01 - Bad News
Quella stanza
d’ospedale puzzava tremendamente, o almeno più di quanto ci si aspettasse dalla
sala d’attesa del reparto di ginecologia del San Mungo. Insomma, possibile che
in un ospedale pieno di maghi nessuno avesse un momento libero per fare un
incantesimo che rendesse l’aria respirabile?
Sì certo, come se gli interessasse davvero. In realtà quella era
l’unica cosa su cui riusciva a concentrarsi per non pensare al risultato degli
esami di Astoria, sua moglie.
Si erano sposati
tre anni prima e da sei mesi avevano deciso di provare ad avere un figlio,
senza però ottenere risultati.
Narcissa poi,
intromettendosi più discretamente del solito, aveva suggerito loro di fare i
test necessari.
Il problema, a
quanto era venuto fuori dagli esami, non riguardava Draco e, da quando
l’avevano saputo, Astoria aveva iniziato a comportarsi in modo diverso, strano.
Sembrava sempre in ansia – questo non l’aveva sorpreso molto – e chiedeva scusa
per ogni minima cosa, fatto che dopo qualche tempo divenne insopportabile per
il giovane Malfoy.
Di Astoria,
infatti, aveva sempre apprezzato il suo essere rispettosa, ma non al punto da
farsi mettere i piedi in testa.
« Malfoy? »
Una voce
femminile e acuta lo riportò alla realtà, interrompendo il flusso dei suoi
pensieri. Draco fu il primo ad alzarsi, non ne poteva davvero più di
quell’attesa, d’altronde lui non era mai stato un tipo paziente; Astoria prese
un respiro profondo, socchiudendo gli occhi, e dopo qualche istante seguì il
marito e la dottoressa all’interno dell’ufficio di quest’ultima.
Quella donna era
il medico di fiducia di Narcissa ed era anche quello che ora avrebbe rivelato
loro il risultato dell’esame che avrebbe cambiato una parte importante delle loro
vite.
La dottoressa
chiuse la porta e andò a sedersi di fronte ad Astoria, l’unica che aveva preso
posto sulle sedie davanti alla scrivania. Draco rimase in piedi, sinceramente
troppo nervoso per sedersi e, anche se dalla sua espressione non trapelava nulla,
Astoria dovette intuirlo poiché non disse nulla.
La donna di
mezz’età davanti a loro guardò prima l’uno poi l’altra e disse: « Mi dispiace
signora Greengrass, lei è sterile. ». Le sue parole sembrarono rimbombare nella
stanza e per un breve momento i coniugi Malfoy smisero di respirare. « Non
potrà mai avere figli »
Dopo qualche
attimo, concessogli per assorbire e rielaborare la notizia, riprese a parlare.
« A meno che… beh ci sarebbe un incantesimo, ma è doloroso e molto, molto
rischioso… »
Astoria alzò il
capo di scatto e fece per accettare la proposta, ma Draco fu più veloce. Le
mise una mano sulla spalla, attirando la sua attenzione, e con lo sguardo fisso
sul medico scosse la testa. « No. » Era perentorio.
Durante gli anni
da studente aveva commesso abbastanza errori da bastargli per l’intera vita, o
almeno ora la vedeva così, e non avrebbe permesso a qualcuno dei suoi cari di
soffrire ancora, che fosse Voldemort a spaventare i suoi genitori o una
semplice dottoressa che proponeva un modo alternativo per concepire.
« Capisco » La
donna annuì comprensiva, « Ci sono comunque altri modi per avere figli, l’utero
in affitto ad esempio, l’adozione… ».
Astoria abbassò
lo sguardo sulle mani appoggiate in grembo e prese un altro respiro profondo.
Sapere di non poter avere figli non era affatto come decidere di non averne e
ora iniziava a pentirsi di quando da piccola aveva snobbato quell’idea… o
magari sarebbe stato meno doloroso se avesse continuato a farlo fino ad ora.
« Ci penseremo »
Sforzò un sorriso e dopo alcuni convenevoli filò fuori dall’ufficio, Draco
dietro di lei. Doveva uscire dall’ospedale, aveva bisogno di aria fresca,
iniziava a sentirsi male.
Era passata
quasi mezz’ora da quando avevano varcato la porta dell’edificio ed erano
usciti. Il sole illuminava a tratti la panchina su cui erano seduti e l’unico
rumore fra loro era il fruscio delle foglie dell’albero lì accanto.
Draco non aveva
intenzione di spiccicare parola, da un lato perché non sapeva cosa dire,
dall’altro perché era consapevole che comunque Astoria non lo avrebbe
ascoltato. Era quasi certo di poter sentire gli ingranaggi del cervello della
moglie che lavoravano febbrilmente e che di sicuro avrebbero sovrastato la sua
voce, almeno per lei.
Effettivamente
Astoria era assorta nei suoi pensieri, o meglio era focalizzata su un’unica
idea che faticava a mandare giù.
Non posso avere figli, era come scritto a caratteri cubitali
nella sua mente e lei si sentiva incapace di distogliere lo sguardo da quelle
parole. Stava stringendo talmente tanto le mani intorno alla prima trave di
legno della panchina che le nocche erano sbiancate e iniziavano a farle male le
dita.
« Ria » La voce di Draco le arrivò come un
suono ovattato, distante. « Vado a prendere un caffè »
La donna annuì
meccanicamente e non distolse lo sguardo dal punto indefinito che stava
fissando neanche quando la figura del marito le passò davanti.
Draco non era
mai stato altruista e Astoria lo sapeva, ma sapeva anche meglio che suo marito
non sarebbe stato capace di comprendere il suo dolore in quel momento, non a
pieno. Quindi capiva perfettamente il motivo per cui cercava di allontanarsi.
