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Autore: atumnleaves    26/04/2014    10 recensioni
Baekhyun odiava i temporali.
Chanyeol li amava.
Baekhyun li odiava perché non li capiva e lo rendevano triste.
Chanyeol li amava perché avrebbero potuto nascondere le sue grida.
Genere: Angst, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Baekhyun, Baekhyun, Chanyeol, Chanyeol
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Meteoropathic;
 

Baekhyun odiava i temporali.
Chanyeol li amava.
Baekhyun li odiava perché non li capiva e lo rendevano triste.
Chanyeol li amava perché avrebbero potuto nascondere le sue grida.


 


 

Baekhyun lavorava nel mini market di famiglia.
Chanyeol studiava all’università.
Baekhyun aveva rinunciato ai suoi sogni.
Chanyeol neanche li aveva dei sogni.
Baekhyun amava la sua famiglia.
Chanyeol odiava coloro che lo avevano messo al mondo.
Baekhyun non conosceva Chanyeol.
Chanyeol non conosceva Baekhyun.
 
Ma la vita è la più grande delle sorpresa.
 
 
Il cielo era grigio, quasi nero; quel giorno il sole non era sorto ma sprofondato nelle tenebre, così come l’animo di Baekhyun.
 
Baekhyun soffriva di meteoropatia.
La meteoropatia è il termine che indica un insieme di disturbi psichici e fisici di tipo neurovegetativo che si verificano in determinate condizioni e variazioni del tempo meteorologico o delle condizioni climatiche stagionali; questo diceva il dizionario.
Per Baekhyun era solo un disturbo del cazzo. Qualcosa da eliminare.
Poteva essere il ragazzo più felice del mondo ma se il tempo decideva di essere cupo e triste anche lui lo diventava.
Odiava quella sensazione, e più di tutti odiava i temporali, oltre a terrorizzarlo fin da bambino, in quei giorni sarebbe volentieri rimasto sotto le coperte, con delle cuffie e un libro; magari piangendo poi per la brutta sorte del protagonista.
 
Scese dal letto di controvoglia, si mise la maglia che mostrava trionfante il nome del negozio di famiglia, dei vecchi jeans e delle comode scarpe da ginnastica rosse, dirigendosi poi al lavoro.
Salutò la madre che molto probabilmente era già sveglia da molto forzando un sorriso, lei se ne accorse ma non disse nulla, era abituata; poi si diresse alla cassa dandole il cambio.
Si sentiva fortunato quando la gente non diceva nulla se si rivolgeva loro apatico e senza sorridere, i clienti erano per lo più compaesani, persone che lo avevano visto crescere e che sapevano della sua meteoropatia.
Guardò l’orologio, mancava un’ora e avrebbe potuto staccare per l’intera giornata. Sospiro sollevato all’idea che tra non molto avrebbe potuto chiudersi nella sua stanza, con la sua musica e i suoi libri.
 
