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Autore: _ Lilac _    27/04/2014    8 recensioni
Dalla storia:
"Per tre sera di fila, esattamente alle sette e mezza, uno sconosciuto si era presentato alla gilda chiedendo di Levy e per tre volte di fila la piccola maga era accorsa subito da lui, sorridendo, bellissima.
Anche quella volta, allo scoccare del minuto, l’uomo fu lì. Gajeel decise di soprannominarlo “Il Pinguino”: aveva dei capelli neri, annegati nel gel e tirati all'indietro, come non li avrebbe portati neanche un damerino del secolo precedente. Camminava tutto impettito nel suo smoking rigorosamente nero, la cui giacca veniva lasciata aperta su una camicia bianca. Un pinguino, sì, era decisamente un pinguino, si ritrovò a constatare per la quarta volta di fila.
(...) Li seguì con lo sguardo mentre uscivano dalla gilda, più vicini tra loro di quanto fosse necessario. Insomma, la distanza minima consentita non era forse un metro? Non se l’era inventato lui, no? Perché le stava così appiccicato?
(...) E no, lui non era geloso. Assolutamente."
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La gelosia di un Drago







“Ma insomma, Natsu!”, lo sgridò Erza, alzandosi di scatto e avvicinandosi all’amico. “Vuoi fare silenzio?! Vorrei mangiare la mia torta in santa pace!”, poi si girò verso il mago del ghiaccio, lo sguardo di fuoco. “E anche tu, Gray, non farmelo ripetere!”.
Tutta la gilda si zittì.
Era ora, pensò Gajeel, seduto ad uno dei tanti tavoli, ringraziando mentalmente la maga. Era quasi il momento, mancavano pochi minuti alle sette e mezza e attorno a lui cominciava a raccogliersi un’aura negativa: era come se l’aria stessa trasudasse morte e rabbia.
Per tre sera di fila, esattamente alle sette e mezza, uno sconosciuto si era presentato alla gilda chiedendo di Levy e per tre volte di fila la piccola maga era accorsa subito da lui, sorridendo, bellissima, ogni volta vestita con abiti diversi, ma sempre in maniera molto elegante e apprezzabile.
Anche quella volta, allo scoccare del minuto, l’uomo fu lì. Gajeel decise di soprannominarlo “Il Pinguino”: aveva dei capelli neri, annegati nel gel e tirati all’indietro, come non li avrebbe portati neanche un damerino del secolo precedente. Camminava tutto impettito nel suo smoking rigorosamente nero, la cui giacca veniva lasciata aperta su una camicia bianca. Un pinguino, sì, era decisamente un pinguino, si ritrovò a constatare per la quarta volta di fila.
L’azzurrina non si fece sicuramente attendere. Indossava un bellissimo vestitino rosso che le metteva in risalto le curve leggere del corpo e che ricadeva svasato sulle gambe, poco oltre la metà coscia. Il tavolo scricchiolo pericolosamente sotto la presa tenace del Dragon Slayer; doveva aggrapparsi a qualcosa, altrimenti sarebbe andato da lui e lo avrebbe ucciso. Non che fosse geloso, no! Gajeel non lo era affatto, almeno così ripeteva a se stesso. Era soltanto preoccupato per lei: una maga così piccola ed esile sola con un damerino come quello; e se le fosse successo qualcosa? Se il Pinguino avesse deciso di metterle le mani addosso o di farle del male? Come avrebbe fatto lei a difendersi?
Li seguì con lo sguardo mentre uscivano dalla gilda, più vicini tra loro di quanto fosse necessario. Insomma, la distanza minima consentita non era forse un metro? Non se l’era inventato lui, no? Perché le stava così appiccicato?
Fu quando notò la turchina che gli stampava un bacio sulla guancia, che Gajeel non resistette più. Il tavolo si ruppe sotto la sua forza e si divise a metà, cadendo a terra e facendo un chiasso infernale. Tutti si voltarono verso di lui, ma il Dragon Slayer se ne infischiò e uscì dalla porta sul retro. “Andiamo, Lily!”, chiamò il partner; aveva un’inspiegabile voglia di fare a pezzi qualcosa o di prendere a pugni qualcuno.
