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Autore: Evilcassy    29/04/2014    7 recensioni
Ormai sa anche che ordinazione farà, ci mette un nulla a tornare con la bottiglia di rum e due bicchieri, glieli lascia sul tavolo senza aggiungere altro che una lunga occhiata dal suo unico occhio nero.
Come abbia fatto a perdere l'altro Nick non lo sa – e neppure l'ha mai scoperto – ma d'altronde non le ha neppure raccontato di come ha perso il suo.
Forse però dovrà spiegarle perché ora lui indossa gli occhiali scuri e non una benda di cuoio come al solito – quella di Juanita è di raso nero.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nick Fury, Nuovo personaggio
Note: Lemon, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Cría Cuervos

(y te sacarán los ojos)





Caracas - Uno dei peggiori bar.



Juanita indossa il suo vestito rosso.

Se c'è una cosa che apprezza delle donne latinoamericane, è che fanno di ciò che indossano un manifesto: un vestito per loro non è un'appendice di benessere economico o fisico, ma il simbolo della loro persona.

Quando entra in quel lurido bar sa che troverà Juanita con gli orecchini ad anello, le labbra rosse e il vestito rosso a cui non sa dare esattamente un'età.

Non sa darla neppure a Juanita, a dire il vero. E se non l'ha mai esplicitamente domandata è per pura cavalleria: anche Nick Fury sa che certe informazioni non si chiedono direttamente ad una donna. Le si trovano, all'occorrenza, è che non gli serve sapere davvero la sua età anagrafica, quindi va bene così. Che siano trenta, quaranta o cinquanta portati meravigliosamente bene non gli interessa, non è la sua peculiarità maggiore.

Juanita serve quattro bicchieri di rum ad un tavolo e si intrattiene ad un altro a parlare con due uomini. Uno di loro sembra insistere su qualcosa e Juanita scrolla appena il viso ed indica con un cenno della testa altre due ragazze poco vestite, sedute in bella vista al bancone. L'uomo infine cede, alza due dita di una mano sporca e Juanita torna al bancone, vuota altri due bicchieri e li porge alle ragazze. Ci mette poco: giusto un paio di parole e quando loro prendono i bicchieri in mano li alzano all'indirizzo dell'uomo che li ha offerti.

Prostituzione. C'è in tutti i bar di Caracas. Fury riesce a stupirsi di quanto non sia ulteriormente esplicita.

Juanita stessa è una prostituta, ma ha l'esperienza e il carisma per potersi permettere di scegliere quando e con chi o se fare solo la cameriera.

Solo.

Forse.

Non ne è assolutamente sicuro.

La trova una cosa intrigante.

Sono passati mesi dall'ultima volta che è andato a Caracas. Quando si è trovato a dover prendere i biglietti aerei per andarsene in Europa, ha optato per una piccola deviazione.

In fondo, dopo tutto quel casino, se lo merita.

Lo S.H.I.E.L.D. è andato a puttane. Tanto vale che ci vada anch'io.


Prende posto ad un tavolo, guarda l'orologio e sa che dovrà aspettare ancora un bel po' prima che gli dedichi la sua attenzione. Ormai sa anche che ordinazione farà, ci mette un nulla a tornare con la bottiglia di rum e due bicchieri, glieli lascia sul tavolo senza aggiungere altro che una lunga occhiata dal suo unico occhio nero.

Come abbia fatto a perdere l'altro Nick non lo sa – e neppure l'ha mai scoperto – ma d'altronde non le ha neppure raccontato di come ha perso il suo.

Forse però dovrà spiegarle perché ora lui indossa gli occhiali scuri e non una benda di cuoio come al solito – quella di Juanita è di raso nero.

Una volta un uomo l'aveva notato e le aveva domandato ad alta voce se fossero parenti.

"Jemelos" aveva semplicemente risposto Juanita, ed in quella semplice parola a Nick era sembrato di percepire qualcosa di più che una semplice battuta.


Sono passate le tre di notte, il proprietario del bar ha cacciato fuori gli ultimi clienti ubriachi. Juanita lo ha fermato mentre si avvicinava al tavolo di Nick: "No él." Gli ha semplicemente detto, senza smettere di passare lo strofinaccio umido nei bicchieri prima di risistemarli sul piano. Senza ulteriori parole, l'uomo le lascia le chiavi ed esce.

