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Autore: Moony16    26/04/2014    2 recensioni
«allora … hai trovato quello che cercavi in America?» gli chiese. Voleva sapere almeno se tutta quella sofferenza fosse servita a qualcosa.
***
«allora io vado, … ci vediamo»lei sbuffò
«si fra, dieci anni» lui sorrise
«in realtà, fra appena due giorni. Ci sarò anche io alla cena di famiglia di Domenica. Albus mi ha invitato» lei parve scioccata, così lui, godendosi quella piccola vittoria, uscì dalla stanza. Dopotutto, lui voleva ancora farla impazzire.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus, Severus, Potter, Alice, Paciock, Jr, Louis, Weasley, Rose, Weasley, Scorpius, Malfoy | Coppie: Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Era un giorno normale, come tanti, per lei. Come ogni mattina Rose si era svegliata alle otto in punto, aveva fatto una doccia e poi aveva bevuto del caffè leggendo la gazzetta del profeta. Aveva lavato i denti e indossato il camice da medimaga, professione che esercitava da già tre anni, alle nove meno cinque aveva preso una manciata di polvere volante nel camino, dove era entrata per poi scandire chiaramente le parole “S. Mungo”. Era arrivata puntuale come sempre e si era sbracciata per tutta la mattina al pronto soccorso. Si era avvilita un paio di volte, quando si era presentato un bambino che eruttava bollicine, o quando un signore si era ritrovato le dita incastrate in uno stumento musicale babbano, o quando una signora si era presentata urlando perché un gruppo di folletti l’aveva aggredita. Insomma una normale giornata.
Fino a che era entrato da quella porta Scorpius Malfoy, con un taglio sopra l’occhio, un labbro spaccato e un grosso livido in una mescella. Zoppicava. La cosa strana, comunque, non era che il ragazzo fosse entrato lì pesto, ma che stando alle sue informazioni il suddetto Malfoy doveva trovarsi in America, a prendere il caldo sole della California. Ed era così da sei anni.
«Scorpius Malfoy?» chiese lei più che stupita. Il suo cuore perse un battito, anche se lei non capì se per la gioia di rivederlo o per la rabbia che ciò suscitava.
«in carne ed ossa, anche se un po’ pesto. Allora Weasley hai intenzione di medicarmi o faccio io?» lei gli lanciò un’occhiata contrariata
«non eri in America?» gli chiese, ignorandolo. Lui sbuffò. Dopo la scuola era letteralmente scappato via dal suo paese d’origine, che per tutta la vita non aveva fatto altro che fargli scontare una pena di cui non aveva nessuna colpa. In Inghilterra non avrebbe avuto possibilità di lavoro, non senza l’aiuto dei genitori con i loro affari sporchi. Il punto è che, arrivato in America, era riuscito a trovare un lavoro come avvocato, con la quale aveva persino avuto un po’ di successo, ma non aveva stretto legami forti con nessuno e quindi quando si era presentata l’occasione di lavorare per un periodo a Londra non aveva esitato ad accettare. Doveva prendere le difese di un cittadino americano arrestato in inghilterra, una situazione abbastanza scabrosa che avrebbe potuto fargli guadagnare non pochi quattrini.
«sono qui per lavoro» lei alzò gli occhi al cielo, masticando una risposta malevola. L’ultima volta che si erano visti, non avrebbe mai immaginato  che si sarebbero rincontrati così, né che lui sarebbe stato così disinteressato: lo avrebbe strangolato con le sue mani, per come si stava comportando. Lentamente però, iniziò a medicarlo.
Rose lo osservava riflettere mentre lo curava. Facendo ciò era costretta a guardarlo bene e da vicino, cosa che avrebbe mandato in eccitazione qualunque donna, compresa lei qualche anno prima. Ma non adesso. In quel momento provava solo una rabbia cieca, che aveva quasi dimenticato da quando lui era partito. Scorpius era bello, lo era sempre stato, ma l’aria matura e quel filo di barbetta gli donavano ancora di più. Ricordava quando erano ragazzi, prima nemici giurati, poi amanti. E poi lui l’aveva abbandonata, per inseguire quel sogno oltre oceano. “non posso darti niente” diceva. “sono un Malfoy, ma grifondoro, tuo cugino Al è il mio migliore amico. Di me non ne vuole saperne niente nessuno”aggiungeva con aria triste. E lei gli  aveva creduto e lo aveva lasciato andare, distrutta. Avevano avuto poco tempo per stare insieme, si erano trovati e poi lasciati di nuovo, come se il destino giocasse con le loro vite. Lei aveva passato la vita a cercare di odiarlo, perché lui la allontanava da suo cugino, perché la prendeva in giro, perché spaventava chiunque fosse interessato a lei. Fino a che non si era resa conto che lo amava e che era ricambiata. Ma era passato solo qualche mese da quell’ammissione, che l’aveva distrutta e messa in discussione, quando lui era partito. Ed era stato via per ben sei anni, in cui non le aveva mai scritto neanche una misera lettera.
