Fanfic su attori > Ben Barnes
Ricorda la storia  |       
Autore: Nadie    29/04/2014    2 recensioni
Vorrei parlarti di statica.
Io non ci ho mai capito nulla a scuola, ma il poco che so è che la statica studia delle dannate condizioni necessarie affinché un corpo mantenga il suo equilibrio anche dopo essere stato sconvolto da forze esterne.
Ecco, io e te siamo un esperimento di statica miseramente fallito.

[Ben e Prudence]
Genere: Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
- Questa storia fa parte della serie 'Temporale '
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
La Statica

Vuoto Perfetto


Dublino non gli piace per niente.
È in questo dannato posto da neanche un giorno e già vuole andarsene.
Andare dove, però?
A Londra?
Tornare già indietro?
Rimettere piede in quel bordello di problemi infinito?
No, lui resta a Dublino e Londra resta a Londra.
Deve andare così.
Scende nel sottosuolo, la metropolitana è vuota, la sua testa è vuota, lui è un vuoto.
Un vuoto che cammina in una metropolitana vuota.
Sorride tra sé, pensa che è bello essere un vuoto, essere un vuoto impermeabile, pensa che la merda che gli sta attorno non potrà mai scalfirlo, che il male sospeso nell’aria non potrà mai riempirlo, pensa che resterà per sempre un vuoto perfetto.
Un vuoto perfetto.
Un vuoto perfetto dentro una metropolitana vuota perfetta.
Linea verde. Linea verde. Fino al capolinea. Linea verde.
È quello che gli ha detto il suo amico irlandese Frankie, o almeno è quello che lui ha inteso, perché Frankie ha la strana abitudine di mangiarsi le sillabe, e le parole, dette da lui, si capiscono a malapena.
Linea verde. Linea verde. Fino al capolinea. Linea verde.
Dublino non gli piace per niente.
Mentre scende gli scalini della metro prova a sentirsi come Bono Vox, in fondo Bono Vox è di Dublino, giusto?
Bono Vox ora non è più di Dublino, è del mondo.
Lui è partito da Dublino ed è arrivato al mondo.
Come diavolo ha fatto?
Non sembra mica così furbo.
Sente il vento della metro che lo tocca e pensa che, chissà, forse lo stesso vento ha toccato anche Bono Vox, una volta.
Ma 'fanculo.
A lui Bono Vox non piace nemmeno, troppo delicato, lui e le sue canzoni.
No, non gli piace per niente.
Vede le rotaie silenziose e trema.
Fa dannatamente freddo.
Si avvicina ad una mappa appesa ad un muro, che segna tutte le fermate della metro.
Segue con l’indice la linea verde ma non ci capisce un tubo.
«È guasta.» dice un voce femminile e lui si volta repentinamente.
C’è una ragazza seduta a gambe incrociate su una panchina, che tiene un libro tra le mani.
Non si era accorto di lei.
Ma come ha fatto a non accorgersene?
Ora che ci pensa, la sua presenza silenziosa è assurdamente tangibile, riesce a sentirla.
La ragazza accenna un sorriso.
Ha i capelli castani sciolti sulle spalle, il naso piccolo e le labbra più belle che lui abbia mai visto, carnose e purpuree.
Ma gli occhi, gli occhi che si ritrova sul viso sono un qualcosa di pazzesco, così verdi e così profondi.
Lui, il vuoto perfetto, sente che quei due occhi verdi lo stanno riempiendo irrimediabilmente.
Ma come ha fatto a non accorgersi di lei?
Di lei, chiunque sia?
Chiudi i tuoi dannati occhi verdi, ragazza con gli occhi verdi, perché i tuoi dannati occhi verdi stanno riempiendo, con il loro essere profondamente verdi, me che sono un vuoto perfetto.
«Come?» le chiede, perché quegli occhi verdi lo hanno reso cieco, sordo e anche idiota, idiota più di quanto già non sia.