Juanita spegne le luci del bancone, chiude la saracinesca, si siede al tavolo di Nick e finalmente le labbra rosse si appoggiano al bicchiere di rum che le ha versato da ore: "La mierda."

"Sì, non è dei migliori."

"No, i tuoi occhiali. La mierda. Quasi non ti riconoscevo."

"Erano in saldo."

"Cambiali."

Fury si vuota un altro bicchiere e fa altrettanto con il suo: "Siamo di brutto umore, oggi, uh?"

Lei alza lo sguardo al cielo: "Mal tiempo, mi ojo duele." Si sfila da sotto la sottana un porta sigarette, se ne prende una fatta a mano e un'altra la offre a Fury: "Questo lo calma un po'." Fury tentenna giusto un secondo prima di accettarlo e accenderlo con lo zippo. Juanita sogghigna complice: "Polmone sinistro o destro?"

"Entrambi." Tossisce e poi butta giù il saporaccio del sangue con un altro sorso di liquore.

"Due fori nel sinistro e tre nel destro."

"Il tuo celebre intuito?"

"No, esce il fumo. Togliti la maglia, ti sono saltati i punti."


Gli disinfetta le ferite con del rum scadente e tira fuori dal bancone una rudimentale cassetta del pronto soccorso: "Ho la mano ferma, no te preocupes."

"Non sono preoccupato. Mi chiedo solo dove hai imparato a cucire così bene."

"Mia madre. Era una sarta."

"Pensavo che assistessi i feriti dopo gli scontri con la polizia. Ce ne sono parecchi qui, ultimamente."

"A volte. Se è la gente giusta." L'occhio nero fissa dritto il suo: "Ho intuito, lo sai."



Beh, alla luce dei fatti, sì. Se ne rende conto solo in quel momento.

L'occhio nero di Juanita è l'ultima cosa che ricorda prima di svenire. Una sparatoria, un proiettile che gli trapassava la gamba, il suo inseguitore che se ne ritrovava due in testa. Un vicolo, due, tre. L'allarme dato via radio e la gamba che perdeva troppo sangue.

Una donna con un vestito di pizzo verde che passeggiava con una sigaretta tra le labbra.

E una benda di raso su un occhio.

La fortuna non è una dea bendata, ma una puttana guercia.


Si era risvegliato tra le lenzuola lise di un letto dal materasso sfondato. Aveva imprecato e bestemmiato e quando aveva provato a muoversi nella stanza era entrata la donna dalla benda di raso e gli aveva intimato nel suo accento latino di starsene fermo. Poi aveva alzato appena le tende alla finestra per far filtrare la luce fioca, così da permettergli di guardarsi attorno e controllare la ferita. La gamba era gonfia e tumefatta, ma le bende pulite e la medicazione sembrava eseguita correttamente.

"Tranquillo, l'ha fatta un medico." Spiegò lei porgendogli un bicchiere d'acqua e una compressa di antidolorifico: "Uno di quelli a cui non piace chiacchierare."

"E chi me lo assicura?"

"Io."

"Saresti?"

"Juanita." Il nome, solo quello come garanzia, e le labbra vermiglie piegate in un mezzo sorriso mentre si allontanava nella stanza attigua. Fury non si fidò di un sorriso o di una bella donna con un occhio solo, ma dalla sua pistola carica che gli aveva lasciato nella fondina dei pantaloni, appesi per la cinta ad un piolo vicino al letto. Ritornò con un piatto e una bustina con posate di plastica: "Arroz y Chorizo."

Fury finse di scoprirsi affamato. Finì il bicchiere d'acqua e si dedicò al cibo, gettando occhiate attorno per studiare l'ambiente.

Quattro pareti ingiallite, una sedia, un cassettone sbeccato, una cassetta di legno con delle cipolle, un tavolino da notte e il letto su cui era seduto.

Rumore di auto e clacson dalla finestra, voce di donna che urlava qualche ingiuria a tale Pedro.

Stoviglie che venivano spostate nella stanza di fianco. Juanita che rientrava con una caraffa d'acqua, più fresca di quella nel bicchiere.

"Da quanto tempo sono qui?"

Lei gli prese il braccio e controllò l'orologio da polso: "Diciotto ore. Il medico finirà il turno in ospedale tra poco, se nessuno lo fermerà per strada passerà di qui. Hai tempo di aspettarlo?"

"I miei uomini sono già in città, preferisco farmi prelevare da loro. Dolcezza, sei stata molto gentile" Lei alzò il sopracciglio. "Non prenderla sul personale."