 
L’odiosa suoneria predefinita della sveglia ruppe il silenzio e costrinse Chanyeol ad aprire gli occhi. Più volte si era ripromesso di cambiarla ma costantemente se ne dimenticava il secondo successivo.
Guardò il cellulare, cinque chiamate perse, tutte di sua madre. Eliminò le notifiche e si coprì il volto con un cuscino. Non aveva voglia di andare a lezione così chiuse nuovamente gli occhi ritornando nel mondo dei sogni.
A destarlo questa volta non era l’odiosa sveglia ma una canzone pop rock, riconobbe la melodia e si affrettò a ripescare il cellulare tra la marea di coperte. Eccoti pensò prima di accettare la chiamata.
“Fratellino, ma allora sei vivo! Sai qui tutti pensavano fossi morto, sono ore che mamma si lamenta perché non rispondi al telefono” percepì un velo di sarcasmo nella voce della sorella.
“Ciao anche a te Yoora, sai che a mamma non rispondo. Non ritorniamo sull’argomento” disse stizzito.
“Lo so lo so, tranquillo. Lei non sa che a me rispondi, è il nostro piccolo segreto” Sorrise dolcemente alle parole della sorella, se la sua vita in quell’enorme villa non era stato un completo inferno era per merito suo.
“Chanyeol” il tono si era addolcito e lui rispose con un mugolo “cerca di chiamarmi più spesso, ok? Almeno me, sai che mi preoccupo. Stai bene? Mangi correttamente? Non starai mica frequentando brutte compagnie vero?”
“Da quando ti sto tanto a cuore? A casa mi punzecchiavi sempre..” rise.
“Maaa, è perché senza il mio fratellino, mi annoio. E poi mi manchi tanto..”
“Anche tu mi manchi Yoora, come va con il lavoro?”
“Benone, sono stata promossa ed ora co-conduco un notiziario locale” sentiva la felicità nella sua voce. I genitori non avevano avuto nulla su cui controbattere quando la sorella gli rivelò di voler diventare giornalista. Lavoro ben pagato, una certa rilevanza e le raccomandazioni di certo non mancavano, al contrario di loro figlio erano molto fieri di Yoora.
“Beh allora bisogna festeggiare la tua promozione! Potresti venire a trovarmi una sera di queste” propose.
“Vedo gli impegni di lavoro e ti richiamo, ora devo scappare Chanyeollie! Vedi di chiamare mamma magari eh?”
La chiamata si interruppe e sullo schermo apparve la famigliare foto di lui e sua sorella da bambini, sorrise e lesse l’ora. Erano le 11.45, aprì il frigorifero per vedere cosa poteva cucinarsi ma non vi era molto.
Ricordò di aver notato un piccolo negozio di alimentari in una precedente perlustrazione del paesino, non ci avrebbe messo molto così si avviò velocemente fuori casa.
 
 
Il tintinnio familiare lo destò dai suoi pensieri. Si era perso ad osservare il cielo e si chiedeva come mai, nonostante tutte quelle nuvole, non avesse ancora piovuto.
La sagoma che varcò la soglia del negozio gli era nuova, era un ragazzo molto alto, i lineamenti del viso ricordavano quelli di un bambino incorniciato perfettamente in quel particolare cappello peloso. Per un attimo fu ammaliato da quella presenta imponente e al contempo dolce ma presto distolse lo sguardo tornando al cielo cupo.
Un colpo di tosse lo fece sussultare e giratosi comprese che quel suono proveniva dal ragazzo di poco prima. Osservò quello che l’altro aveva appena appoggiato sul bancone: qualche verdura, un pacco di riso, ramen istantaneo, un pacchetto di cicche e del succo alla pera.
Senza dire nulla cominciò a battere i prodotti, stava segnando il codice del pacchetto di cicche quando l’altro cercò un’approccio.
“Proprio un tempaccio eh?”
“Già”
Mancava solo il succo.
“Che c’è? Segni il tempo pure tu assieme al cielo?”
Se c’era una cosa che odiava più persone che facevano battute inappropriate erano le persone che facevano battute inappropriate e ci azzeccavano pure. Ora non era solo cupo ma anche particolarmente irascibile.
“E se anche fosse?” chiese stizzito al ragazzo che lo guardò spaesato.
“Oh, scusa scusa.. Giornata nera immagino..” sussurrò prendendo la borsa con la spesa.
Ma forse non aveva sussurrato abbastanza piano perché Baekhyun lo aveva sentito e di certo, soprattutto in quei giorni, non era un campione di gentilezza.
“Hai forse qualche problema? Si, sono meteoropatico dalla nascita, un fottuto cielo grigio mi fa sentire una merda ma questo non ti da il diritto di venire qui a fare stupide battutine sul mio umore!” urlò tutto d’un fiato Baekhyun iracondo.
“Wow, simpatico. Sai, sei buffo quando ti arrabbi, beh, ci vediamo in giro eh. Ciao!”
Baekhyun rimase impietrito. Si sarebbe aspettato qualsiasi risposta, tutto tranne quello che sentì. Controllò l’ora e vide che l’orario di chiusura era già passato. Mentre dava una sistemata al negozio continuava a borbottare sulla risposta di quel ragazzo e fu grato che la madre se ne fosse andata prima che lo sconosciuto entrasse.
Quando uscì per chiudere la porta e abbassare la griglia si meravigliò nel vedere il ragazzo di poco prima appoggiato al muro del negozio. Guardava il cielo, quasi meravigliato, e ogni tanto si sfregava le mani. Probabilmente preso dalla sfuriata Baekhyun non si era accoro del cambio climatico, ora pioveva molto forte e chiunque avesse affrontato quel tempo senza ombrello sarebbe affogato di certo pensò. Poi capì, nemmeno il ragazzo ne aveva uno. Armeggiò con il lucchetto della griglia, si sentiva gli occhi del gigante addosso ma cercò di ignorali, imboccando poi l’entrata accanto per tornarsene a casa. Fortuna abitava sopra al negozio.
Non sapeva bene quale senso di altruismo, o meglio pazzia, lo spinse a prendere velocemente l’ombrello e tornare indietro. Vide il ragazzo ancora nello stesso punto, ancora in tento a fissare la pioggia battente, lo affiancò alzando il braccio per coprire anche l’altro corpo con l’ombrello.
Lo sconosciuto si girò, aprendo la bocca per dire qualcosa ma Baekhyun fu più svelto.
“Non pensare quello che stai pensando. Lo faccio solo perché domani non voglio vedere la tua foto sui giornali che annunciano di un ragazzo annegato. È una questione morale, non significa che mi piaci. Spero solo che casa tua non sia troppo lontana dato che non intenzione di prestarti il mio ombrello preferito. Ah, mi chiamo Baekhyun. Allora, andiamo?” disse tutto piuttosto velocemente e all’altro ci volle un attimo per comprendere appieno cosa volesse dire. Dopo qualche secondo che a Baekhyun parvero minuti l’altro sorrise, un dolce sorriso.
“Io sono Chanyeol, andiamo!”
 