Lei si era buttata a capo fitto sul lavoro, aveva fatto carriera, lo aveva dimenticato. Dopo quattro anni in cui la sua vita sociale era andata a quel paese insieme a Malfoy, le sue migliori amiche, Alice e Lily Dursley (anche lei una strega) l’avevano praticamente costretta ad uscire  e a divertirsi. Così adesso aveva un ragazzo, un uomo normalissimo, che lavorava al ministero della magia, più grande di lei di qualche anno, maturo e responsabile. Quel tipo che ti porta i fiori la domenica mattina e con cui fai una passeggiata senza mai smettere di sorridere. Con lui era tutto così facile. Così spontaneo. Non doveva sforzarsi di capire cosa intendeva, cosa voleva. Non rimaneva sveglia la notte cercando di capire come comportarsi e quando facevano l’amore, non erano disperati e animaleschi, ma era tutto così dolce, così giusto.
Tutto il contrario di come era stato con Malfoy.
Scorpius teneva gli occhi fissi sui suoi mentre lei lo medicava. Si sarebbe fatto pestare a sangue ogni giorno pur di vederla. Ed effettivamente era quello che aveva fatto, dopo aver saputo da Albus che era fidanzata. Fidanzata! Non poteva crederci … aveva passato la vita a cercare di impedire che ciò avvenisse, ma alla fin fine era stato lui a lasciarla singhiozzante davanti la porta di ingresso del castello. Era andato a studiare in America, una decisione presa prima che lei cadesse nell’abbisso con lui. E a quel punto non era possibile tornare indietro. E poi, per quanto soffrisse a lasciarla più di quanto non sarebbe stato capace di spiegare, sapeva che era la scelta migliore per lei. Se fosse rimasto, non avrebbe potuto dargli proprio niente, tranne forse se stesso. E lui era così poco, non avrebbe saputo farla felice, sarebbe stato un fallito che viveva sulle spalle degli altri. Sarebbe finita col disgustarlo, ne era certo. E poi c’era il discorso della stampa. L’avrebbero tutti attaccata da tutti i fronti. Rose Weasley che stava con il figlio rinnegato dei Malfoy! Non l’avrebbero lasciata in pace. Non che non fosse forte, ma non era abituata, lei era sempre vissuta all’ombra del coraggio e della bontà dei genitori. Come sarebbe stato essere accusata di amare la persona sbagliata? Come avrebbe reagito al disprezzo altrui? No, non poteva fargli questo. Capiva che avrebbe dovuto lasciarla andare, farle vivere la sua vita, sperare che conoscesse un uomo alla sua altezza, si sposasse e avesse dei bambini, lavorando come medimaga, proprio come sognava da sempre. E così non le aveva mai spedito tutte quelle lettere che scriveva, per ogni compleanno, per ogni anniversario del loro primo bacio, per tutti i Natali ma anche solo quando la consapevolezza di averla così lontana rischiava di farlo impazzire. Lontano dagli occhi, lontano dal cuore … chi è che ha detto questa cazzata?
L’amava da quando aveva dodici anni e adesso, che ne aveva venticinque, quel sentimento era solo più forte di prima. Ora che lei lo stava medicando come quando aveva fatto a botte con un suo ex, che le aveva chiesto di uscire.
«ti ricordi di quella volta che ho fatto a botte con Turner?» un piccolo sorriso comparve sulle sue labbra. Lo stomaco le si strinse, pensando a quell’avvenimento
«si … e non smetterò mai dirti che sei stato uno stupido» lui fece una smorfia quando lei mise il disinfettate sul taglio sopra l’occhio.
«no, non lo sono stato. Se l’era meritato»
«non ho mai detto il contrario. Sei stato stupido a prenderle a tua volta. Dovevi usare la bacchetta, tu eri migliore nei duelli» anche lui sorrise
«allora … hai trovato quello che cercavi in America?» gli chiese. Voleva sapere almeno se tutta quella sofferenza fosse servita a qualcosa. Lui non rispose subito
«ho un lavoro, che faccio abbastanza bene … sono un avvocato, nonostante sia finito a grifondoro sono sempre stato bravo a convincere la gente, e tu lo sai»
«si, ma sei felice? Insomma, sei soddisfatto?»
«non farmi domande le cui risposte potrebbero non piacerti»
«e perché dovrebbero non piacermi le tue risposte?»
«questi sono fatti miei Weasley» lei non ribattè e riprese medicarlo. Dopo un po’ gli disse
«hai sempre fatto così, per difenderti. Non sei cambiato»
«tu si, invece. Mi sarei aspettato una risposta sarcastica» lei scrollò le spalle
«sono cresciuta, non è più la mia prerogativa farti impazzire. Comunque ho finito» lo stava congedando. Quelle parole furono un colpo al cuore. “impazzire”. Aveva colto il significato velato di quella parola: “non mi interessi più”. Si sarebbe preso a sberle solo. Ma dopotutto sembrava felice. Non era lontana dalla sua famiglia e dai suoi amici, non aveva dovuto sopportare scandali e situazioni economiche difficili. La sua vita era facile. Allora perché i suoi occhi non erano accesi come ricordava?
«allora io vado, … ci vediamo»lei sbuffò
«si fra, dieci anni» lui sorrise
«in realtà, fra appena due giorni. Ci sarò anche io alla cena di famiglia di Domenica. Albus mi ha invitato» lei parve scioccata, così lui, godendosi quella piccola vittoria, uscì dalla stanza. Dopotutto, lui voleva ancora farla impazzire.
  
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