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Autore: DK in a Madow    27/04/2014    1 recensioni
“Entra dentro.
Vieni pure.
Qua.”

*
L'avvicinarsi della stagione buona, dei profumi e dei colori. Una vita intera passata nel tacco della Puglia e l'ascolto intimo e intenso di Camera a Sud di Capossela.
Tutto questo mi ha spinto (o ispirato) a scrivere ciò.
Genere: Poesia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CASA SENZA PORTE

 

 

 

 

 

Sei una casa senza porte
e una vecchietta che fa:
“Entra dentro.
Vieni pure.
Qua.”
Il tuo soffitto ingiallito di sole,
e le pareti, sporche di nuvole,
azzurre, forse,
e i piedi, superata la soglia,
tinti di terra rosso sangue.
E son sabbia e pietre vasi per i tuoi fiori
per i mirti arsi vicino agli scogli
per le punte profumate degli allori
per petali di gelsomini bianchi come fogli
dove poter scrivere
storie di notti senza sogni
ma di stelle,
di un soffio di mare lasciato sulla pelle
e il suo rumore si ripete
facendo vibrare i timpani e le ciglia
umide
di onde ripetute
come riccioli barocchi.
Sei una casa senza porte
e il vento corre e sbatte le finestre gridando
l’eco di un passato lasciato oltremare
e solleva nell’aria, passando,
la polvere di cuori stanchi e secchi
ormai incapaci d’amare.
Una casa senza porte,
sul retro una scala sbriciolata
che porta ad un dito dalle stelle
sul tetto dov’è rimasto il sole
rovente
mentre giù c’è un concerto
di tamburi, fisarmoniche e grilli
nascosti tra gli ulivi;
andranno avanti nottetempo
per poi dare il cambio
al salir del Mezzogiorno
alle cicale tra gli alberi di fico
lasciando erba e ortiche
ad un veleno ambulante
su tela e otto zampe.
Sei una casa senza porte,
e i profumi passano come treni
stranamente puntuali.
L’odore di mosto
lascia posto
ai fichi secchi
all’olio amaro
a semi di pomodori incastrati tra i denti
e bruciano come il sole che li ha cresciuti
insieme al grano e ai gelsi
alle mandorle e i limoni
a gigli e oleandri
tutti disordinatamente raccolti
tra i nodi dei capelli,
e le punte delle dita.
Sei una casa senza porte
e da qui non si va via
eppur vorrei scappare
lontano, in cerca di un mondo
che ho spiato da serrature
che tu non hai.
Perché tu sei una casa senza porte,
terra mia,
una donna giovane,
lenzuola bianche,
sudore,
grani neri di un rosario
e la sua litania
“Ma che fai?
Resta ancora.
Non andare.
Via.”












Angolo dell'autrice:
Salve! ^^
Confesso subito una cosa. Mi sento in imbarazzo, questa è la primissima volta che pubblico una storia originale e non so quanto sia stata saggia l'idea di esordire proprio con una poesia.
Ovviamente, tutte le considerazioni le lascio a voi lettori e a coloro che avranno il coraggio di recensire questa... cosa.
Dopo due anni e mezzo passati a scrivere fanfiction, mi emoziona e mi spaventa presentare qualcosa di unicamente mio e per questo ringrazio una persona che non manco quasi mai di citare nelle mie note, e cioè Ire. So che leggerai anche questo e non posso fare a meno di ringraziarti.
Detto ciò, vi saluto.
Non so se ci sarà una prossima volta, ma un arrivederci è sempre più dolce di un addio (?).

Franny
   
 
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