«È guasta, la metro intendo. La linea verde si ferma a Sandyword, da Central Park a Cherrywood non funziona, c’è stato un guasto.» un guasto?
Dublino non gli piace per niente.
Non gli piace Bono Vox di Dublino.
Non gli piace la metro di Dublino.
E non gli piacciono i guasti della metro di Dublino.
Impreca contro quella serata andata storta.
Non sarebbe andata così storta se fossi rimasto a Londra.
No, no, ha fatto benissimo ad andarsene, non deve più guardarsi indietro, ora lui è a Dublino e Londra è rimasta a Londra, il suo manager è rimasto a Londra, la sua compagnia teatrale è rimasta a Londra, la sua famiglia è rimasta a Londra, i suoi fallimenti sono rimasti a Londra e Londra è rimasta a Londra.
Non si muove da lì.
E lui non si muove da qui.
«Puoi prendere un autobus… credo, non lo so, dovresti provare a chiedere…» tenta la ragazza con gli occhi verdi, forse per pena, magari per paura, lui sembra uno svitato visto così.
La ringrazia e la guarda di nuovo.
Si scosta una ciocca di capelli dietro l’orecchio e i suoi occhi verdi sono fissi sul libro che tiene tra le mani.
Non lo sta leggendo, lui lo capisce.
I suoi occhi non seguono neanche una delle parole scritte su quelle pagine, restano immobili in un punto fisso sulla carta e non bevono nemmeno una parola.
Perché è qui?
Cosa diamine sta facendo qui la ragazza con gli occhi verdi?
Perché finge di leggere seduta su una panchina della metro a quest’ora?
A quest’ora.
Ma che ora?
Non lo sa nemmeno lui.
«Tu, tu che ci fai qui a quest’ora, se la metro è guasta?» le chiede un po’ titubante, perché quella ragazza con gli occhi verdi, lei con i suoi occhi verdi, lo mette in soggezione come nessuno mai è riuscito a fare.
Lei gli risponde che sta aspettando qualcosa o qualcuno, e lui non capisce.
Come può, ragazza con gli occhi verdi, aspettare qualcuno?
Lei è così perfetta che anziché aspettare, dovrebbe essere aspettata.
Ci saranno milioni di persone, là fuori, pronti ad aspettarla, ad aspettare lei ed i suoi occhi verdi.
Lui, per esempio, lui aspetterebbe volentieri ragazza con gli occhi verdi e i suoi occhi verdi.
Sposta lo sguardo sulle rotaie e pensa che invece nessuno, nessuno al mondo, aspetterebbe volentieri lui.
Vorrebbe voltarsi e chiedere a ragazza con gli occhi verdi se lei, per caso, lo aspetterebbe.
Ma ragazza con gli occhi verdi gli risponderebbe sicuramente di no, perché diavolo lei dovrebbe aspettarlo?
Lei è… lei è una sirena, ecco, lei è una bellissima sirena con gli occhi verdi.
E lui è solo un umano idiota e sbronzo che non può tornare a casa perché la metro è guasta.
Non può tornare a casa perché casa è a Londra e invece lui è a Dublino, a Dublino che non gli piace per niente.
«Non ho la più pallida idea di come riuscirò a tornare a casa stanotte, per cui ti dispiace se mi metto ad aspettare assieme a te?» le chiede, perché lei non lo aspetterebbe, sta già aspettando altro, altro oltre lui, e anche lui deve aspettare, anche se non ha idea di cosa debba aspettare, ma non importa perché, qualunque cosa sia, la possono aspettare insieme.
Lei gli sorride con i suoi occhi verdi, annuisce e chiude il libro che non sta leggendo.
Lui le siede a fianco e si sente strano.
Si sente pieno.
Il vuoto perfetto si sente pieno quasi perfetto.
Colpa di ragazza con gli occhi verdi.
La sua vicinanza lo intimidisce.
In fondo, è seduto accanto ad una sirena.
Come si fa a star seduti accanto ad una sirena quando si è solo un umano? E nemmeno il migliore degli umani, solo un umano senza perché che è capitato a fianco ad una sirena per sbaglio.
