Anime & Manga > Yu-gi-oh serie > Yu-Gi-Oh! 5D's
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Autore: CyberNeoAvatar    27/04/2014    4 recensioni
Cosa succederebbe se Vector finisse nel mondo terrestre e perdesse la memoria? E se poi dovesse affrontare i suoi stessi compagni? In un turbinio di diverse situazioni il bariano alato si troverà a difendere la Terra.
IMPORTANTE: la storia è ambientata in epoca 5D's, per questo è messa in questa sezione. Molte cose sono differenti però rispetto ai bariani originali.
Genere: Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aki/Akiza, Nuovo personaggio, Sorpresa, Yusei Fudo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 1- Il ragazzo senza ricordi.

INTRODUZIONE:  

CyberFinalAvatar:<< Buonasera, cari lettori. Come? Non mi riconoscete? Sono CyberFinalAvatar, lo scrittore di questa storia. Prima di incominciare vorrei introdurvi al racconto con un paio di piccole raccomandazioni...

PUNTO 1: leggendo questa fan fiction potrete notare parecchie cose DIVERSE tra i bariani di ZEXAL e quelli di questo racconto (che comunque sono per lo più gli stessi). Questo perché sono volutamente fatti diversi, quindi vi consiglio di non pensare troppo ai bariani di Zexal.

PUNTO 2: i bariani in questo racconto non sono MAI stati esseri umani come in Zexal, quindi non aspettatevi rovine perdute o carte Numero leggendarie con dentro le loro memorie.

<< Ora siete pronti? Possiamo cominciare? POOOOOOOSSIAMO cominciare? Perfetto, pronti, attenti,... VIA!>>.


L'universo... Stelle e pianeti costellavano il suo spazio infinito, rendendo più luminoso quel buio cosmico che lo caratterizzava. Nulla sembrava in grado di turbare la pace di quel vuoto stellare infinito pieno di globi, nebulose e quant'altro...

O forse sì?

Via Lattea, sistema solare di nove pianeti,.... tra cui la Terra. Su quel pianeta molti anni erano passati da quando l'Ark Cradle di ZONE era svanita, smettendo di minacciare la Nuova Città di Domino, ma sembrava che per quel punto celeste dove era cresciuta la vita la pace dovesse essere una cosa di breve durata. Nello spazio.... tra i pianeti Giove e Saturno si mosse qualcosa... No, non era una figura visibile,... diciamo che si intravedeva qualcosa viaggiare nel buio, perfettamente mimetizzata. Qualunque cosa fosse però la direzione che stava prendendo era abbastanza evidente: si stava dirigendo proprio in direzione.... della Terra. Al dì là del punto dove l'ombra (chiamiamola così) viaggiava nel buio, forse proprio nello stesso spazio ma non visibile, vi era una sorta di luogo simile ad un tunnel attraversato completamente da particelle gialle che viaggiavano velocissime senza meta illuminando quello spazio nascosto. In esso una figura umanoide alata, che era l'ombra in movimento che si vedeva prima, viaggiava velocemente levitando. I suoi occhi avvistavano in lontananza una sorta di insieme di punti azzurri.

<< Sembra che ci siamo... Finalmente un pianeta abitato.>> disse annoiata la figura mettendosi una mano tesa sulla fronte:<< Ero stufo di viaggiare nello Spazio Stellare Lucente. Tanto...>> e così dicendo rise di gusto:<< … chiunque siano gli abitanti si dovranno piagare al cospetto del sottoscritto. Aahahahah... Non vedo l'ora, devo aumentare di un bel po' il mio “ ranking” se voglio ottenere l'obbiettivo. Ben presto anche questi insetti cominceranno a temermi.>> con questi pensieri diabolici in mente aumentò l'andatura, avvicinandosi sempre di più ai punti azzurri avvistati. Dopo nemmeno cinque minuti arrivò in prossimità dei punti...

<< OH! FINALMENTE CI SONO!!!>> disse la figura con fare soddisfatto, continuando ad avvicinarsi:<< E' il momento di uscire dallo Spazio Stellare Lucente e...>> in quel momento un rumore attirò la sua attenzione. Subito la figura si girò e.... qualcosa la colpì in maniera molto forte proprio sotto il collo, ad una specie di oggetto rosso sul suo corpo che si incrinò.

