Crossover
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Autore: ElderClaud    20/07/2008    4 recensioni
una piccola shot/esperimento che celebra, a modo mio, due "esorcisti" alquanto particolari! Constantine ed Hellboy! Più crossover di così ^^!
“Serve una mano...?!”
Fu quasi sconvolto di sentire alle proprie spalle una voce tanto cupa quanto “grossa”.Ma non si voltò, e decise persino di non rispondere al misterioso salvatore. Si limitò solo a smorzare un ghigno per l'assurdità della scena a cui stava per assistere... A cui avrebbe fatto parte attivamente anche se per poco.
“E secondo te potrei avere bisogno di una mano cazzo...?!”
“Un ministro di Dio non dice le parolacce...”
“Un ministro di Dio ritorna ad essere un essere umano quando non gli va l'accendino...”
“Uhm... Quindi è questo il problema?! Ehe! Allora prova a vendere l'anima al diavolo!”
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Film, Fumetti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti ^^! Quello che vi propongo qui è un altro dei miei numerosi esperimenti! Questa volta è qualcosa di diverso dalle solite fanfiction su Naruto, qui si parla di un crossover alquanto assurdo! Quasi tamarro si potrebbe dire! Se avete visto il film di Constantine ed Hellboy dovreste ritrovarvi di più sui personaggi che si trovano in questa shot. Infatti mi sono ispirata più ai film che alle saghe fumettistiche di cui fanno parte questi personaggi singolari! (conosco il fumetto di Hellboy ma non Hellblazer da cui è tratto il film Constantine!). È una one shot senza troppe pretese! Un omaggio a due personaggi che mi hanno colpito fin da subito per la loro particolarità! Godetevi quindi questo incontro piuttosto singolare e buona lettura ^^!




Want Smoke


Aprì gli occhi quando un fruscio leggero gli soffiò sul pallido volto scavato dalla malattia, avvertendolo con delicatezza che era arrivato al capolinea. Ultima fermata per la stazione più merdosa del Bronx e poi dritti a casa. Una cosa normale no?

Una fottutissima cosa normale...

Una volta che le porte del vagone finalmente si aprirono, lui tirò un discreto sospiro di sollievo e si apprestò ad uscire. Quasi seccato si potrebbe dire... Ma era tipico di lui. Il fatto di lasciarsi alle spalle quel posto puzzolente di fumo di spinelli e di piscio umano lo faceva già sentire meglio dentro. Anche se dentro, non sarebbe mai stato bene.

Superò con sicurezza la pedana metallica, una volta che quelle fottute porte automatiche si furono aperte cigolanti e arrugginite. E poi una volta sul cemento armato della fermata si concesse l'ennesima sigaretta della serata. Veleno per i suoi polmoni, droga per il suo cervello. Niente di più, niente di meno!

A John Constantine non gliene fregava proprio un bel niente del domani. A lui bastava vivere il presente e con esso cercare redenzione dal suo suicidio preannunciato. Una cazzata in confronto al suo lavoraccio mal pagato. Un lavoro, che ti porta tanti nemici e poca grana nelle tasche!

Ma dopotutto... Essere esorcisti voleva dire anche questo! “Deporti” il diavolo di turno all'altro mondo, e la gente fatica comunque a dirti “grazie”...

Pazienza! L'unico modo per continuare a campare per lui era cercare di continuare a fare il proprio lavoro e basta. A lui dopotutto non era concesso altro mestiere. E quindi era ovvio che si perdesse spesso e volentieri nel vizio del fumo. Unico compagno fedele in quella vita più dannata dei dannati.

Quando il lercio vagone della metro ripartì, uno sbuffo di aria calda lo investì in pieno. Scuotendogli la giacca grigia e la cravatta stropicciata. L'aria puzzava di olio per motori e di qualcos'altro di non ben specificato. Pareva il puzzo stesso dell'inferno, e se la gente pensa che l'inferno puzzi di zolfo... Si sbaglia di grosso!

