticarti mai di me, tesoro.- disse prima di iniziare a piangere.
 

-Ti ricorderò per sempre....mamma.- a quel punto la voce strozzata dal pianto, di Ysabel si fece sentire.
 

Bensì fosse una semplice parola, di sole cinque lettere, essa seppe come aumentare la frequenza cardiaca della signora Rose, la quale di rimando strinse ancor di più tra le sue braccia quell'esile figura che la stava per lasciare.
 

E questa volta, per sempre.






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Jeade's point of view:


Eccomi qui dopo tanto tempo.
Mi dispiace di essere mancata per così tanti mesi...
Tutto quello che posso dire è che non ero ancora, psicologicamente pronta per tornare a scrivere.
Troppi problemi e pensieri...

Bando alle ciance!


Probabilmente molte di voi mi hanno abbandonata, prendendomi per morta o dispersa.

PERDONATEMI!


Detto ciò, spero che come inizio della storia vi sia piaciuto. So che non è molto su cui basarsi... forse nulla.
Questo è ovviamente il prologo, di quello che avverrà nei capitoli successivi.

Il "bello" e che dovrete essere voi, a scoprire i personaggi. Eh già!
Questo avverrà solamente nei primi capitoli,tranquille.
Ma di questo.. ve ne parlerò meglio la prossima volta.


Sperando di riuscire ad aggiornare presto.
......Anche se ciò dipende da voi hahah!



Basta, direi che ho già rotto le scatole abbastanza!


 vi voglio bene xx.

Jeade__

 

   
 
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