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Autore: red lips    27/04/2014    12 recensioni
QUESTO LIBRO E' UN CASINO, PROPRIO COME ME.
Un giorno un ragazzo mi chiese: "ma tu chi sei veramente?" Senza esitare, senza dire parola, presi una cuffietta e condivisi quello che stavo ascoltando con lui. Il treno si fermò, doveva scendere. Posò la cuffietta, mi sorrise, mi abbracciò e se ne andò per sempre, proprio come tutti gli altri.
Genere: Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Hey" Mi volto, è Thomas, mi ha seguita. Ha il fiatone ed è tutto sudato. "Che vuoi? Vai da lei, ti aspetta. Sto bene da sola." "Smettila di fare finta che tutto vada bene, cos'hai?" "Veramente? Cos'ho?" Lo guardo con gli occhi pieni di lacrime Avvicina la mano al mio viso per asciugarmi le lacrime. Lo fermo. "Smettila di fare così." Thomas, ero come un vaso rotto, mi stavi aiutando a ricompormi ma poi ti sei girato e mi hai fatto cadere. Sono di nuovo a pezzi, come prima, come sempre. Thomas smettila di illudermi, smettila di sorridermi anche se quel sorriso è tutto quello che ho. Mi alzo dalla panchina, faccio per andarmene e lui mi prende da un braccio. "Non andare" "Faccio la stessa cosa che hai fatto tu" Mi stringe ancora di più il braccio "io sono ancora qui" Siamo fermi una davanti all'altro in silenzio perché le lacrime hanno fermato persino le parole e il respiro. Ci guardiamo dritti negli occhi. "Sei stupenda" "Smettila di farmi del male" "Ti ho fatto un complimento" "Non credo ai complimenti" "Ma tu credi in me." Non gli rispondo, non so neanche più io a cosa o a chi credere, non credo più a niente. Lo guardo ancora dritto negli occhi Thomas: "Cosa guardi?" "Te" "E cosa vedi?" "La mia vita" Siamo rimasti in silenzio per circa dieci minuti senza staccare lo sguardo l'uno dall'altra. Abbasso lo sguardo, mi giro, prendo la borsa e me ne vado. Ho gli oggi pieni di lacrime, non mi sta seguendo, non gli importa niente di me. Mi giro, è seduto sulla panchina con il telefono in mano, si dai, chiama la tua Camilla. Esco fuori dal parco e prendo il primo bus, non so dove andare, non voglio tornare a casa, a casa c'è lui o forse lui è la mia casa. È strano, come può il tuo muro delle meraviglie essere la causa della tua distruzione? Lui è la parte più bella di me, di me forse non c'è niente bello. Sicuramente non c'è lui. Forse non c'è mai stato, forse non c'è mai stato niente, forse è solo un brutto sogno o forse è la cosa più bella che mi sia mai successa, sinceramente non lo so. Mi tocco la parte del braccio dove lui mi aveva stretta, era ancora rossa, si stava formando un livido. Lui è ancora qui con me e non penso di riuscire a dimenticarlo. Vedo un volantino per un audizione, forse posso farcela da sola! Ma chi prendo il giro, io senza di lui non vado da nessuna parte. Mi sento sola, più sola del solito, non pensavo potesse esistere questa sensazione. Come posso sentirmi più sola di come sono già? È come se la parte più bella di me mi avesse abbandonato. Sono sola. Non ho più lacrime, non ho più niente, non ho più lui. Sono asciutta dentro, ho gli occhi rossi dal pianto, ho le labbra stanche di chi ha sorriso quando tutto stava crollando. Adesso non ho più Thomas a farmi da schermo, ho solo il mio finto sorriso. È strano come un sorriso possa allontanarti da tutte quelle domande inutili sul perché stai così. Perché stai male Hope? Secondo te perché? Cioè, guardatemi, chi non starebbe male in un corpo come il mio? Mi danno fastidio queste persone, perché devi sottolineare il fatto che sono lo schifo che cammina? Perché devi far finta di non capire l'evidenza? Sto camminando senza una meta, non ne ho mai avuta una. Si è fatta mezzanotte, sono