Era meglio non pensarci, perchè l'acre fumo della sigaretta era dieci volte meglio del tanfo prodotto da quella locomotiva piena di ruggine e graffiti che se ne stava andando a tutta birra verso il deposito. Ah! Chissà se il paradiso sapeva di sigaretta?!

Iniziò poi a muoversi verso l'uscita della metropolitana quasi con pigrizia. Strisciando i mocassini lucidi su quel cemento rovinato dalle troppe camminate e dalla sporcizia perenne. Fortunatamente, più si avvicinava all'uscita, e più l'odore di chiuso e di merda se lo lasciava alle spalle. Godendo appieno del venticello fresco che giungeva da in cima alle scale che doveva percorrere.

Stranamente la stazione era deserta... le luci al neon illuminavano malate quell'ambiente già pallido di suo. Tremolanti fasci di luce illuminavano inquietanti ombre sulle bianche piastrelle rotte delle pareti dei corridoi che lui percorreva con totale noncuranza, come la squallida visione di una cella di un penitenziario del feroce Texas. Sembrava quasi che la sua ombra stessa proiettasse su quei muri la sua stessa essenza dannata. Ma per lui questo era quasi un bene, Constantine aveva smesso di avere paura dei mostri molto tempo fa... A suon di elettroshock e di tonnellate di nicotina e alcool.

I suoi passi rimbombavano come un tamburo in un burrone, passi pesanti che non sembravano neppure suoi. Si perdevano come un eco in alta montagna ma apparivano comunque attutiti dall'atmosfera pesante e chiusa che si respirava in quel posto.

Che luogo di merda...

inspirò profondamente la sua sigaretta e la tirò su di ben un centimetro e mezzo. Stringendola forte con le labbra e socchiudendo gli occhi mentre il dolce veleno gli entrava nei neri polmoni tumefatti.

Un colpo di tosse.

Poi due.

Poi altri tre rochi colpi di tosse.

Lo squallido esorcista dovette portarsi una mano alla bocca mentre la sigaretta cadeva giù per il sudicio pavimento dell'uscita infinita. Tentando così di placare la tosse che ancora una volta lo informava che le sigarette gli facevano male.

Ma vaffanculo...

Una paglia era caduta a terra maledizione... Ma se non voleva prendersi pure il tetano era meglio lasciar perdere e farla bruciare nella luce malata di quel posto infame!


Quando finalmente l'aria si fece più intensa, un sussurrato “cazzo” fuoriuscì dalle sue secche labbra quasi con sollievo.

Era fuori adesso.

Superate le scale infinite era ora alla civiltà abbandonata di una città infame. La mano destra si appoggiò quasi istintivamente sul parapetto metallico dell'entrata della metropolitana, come a cercare di riottenere l'equilibrio dopo una sbornia fatta di sigarette e tosse. Il metallo era umido al tocco a causa di una lieve nebbiolina che misteriosa nuotava quasi invisibile per le strade deserte e mal illuminate di quel quartiere pericoloso. Sbuffò seccato e si riaggiustò con un colpo secco il cravattino da duecento dollari mal tenuto e stropicciato, e quindi con altrettanta svogliatezza si avviò sicuro verso la strada di casa.

Le ombre in quel posto aumentavano minacciose più che all'interno di quella fetida metropolitana. Evidentemente c'era parecchia attività quella notte in città! Ma a lui poco importava... Non aveva voglia di salvare il mondo. O per lo meno, salvarlo per far riconoscere a quelli che stanno lassù quanto è bravo! Non certo gratuitamente... Non si ottiene nulla gratis coi tempi che corrono.

Ma non erano solo le ombre che lo tormentavano quella notte, era ancora quel suo osceno bisogno di fumare che lo induceva ancora una volta ad accendersi una letale sigaretta.