 
A Chanyeol piaceva ripensare al suo primo incontro con Baekhyun. Non lo aveva detto per dire, lo aveva veramente trovato buffo mentre gli urlava contro. Il modo in cui i suoi occhi scuri si assottigliavano, il leggero rossore che prendeva possesso delle sue guance e il modo in cui la sua bocca si corrucciava. Nel tempo che passarono insieme Chanyeol iniziò a notare le più piccole sfumature di quel piccolo corpicino che gli saltellava intorno. Inconsciamente aveva amato la sua meteoropatia fin da subito perché nonostante Baekhyun nei giorni grigi era spesso triste e irascibile quando splendeva il sole poteva ammirare quel suo splendido sorriso, il modo in cui i suoi occhi formavano una mezza luna in armonia con il tenero rettangolo che formava la sua bocca.
 
In quei tre anni si erano imparati a conoscere e si erano fidati ciecamente l’un altro.
Più di un’amicizia, meno di un amore.
 
Quando Chanyeol non ne poteva più delle pressioni dei genitori sul suo andamento scolastico – aveva scelto giurisprudenza, avrebbe ereditato lo studio del padre e i suoi voti erano superiori alla media, cos’altro volevano? – andava da Baekhyun, sfogava le frustrazioni senza dover pesare le parole e magari si addormentava appoggiato al quel gracile corpo, cullato dal torpore che tanto amava.
Di conseguenza se Baekhyun si alzava con l’umore nero causato dal tempo sapeva che dopo il lavoro aveva il suo rifugio dove ripararsi; in quella casa non troppo lontana rasserenato dalla forse troppo rumorosa risata del più alto. Perché Baekhyun l’aveva capito, si era accorto che solo la vicinanza di Chanyeol annullava il suo disturbo, solo lui era capace di farlo ridere nonostante il cielo fosse grigio.
 
Ma non si compativano solo a vicenda. Era qualcosa di più profondo. Ormai l’uno senza l’altro non viveva, si vedevano il più spesso possibile.
C’erano sere in cui entrambi erano avidi di conoscenza dell’altro dove fluivano fiumi di parole sommate alle risate e alle frasi sussurrate e sere in cui il ciao era sufficiente e passavano la serata abbracciati davanti ad un film alle volte sfiorandosi. Ma non erano gesti fatti con malizia ma solo la ricerca di contatto, di sentire l’altro vicino.
 