seduta su un marciapiede di una strada parallela. Ho ancora il volantino in mano, non so se chiamare Thomas o no. Mi arriva un messaggio. "Vieni a casa, ho bisogno di te" era Thomas. Il mio muro delle meraviglie, la mia roccia, la persona che mi aveva distrutto aveva bisogno di me. Lo odio, lo odio da morire, lo odio con tutto il mio cuore, lo odio perché nonostante tutto quello che mi ha fatto lo amo ancora e lo amerei sempre. Lo odio perché farei di tutto per lui. Lo odio perché mi aveva fatto sentire almeno per un secondo felice. Lo odio perché ha ribadito tutto quello in cui credo, lo odio perché quando finalmente ero felice, mi ha fatto crollare il mondo addosso. Lo odio perché mi ha protetta. Lo odio perché lui forse, mi ama. Prendo il primo taxi e ritorno a casa. Salgo le scale con un peso al petto, un macigno, il macigno delle mie insicurezze. "Hey, che vuoi?" Mi prende la mano, "tieni" Mi ha dato il volantino che avevo visto in città. "Quindi?" Thomas accenna un sorriso imbarazzato "bhe possiamo provarci" Gli occhi mi si inscuriscono "ti servo solo per questo vero?" "Hope non dire queste cose, lo sai che non è vero." Mi guarda dritta negli occhi "lo sai che non ti farei mai del male" "Ormai l'hai già fatto." "Hope non so più come dirti che io e Camilla siamo solo amici" "Thomas non so più come dirti che non me ne frega niente." Non è vero, me ne importa eccome ma sono troppo orgogliosa per dirti quello che provo veramente, per dirti che tu sei la mia ancora. Ti prego Thomas, non andartene. Suona il campanello, era Camilla, l'aveva chiamata lui. Thomas la smetti di prendermi in giro? Thomas mi lascia il volantino in mano e va ad aprirle la porta. È vestita di un bianco candido, puro. Ha una gonna lunga bianca, un golfino e dei sandali, è bellissima. È il mio esatto contrario, io sto indossando stivali neri, jeans strappati e una camicia indossata da tre giorni. Hope, perché ti illudi ancora? Perché vai sempre da lui? Perché lo ami così tanto? Perché non lo riesci a far andare via? Perché non riesci a stare in piedi da sola? Perché la tua ancora deve essere lui e non puoi essere tu stessa la tua ancora? Perché sei fatta così? Perché sei un mostro negativo? Me ne vado in camera mia senza fiatare, accennandole un sorriso. Sono seduta sul bordo del letto tenendo la testa bassa e le mani congiunte. No, questa volta non piango, non si merita le mie lacrime anche perché non ne ho più. Mi corico sul letto, prendo le cuffiette e clicco su play. La musica è l'unica mia amica, è l'unica che mi fa andare avanti. "Because maybe You're gonna be the one who saves me ?" È Wonderwall. La sto cantando con la voce rotta dal pianto e dal dolore. Perché si Thomas, tu sei quello che mi salverà, anche se lo stai già facendo. Oh Thomas, sei il mio muro delle meraviglie, mi stai salvando e ricomponendo ma allo stesso tempo mi lasci cadere e io mi spezzo. "Non credo che nessuno Senta quello che provo io per te adesso" più va avanti la canzone più mi vengono in mente i vecchi tempi, solo io, te e la musica. I tuoi sorrisi spontanei, la mia mano nella tua ogni volta che avevo paura, il tuo dirmi che avevo cantato bene quel pezzo, la tua positività. Mi ricordo tutto, lo sto rivivendo come se tu fossi ancora qui vicino a me con la batteria e io con la mia chitarra. È tutto così reale ma purtroppo non lo è. È cambiato qualcosa, forse la speranza di vivere grazie alla musica sta sempre di più diventando un sogno irrealizzabile, troppe porte in faccia, troppe delusioni, troppe cose in ballo. Troppi pomeriggi passati ad aspettarti e ad aspettare di cambiare. Ma forse devo cambiare aria, devo andarmene, scappare da questo posto, da questo mondo, scappare da