Appena raggiunto uno dei scarsi lampioni presenti in strada infatti, si appoggiò con la schiena ad esso ed estrasse dalla tasca interna della giacca firmata l'occorrente per una sana fumata cancerogena. Ancora una volta fremette nel sentire il morbido filtro tra le labbra screpolate, e ancora una volta i suoi occhi scuri gioirono nel vedere la fiamma dell'accendino rivelarsi come l'inferno purificatore.

I suoi occhi gioirono?!

Si ma per poco... Per veramente poco tempo! Perchè tra le sue mani l'accendino di plastica rossa fece più e più volte cilecca! Graffiandosi quasi il pollice nell'intento di muovere quella rotellina di metallo e far scattare così la fiamma rivelatrice. Ma niente! La scintilla della vita non partiva. Pareva fatta di plastica anch'essa. E allora non gli rimaneva che imprecare in silenzio mentre cercava inutilmente di accendere il tabacco avvelenato fonte di infinito piacere.

Merda!”

Imprecò infine. Ringhiando feroce e lanciando lontano l'arnese ormai inutile. Sospirando poi per la scarsa pazienza che portava per simili futilità.


Serve una mano...?!”

Fu quasi sconvolto di sentire alle proprie spalle una voce tanto cupa quanto “grossa”. Ma non si voltò, e decise persino di non rispondere al misterioso salvatore. Si limitò solo a smorzare un ghigno per l'assurdità della scena a cui stava per assistere... A cui avrebbe fatto parte attivamente anche se per poco.

E secondo te potrei avere bisogno di una mano cazzo...?!”

Erano parole le sue quasi sibilate. Ma anche un poco divertite. Alle sue spalle comunque, una grossa, quanto lieve risata lo avvertiva che il salvatore non era affatto irritato per le sue poco carine parole.

Un ministro di Dio non dice le parolacce...”

Un ministro di Dio ritorna ad essere un essere umano quando non gli va l'accendino...”

Uhm... Quindi è questo il problema?! Ehe! Allora prova a vendere l'anima al diavolo!”

Ovvio che era quello il problema... Pure la voce alle sue spalle era un ministro di Dio, e pure lui aveva un certo problema con quella cosa chiamata “vizio del fumo”. Ma la sua battuta pareva quasi paradossale. E più lui gli si avvicinava, più lui a stento riusciva a trattenere un sorriso divertito.

I passi della creatura aumentavano di intensità e in breve gli fu di lato. L'odore intenso di un sigaro cubano investiva ancora più intensamente il suo pallido volto. Ma il suo possessore rimaneva in ombra rispetto alle debole luce del solitario lampione. Una situazione che divertì ancora di più il giovane esorcista ribelle.

Senza dire una parola, il possessore del sigaro allungò un suo braccio porgendo così un argentato accendino all'uomo in cerca di disperato fumo facile. E ora che Constantine osservava quel grande braccio proteso verso di lui, capì di non avere più dubbi sull'identità del collega esorcista.

Un grande braccio di pietra rossa e bitorzoluta. Un'arma stabile che pareva creata dai demoni stessi per il loro capo inconsapevole. Il rosso demone dell'inferno ma che per uno strano scherzo del destino serviva l'umanità e le sue sacre divinità.

Un esorcista che viene dall'inferno, incontra un altro esorcista che è destinato all'inferno. Un incontro paradossale che non poteva non far ridere i diretti interessati.

Sorrise quasi con malizia il giovane dannato, alla vista di quell'accendino argentato e dell'altrettanto sorrisetto complice del grande diavolo rosso scornificato.

L'impermeabile color cachi nascondeva solo in parte le grandi forme taurine della creatura infernale ma sostanzialmente buona. Ma la vista dell'essere umano era unicamente incentrata sul luccichio della fiamma sacra, che lo invitava apertamente ad accendersi una sigaretta ristoratrice e a non pensare ad altro. Cosa che lui fece concretamente, avvicinando la lunga sigaretta verso il fuoco e inalando beato il primo fumo sprigionato dalle erbe bruciate.