<< URGHHH!!!>> fece la figura alata, cadendo all'indietro:<< Cosa... è...?>>. In quel momento la figura si ritrovò nel cosmo normale finendo nell'atmosfera di un pianeta azzurro. Non ebbe nemmeno il tempo di riprendersi dal colpo che la gravità di quel pianeta lo catturò, facendolo precipitare in esso. Mentre la figura precipitava sentì dell'acqua bagnargli il corpo: a quanto pare stava piovendo parecchio in quel momento, e non era male dato che, come se non bastasse, il suo corpo stava iniziando a prendere fuoco a causa del suo impatto con l'atmosfera. Istintivamente sbatté le potenti, anche se piccole, ali per arrestare la caduta,... ma non avendo abbastanza forze riuscì solo a rallentarla di molto.
Quanto durò la caduta? Uno, due, tre minuti? Di più? Di meno? Questo la figura misteriosa non lo sapeva: anzi, a dire il vero nella sua testa iniziava a farsi strada una gran confusione. Comunque alla fine... atterrò! E non fu un atterraggio morbido: precipitò dritto dritto sul cofano di un'auto che stava percorrendo una delle tante strade di Nuova Città di Domino quella notte, facendo a pezzi quella parte del mezzo e rimbalzando a terra davanti ad una pozza d'acqua. In quel momento (maledicendo il male che gli faceva la testa) tirò un'occhiata alla pozza d'acqua: stranamente non riconosceva nel riflesso il suo volto.

<< Ma... Ma... questo non è il mio... corpo.>> disse con un fil di voce la figura: in effetti le ali che aveva sulla schiena erano svanite, ed era senza niente indosso. La sua apparenza era quella di un ragazzo sui diciannove anni con dei capelli biondo-arancioni tendenti all'indietro e con delle frange a punta abbastanza lunghe sulla fronte. Gli occhi erano di colore viola scuro, e anche la sua voce si era fatta diversa, più... mite. 

<< Cosa mi è...?>> ma prima che potesse completare la domanda il ragazzo (diciamo così) perse i sensi, stremato. Le uniche cose che avvertì prima di perdere del tutto conoscenza erano una portiera che si aprì e dei passi che venivano nella sua direzione sotto la pioggia...

Il ragazzo si risvegliò all'improvviso, alzando la schiena. Non sapeva per quanto era rimasto privo di coscienza... ma una cosa era certa, gli faceva male da impazzire la testa.

<< La testa...>> disse il ragazzo appoggiandosi la mano sulla fronte, che gli sembrava dovesse scoppiargli:<< Cosa è successo...? E dove sono poi?>>. Si guardò intorno: si trovava sotto le coperte di un letto, in una stanzetta che all'apparenza era di una donna o (più facilmente) di una ragazza, a giudicare da come era arredata. Poster di qualche gruppo musicale erano attaccati ad un armadio lì di fronte, e sul comodino lì a fianco c'era anche una foto di una ragazzina molto carina di cinque anni in braccio di una donna bellissima che doveva essere sua madre: mentre la bambina, dall'espressione felice, aveva corti capelli rossi con delle ciocche coi bordi dai riflessi dorati e gli occhi azzurri la madre, che era molto simile a lei, aveva anche lei capelli rossi (ma solo rossi) e occhi marroni.

<< Uffi!>> disse stufato il ragazzo:<< Si può sapere dove sono finito?!!>>. In quel momento la porta della stanza si aprì: un uomo di circa quarant'anni dal capelli neri con delle punte dai riflessi dorati, gli occhi blu e un segno giallo che gli attraversava la guancia sinistra entrò. Vestiva con una t-shirt nera e dei pantaloni blu come i suoi occhi.

<< Toh, ti sei svegliato?>> disse l'uomo, sorpreso, avvicinandosi al letto:<< Finalmente, cominciavo a preoccuparmi... e non solo io, anche Akiza, mia moglie.>>.

<< Tu chi sei?>> gli venne da chiedergli spontaneamente il ragazzo.

<< Il mio nome è Yusei... Yusei Fudo.>> disse sorridendo l'uomo:<< Tu invece come ti chiami?>>.

<< Io mi chiamo...>> cominciò a dire il ragazzo, bloccandosi poco dopo: anche se la sua testa aveva cominciato a riprendersi aveva un gran vuoto dentro di essa... Non ricordava nulla. Tuttavia gli venne spontaneo rispondere:<< … Vector.>>.