te, da me. La mia vita è sempre stata un eterno scappare da quello che poteva rendermi più debole di quello che ero già ma tu mi rendi forte e debole allo stesso tempo, non è possibile, non sei reale. Mi curi ma poi mi fai del male. Mi sorridi e poi mi pugnali alle spalle. Il problema sono io, il mio problema è che ti amo, più di me, più di te, più di tutto. Prendo un pezzo di carta e butto giù una bozza di una canzone: "i see your name every day, I see your eyes on the walls, but you don't know my name.." Si perché sei tra gli occhi della gente, vedo il tuo sorriso in quello degli altri. Ma forse è ora di cambiare aria, di andarmene però ovunque vada l'unica mia casa rimarrà il tuo sorriso che mi rendeva più forte delle fondamenta di un castello, più forte delle radici di un albero secolare. E Thomas scusami se non ti ho mai dimostrato che quel bacio di anni fa era stata la cosa più importante della mia vita perché tu lo sei. Scusami perché dietro quel buongiorno avrei voluto dirti molto di più, scusami perché ogni volta che cadevo tu mi aiutavi anche se non era stata colpa tua e scusami perché ti amo e grazie perché ci sei sempre stato e grazie perché sei l'unico che ha creduto in me, l'unico che mi ha amato e che forse mi ama ancora. E scusa ancora perché per proteggerti ti ho fatto del male e scusami perché esisto. E scusami perché siamo rimasti fermi e sommersi in questa storia più grande di noi. Scusami perché pensavo di riuscire a dimenticarti ma non ci riesco perché mi ritornano in mente i tuoi sorrisi, le nostre corse sotto alla pioggia, le nostre mani unite come a sfidare il mondo, perché se noi siamo insieme riusciremo a sconfiggere il mondo e i demoni che ci sono dentro di me perché si, io sono un mostro negativo. Esco di casa senza considerare nessuno. Cammino con le cuffiette nelle orecchie, le mani fredde e le lacrime nel cuore. Mi corico su un prato nel centro. Sono le due di notte, tutti guardano il cielo stellato, tutti felici, perché io non ci riesco? Perché non riesco a sentirmi finalmente bene con me stessa? Forse ho bisogno di te Thomas perché non riesco a fare amicizia subito? Perché sono me? Chiudo gli occhi, ti vedo, sei vestito con jeans e canotta, sei perfetto, mi sorridi oh se sei stupendo Thomas, smettila. Mi vedo, ti vedo, ci vedo. Stiamo sorridendo, siamo mano nella mano come una volta, felici contro tutto il mondo. Mi stringi a te, guardiamo il tramonto. Mi scende una lacrima, perché, perché non è così facile? Sento del rumore vicino a me. "Hey Hope!" Era Donald. "Cosa ascolti?" Io: "i miei pensieri" "E cosa dicono?" "Lo sai" Abbassa lo sguardo, si mette una mia cuffietta nell'orecchio: "bene, li ascolto anche io dato che tu ti diverti a farmi scervellare per farmi capire quello che ti passa in quella piccola testolina" Gli sorrido, quasi per cortesia, volevo stare da sola ma lui era qui, qui per me. Chi l'avrebbe mai fatto? Non ci sono mai stata neanche io per me. Donald è così, resta anche se tu gli dici di andarsene. Resta sempre. Resta perché sa che ogni volta che gli dico "vattene, voglio stare sola", se mi lasciasse sola, mi farebbe morire. Se resto sola ascolto troppo la mia testa, e questo non va bene. Me lo dice sempre Donald. "Hope, resto anche io, anche se non vuoi, resto e resterò per sempre, ovunque tu vada io ti seguirò perché da sola non puoi stare." Donald, io sono da sola anche in questo momento, sono da sola anche se tu sei qui adesso, sono da sola sempre. Mi sento da sola in qualsiasi posto o situazione. Mi sento sola persino nel centro di Londra. L'unico che non mi fa sentire sola è Thomas, lo sai anche tu Donald, lo sanno tutti.
  
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