Dolce, velenoso tabacco che si inalava in loro come un morbo incurabile.

Grazie per l'aiuto... 'Hellboy'!”

Solo 'collega' quando sono in servizio grazie...”

Sì... Collega! E questa volta il povero John non poté non trattenere una risatina un po' acida. Ma tanto divertita lo stesso. Era davvero assurdo il destino! Sia per quanto riguardava le loro vite, sia per quell'incontro bizzarro e inatteso.

Hm... Allora?! Che ti porta qui grande H?! Affari o piacere?!”

La voce impastata di quello di nome John era ancora divertita per l'incontro con il “collega” più singolare che ci sia! Dal canto suo però, il collega infernale sbuffò seccato alla prospettiva di lavoro difficile alle porte.

Ehe! E secondo te quelli là se ne stanno buoni ad aspettare che siamo noi ad andarli a prendere...?!”

Nh... Direi di no in effetti...”

Magari fosse sempre stato tutto così semplice! Magari fosse stato come fumare una sigaretta senza però avere conseguenze indesiderate! Però tutto gira in senso contrario, e loro due che in questo momento fumavano beati, ne erano la prova evidente.

Due creature destinate all'abisso più nero e profondo camminavano senza problemi in terra mortale. Godendo in silenzio di quell'incontro inatteso e concentrandosi unicamente sul fumo da consumare il più tranquillamente possibile. Prima di ripartire e ritornare a lavorare.

Il primo a finire di fumare fu ovviamente l'umano malaticcio. Quello che, anche con tutta la buona volontà del mondo, il diavolo di nome Hellboy non sarebbe mai riuscito ad eguagliare in fatto di tempi sul bruciare il tabacco. Era una forza quell'uomo!

Eh?! E adesso dove te ne vai cancrena...?!”

A casa... Dove vuoi che vada hm?”

Il diavolo umano si era scostato dal lampione quasi controvoglia, appena ebbe finito di fumare in meno di dieci minuti la sua sigaretta e dopo averla lanciata ancora accesa oltre il fascio di luce del lampione. Il rosso della brace brillava come una rossa lucciola nel nero dell'asfalto.

Peccato, il collega rosso avrebbe ben volentieri apprezzato ancora per un po' la compagnia di quel collega quasi leggendario nell'ambiente in cui lui girava. Anche se gli era stato detto che quel Constantine era un tipo strano, non poteva fare a meno di apprezzarlo per con che tenacia affrontava la vita di tutti i giorni. Una vita che per nessuno dei due, per ovvie ragioni, poteva essere normale.

Ah... Roccia...?!”

Nh?! Che vuoi?!”

La cupa voce del diavolo si sorprese parecchio quando quella melliflua e roca del collega fermò di colpo i suoi pensieri. Trovando ancora più strano che quel tizio si voltasse verso di lui mantenendo costantemente quel suo sorrisetto malizioso e bastardo al contempo.

Non ti deporto all'inferno perchè oggi non mi andava l'accendino... Ma comunque grazie per l'aiuto...”

Ah-ah... Ma fottiti merda”

La risatina del collega infernale sapeva di puro sarcasmo. Ma non per questo irritata. Non gli avevano insegnato ad odiare l'umanità ad Hellboy... Suo padre era stato saggio in questo. Per questo, come un comunissimo essere umano, pure la più terribile creatura infernale qual era, non odiava nessuno se non disprezzarlo con tutto il cuore.

E per lui Constantine era a metà strada tra il disprezzo e l'ammirazione. Una cosa reciproca anche per il malato esorcista che si stava allontanando da lui per essere inghiottito dalle tenebre amiche.


Alla prossima allora... Collega!”








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Questo che avete appena letto, come ripeto, è un esperimento! Un omaggio a queste due creature particolari!

Ditemi cosa ne pensate! Lasciate un commento (anche un insulto XD) ed esprimete pure le vostre opinioni se ho svolto bene o male un loro possibile incontro!!

   
 
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