<< Così ti chiami Vector...>> disse Yusei:<< Sai, mi hai fatto prendere un mezzo colpo quando sei piombato sul cofano della mia automobile. E pensare che l'avevo presa oggi per regalarla ad una persona, l'avevo pagata un po'... A proposito, come sei piombato su di essa?>>.

<< Beh,...>> cominciò a dire Vector, ma ancora una volta si bloccò... perché per quanto cercasse di sforzarsi nella sua testa non c'era NULLA:<< Non mi ricordo nulla,... scusate...>>.

<< Davvero?>> disse sorpreso Yusei:<< In effetti non c'è di che stupirsene, con la botta che hai preso è normale una certa amnesia. Comunque ti informo su quello che è successo dopo: ti ho visto, e dato che non avevi nulla addosso e non era sicuro farti rimanere lì sotto la pioggia ti ho caricato sui resti della mia macchina (che per fortuna non si è guastata del tutto) e ti ho portato qui a casa. Sono passate due ore da quando ti ho raccolto.>>.

<< Ho capito... Comunque mi dispiace per la sua auto. Non so come scusarmi.>> disse Vector mettendosi una mano sulla testa, costernato.

<< Non preoccuparti, l'importante è che stia bene tu. Mia moglie era davvero preoccupata. Sei sicuro comunque di non ricordarti nulla?>>.

<< Sì,... per quanto sforzi la memoria non riesco a rammentare nulla.>>.

<< Non riesci nemmeno a ricordare da dove viene quella?>> gli chiese Yusei indicandogli il petto. 

<< Di cosa...?>> disse Vector guardandosi istintivamente il petto, e quello che scoprì era davvero strano: una gemma rossa simile ad un rubino di forma romboidale era piantata in quel punto del suo corpo. Una linea sottile la attraversava dividendola in due parti. 

<< Mi sono chiesto come mai avevi quella roba sul tuo corpo quando ti ho raccolto.>> disse Yusei pensoso.

“ C-Come mai ho questo gioiello su di me?” si chiese Vector, sorpreso e anche un po' spaventato. Istintivamente vi mise una mano sopra e provò a tirarlo via, ma dovette rinunciare: più cercava di tirarlo e più gli faceva male.

<< Meglio che tu non insista.>> disse Yusei togliendogli la mano dalla gemma:<< Ho tentato anch'io ma evidentemente è impiantata nel tuo corpo.>>.

<< Ma come... come può essere?>> disse Vector turbato.

<< Speravo potessi rispondere tu a questo quesito.>> disse Yusei. In quel momento Vector si posò le mani sulla testa.

<< Io... Se solo ricordassi qualcosa...>> disse Vector, sforzandosi di ricordare.

<< Vector...>> disse Yusei, provando un po' di compassione per quel ragazzo che non ricordava nulla del suo passato, pensando:“ Mi ricorda Bruno...”. In quel momento la donna della foto di prima (anche se un po' più avanti negli anni) entrò nella stanza. Impossibile sbagliare, era proprio la donna della foto!

<< Caro, come sta il...>> iniziò a dire la donna, fermandosi poi vedendo che Vector si era ripreso. Gli disse quindi con dolcezza:<< Oh, ti sei svegliato.>>.

<< Lei è...?>> iniziò a chiedere Vector.

<< Ah, già!>> esclamò Yusei andando a fianco della donna:<< Questa è mia moglie, Akiza. Siamo sposati da quindici anni ormai.>>.

<< E' vero.>> disse con un sorriso Akiza:<< Ed è stato un matrimonio davvero felice.>>.

<< Ah, beh, congratulazioni.>> disse Vector:<< Sembrate proprio una bella coppia in effetti.>>.

<< Ti ringrazio, sei gentile.>> disse Akiza:<< Stai meglio ora?>>.

<< Oh, sì!>> esclamò Vector, sorridendo.

<< Sembra che però soffra di amnesia... Non ricorda cosa gli è successo.>> disse Yusei.

<< Oh poverino!>> disse Akiza preoccupata:<< Non ricorda proprio niente?>>.

<< No,...>> disse Vector mettendosi una mano sulla fronte:<< … non ricordo niente. Sono riuscito a dire il mio nome in maniera spontanea ma.... per il resto è buio assoluto.>>.

<< Chissà, forse con un po' di riposo ti ricorderai qualcosa...>> disse Yusei.

<< Giusto, prima o poi tornerà tutto in testa! AHAHAHA!!>> rise Vector con spensieratezza.

