Tyrion appoggiò i fogli che teneva in mano sulla scrivania del fratello "Dai Jaime, almeno provaci, non sarà poi così male! Potrai aiutare qualcuno e aiuterà anche te!" "Io non ho bisogno di nessun aiuto" il viso di Jaime si fece rosso di rabbia "Ho visto le bottiglie vuote Jaime, ho capito cosa stai cercando di fare buttando me e il resto della famiglia fuori dalla tua vita, ma non sperare che io accetti tutto questo! Per me non è cambiato niente!"
Il fratello si alzò con rabbia, mostrando il moncherino della mano destra "Non è cambiato nulla dici? Non vedi la mia vita che va a puttane? Avevo un futuro, ero sicuro del mio posto nel mondo, e ora è svanito tutto! Come puoi dire che non è cambiato niente?" "Non è cambiato ciò che io provo per te. Sei mio fratello, ti voglio bene. E non resterò a guardarti mentre distruggi te stesso." Tyrion spinse le carte verso di lui "Una sola lettera, vedi come va. Potrebbe davvero piacerti."
Quando Tyrion aveva letto di quel programma d'aiuto ai soldati dell'esercito in Iraq, il suo pensiero era andato direttamente al fratello. Non voleva andare a nessun gruppo di supporto, troppo orgoglioso per quello, ma magari parlare con qualcuno al di fuori del cerchio famigliare sarebbe stata una buona cosa. Ancora di più se questo poteva aiutare anche qualcun altro a superare un trauma come quello della guerra.
"Jaime, lo so che nulla potrà ridarti indietro quello che hai perso.." lo sguardò di Tyrion indugiò per un attimo sui trofei di baseball che il fratello una volta mostrava con orgoglio a chiunque andasse a casa sua, e che adesso erano in uno scatolone dietro il divano, a prendere polvere "Ma ti prego non lasciarti andare. Per favore." Con un ultimo sguardo a Jaime, ancora in piedi alla scrivania che guardava il pavimento, Tyrion prese la giacca e se ne andò.
Jaime si lasciò scivolare sulla sedia, la lattina di birra in mano. Come se potesse servire a qualcosa. Scrivere ad un dannatissimo soldato dall'altra parte del mondo non gli avrebbe di certo restituito la mano. O la carriera. O il rispetto di suo padre. Fisso i fogli intensamente ancora per un attimo, poi, prendendo un respiro profondo, incominciò leggere. Si trattava di un semplice scambio di lettere, nulla di più in fondo. Si bloccò solo un momento leggendo il nome di chi sarebbe stato il soldato prescelto per lui, e sorrise tra se. Cadetto Brienne Tarth. Una donna, questo davvero non se l'aspettava. Con la mente incerta e leggermente annebbiata dall'alcol, iniziò a scrivere.
*
Brienne rimase per un momento a fissare la lettera, incerta sul da farsi, prima di aprirla.
14 Gennaio 2002
Al Cadetto Brienne Tarth,
Vorrei iniziare scusandomi per l'orribile calligrafia di questa lettera, la mia storpiatura forzata che sembra riscuotere tanta compassione nella gente intorno a me non aiuta a scrivere con la mano sinistra purtroppo. Sembra invece aver fatto sentire mio fratello in obbligo di salvarmi dalla mia autodistruzione facendomi scrivere lettere a sconosciuti. Ecco, l'ho detto, non ho scelto di scrivere questa lettera di mia spontanea volontà, e lo sto facendo principalmente per essere lasciato in pace.
Non mi dilungherò in discorsi inutili quali "Grazie per quello che fai" "Il vostro contributo è fondamentale" "Sei un'eroina" perché probabilmente ve lo dicono già abbastanza, no? E anche se fosse non vorresti ricevere complimenti del genere da una persona come me.
Probabilmente non è la lettera che ti aspettavi, ma se ti consola questa non è la vita che mi aspettavo io. Ti libero da qualsiasi "dovere militare" tu ti senta in obbligo di adempiere rispondendo a questa lettera, non è necessario.
Se sei arrivata fino a questo punto, beh, complimenti per non aver stracciato prima la lettera, saluti,
Jaime Lannister
Brienne rilesse la lettera più volte, sconcertata a tal punto da non accorgersi del modo convulso con cui la stringeva. Maledetto arrogante, come si permetteva di scrivere una cosa del genere? Con un gesto di stizza che non riconosceva come suo, prese carta e penna, pronta a sfruttare la rabbia finché la sentiva ribollire dentro di lei.
25 Gennaio 2002
Al Signor Jaime Lannister,
mi urta doverle dare del signore, visto che nulla nella sua lettera le fa meritare questo titolo. Non solo è offensivo il fatto che lei non provi alcun rispetto verso l'istutuzione militare, che è una delle colonne portanti del nostro paese, ma ancora di più lo è la sua mancanza di rispetto per questo programma di aiuto, che è fatto per i soldati, non per tristi uomini soli che non sanno cosa fare della loro vita e scaricano il loro disprezzo verso se stessi addosso agli altri. Non è per rispondere ad alcun obbligo militare che scrivo questo, ma per esprimere il mio disgusto verso persone come lei. Lei, davvero, non si senta in obbligo di rispondere.
Brienne Tarth
Ps: nessuno le ha dato il permesso di rivolgersi a me dandomi del tu, signor Lannister. Spero sia più educato in altre circostanze della sua vita.
*
9 Febbraio 2002
Mia cara fanciulla...
Note:
Questo è un progetto un po' pazzo che provo a realizzare, non so ancora se riuscirò a scrivere tutto in forma di lettera, e la trama è in fase di assemblamento nella mia mente, speriamo in bene XD! Recensioni e consigli sono sempre i bevenuti, grazie!
-arangirl-