Come entrambi si ostinassero a non considerare quella ricerca del prossimo amore non era chiaro. Forse era la paura a tenerli in quella situazione di stallo, a bloccare quel sentimento nei gesti ma mai permettendogli di tramutarsi in parole.
Forse perché l’animo volubile di Baekhyun non gli permetteva di convincersi di essere abbastanza. Rimaneva sempre quella piccola parte di sé che gli ricordava che Chanyeol meritasse di meglio, che con lui non avrebbe avuto futuro. Conosceva bene le preferenze e gli ideali della famiglia Park, sapeva cosa era tollerato e cosa no e anche se Chanyeol non dava ascolto a quelle regole Baekhyun lo faceva.
Forse era colpa di Chanyeol, terrorizzato all’idea che Baekhyun lo cercasse solo per il conforto, solo perché aveva trovato in lui una valvola di sfogo, qualcuno che sopportasse le sue sfuriate e i suoi frequenti sbalzi di umore. Perché si, anche Chanyeol non si sentiva abbastanza.
 
Ma tutte quelle preoccupazioni, i dubbi, le domande, tutta la malinconia veniva in secondo piano quando l’uno vedeva il sorriso dell’altro e quelle incognite tornavano a tormentarli come incubi quando erano soli e vulnerabili.
 
 
Le lacrime non smettevano di offuscargli la vista, non gli importava nulla. Non gli importava se l’ombrello che si portava dietro non lo coprisse del tutto, non gli importava se la fitta pioggia che lo colpiva gli bagnava i vestiti rendendoli pensanti, non le sentiva le voci della gente che gli urlavano contro quando le urtava.
Aveva una sola cosa in mente, un solo nome, una sola persona: Chanyeol.
Lo aveva capito subito che quella giornata sarebbe andata male, erano giorni che non si vedeva il sole e lui si sentiva sempre peggio ma non pensava che bastasse un rimprovero della madre per farlo crollare, fargli varcare la soglia di casa e farlo correre in lacrime dall’unica persona che lo capiva. Si sentiva uno schifo, un approfittatore, usava Chanyeol come valvola di sfogo perché sapeva che quelle braccia forti lo avrebbero consolato. Aveva ribrezzo del suo comportamento ma come un bambino che corre sempre dalla mamma qualunque sia il suo problema lui correva dal suo Chanyeol. Semplicemente perché non ne poteva fare a meno.
 
Salì velocemente le scale esterne che portavano a quella porta tanto famigliare. Baekhyun era bagnato fradicio, chissà dove era finito il suo ombrello preferito. Non gliene importava.
Sentì delle risate provenire dalla casa, Chanyeol non era solo. Suonò comunque ma ad aprirgli non venne il suo Chanyeol. Non sentì il calore che lo avvolgeva ogni volta che, precipitatosi a casa del suo gigante, Chanyeol gli donava stringendolo e dicendogli che andava tutto bene.
Sentì altro, sentì una fitta nella parte sinistra del petto, come una stilettata data a tradimento.

“Chanyeollie, credo..credo che qui ci sia un tuo amico” disse la ragazza scostandosi dall’entrata appena Chanyeol apparve. Il sorriso del più alto scomparve non appena i suoi occhi incontrarono quelli gonfi e rossi di Baekhyun.
“Baekhyun, cosa ti è suc-”
Baekhyun lo fermo prima, aggiungendo altre parole. “Scusate, scusate il disturbo”
Ora stava correndo, non aveva avuto il coraggio di guardare l’altro negli occhi. Cosa si aspettava? Non si erano mai fatti promesse.
“Baekhyun, fermati!
 Qualcosa, o meglio, qualcuno gli strinse con forza il braccio voltandolo e facendolo scontrare con gli occhi sconvolti di Chanyeol.
“No!” Un tonfo sordo, la sua mano sfiorò il viso di Chanyeol con veemenza poi silenzio.
 
“Scusa io…” corse di nuovo. Corse con tutte le forze e questa volta nessuno lo fermò.
 
