Film > Now You See Me / I maghi del crimine
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Autore: pandamito    26/04/2014    1 recensioni
E' una normale giornata per Jack Wilder, fino a che il caro Daniel non arriva a rovinargliela.
Dove va ogni mattina la cara Henley dopo la sua consueta colazione da Starbucks?
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«Mio Dio!» esclamo, inorridito. «Ma cosa sei, uno stalker?»
«Sta' zitto e lasciami finire!» sbotta, alzando gli occhi al cielo, esasperato. «Fatto sta che oggi avevo sete e mi sono svegliato un po' prima, lei ancora era uscita e... tu lo sai quant'è fissata con le sciarpe, vero? » Annuisco, un po' spaventato dalla precisione con cui Daniel nota i dettagli e chiedendomi se lo fa con tutti o solo con Henley. In qualsiasi caso, è decisamente una cosa da maniaci. «Beh, l'ho vista prima che indossasse il suo foulard e... aveva un succhiotto sul collo.»
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Henley Reeves, J. Daniel Atlas, Jack Wilder, Merritt McKinney
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sento i passi di Danny avvicinarsi velocemente, sedersi sul divano e venirmi fin troppo vicino per i suoi gusti. Abbasso il volume della Civil War che tengo fra le mani, portando le ginocchia al petto per fargli spazio, mentre il suo sguardo fisso su di me mi mette ansia perché non è proprio da lui dedicarmi troppa attenzione.
Neanche a domandare cosa succede, che già ottengo la risposta: «Devi farmi un favore. » Alzo un sopracciglio, chiedendo spiegazioni, ma lui non mi lascia parlare neanche stavolta. «La mattina Henley si sveglia sempre alle sette meno un quarto, poi va in bagno, alle sette e un quarto esce, impiega mezz'ora buona per scegliere cosa indossare, poi va di nuovo in bagno per truccarsi e sistemarsi i capelli e circa verso le otto e venti dovrebbe uscire da lì. Nel fare tutto il resto dice che ci mette circa dieci minuti, sostando in cucina per bere un po' d'acqua. Quindi facciamo che alle otto e trentacinque esce da casa e poi passa da Starbucks a prendere il suo frappuccino e in seguito fare shopping o tutte quelle cose che le donne fanno la ma-».
«Mio Dio!» esclamo, inorridito. «Ma cosa sei, uno stalker?»
«Sta' zitto e lasciami finire!» sbotta, alzando gli occhi al cielo, esasperato. «Fatto sta che oggi avevo sete e mi sono svegliato un po' prima, lei ancora era uscita e... tu lo sai quant'è fissata con le sciarpe, vero? » Annuisco, un po' spaventato dalla precisione con cui Daniel nota i dettagli e chiedendomi se lo fa con tutti o solo con Henley. In qualsiasi caso, è decisamente una cosa da maniaci. «Beh, l'ho vista prima che indossasse il suo foulard e... aveva un succhiotto sul collo.»
Resto qualche secondo in silenzio, ammettendo che i suoi occhi fissi nei miei mi mettono in soggezione. «E... ?» chiedo, facendo cenno col capo per convincerlo a continuare.
Lui strabuzza gli occhi, come se fosse impossibile non capire. «E aveva un succhiotto sul collo, Jack!»
«E allora?» insisto, guardandolo annoiato.
«Come allora?» alza ancor più il tono, sconvolto.
«Chi se ne frega, Daniel!»
La voce di Merritt arriva chiara a entrambi, mentre l'uomo entra nella stanza e si dirige verso lo spazio della cucina. 
Alzo gli occhi al cielo, reclinando la testa. «Finalmente! Come sempre, vecchio mio, esprimi il mio parere» confesso, alzando di nuovo il mio fumetto Marvel, che subito Danny abbassa con una mano fin troppo brusca. «Hey!» urlo contrariato, quasi ringhiando, perché lui sicuro non ha la minima idea che questa è una serie rara e costosa.
«Se mi chiami ancora "vecchio mio", ti faccio ingoiare il mazzo da poker e non dalla bocca» mi avverte, dirigendosi verso i fornelli e facendomi scappare una risatina. «Ometto, cosa vuoi da mangiare?»
Daniel mi afferra per le spalle e mi scuote. «Lo sai che ti amo, Jack.»
Io sgrano gli occhi, guardandolo preoccupato. «Ho voglia di bacon e omelette» rispondo, non potendo distogliere lo sguardo dagli occhi del mio collega, e la voce mi trema per la scomoda situazione in cui sono sicuro che mi stia andando a cacciare.
Merritt ride, di gusto, probabilmente per la precedente frase di Atlas. «Ah, allora andiamo sul brunch.»
Danny sbuffa, contrariato, spostando la fessura delle sue iridi sul maggiore, guardandolo in cagnesco. «Smettila, così me lo distrai!»
«Ritieniti fortunato, Jackie, a me non l'ha mai detto "ti amo".»
«E mai te lo dirò» si affretta ad aggiungere, suscitando altra ilarità nel mentalista. Poi si concentra nuovamente verso di me e cercò di sgattaiolare lontano da lui perché ho paura di quello che vuole che faccia. «Devi seguire Henley per me.»
«Perché non lo fai tu?» mi affretto a chiedere, nervoso.
«Perché sono troppo...» lascia la frase in sospeso, non riuscendo a trovare le parole adatte e mordendosi le labbra, «troppo...»
«Troppo coglione» conclude Merritt, aprendo il frigorifero.
«Sta' zitto, tu» lo liquida il moro. «Sono troppo appariscente. E' una questione di fans, sai, mi riconoscerebbero subito.»
«Come no» mi scappa e cerco di non ridere notando che la stessa frase l'ho detta contemporaneamente a Merritt.
«Allora, lo farai per me?» insiste.
I miei polmoni si gonfiano, cercando di tirarmi indietro, benché Atlas avanzi per pressarmi ancor di più; volto il capo verso il biondo, che scuote il capo negativamente, ma quando il prestigiatore se ne accorge lo guarda in cagnesco e Merritt alza gli occhi al cielo, facendo finta di niente e andando a prendere una padella. Io e il mio interlocutore torniamo a guardarci fisso negli occhi e alla fine sospiro, quando lui accenna un sorrisetto.
«D'accordo» mi arrendo.
«Davvero?» si lascia scappare, decisamente troppo entusiasta. Mi afferra la faccia, stringendo un po' troppo e lasciandomi un bacio sulla guancia. «Grazie, grazie, grazie, Jack! Sei il migliore!» esclama, scattando in piedi e allontanandosi tutto contento nel corridoio.
«Ti sei cacciato in un bel pasticcio, ometto.»
Alla voce di McKinney, sospiro e mi butto all'indietro sul divano, coprendomi il volto con le mani.
«Lo so» ammetto, sconsolato.
 