Il biondo al
momento stava girando per il parco di fronte all’ospedale, alla ricerca di un
bar o un chiosco o qualsiasi altro locale dove avrebbero potuto preparargli un
caffè. Mentre camminava non poté fare a meno di pensare a quanto potesse essere
salutare, per una donna che ha appena saputo di non poter avere figli, sentire
le urla dei bambini che giocavano. Probabilmente non molto.
« Cosa posso
portarle? »
La voce
fintamente gentile di un dipendente del chiosco, davanti al quale si era
fermato, attirò la sua attenzione.
« Un caffè. » Il
suo tono non era affatto altrettanto gentile, ma il cameriere sembrò non dargli
peso e, dopo aver annuito, incantò con un colpo di bacchetta una macchinetta
del caffè nel retro.
Per un momento a
Draco tornarono in mente i pomeriggi trascorsi ad Hogsmeade, più precisamente
ai Tre Manici di Scopa; i suoi anni scolastici non erano stati i più belli,
soprattutto perché i suoi pensieri si dividevano fra quello che ora era il
fantomatico Salvatore del Mondo Magico e l’ex Signore Oscuro, ma prendere una
Burrobirra con i suoi compagni era sempre abbastanza piacevole.
Quella era stata
la sua bevanda preferita, la bevanda preferita di un ragazzino immaturo che non
aveva idea di quanto si sarebbe pentito della strada che aveva intrapreso, fino
a quando non aveva scoperto il caffè.
« Ecco a lei »
L’uomo dietro al bancone interruppe di nuovo il flusso dei suoi pensieri, ma fu
un’altra voce ad attirare la sua attenzione, questa femminile e decisamente più
distante.
« Ti avevo detto
di non allontanarti! » Vicino alle altalene, una donna stava riprendendo
severamente un bambino, ma quest’ultimo aveva lo sguardo puntato su Draco o,
per meglio dire, sul suo braccio.
Il biondo
abbassò il capo, notando solo in quel momento che la manica della camicia si
era alzata e che ora si poteva intravedere benissimo almeno metà del marchio
nero.
Abbassò, con uno
strattone secco, la manica e tornò a guardare il bambino. Lui continuava a
fissarlo, ma Draco nei suoi occhi non leggeva altro che curiosità, a differenza
di ciò che trovava sempre in quelli dei suoi coetanei o di chiunque capisse
cosa quel marchio simboleggiasse o almeno credesse di farlo. Nessuno, nessuno
che non lo avesse inciso a vita sulla propria pelle, poteva sapere cosa
realmente significasse.
« Dai vieni, è
ora di rientrare… se la metà delle volte mi ascoltassi, saresti un bambino
adorabile Scorpius. » La stessa donna poi sospirò e prese per mano il bimbo,
allontanandosi.
Lo sguardo del
Malfoy si soffermò per un attimo sul cartellino che la donna portava al collo,
ma che al momento si trovava dietro la sua schiena. Era un’assistente sociale.
« Signore? Tutto
bene? »
Draco si girò
verso il cameriere con un’occhiata confusa, come se non
ricordasse affatto
della sua presenza ed era quasi certamente così. «
Sì, sì, quant’è? » Replicò
senza tentare di nascondere il tono vagamente irritato e stanco. Non
sopportava
chi interrompeva i suoi pensieri troppe volte e quel tipo l’aveva
già fatto
troppe volte.
« Uhm… un eur–
due falci. » Quell’uomo doveva essere un nato-babbano o mezzosangue, o chissà
magari era solo abituato ad avere clienti babbani. Forse qualche anno addietro
gli sarebbe importato di più, ma al momento Draco non poteva prestargli meno
attenzione e poi aveva la testa altrove.
Lasciò un
galeone sul bancone e si allontanò, ignorando le fievoli proteste del
cameriere. Quando arrivò davanti alla panchina dove Astoria era seduta,
nell’esatta posizione in cui l’aveva lasciata, c’era solo una domanda che gli
vorticava nella mente. Rimase per un momento in piedi, immobile e, solo quando
la moglie diede segno di aver notato la sua presenza, prese posto accanto a
lei.
« Ria »
« Mh? » Sembrava
decisamente più ricettiva di come l’aveva lasciata una buona decina di minuti
addietro.
Forse non era il
momento più adatto per fare dell’ironia, ma Draco non poté proprio trattenersi.
« Possiamo sempre adottare. »
Angolino di _Dreams:
Hoooooooooooola~
Qui è Dreams che vi parla (non l'avreste mai detto, no) ^u^
E' da un sacco che non pubblico niente *Soffia via la polvere* Mh forse è per
questo che sono nervosa... no okay lo sarei in ogni caso (?)
Comunque sia questa storia la scrivo insieme a Meoy, la mia cara partner in
crimes (??) - o anche quella che mi ha costretta a pubblicare la storia sul mio
account e.e
Abbiamo già scritto altre storie insieme, anche se non sono mai andate a buon
fine... sta volta speriamo bene perché questa ci piace particolarmente u.u
Il prossimo capitolo sarà scritto da Meoy e quello dopo ancora da me, insomma un
po’ per uno non fa male a nessuno (dovrei
smetterla di scrivere idiozie, già…)
Speriamo che come primo capitolo vi sia piaciuto e che magari vi invoglierà a
leggere anche i prossimi :3 Ringraziamo in anticipo tutti coloro che leggeranno
(*Vede rotolare una balla di fieno* …) e che recensiranno (*Ne rotolano altre
dieci* …) <3
Ci si rivede al terzo capitolo ^o^
_Dreams
P.S. Avevo dimenticato di aggiungere un collegamento al nickname dell'altra scrittrice, ma ora c'è quindi se avete tempo date un'occhiata alle sue storie perché scrive davvero bene! :3