"Ci mancherebbe. Immagino che avrai una ricetrasmittente, una di quelle che inviano l'allarme appena urli, la tocchi o ci scoreggi sopra. Vedi di farti venire a prendere senza dare nell'occhio: ho anticipato i prossimi due mesi d'affitto, non voglio perderli per un qualche casino. Se vuoi pisciare, il cesso è in fondo al corridoio."

Diretta e calma. Non una donna qualunque, ma una che sa indirizzare bene. Qualcuno del mestiere.

"Per chi lavori?"

"Per Rico a due dollari l'ora. Come cameriera." Rispose con il suo ghigno vermiglio. Poi reclinò la testa di lato: "Ma per venticinque dollari..."

"Tutto qui?"

"Questa è la tariffa base per gli americani."

"Quindi dovrei credere che per primo lavoro fai la cameriera, di secondo la prostituta, e come hobby salvi sconosciuti colpiti da pallottole?"

Juanita rispose con una mezza risata. Prese il piatto vuoto e si allontanò dal letto: "Solo se mi sono simpatici a prima vista."


Con la testa che girava e la debolezza per la mancanza di sangue, Fury aveva infine optato per aspettare il medico. Con una mano sulla fondina.

Si era presentato quasi al tramonto, un giovane uomo con la barba incolta ed i capelli arruffati che Juanita aveva pettinato con un gesto affettuoso della mano. Aveva cambiato le medicazioni, fatto un'altra puntura di antibiotico ed estratto da una piccola borsa termica una sacca di sangue per una trasfusione. Fury aveva provato ad opporsi, ma alla fine la ragione aveva preso il sopravvento: la sacca sembrava intatta, nessun segno di modifica, con numeri distintivi sanitari non contraffatti.

Medico e Juanita erano poi usciti insieme dalla porta.

Dai rumori che venivano dalla stanza di fianco Fury aveva capito che le visite a domicilio non erano gratis, a Caracas.


"Hombre?" Piccoli schiaffi sulle guance. Fury aprì gli occhi di scatto e si ritrovò davanti il viso di Juanita. Le tende erano aperte, la luce dorata dell'alba irrorava la stanza. "Sono tornata dal lavoro. Ti ha cercato un uomo, al bar."

"Ha detto il mio nome?"

Juanita alzò l'occhio al cielo: "Hombre, no lo sé tu mierda de nombre." Gli ricordò; poi si sfiorò la benda: "Ha detto solo che se ti avessi visto, ti avrei notato.”

"Nick. Mi chiamo Nick. E lui te l'ha detto, il suo?"

Lei scosse la chioma corvina: "Voi americani credete di essere misteriosi, se non dite i vostri nomi. Intrigantes. Al contrario, siete solo degli anonimi cojones. Non gli ho detto nada."

"Descrivimelo."

"Non tanto alto, pelado, brutti occhiali. Sudoroso."

"Sitwell. Uno dei miei. Avresti potuto dirgli dov'ero."

"Non mi ispirava fiducia."

A Fury scappò quasi da ridere: "Non è un fotomodello, ma è uno dei miei. Garantisco. Lo è da molto tempo."

"L'hai addestrato tu?"

"Anche."

"Sei circondato da molti uomini? Addestrati da te?" Nick fece un cenno vago con la testa e lei sbuffò: "Cría cuervos y te sacaràn los ojos."

"Cosa?"

"Entendiste. La gamba?"

"Va meglio. Fa meno male di prima."

"Il dottore ti ha cosparso le bende di cocaina. È più facile da trovare di un anestetico." Juanita prese una busta di carta, ne estrasse del tabacco, si arrotolò una sigaretta e l'accese offrendogliene un tiro."Hai già chiamato i tuoi uomini?"

"Non ancora." Prese la sigaretta tra le dita e ne aspirò una boccata. Le chiese se fosse solo tabacco e lei rise forte, avvicinando la sedia al letto e sedendosi a cavallo dello schienale, incurante di come l'orlo della gonna si arricciasse tra le gambe.

Un altro tiro al sigaretta per lei, un altro per Nick, un occhio sulle gambe brune e sul tatuaggio sbiadito nell'interno coscia che intravedeva tra le pieghe della sottana. Juanita intercettò il suo sguardo e gettò all'indietro la testa ridendo, facendo ondeggiare i riccioli sulla pelle umida di sudore delle spalle nude. E gli ricordò che nella tasca dei pantaloni aveva trenta dollari in contanti.