x x x
 
Ricordatemi di non fare mai più un favore a J. Daniel Atlas. Mai più. Sarà in debito con me per tutta la vita. 
Sapendo che non mi sarei mai svegliato, sono uscito ieri sera - seppur Henley fosse contraria perché gioca troppo a fare la mammina preoccupata quando si tratta specialmente di me - in modo da non preoccuparmi di fare rumore il giorno dopo, sono rimasto sveglio tutta la notte e mi sono appostato sotto il nostro palazzo. Come aveva previsto Daniel, la nostra rossa è uscita all'ora esatta; aspetto che s’incammini di poco, poi mi raddrizzo gli occhiali da sole, ripiego frettolosamente il giornale e parto all'inseguimento, cercando di non dare nell'occhio. Lei è abbastanza distante da me, non così vicino da accorgersi della mia presenza nella folla, non così lontana da perderla di vista.
A passo spedito schiva la gente di New York che frettolosa com'è non guarda in faccia a nessuno e non fa altro che correre. Aveva ragione Danny, sta andando da Starbucks; vedo l’insegna verde all'angolo della strada, lei attraversa e io continuo a seguirla. A mia sorpresa, però, supera il negozio e svolta nella prima stradina a sinistra. A questo punto mi sale il cuore in gola e mi affretto a tagliare le distanze, a superare tutte le persone che si urtano fra loro, coinvolgendo anche me, e riesco a svoltare dove c’era anche lei.
Un attimo prima che si voltasse a guardare se qualcuno la seguiva – o almeno così è parso a me – mi sono nascosto dietro dei bidoni, consapevole che Henley è decisamente troppo sveglia e intelligente – anche se non sembra – per non accorgersi della presenza di qualcun altro, dopo anni a lavorare per la magia. 
Resta per un attimo immobile e poi rinizia a camminare, stavolta a passo ancora più spedito. Gira un altro angolo e appena è fuori portata dalla mia vista, scatto subito in piedi da dietro i bidoni e riparto all'inseguimento, attaccandomi al muro dello spigolo del vicolo. Affaccio poco la testa per vedere dov'è, ma lei è sparita. Esco fuori dal mio nascondiglio e mi guardo attorno, disorientato e anche un po' preoccupato.
Che fine ha fatto Henley? L'ho persa, bene; è ora che faccio?
Sento qualcuno puntellarmi la spalla e io mi volto di scatto, pronto a combattere. Ma non faccio in tempo a girarmi, che due braccia si avvinghiano al mio collo e due morbide labbra si lanciano per premere contro le mie. Corrispondo a quel bacio, intrecciando una mano nei suoi morbidi capelli color fragola e con l'altra le cingo la vita.
Si stacca poco da me, sorridente, sfiorando il mio naso con la punta del suo.
«Atlas l'ha capito, sai?» la informo.
Lei ride, divertita. «E' così stupido che non immagina neanche di noi due, tanto che ti ha mandato a seguirmi» lo sbeffeggia.
Sfioro il suo collo coi polpastrelli, abbassandole il foulard e osservando il segno ancora rosso che vi è impresso.
«Piuttosto, che dici di Merritt?»
Faccio spallucce. «Forse dovremmo renderlo più evidente» sussurro malizioso, tornando a mordere lo stesso marchio che vi avevo fatto precedentemente.

 

 

 

pandabitch.
Questa fanfiction l'avevo iniziata moooolto tempo fa, ma solo ora l'ho finita, proprio arrandom.
Quindi mi deprimo perché oggi c'era l'Itatube e io non ci sono andata.
Detto questo seguite Comeunabestemmia. su facebook, @pandamito su twitter e altri siti sul mio profilo.
Bao.
Baci e panda, Mito.
   
 
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