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Autore: Wits    28/04/2014    0 recensioni
Draco Malfoy e Luna Lovegood sono due persone che, apparentemente, non hanno nulla in comune e sembrano camminare su linee parallele diverse, destinate a non toccarsi mai. Ma cosa succederebbe se, un giorno, un bambino taciturno e riservato di nome Scorpius facesse incrociare le loro strade e mostrasse loro cosa veramente cercano?
Tratto dal 1° capitolo:
Forse non era il momento più adatto per fare dell’ironia, ma Draco non poté proprio trattenersi. « Possiamo sempre adottare. »
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Astoria Greengrass, Draco Malfoy, Ginny Weasley, Luna Lovegood, Scorpius Malfoy | Coppie: Draco/Astoria, Draco/Luna
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Upside Down ~ 01

01 - Bad News


Quella stanza d’ospedale puzzava tremendamente, o almeno più di quanto ci si aspettasse dalla sala d’attesa del reparto di ginecologia del San Mungo. Insomma, possibile che in un ospedale pieno di maghi nessuno avesse un momento libero per fare un incantesimo che rendesse l’aria respirabile?
Sì certo, come se gli interessasse davvero. In realtà quella era l’unica cosa su cui riusciva a concentrarsi per non pensare al risultato degli esami di Astoria, sua moglie.
Si erano sposati tre anni prima e da sei mesi avevano deciso di provare ad avere un figlio, senza però ottenere risultati.
Narcissa poi, intromettendosi più discretamente del solito, aveva suggerito loro di fare i test necessari.
Il problema, a quanto era venuto fuori dagli esami, non riguardava Draco e, da quando l’avevano saputo, Astoria aveva iniziato a comportarsi in modo diverso, strano. Sembrava sempre in ansia – questo non l’aveva sorpreso molto – e chiedeva scusa per ogni minima cosa, fatto che dopo qualche tempo divenne insopportabile per il giovane Malfoy.
Di Astoria, infatti, aveva sempre apprezzato il suo essere rispettosa, ma non al punto da farsi mettere i piedi in testa.
« Malfoy? »
Una voce femminile e acuta lo riportò alla realtà, interrompendo il flusso dei suoi pensieri. Draco fu il primo ad alzarsi, non ne poteva davvero più di quell’attesa, d’altronde lui non era mai stato un tipo paziente; Astoria prese un respiro profondo, socchiudendo gli occhi, e dopo qualche istante seguì il marito e la dottoressa all’interno dell’ufficio di quest’ultima.
Quella donna era il medico di fiducia di Narcissa ed era anche quello che ora avrebbe rivelato loro il risultato dell’esame che avrebbe cambiato una parte importante delle loro vite.
La dottoressa chiuse la porta e andò a sedersi di fronte ad Astoria, l’unica che aveva preso posto sulle sedie davanti alla scrivania. Draco rimase in piedi, sinceramente troppo nervoso per sedersi e, anche se dalla sua espressione non trapelava nulla, Astoria dovette intuirlo poiché non disse nulla.
La donna di mezz’età davanti a loro guardò prima l’uno poi l’altra e disse: « Mi dispiace signora Greengrass, lei è sterile. ». Le sue parole sembrarono rimbombare nella stanza e per un breve momento i coniugi Malfoy smisero di respirare. « Non potrà mai avere figli »
Dopo qualche attimo, concessogli per assorbire e rielaborare la notizia, riprese a parlare. « A meno che… beh ci sarebbe un incantesimo, ma è doloroso e molto, molto rischioso… »
Astoria alzò il capo di scatto e fece per accettare la proposta, ma Draco fu più veloce. Le mise una mano sulla spalla, attirando la sua attenzione, e con lo sguardo fisso sul medico scosse la testa. « No. » Era perentorio.
Durante gli anni da studente aveva commesso abbastanza errori da bastargli per l’intera vita, o almeno ora la vedeva così, e non avrebbe permesso a qualcuno dei suoi cari di soffrire ancora, che fosse Voldemort a spaventare i suoi genitori o una semplice dottoressa che proponeva un modo alternativo per concepire.
« Capisco » La donna annuì comprensiva, « Ci sono comunque altri modi per avere figli, l’utero in affitto ad esempio, l’adozione… ».
Astoria abbassò lo sguardo sulle mani appoggiate in grembo e prese un altro respiro profondo. Sapere di non poter avere figli non era affatto come decidere di non averne e ora iniziava a pentirsi di quando da piccola aveva snobbato quell’idea… o magari sarebbe stato meno doloroso se avesse continuato a farlo fino ad ora.
« Ci penseremo » Sforzò un sorriso e dopo alcuni convenevoli filò fuori dall’ufficio, Draco dietro di lei. Doveva uscire dall’ospedale, aveva bisogno di aria fresca, iniziava a sentirsi male.
Era passata quasi mezz’ora da quando avevano varcato la porta dell’edificio ed erano usciti. Il sole illuminava a tratti la panchina su cui erano seduti e l’unico rumore fra loro era il fruscio delle foglie dell’albero lì accanto.
Draco non aveva intenzione di spiccicare parola, da un lato perché non sapeva cosa dire, dall’altro perché era consapevole che comunque Astoria non lo avrebbe ascoltato. Era quasi certo di poter sentire gli ingranaggi del cervello della moglie che lavoravano febbrilmente e che di sicuro avrebbero sovrastato la sua voce, almeno per lei.
Effettivamente Astoria era assorta nei suoi pensieri, o meglio era focalizzata su un’unica idea che faticava a mandare giù.

