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Autore: Il Potere Della Musica    25/04/2014    0 recensioni
Una ragazzina di nome Viola, ormai quattordicenne, vive un'età abbastanza difficile, in cui la famiglia è divisa e la società sembra rifiutarla. Un giorno Viola scopre una nuova vita, un nuovo mondo che nel suo paese non era accettato, né visto bene: il punk.
Quella musica, quella gente, quello stile, la travolge.
Inizialmente è spaventata da quel modo di vivere così strano e diverso dal suo, poi capisce che la musica è l'unica cosa che può salvarla da quella vita così tragica. Ed è così che inizia la storia di Viola, che riesce a sopravvivere al mondo grazie a semplici note musicali.
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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1º CAPITOLO

Mi addentrai allora in quel locale dell'angolo di cui mia madre mi aveva proibito di varcare la soia. Non ne immagino il perché.. Ma ogni volta che andavo da Susanne, mi ripeteva di non avvicinarmi a quel posto. Il fatto é che sono sempre stata una ragazzina curiosa io, mi piaceva rischiare, ero fatta così: se mi veniva negata una cosa, dovevo fare il contrario, per capire cosa di quel che mi proibivano era cosi fatale da essere evitato ad ogni costo. Così misi quel mio piede in quel piccolo locale. Non portai Susanne con me, lei era praticamente il mio opposto, non amava le avventure! Per quella volta le concessi di non seguirmi, fosse stata la prima e l'ultima volta! Cercavo sempre di trascinarmela dietro, per rafforzare un po' quello spirito d'azione che le mancava, e che invece abbondava in me. Avanzai anche con l'altro piede, coprendomi con la mano il viso, per il fumo che c'era là dentro. Quella specie di bar mi aveva sempre attirato, non avevo mai visto bene quale tipo di gente ci entrasse, né avevo mai fatto caso a quali suoni o odori ne uscissero. Fino a quel momento avevo sempre resistito alla tentazione di scoprire, al desiderio di conoscere. Ma quel giorno proprio non riuscii a fermarmi.. Così spinsi la porta, entrai, il fumo negli occhi, un odore non molto piacevole, un po' aspro, ma dolcemente impregnato di arancio, era pieno di gente, tutti ragazzi sui 16-17 anni a prima vista, il fumo mi impediva di scandire del tutto quelle figure. Non penso che si accorsero di me, una smilza ragazzina di neanche 14 anni, magra e neanche molto alta. Ero come un piccolo fiore giallo soffocato da l'erba altissima e fittissima di un campo. C'era musica a tutto volume, non c'ero abituata! Le mie orecchie cominciarono a far male e gli occhi ad appesantirsi. Poi pian piano tutto si schiarì, man mano che gli occhi si abituarono a quell'aria densa e malsana. Sussultai un poco, davanti a me c'era un ragazzone enorme, con jeans strappati, catene e anfibi pesanti. Non riuscii ad inquadrare bene il viso, ma notai subito con stupore e anche un po' di ribrezzo quei piercing al naso e alla bocca. Dalle mie parti non c'era gente in quel modo, fu un po' come incontrare un alieno! Mi girai intorno piano, osservando, scrutando, con il battito cardiaco che aumentava e il respiro sempre più frequente, avevo paura, non sembrava un bel posto quello, ora capivo perché non dovevo andarci. Mi sentii soffocare, giravo la testa in continuazione di qua e di là vedendo sempre più persone perforate da quei cosi e con quei capelli a punta, verdi o blu, che ogni tanto mi guardavano e ridevano. Erano spaventosi.                                                                                                           
  
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