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Autore: Linda1990    30/04/2014    1 recensioni
"Io sono nata per combattere e la mia casa è il campo da battaglia, il resto sono solo menzogne e distrazioni.
Eppure per un attimo... ho sentito qualcosa." - (Fan fiction post FIN)
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Gabrielle, Xena
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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La galea procedeva spedita, spinta dal forte vento che spirava.
Sole e Luna si erano alternati numerose volte nel cielo da quando Gabrielle aveva lasciato l'Oriente ma ciò che era successo in quelle terre aveva cambiato per sempre la sua esistenza.
Appoggiata al parapetto della nave, stava osservando i delfini giocare e saltare nell'acqua nella speranza che questo alleviasse la nausea che il continuo beccheggiare dell'imbarcazione le procurava ma inutilmente, il rapporto tra lei e il mare era stato pessimo fin dal principio e nemmeno in quell'occasione ci fu un'eccezione. Al contrario, i suoi sintomi sembravano essersi amplificati a causa del suo stato d'animo inquieto che non solo le aveva chiuso lo stomaco, togliendole il suo proverbiale appetito ma la teneva anche sveglia la notte, facendole rivivere nei sogni le ultime e terribili ore trascorse in Giappone.
L'amazzone sapeva di non essere sola, riusciva a percepire la presenza della sua compagna e il suo sguardo posato su di sé anche senza voltarsi ma ciò rappresentava solo una magra consolazione, non era questo l'epilogo che si sarebbe aspettata per quell'avventura e la sensazione di smarrimento mista a rabbia e dolore, era lacerate.
Nel frattempo, dall'altro capo della galea, Xena siedeva sui gradini di prua osservando colei con cui condivideva il destino, in un legame che andava oltre il concetto stesso di vita e di morte.
Proprio come la poetessa, anche la guerriera stava vivendo un momento di profonda sofferenza e il suo continuo ripensare alla decisione presa sul Monte Fuji, non faceva altro che alimentare i dubbi che già si erano insinuati prepotentemente nel suo cuore.
Era morta per salvare e vendicare le anime dei quarantamila che avevano perso la vita ad Higuchi perché aveva compreso che tutti i viaggi che aveva intrapreso con la bionda, erano serviti per prepararla ad affrontare ed accettare quel momento ma questo non aveva reso le cose più semplici o indolori, tutt'altro.
Impedirle di completare il rituale che l'avrebbe riportata indietro dal regno dei morti era stato infatti straziante e solo gli dei sapevano quanto avrebbe voluto lasciarglielo fare ma il peso delle sue colpe passate e la volontà di servire il Bene Superiore, alla fine avevano avuto la meglio, facendole compiere quella che riteneva la scelta giusta.
"Giusta... per chi?" si ritrovò a chiedersi.
Da quando aveva lasciato Amphipolis per diventare una warlord, aveva accettato i rischi e le conseguenze di un'esistenza trascorsa sempre al limite ma a quel tempo, era stato semplice farlo; era giovane, sola, assettata di vendetta e colma di rabbia per l'uccisione di Lyceus mentre ora era una madre, una compagna e quei ruoli avevano portato con sé non solo la gioia di avere due doni così preziosi nei propri giorni ma anche delle responsabilità che lei però aveva chiaramente ignorato e l'atteggiamento tenuto dal bardo da quando si erano imbarcate, era stato molto esplicito a riguardo.
La mora la scrutò con maggiore attenzione.
Il suo corpo era visibilmente più magro e meno muscoloso rispetto le settimane precedenti e se non fosse stato per i capelli corti, i sai nei suoi calzari e il tatuaggio fattole da Akemi, ora lei le ricordava molto di più la fanciulla che lustri or sono aveva lasciato Potidaea piuttosto che la combattente che si era battuta con onore per recuperare la sua salma.
Vederla consumarsi in quel modo, come una candela lasciata bruciare ininterrottamente, le spezzava il cuore. Si sentiva impotente, incapace di poterla aiutare ma alla fine, prese ugualmente coraggio e le andò vicina.
<< Ehi... >> azzardò, abbozzando un sorriso.
<< Ehi >> rispose l'altra, guardandola a malapena.
<< Dovresti mangiare qualcosa, hai bisogno di recuperare le forze in vista della nuova avventura... >>
<< Ora non ho fame, magari più tardi >>
<< Gabrielle, lo dici da giorni ma ancora non ti ho visto farlo... >>
Le parole della trace uscirono calme e amorevoli, in un chiaro tentativo della donna di spronarla a ricominciare a prendersi cura di sé nonostante le avversità ma quest'ultima, percependole forse come un rimprovero, si voltò inchiodando con i suoi grandi occhi verdi, quelli cerulei dell'altra che rimase spiazzata dalla sofferenza che vi lesse dentro.
<< Credi che questo conti qualcosa per me, eh? Che sia il male peggiore? >> chiese stizzita.
<< Conta per me >>
Quella risposta, così ferma e sicura, non lasciava spazio a fraintendimenti ma Xena sapeva che non sarebbe bastata per accorciare la distanza venutasi a creare tra loro e questa consapevolezza le faceva paura più della morte stessa.
"Se solo potessi tornare indietro... cosa ho fatto?"
Fu proprio in quell'istante che la sua mente, quasi come a voler rigirare il coltello nella piaga e metterla davanti alla possibilità sempre più concreta di aver commesso un gravissimo ed irreparabile errore, la colpì con il ricordo del loro ultimo momento insieme prima della battaglia contro i samurai di Morimoto.

