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Autore: LaMusaCalliope    28/04/2014    0 recensioni
Una ragazza sta leggendo un libro tranquillamente, quando sente alcuni rumori provenire dalla strada. Sono i suoi amici che si divertono. Con questo testo ho partecipato a un concorso scolastico in cui davano l'incipit e bisognava continuare la storia. Sono arrivata tra i primi quaranta!
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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~~Una ragazza sta leggendo un libro seduta accanto alla finestra. La storia la prende tanto che non riesce a staccare gli occhi dalle pagine. Mentre segue con attenzione la vicenda che assorbe tutta la sua attenzione, sente un improvviso rumore che sale dalla strada. Sarà stato un incidente, si dice. E riprende a leggere. Ma subito dopo ecco un altro colpo. Il vetro della finestra trema. Perfino il libro trema tra le sue mani. Ma lei non vuole a nessun costo staccarsi dalle pagine. Che importa di quello che succede in strada! Si dice. Al terzo colpo però è la casa intera che si scuote e traballa. E lei non può fare a meno di alzarsi e avvicinare la faccia al vetro. Quello che vede le fa cadere il libro dalle mani: Jack e Ian, i suoi migliori amici, stanno facendo crescere una quercia in mezzo alla strada. Dalle loro facce la ragazza capisce che i ragazzi si stanno divertendo un mondo. Jack guarda la finestra e le fa cenno di scendere.
Prende il cappotto ed esce dimenticandosi completamente del suo amato libro.
Appena arriva in strada, i ragazzi la salutano.
“Ei, Call! Pensavamo che saresti rimasta a casa per sempre!” le dice lan con un sorrisetto da simpatica canaglia.
“Ma scherzi?! Voi fate nascere e CRESCERE un albero in mezzo alla strada ed io me ne sto in casa? Potevate avvertirmi, però.”
“Ho pensato che avresti preferito leggere che piantare un albero” le dice Jack. La ragazza arrossisce. Jack è l’unico che sa davvero cosa vuol dire per lei leggere. Vuol dire entrare in un mondo che è completamente suo dove non deve giustificare niente a nessuno. Dove la sua unica preoccupazione è andare avanti con la lettura fino a finire il libro. Tutto questo Jack lo sa, lo capisce, perché lo prova anche lui, perché anche lui, ogni tanto entra in quel bellissimo mondo. È un po’ anche per questo che sono diventati amici. Lui le ha insegnato a leggere, che le ha dato la chiave d’accesso a quello che è diventato il suo vero mondo.
“Non hai tutti i torti, ma lo sai quanto adoro usare la magia! Fammi provare!”
Call si avvicina all’albero, lo sfiora. Sente la corteccia ruvida sotto i polpastrelli, la linfa scorrere e arrivare fino ai rami. Basta una semplice parola e l’albero cresce fino alla finestra della sua camera. Appena vede la finestra, si ricorda del libro, e allora le viene l’idea. Un’altra parola e una porta si apre sul tronco dell’albero. Sa benissimo cosa c’è dietro. Ciò che ha sempre sognato. Call la apre piano, un bagliore la acceca. Si mette una mano davanti agli occhi che si abituano alla luce e la vede: una pietra trasparente. Ian attraversa la porta attratto dal bagliore. Sta per prendere la pietra quando Call gli urla: “Fermo! Non toccarlo!”.
Ma Ian non la sente. Allunga le mani, sono a pochi centimetri dalla pietra. Un’ombra si fionda sul ragazzo facendolo cadere a terra. I corpi rotolano dalla parte opposta della sala. Call corre verso di loro per assicurarsi che non si siano fatti male.
“State bene?” aiuta Ian ad alzarsi. I suoi occhi sono persi. Deve uscire da lì.
“Jack, portalo via! Lui non può stare qui! L’uovo lo soggioga!”
“L’uovo? L’uovo di cosa?” chiede Jack allarmato perché, dalle dimensioni, quello non era certo l’uovo di una gallina.