"Hey, donna intuitiva" Lo spallino del vestito rosso le è scivolato lungo il braccio, il seno destro è in bilico sull'orlo della scollatura, come se fosse indeciso se scivolare fuori o meno. È uno spettacolo piacevole, ma prima di goderne appieno Fury deve togliersi almeno una curiosità su Juanita: "Avevi capitò che Sitwell era un figlio di puttana, giusto?"

"Non offendere noi puttane. Chiamalo bastardo o stronzo."

"Come avevi fatto?"

"Intuito."

"Intuito un cazzo. Avevi visto, sentito qualcosa?"

"Rilassati, o non riuscirò a cucirti bene questa a lato. Ya te lo decìa: intuito."

"E come facevi a sapere che ero circondato da figli di..."

L'ago da sutura punzecchia insistente la pelle sana: "Nick..."

"...da bastardi?"

"Por Dios, Nick, siamo a Caracas: con la lealtà non ti ci pulisci neanche il culo. Ogni uomo di potere è circondato da bastardi. Chi non ha soldi fa il cane di qualche ricco per un po'. Si lascia bastonare, si lascia saziare dagli avanzi: quando poi vede cosa gira nelle mani dal padrone, la sua fame diventa di denaro, e quella non ti sazia mai.”

"È così che hai perso l'occhio?"

Juanita ferma il suo lavoro e lo fissa con uno dei suoi ghigni scarlatti: "No, Nick. L'ho donato a Dio in cambio dell'intuito." Avvicina il suo viso al petto, trancia il filo di sutura dall'ago con i denti e poi gli si siede a cavalcioni in grembo.

Le mani di Nick risalgono le gambe e scivolano sotto le pieghe della sottana. "E il tuo intuito che suggerisce ora?”

Che stai scappando. Ma non perché sei un codardo.” Le mani di Nick si fermano. “Avevi tanti uomini sotto il tuo comando.”

Non ti ho mai detto questo.”

Appunto. Un uomo con tanto potere e responsabilità non lo sbandiera ai quattro venti; un uomo con poco potere e tanta stupidità invece se ne vanta. Soprattutto con una donna, anche se è una puta. Sei americano, le notizie importanti arrivano anche qui: qualche giorno fa un'agenzia paramilitare americana è praticamente stata distrutta. Casi un golpe entierno, da quello che hanno detto. Ora ti ritrovo qui, senza la tua benda e il tuo cappotto, con i polmoni bucati. Mi ci gioco il braccio destro che non è un caso. No es asì?

Rischieresti di essere una puttana senza un occhio e senza un braccio?”

Posso lavorare con un braccio solo. Lo sai.”

Ad ogni modo, ne ho avuto abbastanza di persone con braccia artificiali per un bel po' di tempo.” Taglia corto, tornando a liberare la pelle della donna dalla stoffa rossa.

Lo siento.” Ridendo, Juanita sfrega il bacino e getta all'indietro la testa: “Hai il portafoglio quasi più gonfio del tuo pacco.”

Beh, non mi sono sparato tutte queste miglia per una sveltina contro il muro.”




Senso: questa fic non ce l'ha.

È nata plottando una stronzata (perdonate il francesismo, ma non si può descrivere in altro modo) con Dragana e Alley su FB.

Vi ricordate le pubblicità del Pampero, quelle del 'Solo nei peggiori bar di Caracas'? Una raccontava della bellezza e delle labbra rosse di tale banconera Juanita.

Un'altra, solo fotografica, era questa. L'ideale per Nick.

Avrebbe dovuto esserci del p0rn: mi sono resa conto che Nick Fury mi ispira qualsiasi cosa tranne che del P0rn.

Ognuno fa quel che può. Ho incontrato anche questo limite.

Cría Cuervos e te Secaràn los ojos è un proverbio spagnolo, la cui traduzione è: “Alleva corvi e ti caveranno gli occhi.”

Questa Fic è al solo scopo di cazzaraggine: per cui, se vi piace, i vostri commenti saranno ben accetti. Ma anche se non vi piace e desiderate muovere una critica costruttiva.

Vi ringrazio comunque e apprezzo lo sforzo di averla letta.

Per tutto il resto c'è MasterStark, e la Storia Infinia che devo finire. (E, nel caso, anche il mio ask)

Sigh.

Alla prossima,

Se vorrete,

EC


























   
 
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