<< Sei uno strano tipo, Vector.>> disse Yusei sorridendo.

<< E per quanto riguarda quel gioiello sul petto?>> chiese Akiza indicando l'oggetto di Vector.

<< Bella domanda!>> esclamò Vector.

<< Sembra essere attaccato al ragazzo, ma non saprei proprio dire come è successo.>> disse pensando Yusei:<< Può darsi che sia un innesto chirurgico...>>.

<< Ehi, dite che sono un esperimento?>> protestò Vector.

<< Beh, tu non ricordi nulla, no?>> gli chiese Yusei.

<< No...>> mormorò Vector.

<< Dai, lasciamo in pace questo giovanotto per un po'.>> disse Akiza chiudendo gli occhi e sorridendo:<< Io sono un medico, ti visiterò domani. Prima però è il caso che tu recuperi un po' le forze: sei piuttosto stanco. E poi chissà, forse come dice Yusei con un po' di riposo tornerai come nuovo anche nella mente.>>.

<< Giusto. Ti lasciamo riposare.>> si pronunciò Yusei, prendendo Akiza per mano e portandola dalla porta della stanza:<< Per qualsiasi cosa chiamaci, saremo nella stanza accanto.>>. Quando però stavano per uscire vennero richiamati da Vector.

<< Un momento!>> gli disse dietro Vector.

<< Desideri qualcosa?>> gli chiese Yusei girandosi:<< Dì pure.>>.

<< Niente di particolare...>> mormorò Vector con una certa timidezza.

<< E allora cosa?>> chiese Akiza, incuriosita.

<< Beh,...>> cominciò a dire Vector:<< Volevo soltanto... dirvi grazie.>>. Pausa di qualche secondo. Poi... ad Akiza e Yusei gli sfuggì una risatina.

<< Ehehhe...>> fece Yusei.

<< Ahaahha...>> fece eco Akiza.

<< Ehi, che avete da ridere?>> protestò Vector.

<< Niente...>> disse Yusei ricomponendosi:<< E' solo che sei un tipo strano davvero... Di solito si ringrazia dopo aver saputo cosa ha fatto uno per te... non alla fine.>>.

<< Senza contare che ringraziare non dovrebbe imbarazzare più di tanto. Ci hai un po' colti di sorpresa, ecco.>> concluse Akiza.

<< Non vi è mai capitato a voi?>> chiese Vector incrociando le braccia con aria saccente.

<< No, non credo.>> affermò Yusei.

<< Di solito nemmeno io.>> dichiarò Akiza.

<< AH-HA! Di solito!>> la beccò Vector:<< Quindi a volte sì?>>.

<< No, non è così!>> disse Akiza agitando le mani davanti a sé.

<< Lasciamo stare.>> disse Yusei:<< Ora devi riposare. Noi andiamo.>>

<< Grazie ancora per tutto.>> ripeté Vector, mentre i due uscivano dalla stanza. A quel punto Vector si mise sotto le coperte e spense la luce della lampada sul comodino di fianco. A quel punto però la sua mente si riempì di interrogativi: come era piombato sull'auto di Yusei? Chi era lui? Come diavolo era finito nella condizione in cui Yusei l'aveva ritrovato? E quella gemma sul suo petto,... QUELLO era forse il mistero più grosso. Come faceva ad averla attaccata al corpo era proprio strano. Lentamente comunque la stanchezza ebbe il sopravvento sui suoi pensieri, e crollò presto in un sonno profondo....
Profondo sì, ma non di lunga durata. Infatti nemmeno quaranta minuti dopo dei rumori lo svegliarono all'improvviso.

“ Ma che...?” pensò Vector, tendendo l'orecchio per sentire meglio: a quanto pare qualcuno doveva essere entrato in casa, infatti una voce femminile mai udita prima parlò.

<< Sono a casa, papà.>> disse allegramente la voce femminile.

<< Meno male che sei tornata: io e tua madre cominciavamo a preoccuparci, sai?>> fece eco la voce di Yusei:<< Sai che ore sono? Mezzanotte.>>.

“ Papà?” pensò Vector piuttosto sorpreso: cominciava ad intuire di chi fossero la stanza e il letto in cui si trovava a riposare...

<< Lo so, lo so, ma dovevo proprio, papino.>> disse la voce in tono supplichevole.