Non posso avere figli, era come scritto a caratteri cubitali nella sua mente e lei si sentiva incapace di distogliere lo sguardo da quelle parole. Stava stringendo talmente tanto le mani intorno alla prima trave di legno della panchina che le nocche erano sbiancate e iniziavano a farle male le dita.
« Ria » La voce di Draco le arrivò come un suono ovattato, distante. « Vado a prendere un caffè »
La donna annuì meccanicamente e non distolse lo sguardo dal punto indefinito che stava fissando neanche quando la figura del marito le passò davanti.
Draco non era mai stato altruista e Astoria lo sapeva, ma sapeva anche meglio che suo marito non sarebbe stato capace di comprendere il suo dolore in quel momento, non a pieno. Quindi capiva perfettamente il motivo per cui cercava di allontanarsi.
Il biondo al momento stava girando per il parco di fronte all’ospedale, alla ricerca di un bar o un chiosco o qualsiasi altro locale dove avrebbero potuto preparargli un caffè. Mentre camminava non poté fare a meno di pensare a quanto potesse essere salutare, per una donna che ha appena saputo di non poter avere figli, sentire le urla dei bambini che giocavano. Probabilmente non molto.
« Cosa posso portarle? »
La voce fintamente gentile di un dipendente del chiosco, davanti al quale si era fermato, attirò la sua attenzione.
« Un caffè. » Il suo tono non era affatto altrettanto gentile, ma il cameriere sembrò non dargli peso e, dopo aver annuito, incantò con un colpo di bacchetta una macchinetta del caffè nel retro.
Per un momento a Draco tornarono in mente i pomeriggi trascorsi ad Hogsmeade, più precisamente ai Tre Manici di Scopa; i suoi anni scolastici non erano stati i più belli, soprattutto perché i suoi pensieri si dividevano fra quello che ora era il fantomatico Salvatore del Mondo Magico e l’ex Signore Oscuro, ma prendere una Burrobirra con i suoi compagni era sempre abbastanza piacevole.
Quella era stata la sua bevanda preferita, la bevanda preferita di un ragazzino immaturo che non aveva idea di quanto si sarebbe pentito della strada che aveva intrapreso, fino a quando non aveva scoperto il caffè.
« Ecco a lei » L’uomo dietro al bancone interruppe di nuovo il flusso dei suoi pensieri, ma fu un’altra voce ad attirare la sua attenzione, questa femminile e decisamente più distante.
« Ti avevo detto di non allontanarti! » Vicino alle altalene, una donna stava riprendendo severamente un bambino, ma quest’ultimo aveva lo sguardo puntato su Draco o, per meglio dire, sul suo braccio.
Il biondo abbassò il capo, notando solo in quel momento che la manica della camicia si era alzata e che ora si poteva intravedere benissimo almeno metà del marchio nero.
Abbassò, con uno strattone secco, la manica e tornò a guardare il bambino. Lui continuava a fissarlo, ma Draco nei suoi occhi non leggeva altro che curiosità, a differenza di ciò che trovava sempre in quelli dei suoi coetanei o di chiunque capisse cosa quel marchio simboleggiasse o almeno credesse di farlo. Nessuno, nessuno che non lo avesse inciso a vita sulla propria pelle, poteva sapere cosa realmente significasse.
« Dai vieni, è ora di rientrare… se la metà delle volte mi ascoltassi, saresti un bambino adorabile Scorpius. » La stessa donna poi sospirò e prese per mano il bimbo, allontanandosi.
Lo sguardo del Malfoy si soffermò per un attimo sul cartellino che la donna portava al collo, ma che al momento si trovava dietro la sua schiena. Era un’assistente sociale.
« Signore? Tutto bene? »
Draco si girò verso il cameriere con un’occhiata confusa, come se non ricordasse affatto della sua presenza ed era quasi certamente così. « Sì, sì, quant’è? » Replicò senza tentare di nascondere il tono vagamente irritato e stanco. Non sopportava chi interrompeva i suoi pensieri troppe volte e quel tipo l’aveva già fatto troppe volte.
« Uhm… un eur– due falci. » Quell’uomo doveva essere un nato-babbano o mezzosangue, o chissà magari era solo abituato ad avere clienti babbani. Forse qualche anno addietro gli sarebbe importato di più, ma al momento Draco non poteva prestargli meno attenzione e poi aveva la testa altrove.
Lasciò un galeone sul bancone e si allontanò, ignorando le fievoli proteste del cameriere. Quando arrivò davanti alla panchina dove Astoria era seduta, nell’esatta posizione in cui l’aveva lasciata, c’era solo una domanda che gli vorticava nella mente. Rimase per un momento in piedi, immobile e, solo quando la moglie diede segno di aver notato la sua presenza, prese posto accanto a lei.
« Ria »
« Mh? » Sembrava decisamente più ricettiva di come l’aveva lasciata una buona decina di minuti addietro.
Forse non era il momento più adatto per fare dell’ironia, ma Draco non poté proprio trattenersi. « Possiamo sempre adottare. »