“Ti spiegherò più tardi. Ora porta via lan!”
“Ma …” replica Jack.
“Zefira!” urla allora Call. Voleva una spiegazione? Ecco la spiegazione, si dice.
Jack aggrotta la fronte. Ricorda.
“Tu sei pazza! Hai portato qui l’uovo di un drago?”
“Jack , non mi pare ora il caso di discuterne. Porta Ian nella mia stanza. Ci vediamo lì fra un quarto d’ora.”
Jack va via, con Ian inerte tra le sue braccia, aveva perso i sensi. Call si volta. Ringrazia il cielo che è notte ed entra nella stanza dentro l’albero. La luce è ancora accecante ma molto meno in confronto a prima. Si avvicina all’uovo. Sembra un enorme diamante. La superficie era spigolosa, trasparante. Ha letto così tante volte di quell’oggetto che non le sembra vero averlo lì. Vuole toccarlo. Ma ha paura perché sa che chiunque lo tocchi può rimanere stregato e perdere la lucidità per sempre. Tutto dipende da un indovinello che si trova inciso sulla superficie dell’uovo. Basta dire la soluzione e l’uovo si schiude e il drago esce. Call sa già la risposta. Ma è troppo semplice. Controlla la scritta sulla superficie stando attenta a non toccarla. La trova. La legge. L’indovinello è lo stesso che conosce lei. È quello della Sfinge: “Chi è contemporaneamente bipede, tripede e quadrupede?”. Si avvicina alla pietra e sussurrando dice: “L’uomo.” Per un attimo non succede niente. Call sa che è normale. Aspetta. Conta fino a dieci. E succede. Prima una luce accecante poi, il suono di qualcosa che si rompe. È nato! Davanti a Call, al posto della pietra, è apparso un piccolo drago di cristallo. I suoi occhi sono bellissimi, di un blu elettrico. È proprio come Call se lo è immaginato per anni. Non le sembra vero averlo lì, con lei. Si avvicina alla creatura, le porge una mano. Lo sfiora. Una scarica la attraversa. Passa la mano sul muso del drago, carezzandolo. Scende sulla schiena, sfiorando il dorso e le ali. Arriva alla coda, è spigolosa e finisce con una pinta acuminata. È bellissimo! Si dice.
“Call. Vieni. Ian si sta svegliando!” le urla Jack dalla finestra della sua camera.
“Arrivo!” gli grida.
Prende in braccio il drago e si dirige verso casa. Sale in camera. Ian è sul letto, sveglio. Jack è seduto accanto alla finestra, un libro in mano. Il libro che lei stava leggendo prima delle scosse. Call prende la sedia e si mette vicino a Ian.
“Come ti senti?” gli chiede preoccupata. Ma non è niente in confronto alla preoccupazione sul volto del ragazzo alla vista del drago.
“Da dove esce fuori, quello?” la voce gli tremava. Lui non aveva mai avuto paura, ma non aveva neanche mai visto una creatura del genere. Così bella e terribile allo stesso tempo.
“Non mi hai risposto”
“Neanche tu, però.”
“Uff.” Call sbuffa. È difficile spiegare a qualcuno che l’essere che tiene tra le braccia è un cucciolo di drago. “È Zefira. È un drago nato dalla pietra nel tronco dell’albero. Io ti ho risposto. Tu come stai?” gli domanda ancora.
“Fino a poco tempo fa stavo bene, grazie. Ora, non so come prendere la notizia che un drago si trovi tra le tue braccia e che stia addirittura dormendo come se fosse la creatura più innocua del mondo.”
“Come ti è saltato in mente di portarlo qui? È pericoloso. Per lui e per noi! Hai almeno pensato cosa diranno i normali di tutto questo? Un drago non è qualcosa che si può trascurare. Si deve crescere, allevare e soprattutto sfamare. Dove la trova un paesino di un centinaio di persone abbastanza carne da sfamare se stessa e un drago? Dove?” Jack è rosso in faccia. Non si era mai arrabbiato tanto.
