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Autore: miseichan    30/04/2014    13 recensioni
"Oh, per l’amor del cielo! Mi faccia il discorsetto e chiudiamola qui, dottore.”
“Il discorsetto di cui sta parlando, signor Holmes, normalmente lo affronto con adolescenti carichi di ormoni!”
“Ha intenzione di parlarmi di sesso sì o no?”
Genere: Comico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Sherlock Holmes
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Pillole di Baker Street'
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Il Discorsetto

 

 

 

 

 

John Watson, affermato ginecologo, non aveva la più pallida idea di come fosse finito in una situazione del genere. 
Non l’essere ginecologo, sia chiaro, bensì la circostanza più attuale: quella in cui si trovava alla sua scrivania, il mento poggiato sulle dita incrociate, a fissare l’uomo che gli stava seduto davanti.
All’incirca trent’anni, riccioli neri e un’espressione apatica, ecco come appariva il signor Holmes.
Il signor Holmes junior, a voler essere precisi. 
Holmes senior, Mycroft all’anagrafe, aveva invece lasciato la stanza diversi minuti prima.
Aveva placidamente dettato istruzioni al dottore, quindi lanciato un’occhiata perentoria al fratello e infine abbandonato l’ufficio talmente in fretta da far dubitare della sua precedente presenza. 
“Ha intenzione di dire qualcosa?”
John sussultò e si agitò sulla sedia alla ricerca di una posizione più confortevole.
“Mi scusi, è solo che... devo ammettere che sono alquanto confuso.”
“Facilmente deducibile dalla sua espressione, dottore.”
“A quanto ho capito noi due dovremmo parlare.”
“Non per mia volontà.”
“Sì.” annuì John “Ho intuito che fosse un’idea di suo fratello.”
Sherlock sospirò, accavallando le gambe e stringendosi nel cappotto nero. 
“Ci sono occasioni, dottore, rare fortunatamente, in cui è assai più semplice assecondare la volontà di Mycroft che tentare inutilmente di contrastarla.”
“Mi è difficile credere che questa farsa sia una di quelle rare occasioni.” borbottò teso John, corrucciandosi.
“Oh, per l’amor del cielo! Mi faccia il discorsetto e chiudiamola qui, dottore.”
“Il discorsetto di cui sta parlando, signor Holmes, normalmente lo affronto con adolescenti carichi di ormoni!” sbottò a sua volta “Non certo con uomini della sua età!”
“Ha intenzione di parlarmi di sesso sì o no?” 
John crollò il capo sul petto.
“Perché dovrei?” si limitò a chiedere. 
“Perché mio fratello è fermamente convinto che io necessiti sapere qualcosa sull’argomento.” mugugnò, sbuffando contrariato e accoccolandosi al meglio sulla poltroncina, le ginocchia strette al petto “Naturalmente io sono in disaccordo. Non necessito delucidazioni sull’argomento, così come non vedo il bisogno di conoscere l’ordine dei pianeti o il nome di chi non mi interessa.”
John piegò il capo di lato e inarcò le sopracciglia. 
“Cos’ha contro il sistema solare?”
“Nulla, semplicemente trovo comodo ignorarlo.”
“Non si può ignorare il sistema solare, Sherlock.” ribadì, passando inconsapevolmente al nome di battesimo. 
“Lui ignora me, non vedo perché dovrei fare il contrario.”
“A questo non so neanche come ribattere.”
“Che ne dice di soprassedere e terminare qui il tutto?”
John prese fortemente in considerazione la proposta, quindi poggiò gli avambracci sul tavolo e si sporse in avanti. 
“Mi spieghi una cosa: perché semplicemente non spiega a Mycroft che non ha bisogno del mio aiuto?”
Quando Sherlock non rispose si sentì in dovere di continuare a parlare, anche solo per riempire quel silenzio imbarazzante. 
“Stiamo parlando di un uomo adulto, no? Di due uomini adulti.” proseguì “Sono certo che suo fratello non avrà alcuna difficoltà a capire.”
“Capire cosa, dottore?”
“Che lei ha già avuto dei rapporti sessuali. Stento a credere che possa credere il contrario.”
“Io so come funziona un rapporto sessuale, dottor Watson.” sibilò Sherlock.
“Naturalmente!” esclamò John, allargando le braccia “Lei sa come funziona perché è un uomo adulto che ha avuto modo di fare esperienza. Giustamente, aggiungerei. Trovo assurdo che suo fratello possa costringerla a subire una lezione su qualcosa che...”
“Può bastare, dottore.”
Sherlock si alzò in piedi e allungò il braccio al di sopra della scrivania.
John fissò la mano che attendeva di essere stretta e non mosse un muscolo. 
“Non capisco.”
La mano fu scossa da un impercettibile tremito. 
Sollevò lo sguardo per incontrare quello di Sherlock e capì. 
Era sceso come un velo sugli occhi dell’altro: un misto di rabbia, frustrazione ed esasperazione. 