Angolino di _Dreams:

Hoooooooooooola~
Qui è Dreams che vi parla (non l'avreste mai detto, no) ^u^
E' da un sacco che non pubblico niente *Soffia via la polvere* Mh forse è per questo che sono nervosa... no okay lo sarei in ogni caso (?)
Comunque sia questa storia la scrivo insieme a Meoy, la mia cara partner in crimes (??) - o anche quella che mi ha costretta a pubblicare la storia sul mio account e.e
Abbiamo già scritto altre storie insieme, anche se non sono mai andate a buon fine... sta volta speriamo bene perché questa ci piace particolarmente u.u
Il prossimo capitolo sarà scritto da Meoy e quello dopo ancora da me, insomma un po’ per uno non fa male a nessuno (dovrei smetterla di scrivere idiozie, già…)
Speriamo che come primo capitolo vi sia piaciuto e che magari vi invoglierà a leggere anche i prossimi :3 Ringraziamo in anticipo tutti coloro che leggeranno (*Vede rotolare una balla di fieno* …) e che recensiranno (*Ne rotolano altre dieci* …) <3
Ci si rivede al terzo capitolo ^o^
_Dreams

P.S. Avevo dimenticato di aggiungere un collegamento al nickname dell'altra scrittrice, ma ora c'è quindi se avete tempo date un'occhiata alle sue storie perché scrive davvero bene! :3


  
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