"Se avessi solo trenta secondi da vivere, questo è il modo in cui vorrei viverli. Guardandoti negli occhi. Ricorda sempre che ti amo"

Ciò che le aveva detto era la pura verità, mai si era esposta tanto nei confronti di qualcuno e anche se ora i loro sguardi si stavano scontrando, la forza di quelle parole non aveva cessato di esistere dentro di lei. Gabrielle era la sua anima gemella, la parte migliore di sé e niente avrebbe potuto scalfire il suo amore per lei.
<< No, non è vero! Se te ne fosse importato qualcosa ora saresti qui con me! >>
L'amazzone esplose come solo in battaglia usava fare, stanca di fingere di non sentirsi ferita dal comportamento della Principessa Guerriera e ciò che disse, fu più letale di qualsiasi arma che avesse mai maneggiato.
A quelle parole, la mora si irrigidì all'istante, colpita nel profondo dall'accusa che le era stata appena rivolta ma fin dal principio, sapeva che prima o poi, quel momento sarebbe arrivato: quello in cui la donna che amava, nonostante il suo senno e il suo buon cuore, le avrebbe rinfacciato quella situazione e il dolore che le aveva procurando e la verità è che non poteva nemmeno biasimarla perchè a parti inverse, anche lei si sarebbe sentita tradita.
<< Io sono qui... >>
La trace si avvicinò di più al suo viso, non si sarebbe mai perdonata se la poetessa avesse iniziato a nutrire dei dubbi sul loro rapporto ma non appena lei ne capì le intenzioni, si ritrasse immediatamente.
<< No Xena, tu hai scelto Yodoshi. Hai scelto di morire al posto di continuare la nostra vita insieme... tu mi hai tagliata fuori, hai preso la tua decisione senza nemmeno parlarmene e ora sono sola perchè anche se mi stai accanto con il tuo spirito, tu non fai più parte di questo mondo >>
Gli occhi della bionda si velarono di lacrime e con essi, anche quelli di Xena che forse per la prima volta, capì quanto il suo gesto l'avesse ferita.
<< Gabrielle, io... >>
Nemmeno il tempo di finire la frase che lei svanì sotto coperta, lasciando la guerriera in preda ai sensi di colpa.
<< Mi dispiace... >> sussurrò infine svanendo.

   
 
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