“Oggi lei era lì e io come un codardo non le ho parlato, sono mesi che me lo impongo  ma non appena lei mi guarda e mi sorride perdo tutto il coraggio che ho e mi immergo nella lettura. Come ogni giorno mi ha guardato e mi ha sorriso, ci siamo fissati per tutta la durata del viaggio e penso di essere arrossito un paio di volte e come sempre è stata la mezz’ora più bella della giornata. Il battito del cuore accelerato, le gambe che tremano, le farfalle nello stomaco tutta colpa di quella dannata ragazza, dannata lei e quei capelli biondi come grano, dannata lei e quegli occhi azzurro oceano, dannata lei e quel sorriso che farebbe sciogliere chiunque, dannate fossette agli angoli della bocca che mi mandano in estasi ogniqualvolta mi sorride, dannato corpo perfettamente imperfetto.. Dannata lei e dannato cuore, ieri le ho fatto anche un ritratto, lei con addosso solo una vestaglia di seta. Ho usato tutta l’immaginazione che avevo in corpo e ne è uscito un capolavoro. È la mia Dea ispiratrice e ormai è diventata parte di me. Domani le parlo, fosse l’ultima cosa che faccio.”
Posai il mio diario nella borsa e uscì di casa. Sono un ragazzo fuori dal comune, leggo grandi classici, ascolto Mozart e Bach, dipingo utilizzando le tecniche di grandi pittori come Monet o Van Gogh, amo l’inverno e le serate a casa sul divano magari con la cioccolata e un buon libro, amo i tatuaggi, da bravo artista quale sono utilizzo la mia pelle come tela per scarabocchiare qualcosa. In questi mesi quella ragazza, con un sorriso, mi ha trasmesso più di quanto non abbiano fatto i miei migliori amici con le loro chiacchere per convincermi ad uscire, infine amo sognare. Sogno una storia d’amore bella da impazzire, sogno una famiglia che mi ami e accetti per quello che sono, sogno una società che non critichi i libri dalla copertina ma che si soffermi a leggere la trama e se possibile anche tra le righe, una società che mi accetti e apprezzi così, senza bisogno di cambiare faccia prima di uscire. Perché in venti anni di vita ho imparato che la gente indossa una maschera diversa ogni giorno, non sono mai loro stessi ma lei no, lei è sempre se stessa glielo leggo negli occhi che è la verità, lei.

Sono seduto sul bus che ogni giorno prendiamo insieme, il posto al mio fianco che di solito occupa è ancora vuoto ma prima che questo possa partire la vedo entrare, sedersi e sorridermi come per salutarmi, allora ricambio il sorriso ed esco dalla mia borsa il libro che sto leggendo ‘Le notti bianche’ di Dostoevskij, ho iniziato a leggerlo per gioco ma questo capolavoro mi rispecchia più di quanto pensassi, sono come il protagonista un sognatore solo che ha bisogno di pensare per non impazzire.
“Se posso darti un parere, goditelo quel libro. È in assoluto uno dei romanzi più belli della storia, un capolavoro.” Mi disse stupendomi, era la prima volta che mi parlava e il mio povero cuore stava letteralmente uscendo dalla gabbia toracica.
“L’hai già letto?” Le chiesi per continuare la nostra conversazione.
“Si, l’ho letto tempo fa. Mi piace leggere, soprattutto i classici.” Mi disse con quel rossore sulle guance ormai familiare.
“Secondo me ci sono tanti messaggi che si possono cogliere in questo libro, tu quale hai colto?” le chiesi interessato.
“Non lo so, mi rispecchio nei personaggi, sono anche io una sognatrice che vaga da sola di notte in cerca di qualcosa che forse, non arriverà mai.' Mormora con voce bassa e malinconica.
'Non sentirti sola, in questo bus ci sono persone che come te sognano un mondo diverso, migliore. Sognano
un mondo che li comprenda e che non li giudichi solo per una parola sbagliata o non detta. In questo bus ci sono persone che come te hanno bisogno di amore e comprensione e ci sono persone che ormai hanno capito come questo mondo funzioni e che purtroppo ormai si sono arresi.' Le dico calmo lasciando intendere che quel qualcuno sono io e che quelle parole le portavo dentro da tanto, troppo tempo. Presi tutto, felpa, borsa e cappello li indossai e mi preparai a scendere. Mentre le porte si aprivano la senti urlare..
'Comunque io sono Jamila.'
'Io sono Zayn. A domani, stessa ora!' Le urlai ormai fuori dal bus. Ero finalmente riuscito a parlarle, non c'era cosa più bella di questa.

Siamo seduti ai nostri posti a parlare d'arte, avevo scoperto che era una grande amante di pittura come me e avevo deciso di farle vedere qualche disegno.
'Questo è il mio preferito, questa ragazza è rappresentata benissimo. È la tua fidanzata?' Mi chiese e subito dopo le guance le si colorarono di rosso,  era adorabile. Aveva detto che il quadro che la rappresentava era il suo preferito e adesso non potevo di certo dirle che era lei.
'No, ho usato la mia immaginazione per disegnarla.' Le dissi tutto d'un fiato.
'Hai usato la tecnica del chiaroscuro, perché?' Mi chiese curiosa.
'Vedi, ho sempre preferito il chiaroscuro soprattutto quando c’è da dipingere una persona. A mio parere rende più reali le emozioni e le esalta facendolo sembrare anche più semplice da capire.' Le risposi concentrato su ogni sfumatura delle sue iridi.
'Sei bravissimo davvero, hai un talento senza pari.' Mi disse ancora concentrata sulle mie opere.
'Che ne dici di parlare d'arte davanti ad un caffè? ' le chiesi speranzoso.
'Ti dico che va più che bene, voglio saperne di più sulla tua tecnica pittorica.' Mi disse ridendo. Era davvero splendida, e ormai ero consapevole di essermene innamorato perdutamente.


 "Guardami dentro e dimmi cosa vedi, amore." Sussurrò lei strofinando il suo naso con il mio.
 "Vedo le mille domande che ti tormentano, principessa. Adesso abbracciami e dormi." Dissi lasciandole un dolce bacio sulle labbra.

Heyy guyss!
Se non si era capito, le ultime due righe sono una piccola anticipazione del futuro di questa coppia.
Eccomi con una nuova shot, non so da dove mi sia uscita ma alla fine non è così male come pensavo. 
Spero piaccia e che lasciate un parere, anche piccolo piccolo. 
Mi dileguo.
Always yours, Giuls.