Capì cosa gli era sfuggito fino a quel momento e si sentì un idiota. Signore Iddio, cosa diavolo aveva detto fino a quel momento
Seppe di non essere riuscito a nascondere l’incredulità quando Sherlock serrò le labbra e sollevò la mascella, lo sguardo glaciale; riuscì ad afferrargli il polso un istante prima che abbassasse il braccio. 
“Mi scuso.”
“Sto andando via.”
John scosse velocemente il capo e ignorò il tentativo di divincolarsi di Sherlock. 
“Non deve sentirsi a disagio né provare alcuna vergogna.”
“Non mi sento a disagio né provo vergogna.” ringhiò in risposta “Mi lasci andare, dottore.”
“Soffre di disturbi?”
“Che cosa?”
“Ha problemi ad avere un’erezione?”
Sherlock sgranò leggermente gli occhi e si svicolò dalla presa dell’altro con forza.
“Non ho nessun problema.”
“Si masturba regolarmente, quindi.”
John si alzò in piedi a sua volta.
“Non è una domanda pertinente.”
“Sono io il dottore, Sherlock.”
Un minuto di silenzio. Due. Tre. Al quarto minuto Sherlock crollò nuovamente a sedere e reclinò il capo all’indietro, gli occhi serrati. 
“Non sono uno stupido, dottore, glielo posso assicurare.” soffiò “Allora mi spieghi, la prego, perché voialtri prendete il sesso così seriamente. Non lo capisco, davvero.”
John spostò silenziosamente la propria sedia e raggiunse la poltroncina libera accanto a quella di Sherlock, accomodandovisi. 
“Odio non capire. Anzi, non è un semplice odio: è un dolore fisico.” aprì gli occhi e rimase a fissare il soffitto “Perciò mi spieghi.”
“Come funziona il sesso?”
“No!” scattò Sherlock, fulminandolo “Perché è tanto importante!”
“Non deve...”
“Prima ha parlato di masturbazione. Cosa cambierebbe se io non lo facessi, eh? Cosa potrebbe mai importarne a voialtri della mia, reale o presunta, vita sessuale?!”
“Ha mai avuto un’erezione?”
“La smetta di chiedermelo!”
“Mi dia una risposta e la smetterò.” ribatté John, incrociando le braccia al petto “Guardando uno spot in televisione, sfogliando riviste, osservando o pensando a una donna e...”
“Non mi interessano.”
“Le... donne?” 
Sherlock sbatté le palpebre. 
“Oh. Gli uomini, allora.”
“Dottore, la smetta.”
“Non è un problema.”
“Lo so.”
John sospirò e lanciò una veloce occhiata all’orologio.
“Si sta facendo tardi, dottore, non le sembra ora di chiudere il discorso?”
“Il sesso non è qualcosa di cui aver paura.”
Sherlock sussultò e fece per ribattere, ma John non gliene diede il tempo. 
“Il sesso può essere divertente, soddisfacente, assuefacente. Il sesso può creare la vita. Non è qualcosa di cui aver paura né qualcosa da evitare o...”
“Non bisogna dare troppo conto all’opinione comune, dottore.”
“Che cosa?”
“Se la gente dice che il sesso è bello non significa necessariamente che lo sia.” sorrise Sherlock “Condizione necessaria e sufficiente, ha presente?”
“Io... parlo per esperienza personale, Sherlock.”
“Non può parlare a nome di entrambi, però.”
John assottigliò lo sguardo.
“Eravate in due, dottore, presumo. Come fa a essere così sicuro che anche l’altra persona...”
“Masturbazione.” sussurrò fra i denti John, guardandolo in cagnesco “Con la masturbazione si può parlare per se stessi, non trova?”
Sherlock non rispose e John a stento trattenne un sorriso prima di domandare:
“Ha mai avuto un’erezione?” 
“Dottore, la prego, la smetta di chiedermelo.”
“Si abbassi i pantaloni.”
“Che cosa?”
John si alzò in piedi e afferrò un paio di guanti: “Si abbassi i pantaloni.”
“Una richiesta del genere potrebbe essere intesa in maniera fortemente equivoca, dottore.”
“Quand’è stata l’ultima volta che si è fatto controllare?”
“Io non...”
“Appunto. Si abbassi i pantaloni.”
“No.”
Sherlock accavallò le gambe e infilò le mani nelle tasche del giubbotto.
“Sherlock, sono un dottore. Le sto dicendo di abbassarsi i pantaloni, adesso.”
“So chi è e le ho già risposto: non ho alcuna intenzione di abbassarmi i pantaloni, né ora né...”
“La smetta di comportarsi da bambino e si alzi.”
“No.”
John gemette e si passo le mani sul viso.
“Sono un dottore a tutti gli effetti, Sherlock, non solamente un ginecologo.” spiegò con estrema pazienza “Non si preoccupi, sono pienamente competente e...”
Sherlock si alzò e fece per avviarsi in direzione della porta. 
John lo afferrò per un lembo del cappotto e lo bloccò fra sé e la scrivania. 
“Si abbassi i pantaloni.”
“Dovrebbe almeno offrirmi la cena prima di fare richieste del genere, non lo sa?”
“Va bene.”
“Va bene, cosa?”
“Va bene le offrirò la cena, ma adesso si cali quei maledetti pantaloni!”