“Ci ho pensato! Cosa credi? Che sono un’irresponsabile? So perfettamente dove portarlo, come sfamarlo e come addestrarlo. Voi non sarete coinvolti. Sarà un problema mio!” Call si alza dalla sedia e il drago si sveglia emettendo un piccolo ruggito.
“Bene! È deciso! TU hai combinato questo disastro e TU te ne occuperai. Io vado. Domani devo svegliarmi presto e sono già le quattro del mattino.” Jack infila la porta lasciano il libro di Call sul letto.
“È meglio che vada anche io. A domani.” Anche Ian lascia la stanza e Call rimane sola, tra le sue braccia, Zefira dorme tranquillo. Da domani non sarebbe stato così.
Il pomeriggio successivo, Call si dirige verso il bosco. Non voleva lasciarlo andare. Lo aveva amato per molto tempo. Da quando aveva letto di lui sul libro che tanto amava. Avanza piano. Vuole godersi ogni istante. Vuole sentire ancora per un po’ il suo alito caldo sul braccio. Sentire il suo sterno alzarsi e abbassarsi al ritmo del suo respiro che sembra quasi un brontolio. Sentire la pelle di lei a contatto con quella del drago.
Ma sarebbe andata a trovarlo ogni giorno. Gli avrebbe parlato. Lo avrebbe visto fare i primi saltelli che, in seguito, si sarebbero trasformati in voli acrobatici. E, chissà, magari un giorno anche lei avrebbe volato insieme a lui. Magari avrebbe fatto provare anche Jack … già, Jack. Si era sorpresa della sua reazione. Aveva pensato che lui, lui più di tutti, più di Ian avrebbe capito. Invece si era arrabbiato e, la cosa che più le brucia, aveva dannatamente ragione. È arrivata. Il lago si trova di fronte a lei. I ricordi la sommergono. Ma non vuole pensarci, è lì per un altro motivo. Call fa scorrere lo sguardo sull’acqua. Dall’altra parte nota una figura esile, che cammina. Aggira il lago. Viene verso di lei. Lo riconosce subito: alto, magro, una zazzera rossa. Non può essere che lui: Jack. La raggiunge. Gli occhi azzurri di lui si agganciano a quelli castani di lei. Ha capito. Sa perché l’ha fatto.
“Credi che io non abbia mai avuto il desiderio di averlo accanto a me? Credi che io non sia mai stato tentato di usare la magia per ottenere ciò che più desideravo? Io non ho ceduto! Ho resistito. Questa è la parte più pericolosa del nostro potere, la parte che tutti temono: la possibilità di ottenere DAVVERO ciò che si desidera. Anche ora sto cercando di resistere, di non usare i miei poteri per ottenere ciò che desidero da molto, moltissimo tempo. Ma non posso cedere. Se lo facessi, scoprirei che mi piace. E non posso. La magia è la nostra ultima risorsa e va usata con cautela. Mi dispiace per ieri, anzi per stamattina. Ma ho resistito così tante volte, e tu mi hai offerto la possibilità di cedere alla bramosia su un piatto d’argento. Dovevo distrarmi. Distrarmi dalla cosa che più desidero.”
“E cosa desideri?” Call sa già la risposta. Come potrebbe non saperla. Lo conosce da così tanti anni. Conosce ogni suo gesto, il significato vero di ogni sua parola.
“Te!” Call sorride mentre Jack la attira a se, la bacia. Zefira, intanto, al centro di quell’abbraccio si addormenta.
Il drago viene sistemato in una caverna non lontano dal lago. Lì sarà al sicuro.
Call, Jack e Ian lo vanno trovare tutti i giorni. Giocano, si divertono, colorano d’allegria le loro giornate. Call, finalmente, si sente libera, lì, insieme a chi la ama davvero.
   
 
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