E no, lui non era geloso. Assolutamente.
 
 
Erano da poco passate le dieci quando, dopo una doccia rinsanante, Gajeel si era gettato a peso morto sulla prima sedia che aveva trovato libera nella gilda. L’allenamento con Lily l’aveva sfibrato; non aveva mai combattuto con tanta foga: si era semplicemente lasciato andare e aveva immaginato la testa del Pinguino al posto di quella dell’exceed. Il risultato era stato sorprendente.
Mira si offrì di portargli qualcosa da mangiare e il Dragon Slayer accettò di buon grado. Nonostante il duro allenamento e le energie sprecate, Gajeel, a malincuore, non riuscì a toccare neanche metà del delizioso pasto che Mira aveva preparato per lui. Fissava insistentemente l’orologio. Erano le dieci e mezza. Perché Levy non era ancora tornata?
Cominciò a picchiettare col piede a terra e di tanto in tanto volgeva lo sguardo alla porta di ingresso. Era forse il caso di andare a cercarla?
La gilda cominciò lentamente a svuotarsi, ma di lei non c’era traccia.
Dopo minuti che gli parvero ore, il Dragon Slayer sentì Mira urlare: “Wendy! Wendy! Dov’è Wendy? Levy è ferita!”.
Gajeel perse un battito. Lo sapeva che non avrebbe dovuto lasciarla andare! Se il Pinguino gli fosse capitato tra le mani, lo avrebbe ucciso. Lentamente.
Seguì la piccola Dragon Slayer in infermeria, dove lo accolse una scena raccapricciante. Il Pinguino era chinato su di lei e tutto intorno, a terra, c’erano delle garze piene di sangue.
Prima ancora che i due potessero accorgersi della sua presenza, Gajeel tramutò il proprio braccio in un’asta di ferro e scaraventò l’uomo lontano dalla sua Levy.
“Bastardo! Cosa le hai fatto? Ti ammazzo!”, urlò, gettandosi su di lui.
Il Pinguino cercò di divincolarsi mentre l’altro lo teneva incollato al muro, stritolandolo. Il Dragon Slayer non faceva altro che pensare al viso dolce di lei e al suo corpo esile. Al suo bellissimo sorriso. Alle sue guance che diventavano rosse quando lui azzardava qualche frase o insinuazione un po’ più spinta. Lo avrebbe ucciso; se non fosse più stata quella di una volta, lo avrebbe ucciso.
“Gajeel! Ma che fai?!”, alzò la voce Levy, afferrandogli il braccio che teneva fermo l’uomo contro il muro e tentando di allontanarlo da lui; invano. “Gajeel, sono qui! Sto bene!”, provò ancora.
Il Dragon Slayer impiegò qualche secondo per registrare la sua voce e qualche altro secondo per capire il significato di quelle parole. Stava bene? Si voltò verso di lei e notò che, effettivamente, non c’era nulla che non andasse. Quando si staccò dal Pinguino, che cadde sulle ginocchia riprendendo fiato, e si allontanò da lei, notò una ferita alla mano, fasciata alla bell’e meglio, che sanguinava.
Diede un’altra occhiata a terra e si accorse che le garze non erano poi così tante come aveva pensato lui.
“Levy, mi dispiace. Ero andata di là per chiamare Wendy e devo aver esagerato un po’”, si scusò Mira, sinceramente dispiaciuta.. O forse no.
Levy scosse la testa, come a dire che non era un problema, mentre sussurrava qualcosa al Pinguino che riprendeva pian piano a respirare normalmente. Quando la piccola maga si accertò che Gajeel non gli aveva procurato dei danni così seri, si voltò verso il Dragon Slayer e gli urlò contro, frustrata. “Che ti è saltato in mente?! Volevi ucciderlo?!”.
Gajeel la guardò, serio, e per un momento pensò lo stesse prendendo in giro. Non le aveva forse fatto del male? “Lui ha alzato le mani su di te, sei ferita”, spiegò con ovvietà, anche se cominciava ad essere incerto. Notò che aveva gli occhi di tutti puntati addosso: della piccola Dragon Slayer, di Mira, del Pinguino, di Levy e notò anche che l’albina cercava di trattenere un sorriso vedendo quella scena.