Ragazza con gli occhi verdi gli dice che viene spesso in quella metro e lui pensa, pensa perché diamine viene spesso qui? Le sirene non vanno mica in metro!
Lei gli dice anche che vive in un appartamento piccolo con sua madre ed il fratellino, sono solo loro perché il padre è andato via.
Andato via di casa o andato via dal mondo? La ragazza non lo dice.
Poi arriva il suo turno, la sirena gli chiede che cosa sta facendo qui, perché è una sirena bellissima e anche intelligente e lo ha capito che lui è un intruso nel suo mare.
Allora lui le dice che casa sua è a Londra e che lui è nel suo mare e non a casa sua perché ha fatto una stupidaggine, perché si sentiva Bono Vox e voleva di più anche se in realtà lui e Bono Vox sono distanti oceani, è lì perché voleva sfondare e ha fatto un passo falso. O almeno crede.
Non lo sa ancora, ma la sensazione di aver sbagliato lo stringe in una morsa da cui non può liberarsi.
E comunque non ha bisogno che gli mandino a casa un pezzo di carta con su scritto ‘hai fallito’, lui lo sa già come sono andate le cose, non è stupido, è un sacco di cose, ma non è stupido per niente.
«Caspita, sei un tipo ottimista tu, eh?!» dice ragazza con gli occhi verdi e a lui scappa da ridere, da ridere sul serio, ride e si svuota e ragazza con gli occhi verdi lo riempie subito un’altra volta.
Poi lei si alza, dice che non ha più bisogno di aspettare, che quello che voleva è arrivato, ma lui vorrebbe tenerla su quella panchina e ridere con lei fino alle tre di mattina.
Ma sono già le tre di mattina e ragazza con gli occhi verdi deve andare via, afferra la sua tracolla e gli ricorda di prendere l’autobus per tornare a casa e poi si allontana.
«Ci rivediamo magari, eh?!» le dice lui e lei gli risponde che lo spera.
Ma forse non si rivedranno più.
O forse sì.
Forse sì.
Certo che sì.
Lui adesso non lo sa ancora, ma ragazza con gli occhi verdi sta per intrufolarsi nella sua vita, sta per riempirlo completamente, e allora il vuoto perfetto sarà perfettamente pieno, perché ragazza con gli occhi verdi lo riempirà, gli entrerà nella pelle e lo riempirà irrimediabilmente, ma forse non durerà molto, forse lei alla fine se ne andrà, sicuramente se ne andrà, le sirene se ne vanno sempre e allora lui tornerà un vuoto perfetto con la testa piena di ragazza con gli occhi verdi.
E quegli occhi verdi gli resteranno dentro finché non finirà il mondo, quegli occhi verdi staranno sempre al suo interno, dentro la carne e oltre le ossa, tra il cuore e lo stomaco, a ricordargli che anche i vuoti perfetti possono essere riempiti.
 
 
 
 

Ariecchime!
Allora, prima di tutto voglio confessarvi che io di fisica non capisco 'na mazza, la statica è molto più complessa di ciò che c'è scritto nell'introduzione, quindi non vi fidate delle mie boiate!
Ora, per farla breve: questa raccolta è composta da sette capitoli, tre dei quali riprendono momenti della storia di Ben e Prue che avete già letto, i restanti sono invece missing moments
Come potete notare già dal primo capitolo, è scritta con uno stile abbastanza diverso da quello usato con Prue, e se devo essere proprio sincera ho preferito scrivere dal punto di vista di Ben, è stato molto più veloce... e molto più emotivamente distruttivo!
Ringrazio già da subito chiunque deciderà di leggermi anche qui.
Hasta luego,
C.
 
  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su attori > Ben Barnes / Vai alla pagina dell'autore: Nadie