<< Ma andrebbe anche bene, tesoro...>> disse Yusei:<< … però domani hai la scuola e non vorrei che non ti alzassi...>>.

<< Non-mi-importaaaaaa!!!>> canticchiò la figlia.

<< Non scherzare...>> la rimproverò Yusei:<< Lo sai che è una cosa importante.>>.

<< E domani ci vado, infatti.>> rispose la voce femminile:<< Ah, ho visto la macchina nuova, ma cosa è successo al cofano?>>.

<< E' una lunga storia...>> mormorò Yusei.

<< Va beh, me la racconti domani...>> disse la figlia:<< Ora vado in camera mia, sono tanto stanca...>>.

“ EHHHHH??” pensò Vector mentre un rumore di passi leggeri avanzava verso la stanza.

<< Ehi, un attimo, devo dirti una cosa...>> disse alla svelta Yusei.

<< Me la dici domani, va bene?>> disse la figlia sbadigliando:<< Mi faccio tutto un sonno...>>.

<< Aspett....>> le disse in fretta Yusei, ma... troppo tardi! La porta della stanza si spalancò, la ragazza accese la luce e.... agli occhi di Vector si presentò una ragazza molto carina dai capelli rossicci lunghi fino alle spalle con dei ciuffi scostati sulla fronte dai riflessi gialli ai bordi. Gli occhi erano azzurri, e lei indossava una giacchetta viola con strisce decorative bianche e colletto dello stesso colore sopra una maglia nera con una Y sulla scollatura che scendeva fino alla cintura dei jeans azzurri. Indossava anche degli stivaletti bianchi ai piedi. Non appena Vector e la figlia di Yusei si notarono dopo che quest'ultima si fu avvicinata al letto rimasero paralizzati. Frazione di pochi secondi e.... 

<< KYAAAAAAAAAAAAAAH!!!!>> urlò la ragazza, uscendo subito dalla stanza e rifuggiandosi dietro al padre.

<< Lo temevo...>> mormorò Yusei.

<< AIUTO, AIUTO, AIUTOOOOOOOOOOO!!!!>> urlò ancora la ragazza:<< C-C'E' UN RAGAZZO NEL MIO LETTOOOOOOOOO!!!>>.

<< Akiry, tesoro.... Calmati...>> le provò a dire Yusei.

<< E COME FACCIO A CALMARMI???!!! C'E' UN DANNATO MANIACO NEL MIO LETTOOOOO!!!>> urlò per la terza volta Akiry.

“ TOMBOLA!” pensò Vector sul momento, allibito.

<< Che succede?>> disse Akiza strofinandosi gli occhi, mezza addormentata:<< Ah, sei tornata , tesoro....>>.

<< MA CIOE' QUALCUNO SI DECIDE A FARE QUALCOSA QUI DENTRO?>> sbraitò Akiry:<< Insomma.... qualcuno può cacciare questo individuo?>>. 

<< Impossibile...>> disse Yusei:<< L'abbiamo portato noi qua mentre non c'eri.>>.

<< C... Come??>> fece Akiry sbalordita:<< Cioè... Non ho sentito bene, temo!>>.

<< Tuo padre ha detto il vero, tesoro.>> disse Akiza:<< L'ha trovato mentre tornava a casa (o forse dovrei dire che è lui che ha trovato l'auto? Mah) e allora l'abbiamo portato qui.>>.

<< E' piuttosto malmesso, e quindi almeno per stanotte resta qui da noi.>> concluse Yusei.

<< MA... MA...>> mormorò Akiry con gli occhi lucidi:<< … ma quello è IL MIO LETTOOOOO!!!>>.

<< Dai, per stavolta dormirai in sala...>> disse Yusei.

<< Non ci credo...>> disse piano Akiry.

<< Ehm,... siete sicuri? Potrei spostarmi io in sala...>> intervenne Vector.

<< E' fuori discussione, Vector.>> disse Akiza, categorica:<< Devi riposare bene...>>.

<< Anch'io devo...>> disse decisa Akiry.

<< Il caso di Vector è più importante, direi.>> sentenziò Yusei.

<< Uffi...>> sbuffò Akiry:<< E va bene...>>.

<< Ah, Vector, non ti ho ancora presentato nostra figlia Akiry. Anche se non sembra è un angelo...>> disse Akiza.

<< Angelo sì,...>> disse Akiry mettendo il broncio:<< … però quello non lo voglio nella mia cameraaaa!!!>>.
  
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