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Autore: Vahly    21/07/2008    1 recensioni
Albus Severus riflette sul suo rapporto con il padre. Ironica, ed una famiglia Potter un po' sopra le righe. Accenni di slash, scritta per il prompt "banane" di fanfic_italia.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Albus Severus Potter
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Tutto su mio padre.




Non ho esattamente un buon rapporto con mio padre.
Credo che nemmeno lui si aspettasse di aver un buon rapporto con me, visto che mi ha dato il nome di un uomo che ha approfittato di lui (suvvia, non in quel senso!) e di un uomo che ha odiato per anni.
Però, nonostante questo, credo che il mio maggior problema con lui sia la somiglianza.
Odio tutta quella gente che mi loda solo perché sono uguale a lui - a parte gli occhi, quelli sono di mia madre - senza conoscermi davvero. Una volta mi trovavo in piena crisi emotiva, e gliel’ho detto. Lui si è messo a ridere, dicendomi che era la stessa cosa che accadeva a lui. Ha avuto il tatto di un elefante: io me ne stavo lì a piangere, perché tutti volevano solo sapere delle sue grandi imprese e una volta raccontate perdevano ogni interesse verso di me… e lui cos’ha fatto? Si è messo a ridere.
E dopo, ha cominciato a farmi la predica sul fatto che dovevo dare tempo alle altre persone di conoscermi meglio, senza lamentarmi di continuo. Come se non sapessi che lui da ragazzo era una piaga e che se ha solo due veri amici perché gli altri gli stanno ben alla larga.
Maledizione, a volte vorrei scappare di casa.
Spesso provo a parlare di Quidditch con lui, ma non è divertente. Avendo giocato da cercatore, ed essendo stato il più giovane giocatore di Quidditch nella storia di Hogwarts, si sente come se avesse il diritto di sparare sentenze senza ascoltare le opinioni degli altri. E guai se ribatto, rischio di far scoppiare una guerra!
A volte penso sarebbe stato meglio essere figlio di mio zio Ron, o del professor Neville.
Almeno loro si rendono conto dei propri limiti (anche se lo zio Ron tende a notarli solo quando glieli rinfaccia Zia Hermione), e ad avere un po’ più di riguardo verso ciò che pensano gli altri. Mio padre, invece, vorrebbe che io fossi la sua copia. Ed io, scioccamente, all’inizio l’ho assecondato, gongolando perché ero il suo preferito. Ho festeggiato quando sono stato smistato a Grifondoro, ed ho cercato di andare bene a Difesa dalla arti oscure con tutto me stesso.
Ovviamente, ho sbagliato.
Ora è convinto che io sia davvero portato per quella materia, ha deciso che diventerò un auror come lui e che sposerò una bella ragazza dai capelli rossi, cosa che sembra dovrà diventare una tradizione di famiglia. Possibilmente, dovrebbe avere anche gli occhi verdi, così i miei figli somiglieranno a me ma avranno i suoi occhi, anche questo per tradizione, e lui sarà contento perché chiamerò mio figlio come suo nonno.
Già, peccato che sono gay.
All’inizio pensavo sarebbe stato uno shock, per lui, saperlo.
Certo che mia madre sarebbe stata più comprensiva, avevo deciso che l’avrei detto a lei per prima, ma ultimamente litiga sempre con mio padre, e quindi ho rinunciato.
Dopo aver litigato con mio padre, è entrata in cucina mentre mi stavo sbucciando una banana. Io amo le banane, e lei sembrava esserne contenta una volta: ai ragazzini fa bene mangiare frutta e verdura, ed io apprezzavo entrambe davvero molto.
Per le banane, poi, avevo una passione in particolare. Adoravo anche il frullato di banana, e quel giorno stavo per prepararne uno.
Insomma, è arrivata mia madre, con quell’aria furibonda, e mi ha intimato di buttare sia la banana sbucciata che il latte nel frullatore. Soprattutto il latte.
Non capivo quella decisione assurda, ma mia madre mi disse che non voleva mai più vedermi con una banana in mano, e così ho cercato di smettere. Quando arrivò l’avvocato a casa, mi fecero molte domande, e mandarono me ed i miei fratelli da uno psicologo, e decisero di farci fare una dieta a base di pesche. E cozze, tante cozze.
Capii il perché solo più tardi, dell’avvocato e dell’astio di mia madre nel vedermi con una banana in mano. Ero andato a trovare Scorpius, di cui ero diventato abbastanza amico, e vidi mio padre baciare appassionatamente il suo, dietro la siepe. Non parlai per giorni, e mi dovettero portare di nuovo dallo psicologo.
Da quel giorno, comunque, decisi che se lui poteva fare quello che voleva, alla faccia della moglie e dei figli, potevo farlo anch’io.
E ricominciai a mangiare banane.

   
 
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