 
Ci aveva provato in tutti i modi a parlare con Baekhyun ma aveva sempre fallito. Ogni volta che il maggiore lo vedeva fuggiva, ed era una situazione frustrante per Chanyeol.
Dopo la seconda settimana rinunciò. Stare senza Baekhyun lo annullava, si sentiva perso e non aveva nemmeno più la forza di replicare ai suoi genitori, semplicemente si sorbiva le loro lamentele in silenzio. Accumulava tutte le parole come una scatola vuota priva di significato. Ma era doloroso essere rifiutato ogni volta. Gli mancava terribilmente l’isterismo del suo piccoletto, farlo infuriare nei momenti no solo per poi coccolarlo per ore. Gli mancavano le giornate in cui facevano piccoli viaggi, quelle giornate di sole dove il sorriso di Baekhyun lo accecava e stregava. Gli mancava tutto di lui. Gli mancava Baekhyun.
 
Decise di uscire per prendere una boccata d’aria. Magari il caos cittadino lo avrebbe distratto e dopotutto era meglio deprimersi all’aria aperta che in quella stanza angusta che sapeva di tristezza.
Cominciò a camminare, camminava a testa bassa pensando a tutti i momenti felici che stava perdendo lontano da quel meraviglioso ragazzo. Pensava a quanto fosse stupido e codardo. Non avrebbe dovuto cedere così presto, doveva dire a Baekhyun che si era sbagliato, che era tutto un malinteso. Che se anche aveva paura era pronto a buttarsi. Era pronto a condividere tutto con lui fregandosene di tutto il resto. Gli importava solo di Chanyeol ( di chanyeol?). Solo di lui. Solo di quel ragazzo meteoropatico. Solo di Baekhyun.
 
Una frazione di secondo, come un fulmine. Il suo cuore perse un battito. Tra la folla vide Baekhyun. Riconobbe gli occhi scuri, le labbra piccole corrucciate, riconobbe quel visino che aveva tanto contemplato.
 
Ma ora non capiva, non capiva perché non era tornato indietro. Non capiva perché non aveva raggiunto quel ragazzo che gli dava tante emozioni. Non capiva perché ora se ne stava seduto sul letto a meditare. E poi realizzò.
 
 
Correva, correva forte Baekhyun. Anche se solo per un secondo lo aveva visto. Aveva visto il suo Chanyeol. Gli era mancato talmente tanto che era bastato un secondo per far cadere il suo orgoglio, per distruggere le sue paure. Lo aveva capito da tempo che quella sera aveva interpretato male la situazione, glielo aveva fatto capire Chanyeol stesso cercandolo per le settimane successive.
 
Non gli importava più nulla ora, non sapeva cosa lo aspettava, non sapeva se lo aspettava un rifiuto o se al traguardo avrebbe incontrato Chanyeol che lo salutava con un sorriso, non gliene importava niente. Voleva solo vederlo.
 
 
E lo vide, in fondo alla strada. Riconobbe le scarpe rosse, il visino stremato. Ansimava pesantemente, probabilmente anche lui aveva corso, probabilmente anche lui aveva capito tutto.
 
Erano solo due idioti.
 
Si avvicinarono. Tremavano entrambi quando Chanyeol avvolse Baekhyun nel più bisognoso degli abbracci.
Restarono così per un po’ poi Chanyeol prese la parola.
“Avevo un discorso in mente, tante cose da dirti, chiedert-”
“Ti amo” veloce, due parole tanto pesanti quanto leggero si sentì Baekhyun dopo averle dette, quasi urlate nel profondo di se.
Chanyeol rimase stupito e poi delle lacrime cominciarono a bagnarli il viso, baciò quelle labbra che tanto aveva amato e che ora amava immensamente e strinse Baekhyun quasi avesse paura che qualcuno glielo portasse via.
 
“Ti amo Baekhyun, ti amo, ti amo, ti amo”
 
Nemmeno si erano accorti che stavano sotto la pioggia battente da tempo. Si scaldavano a vicenda e la pioggia non rendeva triste Baekhyun perché lui aveva il suo Chanyeol, lui aveva il suo sole personale.

























Non c'è da dire molto.
Ero ispirata e ho scritto quello che sentivo, i temporali mi rendono sempre un po' strana. 
Ringrazia la mia beta 
ShouriKotoba e spero che alla mia migliore amica sia piaciuta la sorpresa.
Fatemi sapere se anche a voi è piaciuta.

Con affetto, Neena ♡

 
   
 
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