“Baka Gajeel!”, le urlò la turchina. “E’ stato solo un incidente. Mi sono tagliata mentre cercavo di raccogliere i cocci di un bicchiere che avevo fatto cadere a terra”, spiegò, non guardandolo mai negli occhi. “Ho cercato di convincerlo che non era niente, ma sapeva che qui in gilda c’era una guaritrice e mi ha portata qui”, concluse. “Come puoi vedere, non mi ha fatto nulla”.
Levy sembrava amareggiata come poche volte l’aveva vista. Gajeel pensò che quel ragazzo le piacesse davvero e si allontanò senza dire nulla, rosso in viso per l’imbarazzo, senza nemmeno scusarsi.
Quando fu fuori dall’infermeria, lontano quanto bastava per non farsi vedere, il Dragon Slayer tirò un pugno contro il muro di una casa, sfondandolo quasi. Gli dava fastidio. Gli dava tremendamente fastidio. Lui era un Pinguino! Come poteva essere innamorata di lui? Ma la domanda più importante era: perché gli interessava così tanto con chi Levy uscisse o non uscisse? Gajeel si rispose dicendo che non gli importava, che era soltanto preoccupato che la piccoletta si facesse male, dato che poi toccava a lui andare a salvarla ed era una grande scocciatura.
Ma allora perché, quando vide Levy salutare con un sorriso il Pinguino, fuori dall’infermeria, sentì una fitta al cuore?
La turchina si voltò e lo vide, appoggiato al muro, triste quasi, e fece per andare nella sua direzione. Per tutta risposta Gajeel si voltò e se ne andò.
Non aveva voglia di parlare con lei, di vedere quant’era felice con il suo animaletto da compagnia; voleva soltanto prendere a pugni qualcuno.
“Gajeel!”, lo chiamò Levy, correndo per raggiungerlo e stare al suo passo. “Gajeel, aspetta!”.
Lui si fermò soltanto quando sentì un tonfo dietro di sé e vide, girandosi, che la ragazza era caduta a terra. Non se ne stupì, considerate le scarpe scomode che aveva indossato. Sbuffando, si avvicinò e la tirò su come se non pesasse nulla, quindi continuò per la sua strada, o almeno ci provò.
“Gajeel”, lo chiamò di nuovo, afferrandolo per un braccio.
Il Dragon Slayer, alla fine, decise di non ignorare quella stretta irrisoria e di girarsi verso di lei per vedere cosa avesse da dirgli di tanto importante da seguirlo, nel bel mezzo della notte, per le vie della città.
“Perché hai reagito in quel modo, prima?”, chiese, guardandolo dritto negli occhi, una lucina di speranza dentro essi.
Cosa sperava che rispondesse? Che era innamorata di lei come il Pinguino? Ma neanche per sogno. “Te l’ho detto, pensavo ti fosse successo qualcosa”, il tono neutrale.
Levy non parve soddisfatta e strinse con più forza il suo braccio. “Okay, ma perché eri così arrabbiato?”, chiese, ancora.
Gajeel sbuffò. “Perché ti metti sempre nei guai e ogni volta tocca a me venire a prenderti. E’ seccante”, rispose, cercando di convincere anche se stesso che fosse così.
Levy abbassò lo sguardo e gli lasciò andare il braccio. “Baka Gajeel”, sussurrò, il tono di chi sta per piangere. “Devi sempre rovinare tutto”.
Se in un primo momento il mago aveva provato rimorso nell’essersi comportato così duramente, nel sentire quelle parole si irrigidì ancora di più. “Tranquilla, non mi immischierò più tra te e il Pinguino che ti porti dietro. Ti auguro di essere felice con lui”, e detto questo fece per andarsene.
“Non capisci niente!”, urlò di rimando la turchina. “Non è il Pinguino”, e Gajeel si sorprese nel sentirla che lo chiamava in quel modo, “che mi piace! Lui mi sta solo aiutando a farmi avere degli antichi testi di magia!”.