 
 

 

 

Erano passati quasi tre quarti d’ora quando Mycroft aprì la porta dello studio.
Aveva preso in considerazione diverse ipotesi per quel ritardo, una più spaventosa dell’altra, ma nessuna si avvicinava nemmeno lontanamente alla scena che gli si prospettò davanti. 
Osservò in silenzio. 
Il dottore inginocchiato sul tappeto. 
Sherlock con i pantaloni alle caviglie. 
Fece per aprire bocca, ma all’ultimo momento si rese conto di non sapere cosa dire. 
Fu Sherlock a toglierlo d’impaccio: gli lanciò un’occhiata veloce e si strinse nelle spalle.
“Mi offre la cena, stasera.”

 

 

 

 

 

§

 

 

 

 
Secondo tentativo in questo fandom. 
Chiariamoci, io adoro questi due idioti, ma ogni volta mi vengono in mente solo idee folli. 
E siamo sinceri, la reticenza e l'imbarazzo di Shezza per il sesso sono un qualcosa che ti scalda il cuoricino. 
Perciò... mi scuso se alla fine il tutto risulterà solo un'enorme scemenza. 
Sentitevi liberi di tirare ortaggi e frutta varia. 
Certo, se invece lanciaste gli avanzi delle uova di cioccolato sarebbe ancora meglio. 




 
   
 
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