Sei una
casa senza porte
e
una vecchietta che fa:
“Entra
dentro.
Vieni
pure.
Qua.”
Il
tuo soffitto ingiallito di sole,
e
le pareti, sporche di nuvole,
azzurre,
forse,
e
i piedi, superata la soglia,
tinti
di terra rosso sangue.
E
son sabbia e pietre vasi per i tuoi fiori
per
i mirti arsi vicino agli scogli
per
le punte profumate degli allori
per
petali di gelsomini bianchi come fogli
dove
poter scrivere
storie
di notti senza sogni
ma
di stelle,
di
un soffio di mare lasciato sulla pelle
e
il suo rumore si ripete
facendo
vibrare i timpani e le ciglia
umide
di
onde ripetute
come
riccioli barocchi.
Sei
una casa senza porte
e
il vento corre e sbatte le finestre gridando
l’eco
di un passato lasciato oltremare
e
solleva nell’aria, passando,
la
polvere di cuori stanchi e secchi
ormai
incapaci d’amare.
Una
casa senza porte,
sul
retro una scala sbriciolata
che
porta ad un dito dalle stelle
sul
tetto dov’è rimasto il sole
rovente
mentre
giù c’è un concerto
di
tamburi, fisarmoniche e grilli
nascosti
tra gli ulivi;
andranno
avanti nottetempo
per
poi dare il cambio
al
salir del Mezzogiorno
alle
cicale tra gli alberi di fico
lasciando
erba e ortiche
ad
un veleno ambulante
su
tela e otto zampe.
Sei
una casa senza porte,
e
i profumi passano come treni
stranamente
puntuali.
L’odore
di mosto
lascia
posto
ai
fichi secchi
all’olio
amaro
a
semi di pomodori incastrati tra i denti
e
bruciano come il sole che li ha cresciuti
insieme
al grano e ai gelsi
alle
mandorle e i limoni
a
gigli e oleandri
tutti
disordinatamente raccolti
tra
i nodi dei capelli,
e
le punte delle dita.
Sei
una casa senza porte
e
da qui non si va via
eppur
vorrei scappare
lontano,
in cerca di un mondo
che
ho spiato da serrature
che
tu non hai.
Perché
tu sei una casa senza porte,
terra
mia,
una
donna giovane,
lenzuola
bianche,
sudore,
grani
neri di un rosario
e
la sua litania
“Ma
che fai?
Resta
ancora.
Non
andare.
Via.”
Angolo dell'autrice:
Salve! ^^
Confesso subito una cosa. Mi sento in imbarazzo, questa è la primissima volta che pubblico una storia originale e non so quanto sia stata saggia l'idea di esordire proprio con una poesia.
Ovviamente, tutte le considerazioni le lascio a voi lettori e a coloro che avranno il coraggio di recensire questa... cosa.
Dopo due anni e mezzo passati a scrivere fanfiction, mi emoziona e mi spaventa presentare qualcosa di unicamente mio e per questo ringrazio una persona che non manco quasi mai di citare nelle mie note, e cioè Ire. So che leggerai anche questo e non posso fare a meno di ringraziarti.
Detto ciò, vi saluto.
Non so se ci sarà una prossima volta, ma un arrivederci è sempre più dolce di un addio (?).
Franny