Gajeel si voltò verso di lei. Si era perso qualcosa? Testi di magia? La osservò mentre piangeva e con una mano cercava di asciugare le lacrime, ed ebbe un’altra fitta al cuore. Le si avvicinò. “Non state uscendo insieme?”.
Levy scosse la testa. “Mi ha fatto avere degli incontri con alcuni membri del Consiglio per poter accedere ad alcuni importanti libri, tutto qui”. A Gajeel sembrò che d’un tratto la forza di gravità fosse diminuita. Si sentiva più leggero. “Mi sembra ovvio che non provo interesse per lui”, soffiò col naso.
“E allora cosa ho rovinato?”, chiese, avviandosi in una strada senza possibilità di ritorno. D’un tratto, tutto gli sembrava più chiaro, più semplice: a lei non piaceva il Pinguino, ma qualcun altro. E anche a lui sembrò di aver rovinato tutto, quel giorno, rispondendole in quel modo.
Levy arrossì, ma non rispose. Gajeel la incalzò e alla fine balbettò qualcosa: “T-Tu.. Devi sempre essere freddo. Non capisci niente”.
Il Dragon Slayer continuò: “Cosa non capisco?”, voleva sapere se la turchina provava qualcosa per lui perché Gajeel era certo che non avrebbe mai sopportato che qualcun altro provasse a metterle le mani addosso o le stesse così vicino, che Levy uscisse con qualcuno, che sorridesse ad altri ragazzi che non fossero lui.
Sì, era geloso. L’aveva capito. L’aveva capito non appena aveva sentito Mira gridare che Levy stava male. Qualcosa in lui si era rotto al solo pensiero che lei potesse soffrire. Lui non avrebbe mai permesso che le si facesse del male..
“Cosa non capisco?”, ripeté, avvicinandosi a pochi centimetri da lei. Distanza minima un metro? Che stupidaggine.
Levy finalmente trovò il coraggio di guardarlo negli occhi; erano ancora lucidi, ma adesso splendevano di una luce particolare che sapeva di sfida, di determinazione. “Che mi piaci, Baka di un Gajeel!”.
Gajeel sorrise, uno strano calore che gli riscaldava il cuore. Non sapeva se quello fosse amore, non sapeva nemmeno cosa fosse l’amore, ma se gli avessero chiesto di provare a descriverlo, Gajeel avrebbe detto che era quel sentimento che ti provocava ansia e preoccupazione, rabbia e gelosia; quel sentimento che ti struggeva dentro nel sapere la tua persona con un altro; quel sentimento che ti teneva sveglio al notte, in pensiero; ma era anche quel sentimento che ti permetteva di essere felice con qualche semplice parola o qualche semplice gesto; quel sentimento che ti rendeva vivo.
No, in realtà Gajeel, se qualcuno gli avesse fatto quella domanda, non avrebbe mai risposto. Perché lui era così: odiava dimostrare affetto per gli altri con le parole, se ne vergognava quasi; odiava essere dolce o romantico, odiava ammettere di avere dei sentimenti; ma lui c’era nel momento del bisogno, e questo era l’importante.
Il Dragon Slayer afferrò Levy per la vita e la sollevò in aria. “A chi hai dato dello stupido, piccoletta?”, scherzò, mentre fingeva di lottare con le mani di lei che tentavano di fargli male.
“Lasciami, Baka Gajeel!”, urlò, ridendo, finalmente felice.
Lui la rimise a terra, ma non la lasciò andare. “Sicura che è quello che vuoi?”.
Levy scosse la testa, ancora con un lieve sorriso sulle labbra e, lentamente, si avvicinò per baciarlo, stretta al corpo di lui in un abbraccio che la proteggeva e la riscaldava.
Finalmente era a casa.





Angolo autrice:

°^°/ Stanotte non ho dormito e questo è ciò che ne è uscito xD Era da un po' che pensavo di scrivere una One-Shot su questa coppia e alla fine ce l'ho fatta! 
Per quelli che seguono la mia long, By Heart, tranquilli, non la sto abbandonando, anzi! Quando l'ispirazione arriva, però, si deve seguire xD
Ringrazio coloro che leggeranno e sarei felice se qualcuno volesse lasciare un commento! 
Ciao! :3

 
  
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